Argia, la moglie adorata di Mario, seminuda come stava,
quasi sempre in casa; si avvicinò al marito:
“Mi sento un po’ giù, ho bisogno di qualcosa che mi scuota…”
“Mi dispiace, posso aiutarti?”
“Si! Si! Promettimi che lo farai!”
“Si” disse Mario che non era capace di negare nulla a sua
moglie.
“Da quando siamo sposati non ho fatto altro che metterti le
corna, mi faccio sbattere da chiunque cerchi di
rimorchiarmi, tu non vedi nulla, non capisci nulla, quando
mi scopano vengo, ma non è più come una volta…”
Mario trasalì, aveva sospettato delle infedeltà di sua
moglie, ma aveva sempre rimandato ogni spiegazione, perché
non voleva perdere Argia.
“Voglio che tu faccia due cose, che tu mi aiuti con quel
Coso -indicando il computer- lì si possono trovare degli
uomini con grossi cazzi, disposti a sbattermi per bene, Poi
voglio che tu riprenda tutto con la tua telecamera”
Mario si avvicinò al computer e Argia lo seguì.
Cercando nei siti di incontri, trovarono l’annuncio di un
gruppo di tre giovanotti, prestanti e muscolosi, anche se
non sembravano dei distinti gentiluomini.
Quel gruppetto piacque ad Argia, e il marito scrisse un
messaggio di risposta.
Argia che cominciava ad eccitarsi suggerì:
“Scrivi che sono una grande zoccola… Che faccio qualsiasi
cosa… Mettici anche una mia foto, nuda, a gambe aperte…”
Poco dopo, ricevettero un altro messaggio che chiedeva se
potevano ospitare.
Argia disse:
“Si! S! Qualunque cosa!”
Si accordarono per il pomeriggio e la notte del fine settimana.
Il sabato successivo, quando era quasi ora che gli ospiti
arrivassero, Argia entrò nel salone, scarpe nere con il
tacco altissimo, un body a rete, un trucco estremamente
pesante, fece osservare al marito che il body lasciava la
fica nuda, e disse:
"Sembro o no quella troia che sono? Tu riprendi tutto, mi
raccomando"
Il citofono squillò, e lei si precipitò a rispondere.
Argia prese a far oscillare il seno abbondante e afferrata la
mano del più grosso degli ospiti, se la portò tra le cosce e
disse:
"Senti quanto sono bagnata"
Mise una mano sulla patta dei pantaloni dell'uomo e l'altra
su quella di un altro ragazzo, e disse:
"Su, fatemi vedere i vostri cazzi"
Gli uomini presero a palpare freneticamente il corpo di
Argia, soffermandosi in particolare sui capezzoli eretti
Quando i tre furono nudi, la donna si inginocchiò e disse:
"Voglio sentire il sapore dei vostri cazzi"
e prese a succhiarli passando da uno all'altro.
Intanto il marito si spostava con la sua telecamera per
riprendere meglio la scena.
La parte più lunga della serata fu quando Argia fu gettata
dai tre sul tappeto e presero ad alternarsi nelle sua
bocca e nella sua fica.
Sentiva una cappella gonfia penetrarle fino alla gola, mentre
un altro membro le scivolava nella fica fradicia, e lei
masturbava il cazzo rimasto libero.
Suchiava, leccava, emetteva gemiti soffocati, mentre con la
mano rimasta libera, si sfregava la clitoride gonfia.
Per due volte il suo corpo fu scosso da un fremito che
terminò in spruzzi di liquido caldo.
Sentendo che l'uomo il pene che aveva in bocca stava per
eiaculare, moltiplicò il lavoro di lingua e il risucchio,
finché la sua cavità orale fu riempita dal liquido cremoso.
Argia lo ingoiò con grande soddisfazione, poi gli altri due le
sborrarono sul viso e sulle tette.
Chiese al marito di riprenderla per bene mentre si spalmava
lo sperma su tutto il corpo.
Di nuovo uno dei ragazzi le fece cenno di prenderlo in bocca
e, sotto l’esperto lavorìo della lingua e del risucchio,
non riuscì a resistere e riversò nella bocca della donna una
altra notevole quantità di sperma.
Argia si avvicinò all'obiettivo della telecamera con la
bocca aperta per far vedere la sborra che aveva nella cavità
orale e sulla lingua.
Poi, senza nessun riguardo, i tre la presero e gettarono su una poltrona con il sedere in aria.
Argia comprese che
volevano farle e prese a dimenare il culo.
Mentre il più giovane del gruppo si stava portando dietro di
lei, cercò con lo sguardo quello col cazzo più grosso.
Dopo aver fatto cenno al giovane di spostarsi,disse all’altro:
Dai, inculami tu!"
L'uomo si pose dietro di lei e con un colpo deciso la
Penetrò.
Sentendo Argia lanciare un gridò di dolore l'uomo
si fermò, ma lei:
"Continua, più forte che puoi, che così mi piace".
Sotto i colpi possenti dell'uomo lo sfintere della donna
cedette e lei si abbandonò totalmente.
Dopo aver eiaculato l'uomo si ritirò e lei disse al marito:
"Mario, fai vedere bene che culo mi ha fatto!"
Poi chiamò l'uomo che l'aveva inculata:
"Vieni che ti ripulisco"
Contemporaneamente, prese a masturbare il ragazzo che prima aveva
respinto e quando lo sperma le colò sulle dita, lo succhiò
e, per il momento sembrò calmarsi.
Gli uomini, ormai stanchi, chiesero dove fosse il cesso,
Argia indicò se stessa, e i tre uomini non se lo fecero
ripeter e due volte, la gettarono sul pavimento e svuotarono
su di lei le loro vesciche.
La donna, sotto quei getti caldi, rideva in maniera
demente.
Quando i tre si furono rivestiti e stavano per infilare la
porta lei disse:
“Quando volete farvi una scopata venite da me… portate anche
qualcun altro”
Dopo che i tre se ne furono andati, Argia disse:
“Riprendimi bene, così insudiciata… Soprattutto la faccia e
poi metti tutto il filmato in rete… Così tutti sapranno come
sono porca… Voglio che anche tu faccia vedere il tuo viso”
Quando Mario mostrò il filmato ad Argia, che, lanciò grida di gioia, abbracciò il marito e gli disse:
“Bravo Mario, se non avessi te…
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