al di sopra di ogni sospetto..

  • Scritto da Nice_cock il 14/03/2021 - 22:02
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Le ore in questa piccola farmacia di paese, specialmente quelle del primo mattino passano noiose, fra un cliente e l’altro ho preso l’abitudine di navigare in rete, so muovermi col PC.
Sono una donna, una moglie, una mamma ed una professionista, devo confessare che spesso visito i siti porno, che vergogna se mio marito o i miei figli lo scoprissero, per questo cancello sempre accuratamente la cronologia ed attivo la navigazione anonima.
In sincerità mi piacciono le scene di sesso ma non lo riconoscerei mai fuori dell'anonimato, mi piacciono soprattutto quelle BBC, dove neri superdotati fottono e inculano MILF come me.

Spesso ho desiderato di essere presa ancora qualche volta da uno di quegli uomini potenti.

Ora, anche qui in questo paesino, stanno arrivando questi bei ragazzoni, a volte ho pensato di farne entrare uno o due, di abbassare la saracinesca e di farmi prendere davanti e di dietro.

Quando mi vengono questi pensieri finisce che appendo il “torno subito” alla vetrina e vado in bagno ad infilarmi in fica uno di quei vibratori che abbiamo in farmacia per quelle clienti che li comprano “ a scopo terapeutico” magari pure massaggiandomi il buco del culo con un dito per poi infilarne un po’ dentro.....

Quando qualcuno di questi ragazzoni entra in farmacia non posso fare a meno di lanciare uno sguardo alla loro patta, mi immagino il bestione che potrebbe, ma per esperienza non è certo, esserci dietro e mi bagno tutta.

Ma la paura mi trattiene, la paura dello scandalo, la paura che mi usino violenza, la paura di un ricatto, la paura di beccarmi qualche malattia, anche succhiare il cazzo è pericoloso oggi e a me non piace fare un pompino col preservativo.

Come potrei nascondere e giustificare una malattia a mio marito che è il medico condotto qua in paese..ma se potessi, se non avessi queste paure, quei ragazzi conoscerebbero quello che questa matura farmacista sarebbe capace di fare con due o tre uomini…soprattutto se avessero un bel cazzo maestoso..
Io so che farei, ho una grande esperienza in materia..
Al liceo ero bravissima e papà che era il titolare della farmacia volle per me una ottima università e contro il parere di mamma mi spedì in una famosa città del nord a studiare.

Nei primi tempi trovai ospitalità presso una famiglia del mio paese che già era la’ da tanto, poi trovai posto in uno dei tanti collegi per studentesse che sono in quella città, poi , l’ anno dopo, andai a vivere con delle amiche in un appartamento che avevamo affittato in Borgo.
Io, nata al sud, ero diventata cittadina di quella bellissima ed ospitale città, l’unico fastidio erano le spaventose zanzare che la infestavano, ma d’estate io tornavo al paese appena finiti gli esami della sessione estiva e mi godevo il mare di casa mia.
Per rimpinguare l’assegno che mi passavano i miei cominciai, la sera, a fare la cameriera ai tavoli in una pizzeria del centro, i miei non ne sapevano nulla ma quei soldi che guadagnavo mi permettevano davvero di togliermi qualche sfizio.

La pizzeria chiudeva tardi la sera, ma io usavo una vecchia bicicletta per muovermi in città e dal centro a dove abitavo era una pedalata di cinque minuti.

Un venerdì sera pioveva come solo la’ sa piovere, il fiume era già alto da qualche giorno, tornare in bicicletta era problematico.

Ad un tavolo erano otto giovani, gli ultimi clienti della sera, alcuni muratori del sud e qualche nord africano, pensai di approfittare, avevamo quasi fatto amicizia, in fin dei conti eravamo tutti meridionali al nord, spirito di corpo ...e così via..

Mi feci coraggio e chiesi loro un passaggio.
Non sarebbe stato necessario lasciare la bicicletta in pizzeria mi dissero, la avrebbero caricata sul pulmino col quale si muovevano e mi avrebbero volentieri accompagnata.
Appena lasciato il centro, fecero una strada che non mi convinceva, io abitavo solo ad alcune centinaia di metri dopo il ponte..
Capii che la serata stava prendendo una piega brutta e pericolosa ma non sapevo che fare, alle mie domande rispondevano solo con un brutto sorriso. Volevo chiedere aiuto ma ormai in giro non c’ era nemmeno più un cane. Maledissi la mia imprudenza e la mia fiducia nel prossimo.
Mi portarono in una vecchia cascina abbandonata e capii che mi avrebbero violentata.
Io ero una bella ragazza del sud, bruna, non troppo alta, in carne , con delle grosse tette e un culo generoso, un bocconcino appetitoso.
Quella notte mi fecero provare tutto quello che gli uomini possono fare ad una donna...e l’orrore della violenza.
Mi presero davanti ,togliendomi la verginità che ancora avevo e di dietro e mentre mi chiavavano o mi inculavano o tutte e due le cose insieme dovevo succhiare uno o due di loro....
Una cosa spaventosa ed atroce, è brutto, bruttissimo, subir violenza ma..stranamente io dopo un po’, ripeto incredibilmente, passato il dolore, cominciai a provare piacere e dopo un primo orgasmo cominciai a venire praticamente in continuazione e senza freni, è assurdo lo so ma si può provare piacere anche in quelle terribili situazioni, è un fatto meccanico.

Avevo otto uomini a disposizione, tutti in forma , forti e potenti, così , verso le prime ore del mattino, ero arrivata io a chiedere loro di penetrarmi dove e in quanti volevano, ero io ad afferrare con la bocca il primo cazzo che mi veniva a tiro, ho goduto come poche volte mi è capitato nella vita e spezzai le gambe per la stanchezza a tutti e otto.

La fica non ha periodo refrattario ed una donna può provare piacere in continuazione ed all’infinito , se vuole e resiste, fino a rimanerne spossata ma pure completamente appagata.
Forse ero sempre stata una ninfomane e non lo sapevo, forse avevo potente ed espresso il gene della mignotta per vizio e non per necessità , lo stavo scoprendo in quelle ore.
Nelle prime ore del mattino andarono via col furgone lasciandomi la bicicletta.
Avevo giurato loro che non li avrei denunciati, avevo paura che mi facessero del male ma dissi loro anche che non volevo uno scandalo, non volevo che al paese sapessero..e, certamente, fu questo che li convinse ad andare via lasciandomi stare...
Inforcai la bicicletta e, sperando che nessuno mi notasse , tornai a casa dalle amiche che mai mi avrebbero sputtanata, ci “coprivamo” a vicenda anche nelle “scappatelle” ...
Ero uno spettacolo orrendo,sporca, gli abiti strappati, le gambe sporche di sangue e di sperma che mi colava abbondantemente dalla fica e dal culo e ne avevo pure la faccia e i capelli completamente imbrattati.

Ora, passati l’orrore e la mia follia malata del piacere, mi sentivo violata e avevo tanta paura, avevo paura di essere rimasta incinta, avevo paura di essermi presa qualche malattia.
Passai un mese di inferno, ma grazie alle mie amiche biologhe potei fare le analisi in tutta segretezza, fortunatamente mi avevano presa in un periodo non fertile e non avevano malattie sessuali, una fortuna nella tragedia.
Ma ormai ero una donna navigata, avevo provato tutto anche quello che le mie amiche che si portavano i fidanzati nell’appartamento non avevano mai provato e che forse non avrebbero mai provato.. tre o quattro uomini contemporaneamente e , quasi certamente, non si sarebbero mai fatte otto uomini di fila, insieme e per una notte intera..
Non andai più a lavorare in pizzeria , non so perché ma non volli più, forse perché temevo mi leggessero in faccia quello che era successo o che una sera potessi incontrare di nuovo i miei aguzzini.
Ma i soldi extra mi mancavano, era un reddito sul quale mi ero abituata a contare.
Avevo delle amicizie nel capoluogo di regione e mi capitava spesso di andarci, un giorno passando per una via del centro vidi una ragazza di un paese del sud vicino al mio, avevamo fatto il liceo assieme e sapevo che era all’università.
Qualcosa mi trattenne dall’ avvicinarla con entusiasmo, rimasi a guardarla per un po’ non facendomi scorgere e, con grande stupore, scoprii che adescava gli uomini di affari che passavano per quella centralissima via!
Uno di questi si fermò , confabulò un po’ con lei e poi si allontanarono insieme, lei era una bella ragazza distinta, nessuno a prima vista avrebbe pensato che facesse la puttana, lui un signore anziano che puzzava di soldi lontano un miglio, tutti li avrebbero presi per padre e figlia...
Mi allontanai pensosa e andai a fare degli acquisti con i pochi soldi extra che mi rimanevano.

Ritornando per quella strada la rividi e la avvicinai...volevo ,con molto tatto , farmi una idea di come funzionava la faccenda.
Non fu contenta di essere disturbata sul lavoro, lo capii subito, così , con un po’ di fatica, riuscii solo a farmi dare il telefono della signora dove abitava, le promisi di chiamarla un pomeriggio per una pizza insieme ed andai via.
Se lei guadagnava bene con quella ricca clientela forse potevo farlo anche io, questo pensiero mi frullava per la testa, cercavo di scacciarlo ma tornava più insistente di prima.

Ormai non avevo nulla da perdere, non avevo più timore degli uomini, non avevo più timore della grandezza del loro cazzo e avevo capito che ero io a dirigere il gioco quando mi stavano dentro..anche se loro pensavano il contrario, avevo spezzato le gambe a otto giovani nerboruti figurati che avrei potuto fare ad un panzone cinquantenne, sarebbe bastato solo avere un po’ di stomaco forte..

Poi sarebbe bastato che fossi discreta e soprattutto prudente..
Dopo alcuni incontri ormai eravamo entrate in confidenza, le avevo confessato che mi servivano soldi e che si, ero disposta a diventare una professionista, lei mi presentò infine alla portiera di un palazzo signorile su quella strada centrale..
Dopo un esame accurato, anche estetico ed intimo, da parte di quella portiera che era in pratica l’amministratrice del giro di ragazze e dopo aver accettato regole e consigli di comportamento , iniziai a fare la puttana d’alto bordo.
La portiera aveva le chiavi di un paio di appartamentini e prendeva una bella percentuale sulla mia attività, un’ altra parte abbastanza consistente andava al padrone degli appartamenti, che io ho sempre sospettato essere la portiera stessa e un’altra parte era per una forma di “protezione”, ma viste le tariffe e la clientela selezionata guadagnavo davvero molto bene.
Io di tutta l’organizzazione conoscevo solo la portiera che mi inserì in un elenco di “professioniste” che venivano convocate telefonicamente.

Io non sarei stata capace di adescare in strada come la mia compaesana che era molto più autonoma nella attività ma doveva stare attenta perché, tranne il suo “ragazzo”, non aveva una protezione seria.

Lei non aveva accettato di lavorare insieme a me e poi io appartenevo ad una famiglia stimata e rispettata , se al paese avessero saputo papà ne sarebbe morto avevo bisogno di sicurezza e discrezione.
Per gli altri tre anni che sono rimasta al nord venivo convocata circa un paio di volte a settimana, qualche volta anche presso abitazioni private, mi hanno chiavata ed inculata centinaia di uomini, non so quanti pompini ho fatto, ho fatto sesso in tre , in quattro e con uomini e donne.

Ero molto ricercata perché godevo davvero e non per finta, io ero nata zoccola, devo riconoscerlo.
Ho provato cazzi di tutte le forme e dimensioni, durissimi e mosci, ho leccato la fica di qualche “sciura” mentre il marito o l’amante mi penetrava o la “sciura” leccava me mentre il suo autista negro la inculava , insomma ho conosciuto il sesso in tutte le sue forme, gioie e perversioni.
Dopo la laurea, papà , tramite sue amicizie, volle che facessi un periodo all’estero, per la lingua e per l’esperienza professionale diceva e mi trovarono un posto in una industria farmaceutica.

Papà pensava e sperava che diventassi una famosa farmacologa, ma il mio destino era molto più modesto.
In quella grande città inglese ho fatto una grande esperienza professionale davvero ma, pur guadagnando bene col lavoro, non sapevo rinunciare più ai soldi, tanti, che guadagnavo aprendo le gambe.

Così continuai la mia attività collaterale ma in modo molto più chic e riservato, posso dire di aver frequentato l’alta finanza, una bella ragazza bruna ed italiana fa sempre successo all'estero ed in certi ambienti e i cazzi diventarono internazionali, con la mia fica e con il mio culo ne ho misurati veramente tanti, bianchi, neri, gialli, europei , americani e africani.
Un brutto giorno papà venne a mancare e questa fu l’occasione per tornare definitivamente al paese.
Avevo accumulato molti soldi e la’ in Inghilterra vivevo da vera signora ma cominciavo ad essere stanca e avrei voluto fermarmi.

L’educazione ricevuta , nonostante la mia doppia vita, mi faceva desiderare una famiglia e anche dei figli.
Con i miei soldi ho rinnovato la farmacia, ho trovato un bravo giovanottone che era certo avrebbe preso la condotta e un anno anno dopo me lo sono sposata ed ho avuto dei figli.
Mio marito non ha mai saputo e capito nulla e mi adora per il piacere che so dargli, ma si sa, l’amore , ma soprattutto l’esperienza, fanno miracoli..
Ora qui al paese la vita è una palla terribile, con tutta la mia professionalità son finita a vendere pomate per le emorroidi ma tutto sommato ho la soddisfazione di veder i miei figli adulti.

La mia ultima figlia l’anno prossimo deve andare all’università, vuole andare dove ero io, spero sia più fortunata di me, che abbia una vita normale e non abbia preso da me l’inclinazione alla zoccolaggine ma ,in verità , da certi segni che non sfuggono alla esperienza , temo invece che più di qualcosa abbia ereditato.
Son passati più di trent’anni da allora ma non vi nego che a volte ho nostalgia di quella vita e di quella gioventù, di certo ho soddisfatto il mio corpo in ogni modo e a volte penso sorridendo che quella famosa sera che mi violentarono, se me lo avessero chiesto con gentilezza e cortesia le gambe gliele avrei spezzate lo stesso e a gratis e divertendoci di più.

Aggiungo solo che questo racconto è frutto solo della mia personalissima esperienza e non è in alcun modo ispirato ad altre persone.

Poiché ho conosciuto anche altre ragazze con doppia vita e storie simili non vorrei si sentissero chiamate in causa in alcun modo.

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