La ventenne Alexia si svegliò, guardò la sveglia e vide che erano le tre e mezza, cercò di riaddormentarsi, inutilmente, perciò prese il raccoglitore che conteneva i suoi disegni a carboncino, e cominciò a sfogliarlo.
Dai primi che rappresentavano giovani, spesso inginocchiati, davanti a fanciule alle quali offrivano fiori, o dichiaravano il loro amore, ad altri, più recenti, che rappresentavano i corpi nudi degli uomini con i quali Alexia aveva avuto rapporti.
Una cura particolare, la ragazza aveva messo nel rappresentare gli organi sessuali eretti, ce n'erano di tutte le forme e tutte le dimensioni.
Per ogni disegno, una serie di cuoricini indicavano la dolcezza del ricordo, che aveva conservato di quei rapporti.
La vista di quelle immagini facero sì che il suo grosso arnese si erigesse e richiedesse la sua attenzione.
Alexia, si stese sul letto, spense la luce, liberò il membro dal pigiama e prese a masturbarlo, pensò, questa è la quinta o la sesta, ho sempre voglia!
Smise di pensare e si dedicò tutta al proprio piacere, quando vide un'ombra entrare nella camera e infilarsi nel suo letto: era Michele suo cugino, nudo anche lui con il pene, veramente enorme, eretto.
Michele piaceva ad Alexia, che lo considerava un modello di bellezza virile, tratti regolari, mascella possente, sguardo penetrante, fisico palestrato, una discreta peluria sul torace ampio e muscoloso, amava anche i suoi modi da macho.
Alessia si sarebbe gettata su di lui, ma si trattene e disse gentilmente:
"Michele, che c'è?"
Il ragazzo non rispose nulla, si limitò a portare la mano di Alexia sul suo cazzo.
Michela, a quel contatto, sentì crescere l'eccitazione e cominciò a masturbarlo, piano, piano, dolcemente.
Intanto s'era avvicinata al corpo del ragazzo e fece scorrere l'altra mano sul torace villoso.
Avrebbe voluto essere baciata sulla bocca, ma non osò, si limitò a leccare i capezzoli di Michele.
Pensò che il ragazzo volesse da lei qualcosa di più, e disse:
"Vuoi che te lo prenda in bocca?"
Il ragazzo, per tutta risposta, afferrò la testa di Alexia, e se la portò all'altezza del pube,
Lei prese a leccare la cappella, la risucchiò nella bocca e prese a lavorarla con la lingua
Le piaceva far godere gli uomini, per cui, come sempre, si impegnò al massimo, mentre Michele emetteva rantoli di piacere.
Avrebbe voluto che il ragazzo le dicesse qualcosa di dolce, ma sapeva che doveva accontentarsi del solo godimento fisico.
Ad un certo punto, Michele disse:
"Te lo voglio mettere nel culo!"
Alexia si girò prontamente, mostrò le sue belle natiche a Michele e le uscì di dire:
"Si Michele, sapessi quanto mi piace... "
Era la prima volta che faceva sesso con quel ragazzo, aveva più volte desiderato quel momento e si offrì nel modo più completo.
Sentì la cappella di Michele aprirsi la strada nel suo sfintere e il grosso cazzo del giovane, invaderle il retto.
Si spinse indietro perché l'arnese la penetrasse ancora più a fondo.
Si abbandonò completamente alle spinte possenti del giovane e prese a gemere dal piacere.
Lo sfregamento del pene sulla prostata le provocò una copiosa eiaculazione, da quando aveva conosciuto quel modo di godere, ne andava particolarmente fiera, le sembrava di essere più vicina all'essere completamente donna.
Il respiro di Michele si fece ansimante, le spinte più fluide, lo sperma del ragazzo le invase il retto.
Grata del piacere che aveva ricevuto, desiderosa di fare ancora qualcosa per lui, gli prese il pene in bocca e lo ripulì con cura.
Michele le disse:
"Brava, mi piace il culo, e tu non sei come le donne e non fai tanta storie... "
Alessia pensò, non mi considera nemmeno una donna.... Poi, rassegnata disse:
"Si Michele, vieni pure da me ogni volta che hai voglia"
Mentre Michele si allontanava, Alexia prese un foglio di carta...
Post New Comment