Anna e Lucia erano sorelle, avevano un anno di differenza. L’autunno precedente Lucia aveva iniziato con soddisfazione il corso di ingegneria meccanica a Padova. Anna invece proveniva da un mese di completo relax dopo aver portato a termine un buon esame di maturità e, come la sorella, voleva iniziare l’università: biologia. Visti gli affitti piuttosto costosi, si erano accordate per trovare un appartamento assieme, in modo da non pesare più del necessario sul bilancio dei genitori. Le due ragazze andavano molto d’accordo quindi cercavano una stanza ampia da condividere in un appartamento con al massimo altri due studenti. Lucia l’anno precedente aveva abitato in un appartamento con tre doppie e una singola: seppur grandissimo, la confusione era troppa. Cominciarono a cercare, selezionando gli appartamenti in base alla zona e al prezzo, e andandoli via via a visitare. Alla terza visita, fu amore a prima vista. Era un appartamento piuttosto particolare: una sola stanza da letto grandissima, di quasi quaranta metri quadri, una cucina spaziosa, un salotto piuttosto modesto e, naturalmente, il bagno appena rinnovato, pulito e luminoso. Nella camera erano sistemati tre letti con i relativi armadi. Loro erano in due e l’affitto non era alto, tuttavia vista la sistemazione dei letti comoda e funzionale avrebbero diviso volentieri la stanza con qualcun altro, in modo da risparmiare ancora. Si accordarono quindi con il proprietario per concludere il contratto, a patto che avessero la possibilità di trovare in autonomia la terza coinquilina. Soddisfatte dell’appartamento affittato, tornarono a casa e misero online l’annuncio per un terzo posto in tripla. Purtroppo, nessuna delle due ragazze conosceva qualcuno che fosse interessato, quindi l’annuncio sembrava il metodo più rapido. Già dopo un’ora dalla pubblicazione il telefono di Lucia cominciò a squillare e sulla sua casella di posta elettronica cominciarono ad arrivare e– mail di potenziali coinquilini. Esclusero subito i parecchi ragazzi che chiamavano pur essendoci espressamente scritto nell’annuncio che il posto era da intendersi solo per ragazze non fumatrici: evidentemente molti speravano di poter stare in stanza con due sorelle. Alla fine della giornata avevano fissato sei appuntamenti con altrettante ragazze per mostrare la stanza il lunedì successivo.
– Beh, Lu, sembrano tutte buone no? La maggior parte fa facoltà scientifiche, saranno ragazze impegnate quanto noi e poi magari ci daranno una mano se ne avremo bisogno. Sono tutte al primo anno come me, a parte quella Veronica da Palermo che è del tuo.
– Sì sì, abbiamo avuto fortuna e su sei appuntamenti a qualcuna piacerà di sicuro. Cancelliamo l’annuncio, sennò continuano a chiamare.
– Ok, al limite lo rimettiamo. Chissà poi come facciamo a scegliere. Tu che dici?
– Non lo so, però sono sicura che capiremo se ci piacciono o no appena entrano in casa. In fondo basta che la ragazza sembri una tipa a posto e che ci stia simpatica, no? Perché tu hai preferenze? La vuoi alta e bionda? – chiese Lucia. – Con le tettone? – aggiunse, vedendo che la sorella stava arrossendo.
– Ma no, scema! – protestò Anna facendo la finta indignata.
– Dai, basta che non sia una che se la tira troppo o tutta truccata, che poi occupa il bagno per ore la mattina…
– Cavolo, hai ragione, il bagno! Vedrai che quelle le becco io a colpo d’occhio, manca solo che poi arriviamo a fare i turni per la pipì! – risero entrambe.
– Però hai visto che ci hanno chiamato un sacco di ragazzi…– buttò lì Anna.
– Eh, certo! Pensa che spasso sarebbe per uno di loro stare in stanza con noi.
– Anche per noi però, no? Dato che avremmo potuto sceglierlo. Pensa a un bel gnoccone bruno in stanza con noi ogni sera… e chi scappa più questo posto!
– In effetti… ma no, pensa che casino ci sarebbe… e poi le scarpe dei ragazzi puzzano! E che seccatura doversi coprire ogni volta per la doccia. Non potremmo girare nuda per casa!
– All’inizio… – borbottò Anna a mezza voce.
– Eh?
– Sì, all’inizio, pensavo, poi ti abitui. Tanto prima o poi capita che ti veda nuda se dorme in camera con te. Può anche capitare apposta –, concluse con sguardo malizioso.
– Tu sei tutta matta! – dichiarò Lucia colpendosi più volte la tempia con l’indice.
– Dai non fare la santarellina, dì che non ti piacerebbe avere in camera un ragazzo da stuzzicare…
– Ma guarda che il ragazzo da stuzzicare ce l’ho! E dire che dovresti esserti accorta visto come lo mangi con gli occhi ogni volta che viene a prendermi. Tra parentesi, si è accorto sai? Domanda sempre perché quando arriva, tu lo fissi e non parli. Continua a chiedermi se stai bene.
– Non è vero! – urlò Anna battendo la mano sul letto, – è lui che non mi parla! – Abbassò lo sguardo e arrossì ancora.
– Comunque, ormai li abbiamo scartati, quindi devi accontentarti di una ragazza. Ti puoi divertire anche con quelle, sai?
– Sì vabbè, ma mica è lo stesso. Pensa a una sera con il temporale, anzi no, d’inverno, fuori sta nevicando, hai freddo, ti infili nel suo letto, lo stringi: se non si gira e ti scopa fino all’alba è un deficiente –, osservò Anna con gli occhi sognanti rivolti alla lampada.
Lucia schioccò le dita davanti alla faccia della sorella, – Svegliati bella addormentata! Guarda che è più probabile che ti cacci dicendo di toglierei tuoi piedi freddi dalle sue gambe, che deve dormire! E poi cosa ne vuoi sapere tu di scopate fino all’alba che sei ancora vergine!
Sorpresa dalla cattiveria gratuita della sorella, Anna rialzò la testa. – Tu invece avrai grandi esperienze immagino, la Sasha Grey de noantri –, azzardò maligna. Lucia divenne di un bel viola mentre il suo sguardo cercava di evitare Anna.
– Ma dai? Non ci credo! Con chi? E perché non me ne hai mai parlato, mi racconti sempre solo dei tuoi esami e mai queste cose divertenti! – piagnucolò.
– Ti pare una roba normale da dire? “Stanotte abbiamo trombato come ricci”? Comunque, è successo il mese scorso al mare con Marco: dopo cena non avevamo voglia di uscire, così abbiamo guardato un film. A metà i protagonisti scopavano in maniera un po’ troppo esplicita. Inutile dire che abbiamo iniziato a toccarci e in dieci minuti siamo finiti sul lettone. Eravamo presissimi, non so quante volte l’abbiamo fatto! Per tutta la notte il primo dei due che si svegliava stuzzicava l’altro e poi riprendevamo a darci dentro. Abbiamo finito alle sette di mattina, stremati – raccontò con un sorriso a piena faccia. Detto ciò se ne uscì dalla stanza lasciando la sorella sbalordita sul letto.
Dopo qualche anno ripropongo questo racconto che si sviluppa su più capitoli.
Se vi piace scrivetemi un commento mi motiva ascrivere ancora !
Post New Comment