Ci troviamo in un mondo parallelo, una realtà quasi simile alla nostra con eccezione della sessualità, in questo mondo non c’è mai stato nessun tabù e nessun pudore, il sesso è pubblico ed è per legge un diritto ma anche un dovere. Le uniche due pratiche sessuali illegali sono il sesso con minori e quello con consanguinei.
Siccome il sesso deve essere anche un piacere, tutta la popolazione, allo scattare dalla mezzanotte del giorno in cui raggiunge la maggiore età, ha l’obbligo di esibire un badge spillato alla camicia sul quale, con l’ausilio di simboli riconoscibili e legalmente approvati, vengono indicati il proprio orientamento sessuale, i propri fetish, se piace farlo in coppia o multiplayer, se si predilige sesso all’aperto oppure altrove, ecc.
Inoltre, un enzima presente nelle mucose di bocca e genitali produce degli anticorpi ad hoc che eliminano qualsiasi agente patogeno nocivo, perciò in questo mondo ideale non esistono malattie sessualmente trasmissibili.
Continuada “Ai Confini Della Sensualitá 2”
Deborah, la sorellina di Elena, aveva 18 anni compiuti 4 mesi prima, capelli biondi lisci, una seconda abbondante di seno, corpo tonico ed equilibrato da diciottenne e lentiggini sul naso.
Le due sorelle si adoravano, erano cresciute insieme, Elena era stata la sua babysitter, la sua amica confidente ed una spalla su cui piangere quando i loro genitori si separarono. Era la prima volta che si vedevano completamente nude, Elena portò istintivamente le mani a coprirsi seni e pube.
Il Capo Clan e il suo branco si guardarono reciprocamente sbigottiti, poi emisero un urlo di gioia, il Capo alzò di peso Deborah e la mise in piedi sul tavolo, anche lei adesso, per pudore verso sua sorella, aveva portato le mani a coprire vagina e seni. “incredibile!!! Siete due sorelle??!!” disse il Capo ridendo forte, “questa sera ragazzi abbiamo fatto Bingo” aggiunge rivolgendosi al branco.
“Bene” continuò il Capo, “Solo per il fatto che avete parlato senza la mia autorizzazione, dovrei sculacciarvi fino a farvi sanguinare le chiappe, ma per stavolta chiudo un occhio, considerando eccezionalità di questa situazione. Ora voglio che vi scopriate subito le vostre grazie” disse loro in tono perentorio.
Deborah protestò “l’incesto è contro la leg…AAAAhhhhh”, la sua protesta si trasformò in un urlo di dolore quando ricevette una sculacciata assordante dal Capoclan.
Su quel culetto, il marchio della grossa manata da boscaiolo ricevuta, ricopriva entrambe le chiappe, da fianco a fianco. Il Capo Clan afferrò Deborah per i capelli “Ninfetta del cazzo !!, credi di parlare con mamma e papà nel salotto di casa tua? Qui la legge la facciamo noi. Fai ciò che ti ho detto, e che non ti senta più dire un'altra parola”.
Le due sorelle ubbidirono, ancora titubanti tolsero le mani da pube e seno ed allungarono le braccia lungo i fianchi.
Elena era ancora stesa supina mentre Deborah, che stava arrossendo come una liceale, era in piedi al suo fianco. Si diedero un'occhiata reciproca piena di vergogna ed ammirazione.
“adesso voglio che tu ti sieda sulla faccia di tua sorella” le gambe di Deborah cominciarono a tremare, lanciò uno sguardo disperato ad Elena, la quale annuì e le fece cenno di ubbidire senza discutere. Deborah piazzò le ginocchia ai due fianchi della sorellona quando venne interrotta dal suo aguzzino “No!! Girati, voglio che guardi tua sorella negli occhi mentre le sbatti la fica sulla bocca. ”Debora ubbidì, si girò e abbassò dolcemente il bacino sulla bocca di Elena guardandola languidamente negli occhi.
Elena attendeva a labbra socchiuse. Il contatto fu tutt’altro che spiacevole, Deborah cominciò subito ad ancheggiare ansimante su bocca e naso della sorella portandosi una mano al seno per torturarsi un capezzolo.
Poi si interruppe e guardò il Capo. “perché cazzo ti sei fermata?” Le disse in tono incazzato.
“Pipì” sussurrò Deborah.
Il branco scoppiò in una risata fragorosa “Così la signorina vorrebbe usare la toilette per fare la pipì?” la schernì il capo, le si avvicinò all'orecchio e le disse “vuoi pisciare? Ecco qua il cesso, c'è l'hai proprio sotto di te. Hei sorellona“ aggiunse il Capo rivolgendosi ad Elena, “apri bene la bocca, c'è qualcuno che deve usare il water”.
Elena vedeva la sorellina tremolante con le mani portate alla bocca mentre con la testa faceva segno di No.
Diede alla sorellina uno schiaffetto di incoraggiamento sulle chiappe, le strizzò l’occhio e annuì lentamente accennando un sorriso. Deborah non poteva trattenerla più, inginocchiata in posizione eretta, aprì il rubinetto e scrosciò una cascata di urina calda in faccia alla sorella, svuotandosi la vescica con un sospiro di sollievo.
Elena ebbe l'impressione di annegare, inalò ed ingurgitò urina cercando di prendere fiato. Poi, rapita da una crescente libidine, mentre la sorellina stava ancora scolando le ultime gocce, la afferrò per i fianchi e si tirò il suo bassoventre alla bocca riportandola seduta sulla sua faccia.
Deborah, ricominciò a muovere freneticamente il bacino fra fica ed ano sulla bocca dell’amata sorellona, mentre anche lei cominciava a farsi prendere da quest'eccitazione morbosa.
Nel frattempo l'intero Clan inforcava allegramente la fica di Elena, che se ne stava ubbidiente a gambe alzate sulle spalle del Lupo di turno.
Dopo qualche minuto di rimming ricevuto, Deborah venne afferrata con una mano sul collo e una sulla fica, sollevata di peso e scaraventata sul materasso sudicio.
“Ok sorellina”, le disse il Capo “hai pisciato ed hai avuto la tua leccatina di benvenuto, adesso è ora che cominci a muovere quel giovane culetto da troia e ci fai vedere di cosa sei capace”.
Elena continuava ad essere scopata da tutti i membri del Clan, a turno si sfilavano dalla fica e saltavano sulla sua faccia per un LinguaWash, una veloce lavatina di culo con la lingua.
Nel frattempo Deborah era stata messa a 4 zampe sul materasso, mentre due Lupi si alternavano inforcandola allo spiedo, un cazzo in culo e uno in bocca.
Elena si godeva lo spettacolo mentre i Lupi sfondavano il culo della sua brava sorellina. Ad un certo punto, Elena vide il cane avvicinarsi pericolosamente al culo di Deborah, il tizio che la stava inculando, stappò il cazzo dal culo e fece posto al cane. L’alano infilò il tartufo fra le cosce di Deborah e cominciò a lucidarle tutti i buchi con ampie slinguazzate. Siccome la sorellina era occupata ora a ciucciare due cazzi, non si accorse che a leccarla fosse un cane.
Quando all'improvviso l’alano le mise le zampe ai due fianchi, la penetrò col suo grosso e lungo membro e cominciò a scoparla vivacemente.
Ovviamente a quel punto Deborah si accorse del cane, reagì con un gridolino di piacere ma non si distrasse. Continuò a menare e ciucciare i due cazzi fino a quando le sborrarono entrambi in bocca.
Con la bocca piena di sperma, Deborah guardò i due Lupi che puntavano un dito contro sua sorella.
Deborah ubbidì, si girò verso la sua sorellona, le sputò in faccia lo sperma e con la mano lo spalmò su tutto il viso. Nel frattempo il cane che, tenacemente non aveva mai mollato la presa, continuava a sbatterla sbavando abbondantemente sulle tette di Elena e sulla bionda chioma di Deborah. Elena si trovò immersa in un'altra situazione erotica irresistibile.
La sorellina con la guancia appoggiata sulle sue tette e la mano che continuava a spalmarle la panna calda in faccia, mentre il Capo la stava sbattendo con ritmo crescente e il cane fotteva forsennatamente la sorella.
Questo era davvero troppo.
Elena emise un potente ululato mentre ebbe un orgasmo esplosivo. Questo orgasmo la spaventò, non aveva mai sperimentato un'emozione così forte.
Udito quell’urlo, Deborah alzò di scatto la testa dal seno di Elena mentre il cane era alle battute finali.
Forse contagiata da Elena, anche Deborah ebbe un orgasmo fatto di spasmi che le attraversavano tutto il corpo senza emettere un suono.
Anche l'alano aveva ormai finito, se ne stava immobile già da un minuto senza sfilarsi dalla vulva, mentre riempiva di sperma la sua cagna.
Mentre erano ancora prese dagli spasmi, il capo Clan afferrò le sorelle per i capelli e le trascinò sul materasso.
Elena e Deborah avevano entrambe le lacrime agli occhi (la tirata di capelli era stata davvero dolorosa) tuttavia, ansimando si scambiarono uno sguardo languido carico di intesa, poi annuirono sorridendo, con quella complicità che avevano sin dall’infanzia, quando erano d’accordo per fare una monelleria. Nulla le avrebbe fermate, avrebbero continuato a fare tutto quello che gli aguzzini le ordinavano.
Il Capo Clan mise Deborah alla pecorina, le si avvicinò alla faccia con il cazzo in mano e cominciò a strusciarglielo su occhi, labbra, naso e orecchie, Deborah si dimenava ansimando mentre sentiva risalire quel calore incontrollabile al basso ventre.
Intanto uno dei Lupi si era steso sul materasso con la testa fra le ginocchia di Deborah proprio sotto la fica ed intimò Elena a cavalcargli il cazzo a smorza candela. Poi il capo che stava stantuffando la faccia di Deborah, rivolgendosi ad Elena le ordinò, “voglio vederti mentre ti strusci la faccia nel culo di tua sorella.
Dalla posizione di smorza candela, Elena si abbassò per appoggiare le labbra fra le chiappe di sua sorella, mentre si avvicinava, si accorse che la vagina di Deborah stava colando fuori lo sperma del cane, si fermò ed emise un lieve gemito di disgusto.
Ma era troppo tardi per ripensarci, il capo clan si piegò sulla schiena di Deborah, afferrò la coda di cavallo di Elena e le sbatté la faccia contro i buchi di sua sorella tenendola premuta.
Elena si ritrovò con il naso infilato nel culo e la bocca aperta sulla fica della sorellina mentre ingurgitava tutta la sborra di cane che ne fuoriusciva.
“Bevi tutto!!” ordinò il Capo “alle cagne come te dovrebbe piacere la sborra di cane. E non lasciarne gocciolare neanche un po’ sul materasso, non vorrei che si sporcasse” tutto il Clan rise di gusto per questa battuta.
Come se tutto ciò non bastasse, Elena sentì due dita che le passavano del lubrificante nell’ano e, prima che si rendesse contro di quello che stava per succedere si ritrovò un cazzo anche in culo.
Elena si vide un’altra volta in una situazione di massimo eccitamento, aveva contemporaneamente Un cazzo in culo, uno in fica e il muso che le veniva tenuto spiaccicato sul culetto della sua amata sorellina, mentre la stessa sorellina si faceva strappare via le tonsille dalla cappella del Capo Clan.
Elena non ce la fece più a trattenersi, ebbe un altro orgasmo e sarebbe stato sonoro come quello precedente se non avesse avuto il muso premuto contro le carni molli di Deborah, perciò Elena si accontentò di urlare all’utero della sorella “HUUUUUUUMMHHPRRR, WAHHHUUUMFFF” mentre contorceva tutto il corpo come un anaconda.
Il Capo Clan stappò il cazzo dalla gola di Deborah, prese Elena per i capelli e la trascinò sul tavolo supina
con gambe divaricate e ginocchia piegate.
Elena respirava a pieni polmoni ora che aveva finalmente la faccia fuori dal culo della sorella, mentre ad occhi chiusi si massaggiava dolcemente la fica pensando all’orgasmo avuto pochi secondi prima.
Sentì qualcuno che le rimuoveva le mani dalla vagina e cominciava ad accarezzarle la fessura, Elena non aprì gli occhi, pensò “chiunque stia bussando alle porte della sala giochi, la porta è aperta accomodatevi pure dentro”.
Girando la testa di lato, Elena si accorse che la sorellina stava indossando le sue Gucci tacco 12. Si trovava in piedi, piegata a 90 gradi con la schiena arcuata e, come ordinatele, stava sistemando delle puntine da disegno colorate sulla seduta della sedia con la punta rivolta verso l’alto.
Mentre dietro di lei, cinque Lupi sghignazzando, si alternavano ad affliggerle lievi pacche sulle natiche, dita sfiorare sulla fessurina, schiaffetti e pizzicotti sul pube. Ad ogni schiaffetto, pizzicotto ecc. Deborah si contorceva sorridente, squittendo gemiti di piacere.
Intanto Elena si accorse che le dita fra le proprie cosce diventavano sempre più competenti ed intraprendenti, guardò in basso e vide con sorpresa che il maestro del ditalino era una ragazza nana, e il ditalino era già diventato un fisting.
La nana le stava cavalcando la coscia sinistra sfregandocisi sopra la passera e nel frattempo aveva infilato quasi tutta la mano nella vulva di Elena. A giudicare dalla lubrificazione del suo avambraccio Elena dedusse che il meglio sarebbe dovuto ancora arrivare. Poi rigirò la testa verso la sorellina.
Quando Deborah ebbe terminato il lavoro delle puntine sulla sedia, uno dei lupi le ordinò di sedercisi sopra. Elena vide sua sorellina sbianchire all'idea di quelle puntine che le avrebbero trafisso la pelle.
Cominciò a sedersi dolcemente, quando sentì le prime puntine trafiggerle le natiche, si bloccò con in faccia un’espressione di dolore.
Se ne stava immobile a ginocchia piegate, con il culo sospeso a due millimetri dalle puntine, uno dei Lupi decise di darle un aiutino, le adagiò una mano esperta sulla fica e cominciò a scampanellarle velocemente il clitoride mentre con la bocca le succhiava il lobo di un orecchio ed una mano le accarezzava dolcemente il collo.
Debora, completamente presa da questo trattamento non ce la fece più a reggersi, le gambe tremolarono sempre più violentemente, e alla fine cedettero.
Quando le punte di metallo le trafissero le morbide carni dei glutei e delle grandi labbra, Deborah emise uno strillo acuto che si trasformò presto in un rantolo di eccitazione. Il Lupo continuò imperterrito il trattamento di orecchio, collo e clitoride.
Elena si portò le mani alla bocca mentre ebbe un fremito di piacere, vedendo la sorellina sbavare profusamente ad occhi chiusi e con la faccia rivolta verso l’alto, mentre era catturata da dolore, piacere e tenerezza. Un irresistibile mosaico di sensi.
Il cane si avvicinò di nuovo alla fica di Deborah e cominciò a leccare il dito medio del lupo che stava ancora accarezzando il clitoride.
Il Lupo rimosse le puntine conficcate nelle labbra della fica e portò la mano sui capezzoli di Deborah, lasciando così che l'alano approfittasse del festino.
Quando Deborah si accorse che il cane la stava slinguazzando in profondità, ebbe l’istinto di stringergli le gambe dietro la testa tenendogli il tartufo pressato contro la vagina.
A questo punto Deborah mollò i freni e scoppiò “AAAAAAAHH…..Veeeengoooo ma che lingua lungaaa Siiiiihhh…..AAAAAAHHHH” urlò contorcendosi.
Il cane si spaventò, emise un guaito e ritrasse improvvisamente il muso dal pube di Deborah.
Il Capo Clan, che stava dolcemente torturando i capezzoli di Elena, interruppe ciò che stava facendo e balzò su Deborah. La afferrò per il collo con entrambe le mani, la tirò su in piedi e avvicinando la bocca alle sue orecchie le urlò in tono minaccioso “ti avevo detto che non devi parlare Maledetta scrofa !!, mi hai pure spaventato Lucky (il cane).” Il Capo la costrinse sul materasso a 4 zampe poi le abbassò la testa fino ad appoggiarle la guancia sul materasso “adesso dovrai pagarne le conseguenze, sei pronta??” aggiunse il Capo con voce più calma.
Deborah annuì velocemente mentre era presa dalla coda di spasmi che seguivano l’orgasmo appena goduto, con la faccia completamente arrossata.
Debbie (così chiamavano Deborah in famiglia) era sempre stata una bambina per bene, pudica, pulita, diligente a scuola ed equilibrata.
Ed ora eccola li, mostrava le sue parti intime a una decina di lupi affamati, con la guancia spiaccicata su un materasso sudicio e il culo all’aria, puntellato da un arcobaleno di puntine da disegno.
Elena non riusciva a capacitarsi come avesse fatto Deborah a finire in un posto come questo, chi lo avrebbe mai detto che per tutto questo tempo la sua bella sorellina nascondesse delle fantasie erotiche così estreme.
Il Capo afferrò il battipanni in vimini, lo portò vicino al viso di Deborah per assicurarsi che lo vedesse bene e senza preavviso, le sferzò una prima battuta sul sedere. Deborah emise un mugolio strozzato con le mani che stavano entrambe pressate contro la bocca, le puntine colorate cominciarono a schizzare per tutta la stanza, Il Capo ne sferrò un’altra.
Questa volta Deborah tolse le mani dalla bocca ed emise un fievole gemito di piacere.
Seguirono altre 3 sculacciate, mentre Deborah si contorceva e ansimava, inalando a pieni polmoni i miasmi che fuoriuscivano da quel materasso marcio. Stava decisamente apprezzando quella punizione.
Nel frattempo Elena continuava ad essere preda della ragazza nana, il suo pugno si insinuava sempre più a fondo nella fica, fino a toccare il collo dell’utero poi cominciò a stantuffare con ritmo crescente. La mano sinistra della nana torturava un capezzolo di Elena, mentre continuava a sciuparsi freneticamente la passera sulla sua coscia.
Elena ricominciava ad entrare in estasi, iniziò a muoversi sinuosamente preannunciando un’imminente esplosione. Girò la testa di lato per vedere a che punto stava quella porcellina di sua sorella, e quando vide Deborah gioire mentre veniva sculacciata dal capo, perse il controllo.
Ebbe un terzo orgasmo, teneva le mani premute contro la bocca cercando di soffocare le urla di piacere ma il corpo si divincolava con potenti spasmi.
La nana ritrasse lentamente il braccio dalla fica, le diede un bacino sul clitoride ed alzò lo sguardo ad incrociare gli occhi di Elena con un sorriso amaro. Elena ne capì subito il motivo, La ragazza nano non era riuscita a venire.
Ricambiandole il sorriso Elena fece cenno alla ragazza nana di venire su, la ragazza scivolò sul corpo sudato di Elena fino ad arrivarle all'altezza degli occhi.
Elena le diede un bacio sulle labbra poi la alzò di forza con le braccia, aiutandola a portarsi in ginocchio, accovacciata sulla sua faccia, infine le afferrò con entrambe le mani le piccole tette della ragazza nana, aprì la bocca e cominciò a lavorarle la passerina.
Dopo 5 minuti la lingua competente di Elena fece il suo corso, la ragazza nana cominciò a tremare come un gattino appena nato emettendo un rantolo gutturale.
Elena preoccupata, staccò le labbra dalla fica e tolse le mani dai suoi seni poi incrociò lo sguardo della nana in cerca di conferma che fosse tutto ok.
La ragazza nana in tutta risposta, afferrò la coda di cavallo di Elena e la tirò in su riportando la bocca al suo posto “non smettere proprio adessooohhh….Aaaaggrrrrhhh”.
La nana, appagata riportò il viso su quello di Elena, la fissò sorridente con un'espressione di ringraziamento e le diede un bacio prolungato sulle labbra, che erano ancora inumidite dal contatto col la sua vagina.
Erano già trascorse più di due ore, cominciarono a sentirsi tutti un po' affaticati. Il Clan stava discutendo animatamente su come gestire le battute finali.
Le due sorelle si rialzarono lentamente in piedi e si ritrovarono l’una di fronte l'altra. Ripensando a tutto le porcate che avevano fatto quella sera, provarono un po' di vergogna nel guardarsi negli occhi, ma si sforzarono di non abbassare lo sguardo.
Elena fu la prima ad accennare un sorriso, la seguì Deborah con un sorriso più ampio, Debbie si era sempre fatta contagiare dalle emozioni di sua sorella.
D'un tratto Elena afferrò i fianchi della sorellina mentre il sorriso di entrambe le ragazze si stava trasformando in uno sguardo intenso a bocca socchiusa. Deborah afferrò dolcemente le tette di Elena e le tirò verso di sé fino a che le bocche si incontrarono.
Il Clan stava ancora discutendo su quale sarebbe stata l'ultima posizione per il Gran Finale. Questa era la prima volta che avevano due sorelle per le mani e volevano che fosse memorabile.
Uno di loro, richiamò l'attenzione del gruppo indicando le due ragazze. Il branco vide le due sorelle che si baciavano appassionatamente sfregandosi i seni mentre con le mani si palpavano e strizzavano reciprocamente le natiche.
Sembrava proprio che le ragazze avessero già deciso quale sarebbe stato il Finale. Alla vista di quella scena, Il Clan si trovò immediatamente d'accordo, senza dire una parola infilarono una mano fra le cosce delle due sorelle e si misero a masturbarle mentre loro continuavano a slinguazzarsi, interrompendosi ogni tanto per emettere un gridolino di godimento.
Dopo un po' smisero di baciarsi e restarono abbracciate guancia a guancia, mentre si gustavano le dita dei Lupi che le sguazzavano dentro la fica.
Il Capo Clan si piazzò dietro a Deborah, tirò leggermente il sedere indietro e cominciò a massaggiarle le grandi labbra con la sua cappella, poi disse rivolgendosi ad uno dei Lupi “Hei Asád, prenditi cura di quest'altra scrofa, voglio squassarle completamente prima di mandarle a cagare con un calcio in culo”.
Asád era un Senegalese con una melanzana fra le gambe che misurava 25cm, calibro 6cm.
Elena ricordava di avergli lucidato il culo con la lingua e di averlo sbocchinato un paio di volte quella sera, ma non lo aveva mai preso dentro. Lo guardò preoccupata avvicinarsi al suo posteriore mentre pensava “in che buco intende infilarlo quel coso?”.
Anche Asád si mise in piedi dietro ad Elena, le tirò leggermente il culo verso di sé e cominciò a strofinarle la fica con il suo cappellone.
Le due ragazze erano ancora guancia a guancia, Elena sussurrò all'orecchio di Deborah “ci risiamo Debbie, sei pronta per l'ultimo round?” le disse ansimante, la sorellina rispose sorridendo “siiii Elly sono pronta, ti immagini se ci vedesse la mamma in questo momento?” le sussurò all'orecchio.
Le sorelline si misero a sghignazzare divertite.
“Che cazzo c'hanno da ridere queste?” esclamò il Capo “adesso vi facciamo smettere di ridere noi. Asád, pronto? 3…2…1… tutto dentrooo”. Il Capo si mise a scopare Deborah dando il ritmo anche ad Asád.
Le due sorelline, abbracciate, sospirarono e gemettero con le tette sudate che picchiettavano le une contro le altre a ritmo di sbattuta emettendo un piacevole “ciaff…ciaff…Sciaff… ciaff”, ed i capezzoli, così stimolati, erano diventati turgidi come sassolini.
Intanto la frequenza dei colpi inflitti dai due scopatori aumentava gradualmente, fino a diventare frenetica, e poi convulsa mentre a mano aperta, schiaffeggiavano allegramente le chiappe delle due cavalle da monta.
Con la faccia contratta, Elena sentì ancora una volta che stava per suonare il Gong, aprì gli occhi e vide Deborah che si trovava nella sua stessa situazione.
Esplosero all’unisono ululando, sbavando e contorcendosi come un Boa caduto sui carboni accesi.
Dopo l’orgasmo delle ragazze, Il Capo Clan e Asàd le scaraventarono sul materasso, distese supine una accanto all’altra.
Poi portarono il cazzo all’altezza delle loro facce continuarono a masturbarsi furiosamente, “Asàd, pronto a glassare il muso a stè due cagne?” ringhiò Il Capo Clan.
Distese spalla a spalla, le due sorelline, ancora prese dagli spasmi Post-Orgasmo, girarono la testa e si incontrarono con gli occhi, quando arrivarono i primi fiotti, socchiusero entrambe la bocca e rimasero a guardarsi languidamente mentre i rivoletti di sperma colavano giù dalla guancia e si insinuavano nelle loro bocche e nelle narici.
Anche il resto del branco era pronto ad esplodere, seguendo l’esempio del Capo, si misero ai due lati delle signorine e fecero il loro versamento, mentre i due membri del clan che avevano già sborrato precedentemente, si limitarono a pisciare litri di pioggia dorata, irrorandole abbondantemente dalla testa ai piedi.
Elena beveva golosamente tutti i caldi fluidi che le venivano scrosciati in bocca, nel frattempo teneva aperte le labbra di sua sorella con un dito per assicurarsi che anche lei approfittasse del festino.
Deborah trovò estremamente eccitante questo gesto. Elena, in quanto sorella maggiore, l’aveva sempre difesa a spada tratta e aveva cercato di tenerla protetta dalle brutture della vita.
Adesso invece le teneva la bocca aperta per bere sborra e piscio a volontà. Non aveva mai distolto gli occhi da Elena, senza curarsi di qualche fiotto di sperma che le venne sparata direttamente sulle pupille Sentiva che l’amore fraterno che le aveva sempre accomunate stava mutando in qualcosa di piu grande, di piu vergognoso, di piu pericoloso, DI PIU’….…….!!!!.
Quando tutti i membri del branco ebbero svuotato i coglioni e le vesciche, Elena notò che le erano apparsi due piedi minuscoli ai lati della testa, a malincuore distolse lo sguardo da Deborah e vide con piacere che i piedi appartenevano alla ragazza nana, aveva la faccia contratta mentre cercava di spingere fuori l’urina.
Elena le esibì un sorriso invitante, aprì la bocca e si passò la lingua fra le labbra.
Finalmente la nana aprì il rubinetto, Elena spalanco ampiamente la bocca assicurandosi che quel poco di liquido che ne fuoriuscì non andasse sprecato, poi si girò verso sua sorella spalancandole la bocca con il dito e le spruzzò tutto il ‘succo di nana’ direttamente in gola.
Deborah bevve tutto voracemente senza smettere di fissare sua sorella.
Dopo quest’ultima esibizione il Capo Clan annunciò ad alta voce “OK signorine ora potete parlare liberamente, Il gioco è finito”.
Tutto il Clan applaudì le due sorelle, le ringraziarono complimentandosi per l’autentica passione dimostrata.
Allo scroscio degli applausi le due ragazze fecero un ampio sorriso senza smettere di guardarsi. Elena appoggiò una mano sul pube di Deborah e cominciò ad accarezzarle distrattamente la fica “Debbie...” sussurò Elena.
“Oooh Elly” Deborah chiuse gli occhi mentre si godeva le dita della sorella che le sfioravano le grandi labbra, poi, senza aggiungere una parola alzò la testa ed appoggiò la sua bocca su un capezzolo di Elena.
Le Leccò via lo sperma che vi si era depositato e cominciò a ciucciarlo dolcemente.
Elena continuò a massaggiarle il pube e portò l'altra mano ad accarezzarle i capelli impiastricciati dandole un bacino amorevole sulla fronte.
“Hei, Porcelline !!” disse loro uno dei Lupi “se continuate così ce lo fate rivenire duro”. Deborah gli fece un ampio sorriso senza smettere di tintinnare il capezzolo con la punta della lingua, poi gli rilanciò la sfida assestando un paio di schiaffetti stuzzicanti sul pube di Elena.
Il branco scoppiò in una risata fragorosa,“invitante” aggiunse il Lupo, “peccato che non abbiamo tempo di ricominciare un altro gioco”. Deborah tornò allora a succhiare il capezzolo a piene labbra.
Il Capo Clan si allungò di fianco alle ragazze con un sorriso gentile ed adagiò una mano sul pube di Elena senza toccare le grandi labbra “Siete state bene stasera?” chiese premuroso ad entrambe. Deborah alzò lo sguardo, annuì brevemente e tornò sulla mammella.
“E a te sorellona? Ti è piaciuto?” Elena lo fissò e gli disse con espressione seria “mi vuoi sposare?”. Entrambi scoppiarono a ridere di gusto “ne deduco che alla signora sia piaciuto abbastanza” commentò il Capo Clan.
Poi aggiunse “sai?, mia figlia si è molto affezionata a te, la porto qui da quando aveva 18 anni, ma è la prima volta che l'ho vista orgasmare. Penso proprio che si sia innamorata” disse con un lieve sorriso.
Elena capì che si riferiva alla ragazza nana, “è una ragazza molto dolce” disse Elena
Poi il Capo Clan le pose nella mano gli occhiali e il badge dicendole “non c'è bisogno di portare il badge in questo posto. Qui ogni Clan ha le proprie regole e i propri gusti sessuali, quando ne scegli uno, sei consapevole che dovrai sottostare a qualsiasi angheria che rientri nel DNA del Clan, indipendentemente dal tuo badge.
Elena annuì “tutto chiaro, grazie”. Il Capo Clan la salutò con un bacio sullo zigomo poi fece una smorfia di disgusto “lo sai che il tuo bel nasino puzza come un sacco di letame?” le chiese con espressione divertita, “vorrei vedere te…” replicò Elena sorridendo “…ho appena usato la faccia per spazzolare tutti i culi del mondo”.
Le ragazze salutarono il branco e si incamminarono in silenzio verso gli spogliatoi, fecero una lunga doccia usando abbondante shampoo per sciogliere i liquidi organici, che nel frattempo si erano incrostati su pelle e capelli e tanto sapone per rimuovere quegli odori intensi che faticavano ad andare via.
Poi si rivestirono e passarono dal banco per compilare il questionario di valutazione del Clan.
Dal momento che ebbero salutato i Lupi le due sorelle non si erano scambiate una parola per via di tutto ciò che ebbero condiviso.
Elena sentiva un forte imbarazzo a guardare sua sorella negli occhi, tutta la magia era come svanita in un incantesimo nell'istante stesso che uscirono dalla tana dei Lupi. Elena notò che anche Deborah era nella stessa lunghezza d’onda.
Nonostante quel silenzio si stesse facendo sempre più assordante, nemmeno Deborah riuscì a fare uscire un suono dalla sua bocca. Compilarono in silenzio il questionario e lo consegnarono alla vecchia signora dai capelli arcobaleno. Poi uscirono dal locale e chiamarono due taxi con un gesto delle mani.
Poco prima di salire sul taxi si scambiarono un lungo sorriso di Intesa, non ci fu bisogno di aggiungere altro. Quanto era successo sarebbe stato un segreto che Elena e Deborah avrebbero condiviso fino alla morte. Mentre il taxi la riportava a casa, Elena ripensò a sua sorella, non seppe mai il motivo che l'aveva portata in questo posto malfamato ad una così giovane età.
Il solo pensiero di Deborah che gioiva lasciandosi andare a quelle evoluzioni erotiche, le faceva rimontare l'eccitazione, era sicura che da quel momento in poi, le sarebbe stato impossibile vedere Deborah con gli stessi occhi pieni di sano e casto amore fraterno.
Fine
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