AMICHE? - capitolo 4
Adriano, il padre di Marco, era un uomo all’appareza irreprensibile sia sul lavoro che nella vita sociale, il classico esempio di persona tutta d’un pezzo, di parola, educato, generoso con chi è nei guai, attento alle opere di beneficenza alle quali non fa mai mancare il suo contributo; in pratica molte persone lo vedono quasi come un santo. Tutt’altra cosa suo figlio, arrogante, viziato e malvagio, come ha dato modo di vedere col suo comportamento nei confronti di Vanessa, ma, come dice un vecchio detto, la mela non cade lontana dall’albero, quasi mai quanto ci è dato vedere è la verità!
La scuola è finita e Marco non ha più chiamato Vanessa, dall’ultima volta che si è divertito con lei sono passate due settimane, un tempo d’angoscia per la ragazza che si aspettava ancora un incontro per poi porre fine a quell’incubo e vedere finalmente il suo video cancellato. Ad ora è riuscita a tenere tutto nascosto anche al suo ragazzo al quale si è ripromessa un giorno di raccontare tutto. Marco una sera rientra a casa, insolitamente trova suo padre in soggiorno seduto sul divano, ha uno strano sorriso, sta guardando qualcosa sul tablet, la luce del tramonto illumina completamente la stanza non permettendogli di sbirciare cosa stia vedendo il genitore.
A - ti stavo aspettando -
M - perchè? -
A - vieni siediti accanto a me, devi spiegarmi una cosa -
Il ragazzo va a sedersi accanto al padre.
M - dimmi papà -
A - qualche settimana fa il sistema di videosorveglianza è rimasto acceso, guarda che cosa ha registrato, non ti facevo così intraprendente -
L’uomo termina la frase con un sorriso compiaciuto stampato in volto.
M - papà ti posso spiegare, è una mia amic... -
Il ragazzo vine interrotto dal genitore che cambia espressione e diventa serio.
A - non mi devi spiegare proprio un bel niente, ormai sei un uomo, e poi, ho fatto le mie verifiche, credi che non sappia cosa hai fatto assieme a Miriam, sai che so sempre tutto quello che succede specialmente se c’è di mezzo la famiglia -
Il giovane sbianca in volto, pensa che questa volta non riuscirà a farla franca, che le conseguenze di quello che ha fatto non saranno una passeggiata, il padre ai suoi occhi è sempre stato una persona dalla moralità integerrima.
M - è stato solo uno scherzo e poi hai visto anche tu che in fondo si è divertita -
A - lasciamo stare il punto è un’altro, adesso devi sapere una cosa sulla tua famiglia, una cosa che ci tramandiamo da generazione in generazione, alla quale anche tu puoi dare un contributo, anzi le tue ragazze se così possiamo dire -
M - non capisco ... -
A - vieni -
Appoggiato il tablet sul tavolinetto Adriano si alza, appoggia una mano sulla spalla del figlio.
A - seguimi -
I due lasciano la stanza e arrivano nel corridoio lo stesso che aveva visto Vanessa quando era andata a casa sua, pieno di porte, il ragazzo passava di lì continuamente ma dietro due di quelle non c’era mai stato, una lo studio di suo padre, off-limits a chiunque, ma dietro l’altra non aveva la più pallida idea di cosa ci fosse. Una volta aveva provato ad informarsi dal padre ma l’alro lo veva liquidato con - niente che possa interessre ai ragazzini -.
Il corridoio è in penombra, la luce di taglio del sole al tramonto disegna lunghe ombre sulle pareti dove i quadri di famiglia appesi, creano un’atmosfera quasi solenne, i volti ritratti sembrano che lo fissino, il giovane è quasi spaventato, e per mettere a disagio una persona come lui ce ne vuole. L’uomo mette una mano nella tasca della giacca e ne estrae una chiave, la infila nella serratura ed il silenzio è rotto dal rumore degli scatti del chiavistello. La porta si apre su una stanza completamente buia, Adriano entra e a colpo sicuro la sua mano arriva all’interruttore. Niente, muri spogli, una stanza cieca, ma come, pensa Marco, tanto segreto per una stanza vuota. Il padre avanza , appoggia le mani alla parete, un rumore di ingranaggi che si muovono, il muro si muove, si apre una porta in fronte a loro. l’apertura conduce ad una scala che scende.
A - seguimi -
Il ragazzo è come inebetito, meccanicamente obbedisce al genitore., i gradini sono in cemento e le pareti intonacate, bianche, ad illuminare delle aplique al muro. Arrivati in fondo un’altra porta finemente scolpita, l’uomo estrae dalla tasca un’altra chiave, la serratura scatta, i due entrano nella stanza.
Vanessa non ha raccantto niente a nessuno di quello che le sta capitando, del ricatto e di tutto il resto, i giorni passano e di Marco non ci sono tracce, anche con Miriam non si è più sentita, ha dei sospetti su di lei ma nessuna prova, le sembra strano che sia all’oscuro di tutto, per il momento non la vuole vedere, la loro amicizia si era già compromessa da quando lei aveva trovato un fidanzato e le sue attenzioni non erano più una cosa esclusiva dell’amica. Il telefono vibra, Marco, un messaggio, alla ragazza gela il sangue, teme quello che quel bastardo può aver progettato per lei, ma da un lato, si sente sollevata questa è la volta buona per porre fine a quell’incubo e lasciarsi tutto alle spalle. Il messaggio dice ” vieni a casa mia sabato sera alle dieci”. I giorni della settimana passano veloci, la ragazza non sa cosa fare ha già dovuto disdire l’appuntamento con il suo ragazzo, il sabato si avvicina e lei si sta preparando mentalmente, deve ammttere anche che aspetta il momento nel quale diventerà preda del suo aguzzino, si è resa conto di provare un piacere inaspettato nell’essere oggetto di desiderio. Sabato sera, Vanessa è fuori dal cancello della casa del ragazzo, indossa una minigonna che le arriva a mezza coscia, una maglietta mezze maniche nera, scarpe col tacco, intimo nero mutandine e reggiseno. Suona, il cancello si apre, il vialetto di notte non le fa la stessa impressione della prima volta, col buio la fa sentire a disagio, ha come l’impressione di andare incontro a qualcosa di inaspettato, di spiacevole, in effetti è quello che sta avvenendo e lei lo sa benissimo. Sul portone semiaperto c’è Marco con un sorriso compiaciuto stampato in faccia.
M - sei arrivata, bene, entra-
Lei varca la soglia, le luci della casa sono quasi tutte spente, sembra ci siano solo loro nell’intero edificio, nessun rumore, nessun movimento, questo rassicura la giovaane che non voleva farsi vedere in quella compagnia, la cosa si sarebbe sicuramente risaputa e avrebbe dovuto dare troppe spiegazioni.
V - dove andiamo? vediamo di farla breve che domani devo andare al mare -
M - tutto a suo tempo, adesso sei qui e devi fare esattamente quello che ti dico -
Percorrono il corridoio ed entrano nella stanza che conduce al seminterrato, lo stesso che fino a qualche giorno prima il ragazzo non ne conoseva l’esistenza. C’è una strana atmosfera, quelle luci alle pareti, la scala che scende...
V - dove cazzo mi stai portando -
M - seguimi qui non ci disturberà nessuno -
V - guarda di non fare cazzate, ho lasciato detto dove andavo, se mi fai qualcosa... -
Magari avesse lasciato detto a qualcuno dove stava andando, ma non lo ha fatto per non dare spiegazioni, questo le sta mettendo addosso un’ansia terribile.
M - non ti agitare e seguimi -
I due percorrono la scala, a lei sembra di essere scesa di almeno due piani tanto il tragitto è lungo, arrivano davanti ad una grossa porta che è aperta, dall’inteno arriva una luce fioca dalle sfumature rossastre, la giovane è sempre più sorpresa, varca la soglia, rimane a bocca aperta. Ai lati della porta ci sono, accucciati come cani da guardia due statue raffiguranti un asino con dell’uva in bocca, al centro della sala, date le diensioni che può solo intuire, un grande letto, almeno quattro metri per quattro con le sponde finemente scolpite, raffiguranti scene di sesso in tutte le posizioni possibili, il resto della stanza non riesce a vederlo, distingue solo attaccata ad una parete una grande croce a x in legno di quelle usate per il bdsm, al lato opposto una gogna e il resto è confuso non riesce a capire di cosa si tratti, una cosa vede bene perchè illuminata da un faretto, un affresco molto grande raffigurante da un lato Bacco circondato dalle baccanti e dall’altro Priapo nell’atto di avvicinarsi ad una fanciulla tenuta ferma da due grossi uomini. non può credere ai suoi occhi, in che posto si trova, che famiglia di degenerati ha Marco, lei conosce il padre del ragazzo, un uomo rispettabile ma ora non sa cosa pensare.
M - vieni -
Porta la giovane vicino al letto dove c’è una specie di costume, una tunica rossa di una stoffa semitrasparente.
M - indossa questa e fai come dico e tutto finirà e sarai nuovamente libera -
Vanessa si spoglia sotto gli occhi compiaciuti del ragazzo, indossa la tunica, anche se vestita è praticamente nuda, il suo fisico perfetto traspare dalla stoffa. Marco si spoglia e subito si nota l’effetto di lei, un’erezione invidiabile mostra la sua eccitazione, la prende e la porta al centro del letto, dal soffitto, cosa che lei non aveva notato, scendono due catene con attaccate due manette, le fa alzare le braccia e le imprigiona i polsi nei due bracciali, le va dietro e con una benda le copre gli occhi. In tutto queso tempo la ragazza è rimasta inebetita ha eseguito tutto quello che le veniva chiesto senza rimostranze, ora che però è bloccata un senso di paura la pervade e quasi le impedisce di ragionare, non può difendersi, è in balia del giovane. In ginocchio sul letto, bendata e con i polsi bloccati sopra la testa non sa come comportari, sente il materaasso muoversi, il ragazzo le si avvicina,.
M - adesso fai la brava -
Lui scende da letto, se ne accorge dal movimento del materasso, sente nuovamente tutto ondeggiare qualcuno, pensa Marco, è salito su quella specie di ring facendolo ondeggiare vistosamente, “non può essere Marco, lui è leggero”, non capisce chi le si è avvicinato. sente una specie di salmodiare, altre persone o una registrazione di qualche gruppo di spostati. lei sente ripetere in una specie di coro: ” a te o Priapo offriamo lei, nel piacere prendila e falla tua, soddisfa la tua brama”. quando intuisce cosa stanno dicendo due mani forti la afferrano per i fianchi, la tirano all’indietro, le alzano la tunica, la prendono per i seni e la tirano verso il basso. Vanessa sente che qualcosa di veramente grande si fa strada tra le sue gambe, intuisce che si tratta di un pene, è caldo e pulsante, ma enorme, arriva a strofinarsi sull’ingresso della figa, lei che anche non volendo si è bagnata per una strana eccitazione, piano entra, quel membro enorme si fa strada dentro di lei, la riempie, le sembra di avere un braccio tutto dentro, caldo, che pulsa, quando penetra lei geme, ansima e lancia gridolini dal dolore per avere quella cosa dentro che la lacera seppur facendola impazzire dal piacere. Non sente le voci attorno a lei, la sua mente è concentrata sul godimento, scossa da spasimi che le fanno quasi perdere i sensi. L‘uomo è dietro di lei , la prende per i fianchi e la tira a se, la penetra inserendo completamente il membro denro di lei, ad ogni colpo lei geme e quasi grida, qualche colpo e poi si ferma in lei, riprende, continua, non si ferma. La ragazza è praticamente seduta su di lui, i due corpi sono aderenti, lui sferra colpi ritmati, a fondo, lei appesa per le braccia ha una posizione che facilita l’azione dell’amante, ansima anche lui, lei inarqua la schiena per quanto le è possibile e ansimando, quasi urlando viene scossa da un potente orgasmo che la fa cadere all’indietro sul torace sudato di lui. Sente che qualcuno le libera i polsi, non è l’uomo che in quel momento la sta scopando, chi è? Forse Marco pensa, viene presa per i capelli, una mano ha raccolto i suoi lunghi capelli in una stretta, la stessa mano la castringe a muversi in avanti, mentre continua ad essere penetrata duramente, un’altro cazzo si fa avanti e preme contro le sue labbra, chi l’ha presa per i capelli le spinge il viso in avanti obbligandola ad aprire la bocca. Un membro duro e pulsante si fa srada all’interno della sua bocca che non può fare altro che accoglierlo e cominciare a succhiarlo, il sapore dell’uomo la eccitano ancora, si da da fare con le labbra, con la lingua, la sua bocca viene letteralmente scopata, due uomini contemporaneament si stanno approffitando di lei ma, seppur stupita di se stessa , sta godendo come mai prima, più dell’ultima volta nel vicolo con lo spacciatore. In un attimo viene riempita dall’uomo dietro, il liquido caldo dentro di lei le dà una sensazione strana ma la fa eccitae ancora di più. Uscito da lei dopo averla riempita di sborra la lascia cadere all’indietro sul letto, anche l’altro che le sta davanti lascia la presa e le schizza addosso. Vanessa è stesa sul letto ancora bendata, altre mani si avventano sul suo corpo, la sollevano e la mettono a pecorina, sente un cazzo premerle contro l’ano e pian piano farsi strada penetrandola, lei è troppo eccitata e geme non rendendosi bene conto di quello che le sta succedendo, si tiene in ginocchio con l’aiuto delle braccia anche se le sue gambe fremono non resistendo agli urti che riceve da dietro, qualcuno scivola sotto di lei, in un attimo i due si mettono d’accordo ed ora viene scopata contemporanemente sia da davanti che da dietro. Il suo addome si muove in sincrono con i colpi che riceve, non cosciente urla dal piacere, le sue grida vengono zittite da un cazzo duro e pulsante che le entra in bocca, tre uomini la stanno usando come un giocattolo. Un’altro orgasmo la sconquassa ma gli uomini non si fermano e continuano, uno esce da lei dopo aver riversato il suo seme nella sua figa, un’altro pene duro lo rimpiazza, non può essere lo stesso pensa, continuano a stantuffarla in tre, la benda le cade dagli occhi, si rende conto di essere al centro di un gruppo di uomini che oltre a quelli che la stanno fottendo conta almeno altre dieci personone. Si guarda attorno e si accorge di non essere la sola a ricevere quel trattamento, persa dal godimento non aveva sentito gemere accanto a lei. Altre due ragazze vengono scopate, una è Miriam e l’altra è Karen, una loro compagna di scuola. Si trova nel mezzo di un’orgia, altre figure si nascondono nell’ombra, continuano quello strano salmodiare che in un momento di lucidità riconosce come un inno a Priapo e a Bacco. Altre due ragazze vengono condotte al letto, non le conosce, ricevono lo stesso trattamento. Gli uomini si alternano su di loro, si sente stanca, spossata, continuano a farsi strada tra le sue calde cosce, a sfregarsi contro la sua pelle liscia, ad approfittare di ogni suo buco, all’ennesimo orgasmo Vanessa perde i sensi. La ragazza rinviene, la prima cosa che vede è la faccia di Miriam ansimante, appena riesce a mettere a fuoco vede un uomo, il padre di Marco, che la sta scopando da dietro, anche lei non è da sola, un’altro uomo le ha aperto le gambe e la panetra senza alcun ritegno, si accorge di essere nuda, sdraiata sulla schiena, sobbalza ad ogni affondo, il piacere si impossessa di lei e comincia ad ansimare. Il suo amante è robusto e la sta scopando con foga, le mette le mani lungo i fianchi facendole scorrere fino ad arrivare ai suoi seni, comincia a giocare con i capezzoli, la ragazza ha le mani appoggiate sulle braccia di lui, il suo ventre si alza e abbassa ogni volta che lui esce da lei, lo incita con parole soffocate dal suo ansimare, un nuovo orgasmo la squote, inerme si abbandona al piacere. Si guarda intorno non vede più Karen ma ci sono altre donne, alcune sulla cinquantina, tutte prese in un sesso senza controllo, ci sono molti uomini intorno al grande letto, si masturbano e si danno il cambio con quelli che sono sulle donne. Uno si avventa su Vanessa la fa girare sul fianco e le entra da dietro, si gode il suo culo, un’altro si avvicina ai due, si sdraia difronte alla giovane e guardandola negli occhi la bacia appassionatamente infilandole tutta la lingua possibile in bocca, lei ricambia ormai la sua mente è disconnessa, non ragiona più. Chi le sta davanti si fa strada tra le sue coscie e la penetra, com’era successo prima ora sono due a godersi la ragazza che, incapace di intendere e di volere si abbandona completamente ai due, un terzo si avvicina masturbandosi, arriva a pochi centimetri dalla faccia di lei e viene inondandole il viso di sborra. La cosa succede anche a Miriam e alle altre donne, è un’orgia in piena regola in cui le donne si lasciano preda di chiunque, in sottofondo quel continuo salmodiare che incita alla lussuria. La notte passa, non si contano gli orgasmi e i cambi di partner, Vanessa è sfinita, non le è stato dato un momento di tregua, come poteva essere, una bella come lei, desiderata da tutti, un fisico perfetto ed un viso in grado di sedurre chiunque al minimo accenno di sorriso. Ormai mattina si addormenta accanto all’amica e ad altre tre donne, in fondo vede Karen anche lei esausta ed addormentata. Un sonno profondo l’accompagna per l’intera giornata, si sveglia che sono già le sette di sera, si alza, cerca i suoi vestiti, è rimasta sola con Karen, non li trova, apre un porta in fondo alla sala e vede che c’è un bagno attrezzato di ogni confort, doccia, vasca idromassaggio, lettino per i massaggi, tutto, apre un’altra porta vicina, all’interno un corridoio, entra, ci sono due porte le apre entrambe, sono delle camere da letto, armadio, letto matrimoniale, burò, tv, impianto stereo, apre l’armadio, al suo interno un completo di intimo nero di pizzo, una minigonna in pelle nera , una camicia bianca di quelle che si annodano sopra l’ombelico, un paio di calze a rete autoreggenti ed un paio di scarpe col tacco di vernice rossa. Finita l’ispezione torna nel salone e trova Karen sveglia, le due si salutano e insieme cercano la porta per uscire , trovata ma è chiusa, accanto all’ingresso un tavolo apparecchiato con ogni cibaria possibile.
V - tanto vale mangiare qualcosa, io non resisto dalla fame, poi troveremo un’altra uscita -
K - mangiamo, hai ragione, ma non penso che ci lasceranno andare subito, penso che quello che ci hanno fatto passare debba ripetersi ancoa fino a quando saranno stufi -
V - come ancora! Quel bastardo di Marco mi ha fregata ancora, adesso mi ha anche rapita -
K - ci ha rapite! E fregate tutte e due -
V - come, anche tu? -
K - si anch’io ricattata e costretta stare al loro gioco -
V - loro? -
K - come non l’hai capito, c’entra anche Miriam, fin dall’inizio, c’era anche lei questa notte -
Vanessa riordina i ricordi, si, c’era anche quella stronza che fino a qualche minuto prima credeva essere sua amica e che ora vede come la peggior carogna, è in trappola assieme alla compagna di scuola, no sa nemmeno che ora sia, i suoi genitori saranno disperati. Una voce riecheggia nella stanza, è quella del padre di Marco...
I giorni passano, le famiglie delle due si disperano, hanno denunciato la loro scomparsa, fatto appelli ai notiziari, niente, delle giovani nessuna traccia. In città ospite degli zii arriva Giulia, cugina e coetanea di Vanessa, decisa a far luce sulla scomparsa della sua congiunta ed amica, infatti le due si messaggiavano quotidianamente, aveva intuito che qualcosa non andava con un compagno di scuola ma non era riuscita a saperne di più. Giulia assomiglia molto a Vanessa, capelli lunghi di un bel bruno scuro, un fisico asciutto ma ben proporzionato come quello della cugina, un culetto sodo, un viso d’angelo su cui sono incastonati due occhi verdi, in poche parole bellissima.
CONTINUA...
Vi prego inviatemi le vostre critiche ed i vostri suggerimenti, date sfogo alla vostra fantasia ed insieme troviamo un seguito. Per contatti [email protected]
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