Estate del 1996, una splendida giornata e stavo tornando a casa, dopo essere stato appena mollato dalla morosa, in auto da neopatentato con il mio catorcio: una fiammante mini degli anni ’70. Ero in mezzo al nulla della campagna qu
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Mi svegliò la voce di Nicolò, mi stropicciai gli occhi, mi sentivo veramente rilassata, come in paradiso. Davanti a mè sul tappeto persiano lui era in piedi con il suo bellissimo corpo statuario che risaltava alla luce del tra
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Sabato, giorno per decidere l’accordo di una possibile fusione e il mio nuovo futuro come scrittore di racconti porno. Sapevo di avere dei lettori e ammiratori ma solo a livello nazionale e in una sfera ristretta, adesso si trattava di fare il gra
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Carlo mi scrutò per qualche minuto, con attenzione, poi si mise a sogghignare sornione e malizioso. «Cazzo! Sei proprio tu, non ci posso credere. Era evidente che fossi un frocetto, ma non avrei mai detto a questi livel
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La cena era squisita e il vino anche. Drago si era messo a cuccia con un’espressione di chi ha visto svanire l’occasione di una possibile monta. Non disperare amico appena finito avrai la tua occasione, la tua padrona sta per dartela. Così accadde
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Avevo ripreso a scrivere il racconto, quando ricevetti una telefonata, era il mio editore. “Salve, è successo qualcosa?” chiesi, di solito non mi contattava mai direttamente. “No, volevo solo ricordarle dell’incontro di sabato”. “Ma eravamo rimast
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Erano le undici e mezza e avrei voluto restare a giro per vedere la mia amata città natale, non avevo molte occasioni per fermarmi li. Stavo per decidermi a restare quando il pensiero di terminare il racconto prima possibile mi fece desistere. And
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Come ho accennato in uno degli scritti precedenti, mio padre ha una grossa impresa edile. Il capomastro della ditta, Carlo, nel corso degli anni era diventato amico di mio padre, con dispiacere di mia madre, che lo reputò sempre un «b
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Erano appena le sette e mezza del mattino quando mi svegliai, avevo solo due ore per prepararmi e andare all’appuntamento con l’editore. I ragazzi dormivano ancora, dovevo svegliarli era il loro primo giorno di lavoro e non dovevano arrivare tardi
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Quando tornarono, avevo già chiuso il computer dopo aver scritto abbastanza della mia nuova storia, totalmente incentrata su questa mia nuova esperienza. Mi veniva facile scrivere, dovevo solo raccontare quello che vivevo. Suonarono al campanello,
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Ecco la Storiella.... lavoro fino a tardi cinque giorni alla settimana ma quel venerdì mi sentivo stanca, era estate e faceva molto caldo, e così decisi di tornare a casa presto, passai a fare la spesa, comprai del pesce ch
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Nel pomeriggio apri gli occhi e loro erano li che mi fissavano. “Ciao tesori” dissi ancora mezzo assonnato “perché mi state fissando?”. “Perché ci piace farlo” disse Michael “e perché hai un bel corpo” sottolineò Joseph. Emmy mi venne vicino e mi
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