Alessandra si era svegliata anche quella mattina con una gran voglia e necessità di cazzo. Si rendeva conto di non poterne più fare a meno. Era il suo pensiero fisso quotidiano. Da mesi andava avanti la perversa relazione con suo padre, le piaceva poter dominare a proprio piacimento le emozioni e le pulsazioni di quell'uomo più grande di lei.
Le piaceva sentire il suo enorme uccello sfondare ogni buco del corpo.
Si era svegliata con la voglia di cazzo e sperma. Ne aveva bisogno, aveva bisogno di quel liquido caldo giù per la gola sin dalla prima colazione.
Ormai per lei sborra e caffè avevano lo stesso benefico sul fisico. Da quando si faceva venire copiosamente sul viso le erano pure spariti gli ultimi residui brufoli adolescenziali.
Era sempre più femmina nel corpo e nella mente, il suo attuale animo perverso aveva preso il sopravvento sulla brava ragazza che era un tempo. Se agli inizi l'odore e il sapore del liquido maschile ogni tanto le faceva senso, ora lo sperma rappresentava per lei un gustoso nettare da assaporare come fosse del prelibato e raffinato cibo costoso.
Le piaceva sentire i maschi venire nella sua boccuccia non più santa, le piaceva quando colando dalle labbra, lo sperma le scendeva fin giù nel collo e tra le tette. Ed era bello vedersi lo schizzo di sborra arrivarle in faccia e coprirle ogni angolo della testa, dei capelli. Voleva berne sempre più, quando non lo aveva le mancava. Avrebbe voluto attaccarsi al cazzo di ogni uomo come si fa alle fontanelle e dissetarsi di sborra fino a sazietà.
Era la domenica dedicata all'assemblea.
Sua madre stava preparandosi in bagno, agghindata come un albero di natale, più che una donna elegante e raffinata sembrava una vecchia bagascia sulla via del tramonto che aspettava l'ultimo cliente in qualche sperduta statale di campagna.
Carlo era in cucina, come al suo solito preparava la colazione per l'intera famiglia. Per lui era una giornata speciale, dopo molti anni come anziano era riuscito finalmente ad avere una parte per l'assemblea e quella domenica era il grande giorno. Merito soprattutto di quella busta coi soldini che aveva dato al Sorvegliante per essere scelto per quel ruolo di prestigio. Il discorso del battesimo tra i testimoni di geova è uno dei più ambiti tra gli anziani, mezz'ora di palcoscenico garantito.
Alessandra era contenta per le soddisfazioni del padre. Lo vedeva sereno e questo garantiva serenità pure a lei. Entrò in cucina vestita solo della camicia da notte e lanciò un'occhiata maliziosa a Carlo che stava bevendo il caffè al tavolo.
Alessandra si avvicinò al padre e gli diede un bel bacio sulla bocca, tanto sua madre non poteva vederli.
"ho voglia di succhiartelo ..." sussurrò lei.
"cazzo Alessandra, fra due ore dobbiamo essere in sala assemblee... Vuoi rovinarmi la concentrazione, devo anche fare il discorso? Non riuscirei a farlo se mi spompini..."
Col padre ancora seduto, Alessandra si sollevò leggermente la camicetta da notte, non aveva le mutandine, un sottilissimo giardino di peli neri era lì in bella vista.
Prese la mano del padre e se la mise proprio sulla figa, massaggiandola con malizia, tenendola stretta stretta ai suoi preziosi buchini.
Carlo era eccitato, infilò un dito nella figa della figlia e cominciò a masturbarla a movimenti regolari mentre Alessandra tratteneva l'eccitazione ansimando in silenzio. Si mise l'indice in bocca e tenendolo tra le sue labbra cominciò a leccarlo simulando un pompino.
Alle 8 in punto arrivarono in sala assemblee, suo padre dopo aver parcheggiato l'automobile andò a parlare con gli altri anziani mentre Alessandra e sua madre cercavano tre posti per sedersi nel grande uditorio.
Mancavano pochi minuti all'inizio dell'assemblea, la grande sala era invasa dalle note dei cantici che introducevano l'inizio della sessione mattutina, a breve ci sarebbe stata la preghiera iniziale. Alessandra era di turno ai bagni dei maschi quella mattina, insieme ad altre sorelle.
Mentre la nel grande uditorio parlavano di Armageddon e nuovo mondo lei era confinata nei cessi a pulire il piscio dei fratelli.
Mancava poco alla preghiera, il cantico era appena finito, dal grande uditorio iniziava a serpeggiare un timoroso silenzio di rispetto.
Fu un lampo per Alessandra. Suo padre era entrato in bagno, era talmente agitato ed emozionato per il discorso del battesimo che avrebbe dovuto fare alle 11e30 che sentiva continuamente di dover andare a pisciare.
Le sorelle erano già in posizione "preghiera", a testa china, poco fuori dal bagno, Alessandra era rimasta dentro, ancora con i guantini in lattice sulle mani.
Non era molto rispettoso verso Dio pisciare durante la preghiera ma Carlo aveva il cazzo in fiamme e doveva svuotarsi.
Incrociò lo sguardo della figlia, lei chinava la testa e ascoltava la preghiera diffusa dagli altoparlanti, lui entrava di fretta in uno dei bagni per poter pisciare.
Un lampo perverso illuminò gli occhietti di Alessandra. Il padre dalla fretta non aveva chiuso la porticina, ci si infilò dentro, lui rimase sorpreso, aveva il cazzo appena fuori dalla patta dei pantaloni.
Alessandra chiuse la porticina con il lucchetto, in due ci si stava comunque comodi in quei bagni, si inginocchiò e ancora con su i guantini iniziò a toccare il cazzo di suo padre.
"Pisciami in bocca"
Carlo era sorpreso e allibito dalla sfrontata perversione della figlia ma non se lo lasciò ripetere due volte.
Alessandra aveva aperto completamente la bocca e allungato l'intera lingua fuori dalle labbra, aspettando il getto di piscia.
Carlo prese in mano il cazzo e liberò un'enorme quantitativo di piscia nella bocca di Alessandra che soffocando il naturale istinto a vomitare ingoiò quel caldo liquido giallognolo in un momento.
Carlo era eccitatissimo, se li avessero beccati altro che disassociati, sai che scandalo veniva fuori.
E a tre metri da quel cesso incestuoso c'erano le sorelle del reparto pulizia bagni che li avrebbero scoperti.
Si sentì un convinto AMEN provenire dall uditorio, la preghiera era terminata, stava per essere presentato il primo oratore. Carlo era troppo eccitato , la figlia era ancora inginocchiata e lo guardava maliziosa, con la bocca che puzzava di piscio e le guance sporcare da qualche goccia impertinente che era schizzata via dalla sua lingua.
Sempre con il cazzo ancora duro in mano Carlo iniziò a masturbarsi freneticamente sulla faccia di Alessandra, che teneva gli occhi aperti per gustarsi la perversa scena a cui stava partecipando. Carlo le disse sottovoce di ingoiare la sborra che sarebbe uscita di lì a poco, voleva vedere la figlia raccogliere ogni sua goccia sulle labbra, sulla lingua, tra i denti, fin giù nella gola . Prese la testa della figlia tra le mani, stringendole forte i capelli e avvicinandola sempre più al suo uccello, poi puntò senza paura il cazzo dritto nella bocca della figlia e le venne in gola, liberandosi di un sacco di sperma caldo e appiccicoso.
Alessandra aveva ingoiato tutto con soddisfazione, la schiuma bianca rimasta le colava dai lati della bocca, ed era tutta spettinata.
La sua bella figlia ventenne era lì, inginocchiata, con la bocca che sapeva della sua piscia e della sua sborra. Li nel cesso della sala assemblee...
Il toc toc sulla porta si fermò prima che Alessandra e suo padre potessero essere scoperti. Erano in religioso silenzio, è il caso di dirlo.
Alessandra era ancora inginocchiata, il viso leggermente sporco di sborra e piscio. Suo padre non era riuscito a indirizzare tutto il getto liquido della sua sborra nella bocca e alcuni schizzi le erano arrivati in faccia, qualcuno addirittura nella casta e appena accennata scollatura della camicetta. Entrambi trattenevano il respiro, il rischio di essere scoperti era troppo alto e i guai che ne sarebbero conseguiti non avrebbero mai avuto fine.
Il cazzo di Carlo ciondolava verso il basso attratto dalla forza di gravità.
Cessarono i toc toc sulla porta e d'improvviso non si sentirono più nemmeno delle voci parlottare in lontananza.
Sembrava che nessuno avesse fatto veramente caso a Carlo che entrava in bagno, le sorelle erano assorte nella preghiera, il bagno dei maschi era incredibilmente vuoto. Dovevano correre il rischio e uscire da quella scomoda situazione.
Carlo si sistemò i pantaloni, controllando non ci fossero compromettenti schizzi di piscia o sperma, poi aprì lentamente la porticina e scivolò fuori con passo felpato. Uscì dalla porta principale del bagno e nessuno lo vide, le sorelle del reparto pulizie addette al bagno degli uomini si erano allontanate dalla postazione per andare a prendere dei detergenti e la strada era libera, Carlo ne approfittò quindi per allontanarsi alla svelta senza dare nell'occhio. Alessandra uscì pure lei dalla porticina del bagno e andò subito a lavarsi la faccia nel lavandino. Si guardò soddisfatta allo specchio. L'alito le puzzava ancora di piscio e di sborra, per fortuna aveva sempre con sé delle mentine, come le aveva suggerito un'amica e poté mascherare l'odore compromettente che usciva dalla sua bocca.
Più si guardava allo specchio e più provava un senso di folle soddisfazione nella sua perversa condotta sessuale.
Un pompino a suo padre era già di per sé una cosa inaudita, farlo poi nei bagni della sala assemblee con un migliaio di persone intorno e durante la preghiera iniziale era un atto di per sé eroico oltre che di grande impatto erotico. Decise di aspettare le sorelle del reparto pulizie davanti all ingresso, nessuna aveva probabilmente fatto caso alla sua temporanea assenza.
Aveva ancora un po' dello sperma del padre tra i denti, il sapore sembrava non andar mai via. Si passò le dita sulle gengive, leccò il rimasuglio di sborra che aveva sulle unghie e passandosi la lingua in bocca controllava non ci fosse altro liquido seminale nel suo cavo orale.
Da quando poi il padre aveva seguito il suo consiglio di mangiare ananas più spesso, lo sperma aveva guadagnato un sapore molto più delizioso e non aspro come agli inizi. D'altronde sua madre era una donna fredda e bigotta, non succhiava mai il cazzo al marito, riteneva non fosse onorevole per una testimone di geova utilizzare il membro maschile come oggetto da infilare in bocca. Nessuna Tdg formalmente faceva pompini, tutte la schifavano come pratica, era immorale e andava contro i principi di Dio. Poi nel privato, tolte le vesti bigotte da usare in pubblico chissà come da brave pioniere regolari si trasformavano in esperte e lussuriose succhiacazzi.
Sua madre no, era troppo legata a mantenere la sua rigida immagine anche in famiglia, per questo suo padre aveva cominciato a cercare il divertimento sessuale altrove, prima con il dejavu omosessuale con Gianni e poi con la figlia e
la sua migliore amica, Marianna.
Carlo era tornato a sedersi al proprio posto a fianco della moglie, nel centro della grande sala assemblee.
Angela lo vide leggermente agitato ma pensava fosse l'emozione per il discorso del battesimo che avrebbe dovuto tenere da lì ad un paio d'ore, non poteva immaginare che si era fatto ciucciare il pisello durante la preghiera iniziale, dalla propria figlia ventenne nei cesso della sala assemblee.
Erano ormai le 11e15, Carlo aspettava il proprio turno nello spazio dietro al podio, dove un team di sorelle sistemavano le acconciature dei fratelli che salissero sul podio.
Tra le ragazze incaricate a sistemare il look dei fratelli c'era pure Marianna. Vide il suo anziano visibilmente agitato, era emozionato più del dovuto, una cosa era fare i discorsi della domenica in sala, dove al massimo c'erano 80 persone, un'altra cosa era trovarsi più di 1000 persone ad ascoltarti e ad osservarti per mezz'ora mentre pronunciavi il discorso più importante dell'intero programma di quel weekend.
Marianna conosceva Carlo da una vita, era stata spesso a casa di Alessandra, erano amiche, coetanee, complici di quei giochi perversi che da tempo avevano reso molto più intrigante la congregazione. Marianna e Carlo avevano pure condiviso quella gratificante esperienza sessuale durante il comitato giudiziario della stessa Marianna, comitato che era degenerato in una complessa e perversa orgia in cui tre anziani e due ragazzine avevano fatto sesso sfrenato nella saletta anziani della sala del regno.
Mancavano dieci minuti prima del suo ingresso in scena. Carlo camminava su e giù per il piccolo corridoio dell'antipodio. Alcuni fratelli commentavano i discorsi precedenti, annoiati, in un angolo del corridoio.
Marianna si avvicinò a Carlo per sistemare il nodo alla cravatta. Avvicinandosi al padre dell'amica vide tutta l'agitazione sul collo sudato dell'uomo. Aveva veramente un buon profumo la ragazza, averla così vicino proiettava Carlo verso stimoli diversi da quelli a cui era chiamato a pronunciare dal podio davanti a un migliaio di persone. Marianna aveva un corpo sensuale, un corpo sodo e morbido allo stesso tempo. I capelli lunghi cadevano delicati sulle spalle, si intravedevano appena la pelle del collo e la dolce e comoda insenatura che portava dritta dritta allo spazio tra le due belle tettine della ragazza.
E Marianna era veramente un pezzo di figa da prima pagina, un po' come la figlia. Aveva veramente due belle tette da ragazza di 20anni. Assomigliava terribilmente ad Alessandra.
Più ci pensava e più doveva distogliere lo sguardo da lei per non cadere in tentazione.
Sei più agitato del solito Carlo... Emozionato per il privilegio di fare il discorso del battesimo?
Non sai quanto Marianna. Son tutto sudato, ho paura di non farcela davvero. Ci vorrebbe un aiuto dall'alto...
Carlo continuava a farsi sistemare la cravatta e il vestito, doveva far bella figura sul podio.
Avrebbe voluto fare una battuta ambigua a Marianna, più che dell'aiuto dall'alto aveva bisogno di un aiutino dal basso...magari una bella ragazza come lei che scendeva a succhiargli il pisello per allentare la tensione. Ma il omento era serio, sacro, importante. Aveva faticato una vita in quella cazzo di organizzazione per arrivare alla soddisfazione che stava per avere oggi. Anni di sacrifici e privazioni ripagati con questa grande occasione di pronunciare il discorso del battesimo in assemblea. C'erano addirittura anziani che pagano fior di soldini ai sorveglianti per essere scelti come oratori in assemblea, soprattutto per fare quei discorsi ritenuti “importanti”. Quelli per cui poi migliaia di persone ti acclamano come un divo del cinema o della televisione.
Ripassava mentalmente le parti salienti del discorso, quelle in cui avrebbe incoraggiato i battezzandi a far loro nel cuore la vita da testimone di Geova che stavano per intraprendere col battesimo pubblico.
“Quante cazzate” - pensava dentro se Carlo - “Devo incoraggiare questi poveracci a fare la stessa vita del cazzo che facciamo da anni. Devo incoraggiarli a servire un dio che non esiste, a dedicare la vita a questa grande truffa organizzata. Li devo incoraggiare ad essere infelici e ipocriti come me”.
I pensieri però continuavano a cadere, come gli occhi, su quelle belle e giovani tettine che aveva vicino. Già una volta Carlo aveva assaggiato il sapore di buono che emanava il corpo di Marianna. Le era già entrato in bocca e nel culo una volta, sapeva bene come dietro a quello sguardo angelico ci fosse l'animo di una puttana selvaggia, una ragazza perennemente in calore e alla ricerca del massimo dell'eccitazione possibile.
Non poteva in quel momento, c'erano altre cose di cui occuparsi e pensare, ma se avesse potuto avrebbe baciato la ragazza sul collo, sui seni, le avrebbe leccato la figa e le avrebbe messo il cazzo tra quelle belle tettine, facendolo scorrere su e giù in quel benedetto solco femminile, quella valle beata tra i seni adattissimi a a ricevere il suo sperma come un fiume di latte e miele. Carlo era in fase eccitamento, non più solo la figlia, ma anche quest'altra giovane puledra riusciva a fargli venire il cazzo terribilmente duro.
Marianna sorrise. Stava sistemando il collo della cravatta quando si accorse, spostando lo sguardo verso il basso, che Carlo si stava vistosamente eccitando, sentiva il cazzo di lui allungarsi da sotto i pantaloni e avvicinarsi alla sua gonna. Le carezze e la vicinanza della ragazza glielo stavano facendo diventare duro. Carlo se ne accorse e non poté che imbarazzarsi. Mancavano 10 minuti al suo discorso, non poteva presentarsi sul podio col cazzo in tiro. Già si era fatto spompinare in bagno da sua figlia durante la preghiera, una vistosa erezione pronunciando il discorso sarebbe stata troppo anche per un diavolo perverso com'era diventato.
Marianna non si imbarazzò, già aveva condiviso cose ancora più intime col proprio anziano, ma sapeva di dover trovare una soluzione alla svelta. Per fortuna le persone dietro al podio non stavano badando molto a Marianna e Carlo. La ragazza fece un cenno a Carlo e lo invitò a seguirlo dentro una stanzetta vuota lì vicino. Era la saletta privata del sorvegliante, ma in quel momento era impegnato coi fratelli in qualche conversazione e la stanzetta era rimasta miracolosamente vuota.
Marianna chiuse la porta dietro se, dopo che Carlo era entrato.
"Ti aiuto a toglierti dall'imbarazzo del cazzo in tiro" - disse a bassa voce Marianna tenendo per mano Carlo con fare rassicurante - "Non voglio che fai una figuraccia davanti a tutti... E poi io e te abbiamo già un segreto da nascondere... Uno in più non guasta mica..."
Carlo vide Marianna abbassarsi e slacciargli i pantaloni, proprio come aveva fatto sua figlia quella mattina.
Mancavano si e no 8 minuti, doveva fare in frettissima.
Prese il cazzo di Carlo nella mano destra e cominciò a masturbarlo velocemente per farlo venire il più presto possibile. Ogni tanto avvicinava la bocca al cazzo per farlo eccitare ancora di più e farlo sborrare più velocemente. Le labbra di lei lo sfioravano con delicata passione proprio sulla punta della cappella.
Nel frattempo pure Alessandra era arrivata nel retro palco per salutare suo padre prima del discorso. Voleva scattare un selfie ricordo da mettere su whatsapp per ricordare quel gran giorno. Non riusciva a trovarlo, chiese in giro ai fratelli del retro palco e le dissero che probabilmente qualche sorella stava sistemando il trucco e la cravatta di suo padre prima di salire sul podio.
Stava girando nel retro palco da qualche minuto quando notò che una delle salette era chiusa.
"Magari sta finendo di ripassarsi il discorso lì dentro" - pensò Alessandra.
Aprì la porta e in effetti trovò suo padre. Ma non era a ripassare il discorso. Mancavano 5 minuti all'evento teocratico più importante della sua carriera e dov'era Carlo? A farsi spompinare e masturbare dalla sua amica Marianna nella stanzetta del sorvegliante, li inebetito con i pantaloni abbassati e l'enorme uccello in tiro.
Marianna fece cenno ad Alessandra di chiudere la porta e di venir lì ad aiutarla.
"Abbiamo avuto un'emergenza" - disse Marianna sfilandosi il cazzo ancora umido dalla bocca. "Tuo padre ha avuto un'erezione mentre gli sistemavo il colletto. Sto facendo in modo di farlo venire velocemente altrimenti sale sul podio col cazzo in tiro"
Carlo annuì col mento e cercava di sborrare, in modo da poter salire tranquillamente sul podio e non con 20 centimetri di cazzo che sporgevano dai pantaloni.
Alessandra non si perse d'animo, quella era davvero una grossa emergenza.
Il cazzo era davvero bello duro e lucente, ben lubrificato e inumidito dalla bocca di Marianna. Bisognava solo terminare l'opera. Era una lotta contro il tempo. Mancavano solo 4 minuti, poi l'avrebbero chiamato per salire sul podio. Si gettò quindi in ginocchio nuovamente, come aveva fatto quella stessa mattina e con vorace golosità prese in bocca tutto il cazzo di suo padre mentre Marianna l'aiutava accarezzando le enormi palle pelose di Carlo. Alessandra si ficcó tutto il cazzo in gola, fin quasi a non respirare. Era enorme, la soffocava, un misto di saliva e altri liquidi le uscivano dai lati delle labbra. Mancavano solo 3 minuti, dovevano fare in fretta. Marianna andò allora alle spalle di Carlo e mentre Alessandra continuava a succhiare con voracità infilò la sua lingua tra il buco del culo e le palle di lui provicandogli all'istante un enorme piacere. Carlo sentiva di avere proprio la sborra in punta di fucile, sentiva il cazzo caricarsi, pronto a far scoppiare quel carico di sperma nuovamente nella bocca della figlia.
Mancavano solo due minuti, Carlo chiuse gli occhi e prese fra le mani la testa della figlia e la spinse contro il suo uccello con una forza straripante. L'intero pisello era nella gola di Alessandra, quando la ragazza sentì il getto caldo attraversarle la gola ebbe un conato di vomito e rischio di non riuscire a deglutire tutta la sborra perché le era andata di traverso.
Mancava un solo minuto, ma Carlo pur visibilmente scosso era riuscito a venire ed il cazzo era nuovamente di misure normali. Mentre Alessandra cercava di mandar giù la sborra che le era rimasta in bocca, Marianna aiutò Carlo a rimettersi i pantaloni in modo che potesse andare a fare il suo bel discorso senza problemi.
Carlo accennò un saluto alle due ragazze e uscì dalla porta, appena in tempo, due fratelli lo stavano cercando perché da lì a poco sarebbe stato annunciato il suo nome e avrebbe dovuto salire sul podio per pronunciare il discorso del battesimo.
Mentre Carlo saliva sul podio, Alessandra e Marianna erano ancora nella stanzetta a guardarsi e a sorridere maliziosamente, erano riuscite nella loro missione. Quella era stata sicuramente la loro assemblea più interessante e produttiva.
Si scambiarono un'occhiata e poi abbracciandosi sentirono il pulsare dei propri seni turgidi sotto le camicette. Alessandra allungò la bocca verso Marianna e si diedero un lungo appassionato bacio. Tra saliva, piscia e sborra, Alessandra aveva la bocca che odorava di mille fragranze diverse...
Si scambiarono i liquidi tra la bocca di una e la bocca dell'altra. Mentre nessuno poteva osservarle e nessuno poteva immaginare quel che stava accadendo si infilarono le dita sotto le gonnelline, cercarono le mutandine e si fecero reciprocamente un ditalino.
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