Aiuto famigliare

Ci sono eventi nella vita che ti cambiano e cambiano le persone attorno a noi. Il Covid è stato uno di questi. In Italia, in Europa e anche qui negli USA. Prima che il virus ci relegasse in casa, ero un buon studente di 21 anni con la passione per il calcio, che condividevo con i miei amici e anche le ragazze delle squadre femminili, molto presenti qui in America. Non manco di modestia nel dire che fisicamente sono un bel ragazzo, 1.70 per 71 kg, capelli castani e corti, e fortunatamente con un bel carattere affabile che mi ha permesso di avere le mie relazioni e le mie amicizie. Da questo punto di vista l’essere costretto in casa non mi ha “rovinato” le mie relazioni sociali, certo, non potevo uscire, ma al momento ero single e con i miei amici ci si trovava online. La mia famiglia è decisamente benestante per cui la convivenza in casa non è stata così oppressiva e sono riuscito ad avere comunque momenti in cui potevo stare da solo. Inoltre, se proprio devo trovare un lato positivo, posso confessare che il mio rapporto con mia madre Amanda è diventato se possibile ancora più forte. In definitiva, la clausura forzata in casa a noi ha fatto bene. Non posso però dire lo stesso di Lucas, mio cugino, il figlio di Annette, la sorella di mia madre. L’isolamento in casa ha portato a una rottura decisamente burrascosa con la sua ragazza, ormai ex, che durante la pandemia lo ha tradito con il suo coinquilino e lo ha lasciato per lui. Lucas non è un brutto ragazzo, anzi è affascinante quasi quanto me. Ha una bella chioma nera e un fisico decisamente asciutto, mantenuto così grazie alla corsa il suo più grande hobby oltre, alla pesca. È un ragazzo tranquillo e per certi versi fragile. Lo ha dimostrato lo stato di abbattimento perenne in cui si trova da quando, finito il lockdown, la sua ex gli ha confessato il tradimento e lo ha lasciato. 

Non parlava più con nessuno, nemmeno con sua madre Annette con cui ha sempre avuto un ottimo rapporto. Non so se conoscete la Florida, ma è una terra stupenda con stupendi corsi d’acqua che sono il paradiso per chi è appassionato di pesca come Lucas e come mia madre Amanda. Proprio per questa loro passione comune, Annette ha chiesto a mia madre di portarlo con sé ogni tanto a pescare. Mia madre lavora nella stessa agenzia di assicurazioni di papà e, oltre all’America – è una fervente patriota –, due cose sono sacre per lei, la pesca e la famiglia. Non ci ha pensato due volte ad accettare la richiesta di sua sorella, e da allora lei e mio cugino si trovano spesso insieme per andare a pescare; e, origliando le conversazioni al telefono tra mia madre e Annette, ho scoperto che lo sta aiutando molto e che con lei si apre parecchio. Questa cosa, devo essere onesto, mi dà un po’ fastidio e mi rende un po’ geloso; soprattutto perché da quando escono a pescare, mia madre passa decisamente meno tempo con me e fin troppo tempo con lui. 

Qualcosa cambia a Pasqua quando, come da tradizione, andiamo a fare una gita con pic-nic in famiglia, io, Lucas e le nostre famiglie. È una giornata particolarmente calda, motivo per cui gli abiti che indossiamo sono quasi estivi. In particolar modo, mia madre sembra essere particolarmente calorosa. Lei è una donna stupenda. Ha 50 anni, ma ne dimostra una decina in meno. Ama prendersi cura di se stessa; e lo si può ben vedere dal fatto che tutte le sere dopo il lavoro esce a correre e, anche se non dovrei rivelarvelo, si è rifatta il seno. Era già uno spettacolo prima, ma ora ha questi splendidi monti che svettano imperiosi sul suo petto, incutendo una certa adorazione sia in mio padre, che in me. Non è una donna vanitosa, ma ama essere in forma e adora mettere in risalto i suoi lunghi capelli neri che si addicono perfettamente alla sua carnagione abbronzata. È la classica donna sportiva che ama prendersi cura di sé e trasmette una certa eleganza anche quando è vestita in modo casual. Oggi la mia splendida madre indossa un paio di leggins neri con la bandiera americana in bianco e nero sulla gamba sinistra, una canotta aderente nera che copre le sue bellissime mammelle che spuntano imperiose dalla generosa scollatura della sua maglia bianca e grigia. Il tutto completato con un cappellino militare e un paio di occhiali da sole molto eleganti. Ha legato i suoi capelli in una lunga treccia nera e, mentre ci avviamo in una bellissima zona isolata lungo le rive del fiume Suwannee, porta in mano la canna da pesca e la valigetta di plastico dove tiene le esce. Le zone naturali come quella in cui ci troviamo sono stupende e spesso incontaminate dalla presenza dell’uomo. Motivo per cui non ci sono tavolini, panche o chioschetti vari. Siamo noi e la natura. Abbiamo portato dei teli da picnic e tutte l’occorrente per il pranzo. Ci sono bibite, birre in abbondanza e sandwich, anche se Amanda e Lucas hanno insistito per fare il pesce. Così siamo partiti prima per permettere a loro due di andare a pescare il nostro pranzo, mentre papà monta il fornelletto da campo per grigliare il pesce. 

I due spariscono lungo il fiume in una zona isolata e molto silenziosa, e in cui c’è anche una notevole copertura di piccoli arbusti che celano la loro presenza. 

Sono via da un’ora buona quando ho deciso di andare a vedere dove sono e se hanno avuto successo con il pesce. Li sento parlare della ex di Lucas così mi apposto dietro la vegetazione. Non voglio interromperli. 

Mia madre è una donna meravigliosa, molto attenta agli altri e dedita alla famiglia. Così mi metto in ascolto. 

A: Tesoro mio, però devi trovare un modo per andare avanti. Lo so che un amore che finisce in questo modo lascia scottati, ma oramai sono passati quasi due mesi. Ne abbiamo parlato tanto e non puoi lasciarti scorrere addosso la vita senza fare nulla. 

L: Lo so, zia. Ma … lo sai come mi sento. Ti ricordi quando mi hai raccontato del tuo ragazzo del college? Quello che ti ha solo usata, si è divertito e poi ti ha mollata con un messaggio in segreteria. Mi hai detto che il periodo dopo la rottura ti sentivi svuotata, fredda, come se ti avessero congelato il cuore. Non riuscivi a provare nulla per niente e nessuno. Ed è un periodo che è durato parecchio tempo! Io mi sento così, zia. Sento che non provo nulla. Amore, odio, rabbia, gelosia… niente di niente. E ho perso interesse anche per … beh, hai capito no?

A: Sì, ho capito. Ma hai provato a giocare un po’ con il tuo amico?

L: Dici a masturbarmi? Sì, ma non ho stimoli. 

A: Hai provato con la pornografia?

L: Zia, non dovresti spingermi ad andare su certi siti! Comunque sì e non ha funzionato. 

Mia madre resta in silenzio, pensierosa. Beve della birra e poi, all’improvviso, lascia a terra la canna da pesca e prende mio cugino tra le braccia. Lo stringe in un forte abbraccio. Ammetto che la gelosia si scatena in me, quando vedo la faccia di Lucas sparire nello spacco delle tette di mia madre e restarci per diverso tempo. 

A: Tesoro mio, non va bene non provare nulla. Dobbiamo fare qualcosa per questa tua apatia o questo tuo periodo buio potrebbe durare troppo a lungo. 

Vedo le spalle di Lucas tremare. Mamma lo fa alzare e vedo il suo volto rigato dalle lacrime. 

A: Hai provato qualcosa, vero?

L: Sì, zia. Per un attimo ho sentito un leggero calore dentro il mio corpo. 

A: Allora dobbiamo aggrapparci a quel calore e non farlo andare via. 

I due si spostano vicino a un tronco di un albero. La mia visuale non è più buona, così decido di spostarmi. Ci metto un po’ per non fare rumore e quando finalmente ho la vista libera, resto di sasso. 

Mio cugino è in ginocchio al fianco di mia mamma, che ha tolto la maglietta e ha liberato le sue stupende tette. Vedo la sua quinta marmorea svettare fuori dalla canotta nera, con i suoi capezzoli turgidi che puntano il cielo come due piccoli missili. 

A: Se questo serve a farti stare meglio, allora sia. Vieni qui! Puoi toccarle se vuoi!

Adesso sono gelosissimo. Mio cugino si accosta ad Amanda, allunga la mano e le afferra una tetta. La accarezza e strofina il pollice diverse volte sul capezzolo, che sembra in procinto di esplodere tanto è duro. Mamma prende l’altra mano di Lucas e la porta sull’altra tetta. Sembra essersi risvegliato perché in preda all’eccitazione inizia a giocare contemporaneamente con entrambi i suoi capezzoli. 

La faccia di madre non nasconde il piacere che prova nel sentire i suoi bottoncini sollecitati, così come il bozzo nei pantaloni di mio cugino non nasconde la sua eccitazione. Lei se ne accorge e inizia ad accarezzarlo con la mano da sopra i pantaloni. A lui piace. Lascia una tetta e ricambia il favore accarezzando mia madre in mezzo alle gambe, cosa che lei favorisce allargandole. 

A: ormai siamo in ballo, tesoro!

Apre la patta dei pantaloni a Lucas e tira fuori il suo membro. Non è molto lungo, ma ha davvero una circonferenza enorme. 

A: Complimenti, Lucas! Che mazza!

Lui ride e tira giù leggins e mutandine a mia madre, mostrandomi la sua passerina bella rasata e luccicante. Mia madre è già bagnata. Non resisto a questa vista, mi slaccio i pantaloni e nascosto dietro agli arbusti inizio a masturbarmi.

Le mani di Amanda sono sul cazzo in rito di mio cugino, le sue invece esplorano le profondità della vagina da cui sono nato. Sono furioso. Faccio delle foto con il telefono. Ma la verità è che sono geloso perché vorrei essere io al posto di Lucas. La velocità della mano di mio cugino aumenta, così come quella di mia madre sul suo cazzo e la mia di conseguenza. Sono eccitato e arrabbiato. Una sensazione stranissima. 

Vedo mamma che inizia a tremare e soffocare dei gridolini di piacere. Vedo la sua figa che gronda di umori in preda a uno sconvolgente orgasmo. Vedo la sua mano che non si ferma, e vedo le mani di mamma che fanno su e giù sul membro di Lucas che all’improvviso erutta schizzi bianchi sulle stupende tette di mia madre. Non resisto a quella visione e vengo anch’io sul malcapitato cespuglio che ho davanti a me. 

I due sorridono. 

L: Grazie, zia. Oggi per la prima volta ho provato di nuovo qualcosa di incredibile e bellissimo. 

A: Devo ringraziarti anche io, tesoro. L’ho fatto per aiutarti, ma non ti nascondo che ho goduto parecchio nel farlo. 

Si rivestono e si rimettono a pescare. Io invece me ne vado, nervoso e arrabbiato, ripromettendomi che la prossima volta sarò io a tornare con una mia parte del corpo dentro la vagina che mi ha generato. 

 

questo racconto è stato scritto a quattro mani da me(Cantastorie28) e InchiostroEMente.

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