Aspetto il suo ritorno.

  • Scritto da baxi il 13/10/2023 - 16:28
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Mi chiamo Giuseppe, ho 35 anni e sono un uomo abbastanza normale, di aspetto non tanto bello. Sono in sovrappeso, con un principio di calvizie ed una bella pancetta prominente. Sono sposato da 10 anni con Valeria, una bella donna, mia coetanea, di gradevole aspetto. Non è una bellezza sconvolgente, si direbbe una come tante che sicuramente passa inosservata tra la gente, anche se per me è bellissima. Ha capelli neri, un seno non troppo grande e il culo un po’ basso, ma a me piace. Facciamo sesso spesso, anche se io non sono molto dotato, cerco sempre di farla godere e lei mi sembra abbastanza soddisfatta. Alcuni mesi addietro, mi ha raccontato di un operaio che lei incontra spesso per lavoro perché impiegata come segretaria presso un magazzino di ricambi auto e quello ci prova sempre. Accertato che, in fondo le piaceva, son riuscito a convincerla ad uscire con lui stasera. Era molto riluttante, ma alla fine ha accettato solo per farmi contento, anche perché, fino ad oggi, sono l'unico uomo con cui ha fatto sesso. Subito si è sentita incerta e titubante.
«Cosa indosso? Non vorrei apparire troppo casta, ma nemmeno troppo provocante. Oddio, che confusione!»
Con calma e pazienza l’ho aiutata a sceglier l’abito adatto: un bel vestito color salmone, che mette in risalto i suoi capelli neri e, ai piedi, dei sandali non troppo alti, ma molto eleganti. Poi, dopo avermi dato un bacio per riconoscenza, è uscita per raggiungere il luogo dell’appuntamento. Prima di andar via, mi ha chiesto se davvero lo volevo e non fosse il caso di rinunciare.
«Amore, se vuoi, possiamo lasciar perdere tutto. Io con te ci sto bene e, se vuoi, non lo faccio.»
L’ho guardata con tanto amore, ma ho ribadito la mia volontà.
«No. Voglio che tu vada avanti e ti diverti. Dai, vai, e non pensare a me!»
Appena uscita, le emozioni mi hanno sommerso. La gelosia mi ha provocato un forte mal di stomaco, ma, nello stesso tempo, ho avuto un'erezione da cavallo. Il solo pensare che bacerà un altro uomo e, probabilmente, si godrà il suo cazzo dentro di sé, è un tormento dolce e amaro. Intimamente mi chiedo se mai qualcun altro si è sentito così, aspettando che sua moglie tornasse a casa, dopo la prima volta? Mille dubbi e tanti pensieri mi affollano la mente. Cosa mi ha spinto a farle provare questa strana esperienza? La forte erezione che ho avuto, quando, casualmente, mi ha parlato di lui? Era stata una cosa sconvolgente. Per giorni avevo avuto il cazzo durissimo, fino a farmi male e, più li immaginavo insieme, più mi dovevo segare per calmarmi.

Mi distendo sul letto nudo, nella penombra della camera, e mi sego molto lentamente; vengo quando penso a lei che glielo sta succhiando. Il tempo scandito dalla radiosveglia sembra essersi fermato, non passa mai. Alla fine, dopo che sono passate diverse ore, lunghissime, durante le quali mi son sentito quasi male, la sento tornare.
Fingo di dormire, lei entra in camera e va subito in bagno. Mi alzo in assoluto silenzio e la spio dalla porta socchiusa. La vedo seduta sul water, fa la pipì, poi si solleva e si fa il bidet. Se la controlla e si asciuga; io allora torno a letto. Quando si infila sotto le lenzuola, fingo di svegliarmi.
«Amore, ben tornata: com’è andata la serata? Dai, racconta!»
Lei mi guarda e, dopo avermi dato un bacio, mi racconta quella che è stata la sua prima esperienza trasgressiva.
«Mi ha portato in un bar ed abbiamo bevuto un drink, mentre chiacchieravamo. Fra una battuta e l’altra, mi ha invitato a casa sua: vive da solo. Usciti dal bar, mi ha baciato.»
Nel sentire le sue parole ho sentito un groppo alla gola, ma l’ho esortata a continuare il racconto.
«Mentre ci siamo avvicinati alle macchine, dove il parcheggio era più buio, abbiamo continuato a baciarci. La sua lingua ha cercato la mia e ci siamo succhiati a vicenda. Era eccitatissimo! Mi ha palpato il culo e messo una mano sul seno, per toccarmi le tette. Potevo sentire la sua erezione, attraverso i pantaloni, premere contro il suo stomaco: mi è venuta voglia.
«Dai, ti voglio: portami a casa!»
Siamo saliti in auto e, mentre lui guidava, io gli ho afferrato il cazzo da sopra i pantaloni e lo stringevo. Era durissimo ed ho subito avuto l'impressione che fosse più grosso del tuo. Era sparito il disagio e non mi sentivo più nervosa. Arrivati a casa sua, siamo entrati e subito ci siamo spogliati; siamo entrati in camera da letto, dove mi ha disteso e subito si è infilato fra le mie cosce: ha preso a leccarmi ed io ero un lago!
«Che meraviglia! Sei fradicia! Ti voglio gustare tutta!»
Mi ha fatto godere subito e poi si è allungato su di me e l’ho sentito entrare tutto, fino in fondo! Mi ha aperto in due! Lo sentivo duro e largo, che mi dilatava la fica e me la riempiva tutta. Ho goduto subito, all’istante.
«Dai, sì, mi piace! Vengo! Dai, sì, più forte!»
Mi pompava come una furia scatenata. Ho preso a godere in continuazione e lui non sembrava mai sazio. Dopo alcuni orgasmi, si è messo disteso e mi ha fatto salire su di lui.
«Dai, vienimi sopra che ti voglio sentir godere di più!»

Lo sentivo completamente nel ventre! La punta urtava sul fondo ed io ho ripreso a godere sempre di più. Urlavo il mio piacere e lui mi sbatteva sempre più forte; aveva inarcato le gambe e mi sfondava con colpi fortissimi. Le sue mani mi hanno afferrato i seni, me li strizzava forte e, stranamente, quel dolore mi provocava altro godimento: lui ne era felice.
«Godi, puttana! Ti faccio urlare come una cagna. Sei una troia, che voglio sfondare tutta!»
Nel sentirmi dare della troia, ho avuto un ennesimo orgasmo.
«Sì, dai, fammi godere! Hai ragione sono una troia: la tua troia. Fammi godere come una puttana!»
Non avevo più il controllo di me stessa. Ero in preda al piacere più intenso e godevo senza soluzione di continuità. Lui, dopo avermi fatto godere di nuovo, mi ha sistemata di lato e mi ha scopato fortissimo, per poi venirmi dentro. L’ho sentito urlare di piacere e, infine, inondarmi il ventre.
«Adesso, vengo! Senti come te la riempio? Ti sto sborrando dentro, come farei con una puttana di cui non m'importa nulla!»
Un'ondata di calore, mi ha riempito la fica. Lui, dopo, ha ripreso a scoparmi e la mia fica, aperta e slabbrata, non riusciva a contenere il suo seme che debordava ad ogni affondo.»
Nel sentirle dire quelle cose, mi son eccitato ed ho sentito il desiderio di scoparla subito. Senza dir nulla, mi son infilato fra le sue cosce e l’ho posseduta con una sola spinta ben decisa. Lei mi ha guardato sorridendo e poi ha sollevato le gambe per intrecciarle dietro di me. La sbattevo come un pazzo furioso: provavo gelosia ed eccitazione allo stesso tempo e lei mi ha dato il colpo di grazia.
«Dai, mio adorato cornuto, scopami e fammi capire se ti riesce di percepire quanto lui mi abbia slargato la fica! Dai, sborra!»
È stato troppo! Sentirmi apostrofare cornuto mi ha mandato in tilt il cervello e sono venuto all’istante.
«Sì, puttana, ti sborro anch'io: ti sento più che dilatata e ancora piena del suo seme!»
Sfinito e svuotato mi sono accasciato su di lei che, delicatamente, mi ha spinto di lato e poi, con un sorrisetto patetico, mi ha chiesto una cosa che mi ha davvero distrutto il morale.
«Bravo, adesso che ti sei svuotato, va in bagno a prendere la crema: quella che uso contro l’arrossamento delle mani e me ne spalmi un po’ sul culo, che mi brucia ancora un po'.»
L’ho guardata allibito e incredulo.
«Ma…come? Anche il culo ti ha fatto?»

Lei mi ha sorriso ed ha insistito affinché le prendessi la crema e, mentre gliela spalmavo, mi ha raccontato anche questo particolare.
«Dopo esser venuto, ci siamo distesi di fianco e lui seguitava ad accarezzarmi. Ero molto soddisfatta e, quando mi ha messo di nuovo due dita nella fica fradicia e ben farcita del suo seme, ho ripreso a godere. Lui mi ha masturbato ed io gli ho ripreso il cazzo in bocca. Nonostante fosse già venuto, aveva ancora una buona consistenza e, con un po’ di leccate, è subito tornato al massimo della sua erezione. Lui mi stava masturbando con le dita infilate in tutti e due i buchi. Sentire quel dito nel culo, mi ha fatto eccitare ancora di più e lui se ne è accorto.
«Sento che ti piace anche nel culo! Dai, girati, che ti dilato anche questo forellino e te lo sfondo, cosi ritorni dal tuo cornuto tutta aperta.»
Ero un po’ indecisa perché il suo cazzo non è il tuo. Il suo era molto più grosso ed temevo che mi facesse male, ma ero in preda ad un'eccitazione incredibile e me lo son lasciato fare. Mi sono girata e lui mi ha fatto mettere in ginocchio e poi, dopo aver infilato il cazzone dentro la fica per lubrificarlo con il suo seme, lo ha appoggiato allo sfintere e, con una spinta decisa, mi ha infilato quella trave nel culo.
«AAhhiii, piano che me lo laceri. Sei troppo grosso: fa piano!»
Lui non ha nemmeno ascoltato. Ha preso a scoparmi il culo, come se si fosse trattato del davanti. Mi sbatteva le grosse palle sulle labbra della fica ed io ho iniziato a godere sempre di più.
«Sì, dai: cazzo come mi piace! Dai, che godo! Dai, più forte! Vengo!»
Non mi riconoscevo! Ero davvero impazzita di piacere: più ne provavo e più ne volevo. Lui non si è fatto pregare e mi ha davvero slargato il culo. Mi ha fatto venire diverse volte e poi mi ha farcito anche quel buco. Ho sentito una lava incandescente inondarmi il retto, mentre lui godeva come un pazzo.
«Sborro, troia! Anche nel culo ti sborro, puttana!»
Ho avuto un ennesimo orgasmo nel sentirmi riempire il culo ed apostrofarmi puttana. È stato bellissimo!»
La guardo stravolto da una serie di emozioni e sensazioni, che non riesco a dominare. Sento tantissima gelosia e nello stesso tempo sono orgoglioso di aver scoperto d'avere una moglie tanto troia, era una cosa che non sapevo. Lei mi guarda con l’aria di chi adesso sa cosa vuole e, subito, me ne rende partecipe.

«Quando sono scesa dalla sua auto, dopo avermi riportato al parcheggio dove avevo lasciato la mia, mi ha chiesto un altro appuntamento. Ho accettato e me ne sono andata. Lo rivedrò a metà della prossima settimana e già non vedo l’ora.»
Sono rimasto in silenzio, mentre lei si è girata di lato e si è addormentata.
Ed io? Ho passato la notte a riflettere su questa nuova situazione e sono giunto alla conclusione che, d'ora in poi, sarà dura aspettarla ogni volta che va a farsi sbattere.
Ma è quello che ho voluto e, quindi, già fremo per l’attesa.

 

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