Il viaggio in treno era stato molto lungo, ma per fortuna mancava poco alla stazione di Mantova. Moltissime ore dal suo paesino sperduto a 50km da Bucarest fino all'Italia.
Ania non sapeva cosa aspettarsi, pochi giorni prima l'aveva chiamata il sig. Giancarlo per dirle che la madre si era sentita male e che ora era in ospedale.
Nulla di grave assolutamente, solo dei calcoli renali, i medici avevano detto che erano da operare, non si potevano frantumare al laser. La madre, tutto sommato, sarebbe stata inabile per un mese circa.
Sarebbe venuto a prenderla Il signor Giancarlo, che lei non aveva mai conosciuto, era il datore di lavoro della madre, che faceva la colf presso di lui. La madre gliel'aveva sempre descritto come un grande uomo ormai sulla cinquantina, per quanto ricordava Ania, proprietario di una grande carrozzeria, aveva perso la moglie più di 20 anni prima. La madre di Ania aveva cominciato a lavorare per lui moltissimi anni fa, l'aveva addirittura assunta la moglie del sig. Giancarlo! La giovane ragazza era preoccupata per la madre, non era giovanissima, aveva quasi sessanta anni ormai, era sempre stata una donna forte... Aveva avuto Ania a più di 40 anni per caso, non era mai riuscita ad avere figli nella sua vita e era convinta di non poterne avere.
Ania non aveva mai conosciuto suo padre, la madre ha detto che si era trattato di un rapporto occasionale e non avrebbe nemmeno saputo come rintracciarlo. Non aveva sentito la mancanza di una figura paterna, aveva sempre vissuto nella sua città natale mentre sua madre rimaneva in Italia per lavoro, tornando un mese ogni anno. L’avevano sempre accudita gli zii materni che non le avevano fatto mai mancare nulla, visto il contributo che la madre inviava puntualmente ogni mese, e aveva anche avuto la possibilità di studiare e si era diplomata con ottimi risultati.
E ora questo fulmine a ciel sereno che le aveva scombinato i piani estivi. Avrebbe dovuto girovagare per l’Europa per tutta l’estate, come premio per il diploma, e invece si ritrovava con mamma in ospedale e il dovere di sostituirla durante la convalescenza a casa del Sig. Giancarlo.
Arrivata in stazione, non faticò a riconoscere il Sig. Giancarlo, come descritto da mamma, era un grande uomo, alto sicuramente più di 1.90 e con spalle e braccia fuori dalla norma. Anche lui l’aveva riconosciuta e avvicinandola le aveva sorriso. Dopo averla aiutata con le valigie l’aveva subito accompagnata in ospedale dalla madre dicendole che sarebbe venuto a riprenderla alla fine dell’orario di visita. La madre stava bene, anzi Ania avrebbe detto benissimo visto che la sua principale preoccupazione erano i lavori rimasti indietro e il fatto che il Sig. Giancarlo non era capace di cucinare. Ania rassicurò la madre che si sarebbe occupata di tutto lei e che avrebbe dovuto pensare solo a riposarsi e a guarire. Puntuale il sig. Giancarlo l’aspettava nel parcheggio dell’ospedale per riportarla a casa, la madre viveva in un mini appartamento incluso nella villetta principale, ma con la possibilità di accedere anche da un ingresso secondario. Ania si sarebbe invece sistemata in una stanza degli ospiti. Dopo essersi fatta una doccia e aver sistemato le valigie si era quasi fatta ora di cena e, ricordando quanto aveva affermato la madre, Ania si recò direttamente in cucina. La madre e la zia le avevano insegnato fin da piccola come governare una casa, pulire, lavare, stirare e cucinare. Dopo aver passato un po’ di tempo a osservare la disposizione della cucina, nonostante un po’ di disordine dovuto agli ultimi giorni, Ania riconobbe l’organizzazione della madre e si mise subito all’opera per la cena. Visto quello che aveva trovato in dispensa decise di preparare uno dei piatti che le riuscivano meglio, il Sarmale, involtini di foglie di verza ripieni di carne, verdure e riso. Nonostante qualche difficoltà logistica dovuta alla nuova casa e alla nuova cucina Ania riuscì a preparare un ottimo Sarmale e dopo aver apparecchiato la tavola chiamò il Sig. Giancarlo per la cena.
Dopo aver cenato velocemente in cucina Ania si era messa subito a sistemare tutto, era stanca e voleva andare a dormire ma prima il Sig. Giancarlo voleva parlarle. L’aveva fatta accomodare sul divano e le aveva spiegato velocemente di cosa si sarebbe dovuta occupare durante la sua permanenza e le aveva anche detto che se voleva dopo cena poteva uscire e la domenica sarebbe stata libera.
Ritiratasi finalmente nella sua stanza faceva però fatica ad addormentarsi. Il Sig Giancarlo le aveva fatto una buona impressione, le sembrava una persona seria ma molto sola, non aveva figli e non aveva famiglia, solo il lavoro. Certo, osservando la villa in cui viveva, poteva immaginare che fosse molto benestante ma non capiva il senso di avere tutte quelle belle cose e non condividerle con nessuno, in pratica l’unica “famiglia” che aveva era sua madre, sempre presente per badare a lui e alla casa.
Al mattino Ania si svegliava di buon ora e cominciava con i suoi doveri, dopo aver preparato la colazione cominciava a rassettare, pulire, lavare e stirare. Il padrone di casa rientrava solo alla sera dopo le 18.00 quindi durante il giorno Ania, oltre a fare i lavori domestici, si poteva concedere qualche momento di riposo e di svago. Ogni sera veniva accompagnata a trovare la madre che, dopo l’operazione, stava molto meglio ma sarebbe dovuta rimanere in clinica per evitare complicazioni.
I giorni passavano veloci e Ania ormai aveva preso il ritmo lavorativo. Il Sig. Giancarlo sembrava soddisfatto e non aveva mai avuto nulla da ridire, anzi, un paio di volte le aveva fatto i complimenti per la cena. Ania si era anche accorta che ogni tanto il Sig. Giancarlo la osservava un po’ più intensamente del normale, le guardava le gambe e il sedere. Ania non ci trovava nulla di sbagliato, era normale essere attratti da una ragazzina di 18 anni, soprattutto se per tutti quegli anni non aveva avuta nessun’altra compagnia femminile. Col passare del tempo Ania si accorse che non le dispiaceva affatto che il sig. Giancarlo la guardasse... Anzi era molto compiaciuta.... Non capiva perché ma si sentiva bene....
Quasi due settimane dopo essere arrivata Ania si decise a rassettare e sistemare camera di sua madre. Non era mai entrata, ma non poteva restare chiusa per tutto quel tempo. Senza badarci, mentre sistemava e riordinava apri l'armadio e, come si aspettava, trovo tutto in perfetto ordine, anta destra tempo libero, anta sinistra lavoro... Oh mio dio! Ania era senza parole.... Lo spazio dell'armadio riservato agli abiti per il lavoro era si piena di completi da cameriera... Ma sinceramente quelli che Ania aveva trovato erano più adatti a scene a luci rosse...
La giovane ebbe un'illuminazione.... Ma da quanto? Ma da quanto sua madre e il sig. Giancarlo erano amanti? E... Oh mio dio... Da quanto sua madre girava per casa così??!! Ania era bagnata... Non ci poteva credere... Chiuse tutto, rimise ogni cosa dov'era e scappo via dalla camera di sua madre... Non avrebbe dovuto entrare, sua madre sarebbe rientrata fra due settimane e lei se ne sarebbe andata.... Ma mentre si sforzava di pensarci... La sua mi micina era bollente... Cerco di distrarsi continuando i lavori di casa, impegnandosi anche più del solito... Ma la mente tornava sempre a quell'anta dell'armadio.... Arrivo la sera e dopo la visita alla madre in ospedale, dove Ania si sforzò di non far trapelare la sua scoperta e le mille domande che le passavano per la testa, la giovane ragazza si ritrovò nuovamente sola con il Sig. Giancarlo e nuovamente senti su di lei i suoi sguardi... E inconsciamente lo lasciò fare, anzi cercò di indugiare in quelle che immaginava essere pose "interessanti". Ania era accaldata e adducendo stanchezza si ritirò nella sua camera per cercare di calmarsi.
Cosa le prendeva? Era decisamente eccitata ma non avrebbe dovuto comportarsi così!! Certo, aver scoperto che sua madre e il Sig. Giancarlo probabilmente erano amanti l’aveva un po’ scombussolata ma da questo a lasciarsi andare ad atteggiamenti provocanti ne passa… Sicuramente entrambi erano adulti e vaccinati e non stava a lei giudicare… ma i completini da cameriera sexy di sua madre l’avevano contemporaneamente turbata ma anche stimolata…
Sola nella sua stanza Ania chiuse gli occhi e lasciò vagare la mente, i suoi pensieri la portarono ad immaginarsi invisibile spiona di una tipica giornata di sua madre… se la stava immaginando vestita con uno di quei completini sexy, tacco a spillo, calze a rete, vestitino nero con gonna decisamente troppo corta e davantino bianco ricamato. Ovviamente i suoi pensieri saltarono al rientro a casa del Sig. Giancarlo che si faceva servire la cena a tavola ammirando silenziosamente sua madre… a fine cena, senza molte parole Giancarlo aveva raggiunto la madre in cucina e immediatamente l’aveva presa da dietro mentre caricava la lavastoviglie… senza neanche spogliarsi, solo estraendo il suo membro eretto dalla patta dei pantaloni. Nel suo “ruolo” di spettatrice invisibile Ania era enormemente eccitata e, nel suo letto, come nella sua immaginazione, la ragazza prese a strofinarsi e penetrarsi per godere di quanto la sua mente stava scaturendo, immaginare sua madre presa da Giancarlo la stava eccitando oltremisura, sentiva l’orgasmo montare dentro di lei prorompente e immaginò la protagonista della sua fantasia girarsi verso Giancarlo, mentre veniva presa da dietro, ed invece di avere il volto di sua madre era lei stessa ad essere presa con foga! L’orgasmo la sopraffece immediatamente e fatico moltissimo a non urlare il suo piacere, mordendo le lenzuola. Sconquassata dall’intensissimo orgasmo Ania si lasciò vincere dalla stanchezza e precipitò in un sonno agitato da strani sogni e fantasie.
I giorni successivi alla scoperta passarono in fretta tra mille lavori da fare, Ania cercava di tenere occupata la mente per non pensare a quanto aveva scoperto, ma dopo qualche giorno si accorse che inconsciamente si stava comportando in maniera diversa da prima. Gradualmente e senza accorgersene aveva smesso di indossare pantaloni della tuta per lavorare, cercava di essere più presentabile, leggings, denim stretch, vestitini… ripensando a posteriori si era accorta che anche con il Sig. Giancarlo si comportava diversamente. Lei era molto più attenta ai particolari, cercava di prevenire i suoi bisogni e le sue richieste, sembrava quasi che “capiti i gusti” del suo datore di lavoro lei si stesse sforzando di soddisfarli al meglio possibile. Anche il Sig. Giancarlo se ne accorse e dopo una settimana, una sera dopo cena, si soffermò a parlare con la ragazza. Era molto soddisfatto dal suo operato che “quasi” non sentiva la mancanza della madre (quel quasi fece arrossire immediatamente Ania). Durante questo momento di confidenza il Sig. Giancarlo consegnò ad Ania una piccola busta dicendole che quello era un piccolo extra per lei, visto che l’infortunio della madre le aveva impedito di girare l’Europa come aveva programmato, almeno avrebbe potuto riprogrammare il viaggio in futuro.
Ania, dopo aver rassettato e sistemato, si ritirò in camera sua per riposarsi e incuriosita aprì la busta. Con enorme stupore trovò al suo interno 10 banconote da 500€ e quasi si sentì male per la felictà! Sarebbe riuscita ad andare a fare il suo viaggio, nonostante tutto! Arrivato il momento di dormire Ania sgattaiolò verso il bagno per prepararsi alla notte. Camminando per il corridoio vide però la luce della camera di sua madre accesa e la porta leggermente scostata, non credeva di essersela dimenticata accesa, come niente fosse si avvicinò alla camera per spegnere la luce ma si immobilizzò quando sentì dei rumori all’interno. Ascoltando attentamente, da dietro lo stipite della porta, sentì chiaramente un respiro affannoso e dei mormorii provenire dall’interno della stanza. Delicatamente e prudentemente cercò di sbirciare dentro la stanza illuminata e non si stupì affatto per quello che vide. Se lo aspettava. Il Sig. Giancarlo era seduto sulla poltrona nella camera di sua madre con i pantaloni abbassati alle caviglie e si stava masturbando ad occhi chiusi tenendo il suo membro avvolto fra quelli che sembravano dei collant neri. Ania non riusciva a muoversi, non riusciva a distogliere lo sguardo, anche se avrebbe dovuto! Il Sig. Giancarlo aveva un pene ENORME! Certo lui era un omone ma mai si sarebbe aspettata una cosa del genere… sentì una fitta di piacere fra le gambe e si accorse di essere completamente bagnata, dalla stanza i rumori si stavano facendo più insistenti e con un ultima sbirciata, prima di correre silenziosamente in bagno, Ania vide il pene livido sussultare e poi schizzare una copiosa quantità di liquido sul pavimento e fra i collant della madre.
Con la porta del bagno ben chiusa alle sue spalle Ania si tolse immediatamente la vestaglia e senza poter resistere un secondo di più, si dedicò al suo corpo voglioso, i capezzoli erano ritti e turgidi, tanto che le facevano quasi male, il suo piccolo clitoride era completamente esposto e pulsava… non appena la sua mano si avvicinò all’inguine il sollievo arrivò immediato e liberò la sua tensione venendo silenziosamente più di una volta
Era Sabato e finalmente, la settimana successiva, la madre sarebbe stata dimessa, come di consueto Ania e il Sig. Giancarlo al mattino si recarono in ospedale assieme per farle visita. Quando arrivarono a trovarla però nella stanza era ancora presente il Dottore che, anziché farli aspettare fuori li fece entrare entrambi e comunicò loro che Irina sarebbe dovuta rimanere ricoverata per almeno altri 15/20 giorni perchè il decorso post-operatorio non era andato liscio come previsto e preferivano tenerla in osservazione ancora per un po’. La madre era abbastanza abbacchiata ed Ania cercò di risollevarle il morale, almeno avevano l’occasione per stare ancora del tempo assieme. Finito l’orario di visita Il Sig. Giancarlo riportò entrambi a casa e si accorse che la persona che stava soffrendo maggiormente per questo “ritardo” era sicuramente lui, si era chiuso in un silenzio pensieroso che faceva star male la ragazza. Per tutto il sabato rimase chiuso nel suo silenzio e dopo cena andò direttamente in camera sua senza soffermarsi a guardare la televisione in salotto.
Ania invece passò la serata a disfare le valigie che aveva cominciato ad imbastire, non aveva senso tenere i vestiti li dentro per i prossimi 20 giorni. Pensando al Sig. Giancarlo si scoprì triste per la sua reazione di prima, sicuramente sentiva molto la mancanza della madre, molto più di quanto la ragazza avesse immaginato! Presa da una strana compassione si decise a fare qualcosa per alleviare il dispiacere e prima di andare a dormire organizzò il suo piano per l’indomani.
Domenica, giornata di riposo ma non troppo per Ania, visto che si era decisa ad “aiutare” il sig. Giancarlo. Senza farsi notare si era recata alla stazione dei Bus per prendere la corriera fino al centro di Mantova, non voleva farsi vedere al paesino e soprattutto dubitava che sarebbe riuscita a trovare li quello che cercava. Si era documentata su internet la sera prima e, senza tentennamenti, non appena arrivata in città, si diresse verso il più famoso dei sexy shop. Uscita dopo circa un'ora con due sacchettoni anonimi e con un po' meno soldi rispetto alla sera prima si diresse dritta alla fermata della corriera e poi subito a casa. Come ogni domenica il Sig. Giancarlo era andato a camminare in montagna e sarebbe rientrato per cena. Aveva tutto il tempo. Dopo essersi fatta una doccia Ania ebbe un attacco di panico, mille dubbi l'assalirono ora che l'adrenalina era scemata e non riusciva a decidersi. Pero si fece forza e dopo diversi tentativi davanti allo specchio finalmente prese la decisione definitiva.
Erano ormai le 19 e Ania senti dalla sua camera il sig. Giancarlo rincasare. Lo avvisò che, nonostante fosse domenica, aveva preparato la cena perché era rimasta a casa tutto il pomeriggio e lui di rimando la ringraziò e le confermò che sarebbe stato pronto per cena dopo la doccia. Una volta sentita l'acqua della doccia scorrere finalmente uscì dalla camera con il cuore che le batteva a mille e si diresse silenziosa in cucina. Era pervasa da un misto di paura, vergogna ed eccitazione e non sapeva cosa fare se non continuare con quanto aveva iniziato!! La tavola era apparecchiata, tutto era pronto e finalmente il Sig. Giancarlo arrivò e si sedette a tavola.
Ania raccolse le forze, fece un lungo respiro e con la teglia di arrosto fra le mani uscì dalla cucina per entrare in sala pranzo. La giovane non poteva sapere cosa stava passando per la testa dell'uomo seduto a tavola quando la vide, ma sicuramente poteva immaginarlo. Indossava un perfetto completino da cameriera, come quelli che aveva visto nell'armadio di sua madre, vestitino nero con le maniche corte e la schiena scoperta, cortissimo sulle gambe, lasciando intravedere il bordo ricamato delle autoreggenti nere, un davantino bianco di pizzo, capelli raccolti e un paio di décolleté nere con un tacco vertiginoso. La ragazza, nonostante dentro di se fosse sull'orlo dello svenimento per la situazione, cerco di comportarsi il più normalmente possibile e nonostante la voce un po' tremante fece conversazione. Il Sig. Giancarlo, forse, era ancora più bloccato di lei e quasi si gettò sul cibo senza proferire parola se non un grazie titubante.
Dopo aver servito il sig. Giancarlo come al solito lo lascio cenare da solo e si spostò in cucina. Era in panico, non sapeva cosa le era passato per la testa, conciarsi a quel modo, ne sarebbe venuto fuori un guaio! Nonostante questo, il suo tanga di pizzo nero era completamente bagnato e mentre pensava a questo ebbe un sussulto quando il Sig.Giancarlo la chiamò chiedendole dell'altro vino. Nuovamente si fece forza e torno in sala e versò dell'altro vino, questa volta però, per tutto il tempo che rimase in sala, si sentì i suoi occhi addosso. Di nuovo al sicuro in cucina Ania sospirò rendendosi conto che era tutta un fremito, i capezzoli duri come spilli si vedevano attraverso il davantino, ovvio visto che il vestito aveva la schiena scoperta non aveva messo il reggiseno! Non aveva pensato che si sarebbe eccita a quel punto.
"Ania, ho finito, mentre vieni per sparecchiare mi porti anche un amaro per favore?"
"Arrivo subito Sig. Giancarlo" e senza pensarci due volte torno in sala e subito vide i suoi occhi cadere sul suo piccolo seno compresso dietro il vestito e sui capezzoli ancora evidentissimi. Verso il bicchiere d'amaro e cominciò a sparecchiare mentre Il padrone di casa si spostava in salotto per guardare il telegiornale delle 20.
Stava ancora sistemando quando si sentì chiamare nuovamente, fece un sobbalzo ma più che per la paura per il sollievo, infatti sperava...anzi no, voleva essere guardata da lui nuovamente. Arrivata in salotto non poté non notare, ora che non era coperta dal tavolo, la prepotente erezione che si nascondeva sotto i pantaloni del sig. Giancarlo.
"Ania, come mai non indossi i soliti vestiti oggi? Questi vanno benissimo non fraintendermi però..."
Per la prima volta lo vedeva imbarazzato, sempre molto schietto, niente giri di parole però non a suo agio... Anche se non se ne rendeva conto Ania si era già preparata la risposta inconsciamente e gli disse che rassettando casa un giorno aveva sistemato camera della madre e aveva scoperto che indossava quel tipo di abiti mentre lavorava e che aveva pensato che avrebbe dovuto anche lei e così si era recata in città per comprare alcune "divise" da indossare mentre era in servizio. Certo letta così non faceva un piega... Peccato per il contesto, pensava la ragazza mentre lo diceva tutto d'un fiato. Il sig. Giancarlo le disse che era libera di mettersi quello che voleva, andava benissimo anche quello che indossava prima e, dopo averla salutata, disse che andava in camera perché era stanco della camminata.
Ania era tutta un fuoco dentro e fuori, probabilmente lo si vedeva chiaramente che era arrossata! Cercò di distrarsi finendo di sistemare e pulire in cucina, ma l'eccitazione non passava, doveva assolutamente andare in camera per regalarsi un orgasmo come si deve. Mentre pensava questo si stava già dirigendo verso la sua stanza e, prima di passare davanti alle stanza del padrone di casa, si sfilò le scarpe e si incamminò in punta di piedi per non fare rumore... Ma, a volte, il fato è tentatore... E così Ania si accorse avvicinandosi che la luce della camera del sig. Giancarlo era ancora accesa e, incuriosita ed eccitata, si avvicinò al buco della serratura, non si vedeva moltissimo ma dai rumori che si sentivano capì che qualcuno là dentro si stava masturbando con molta foga!! Non poteva resistere oltre, cercando di non fare rumore corse in camera sua dove ancora vestita com'era si gettò sul letto e in pochissimi secondi venne colta da un orgasmo così intenso che si addormentò dopo pochi minuti completamente in estasi!
La mattina dopo, per fortuna che era molto organizzata, si era puntata la sveglia prima per prepararsi, indossando un altro dei completi che aveva acquistato. Questo era veramente oltre il limite. Era composto da un miniabito nero stretch completamente trasparente, indossato senza intimo, copriva le parti hot con un davantino di pizzo bianco, ma lasciava, ad esempio, totalmente alla mercé degli sguardi il sedere, coperto si dal tessuto ma chiaramente visibile. Il tutto completato da calze e tacchi del giorno precedente. Ancora prima di riuscire a pensare a cosa stava facendo si ritrovò in cucina intenta a preparare la colazione e dopo pochi minuti arrivò anche il padrone di casa. Senti i suoi sguardi soffermarsi sul suo sedere seminudo.
"Buon Lunedì Sig. Giancarlo, il caffè è pronto" disse Ania girandosi. Nonostante potesse aspettarselo rimase felicemente stupita nel vedere nuovamente un erezione sotto i pantaloni da officina. Dopo una colazione abbastanza silenziosa Giancarlo si diresse a lavoro e Ania cominciò la sua routine fatta di pulizie, aspirapolvere e stiro.
La giornata passò velocemente per Ania, sempre pervasa da una eccitazione latente che le faceva sentire costantemente quella sensazione di umido fra le cosce, soprattutto perché era sprovvista delle mutandine! Inutile dire che dopo aver terminato i doveri, avendo finito in anticipo rispetto al puntualissimo rientro del Sig. Giancarlo, Ania, comandata più dal desiderio che dalla ragione, decise di andare in camera per concedersi un momento di passione. Sicura di essere sola si buttò sul letto e lentamente, chiudendo gli occhi, comincio a sfiorarsi, mentre immaginava l'inimmaginabile... Pensava al sig. Giancarlo che la prendeva con foga, con le sue braccia possenti strette attorno a lei e il suo pene pulsante che le entrava nella micina dilatandola all'inverosimile. La ragazza era completamente assorta nella sua fantasia che non si accorse del rientro a casa anticipato del Padrone di casa.
Giancarlo non era riuscito assolutamente a concentrarsi a lavoro, e, nonostante avesse provato a distrarsi con i lavori più fisici dell'officina, non era riuscito a cavare un ragno dal buco, anzi, aveva anche commesso degli errori. Così, per la prima volta da anni, aveva deciso di rientrare prima da lavoro. Anche se la motivazione della sua distrazione risiedeva in quella stupenda ragazzina che stava vivendo a casa sua e che avrebbe dovuto passare solo qualche settimana da lui per sostituire la madre durante la convalescenza e che ora invece lo stava stregando!
Arrivato a casa non trovo nessuno, e pensando che Ania stesse riposando, si diresse silenzioso verso camera sua per farsi una doccia e cambiarsi. Arrivato in camera però senti degli inconfondibili rumori provenire dal fondo del corridoio. Nonostante sapesse che non doveva andare a vedere lo fece, la scena che gli si presentò era da infarto(soprattutto per un uomo della sua età!). La porta era aperta a metà e lasciava vedere chiaramente La ragazza distesa sul suo letto, con ancora addosso quello che le aveva visto al mattino, le scarpe ai piedi del letto, le gambe oscenamente divaricate, una mano strofinava velocemente i clitoride e con l'altra invece si stava penetrando con foga. Giancarlo era veramente a bocca aperta, mai nella vita si era trovato in una situazione del genere! L'istinto però prevalse e, senza neanche accorgersene, si ritrovò con il membro eretto fuori dalla patta dei pantaloni e cominciò a segarsi senza neanche pensarci. Il tempo sembro fermarsi per entrambi, sarebbe bastato che Ania aprisse gli occhi per assistere ad una scena surreale, ma non avvenne. Giancarlo, come un animale in calore, dopo pochi minuti venne copiosamente schizzando sul pavimento e sporcandosi tutto e, mentre godeva silenziosamente, anche la ragazza ebbe un orgasmo intenso, che non si preoccupò di nascondere, visto che credeva di essere sola in casa. Giancarlo rinfoderò il suo bell’arnese ancora duro nonostante la goduta e si diresse, nuovamente silenzioso, verso l’ingresso della casa, i suoi fruscii coperti dai respiri affannosi e profondi di Ania ancora distesa ad occhi chiusi sul suo letto.
Arrivato alla porta di casa il Sig. Giancarlo la apri e richiuse con forza per farsi sentire, e ad alta voce annunciò il suo rientro a casa, comunque in anticipo. La ragazza si rimise a sedere di soprassalto, al momento non era assolutamente presentabile, raccolse le scarpe e corse a piedi nudi verso il bagno per sistemarsi. Uscendo dalla porta quasi cadde scivolando su qualcosa di viscido ma non ci fece caso al momento.
“Sig. Giancarlo non credevo sarebbe tornato così presto, sono in bagno, arrivo subito!” disse urlando per farsi sentire.
In bagno finalmente si diede una sistemata lavandosi e profumandosi, si sentiva permeata dall’odore della sua eccitazione. Una volta pronta usci dal bagno, ancora vestita come al mattino, per recarsi in cucina e cominciare ad imbastire la cena. Il suo piede nelle scarpe era ancora umido per quello che aveva calpestato precedentemente e non riusciva a capire cosa poteva essere fino a che, quasi distrattamente, passando davanti alla sua stanza, notò delle macchie scure, di grasso sembravano, sul muro vicino alla porta. Avvicinandosi sembravano proprio l’impronta di una mano, come se qualcuno si fosse appoggiato alla porta per guardare dentro…
Ania venne come colpita da un fulmine quando mise assieme i pezzi e capì quello che era successo…..
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