Avventura in autostrada

  • Scritto da Vanex22 il 13/06/2020 - 12:54
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Ciao a tutti, sono sempre Vanessa, mi descrivo brevemente di nuovo per chi non avesse letto i miei primi racconti, ho 22 anni ma tutti mi dicono che ne dimostro un paio di meno e sono single per scelta. Lavoro come assistente alla direzione per una famosa azienda manifatturiera italiana.

 

Sono sempre stata una bella ragazza, 167cm, 49kg, fisico atletico grazie alla palestra, culo tondo e sodo, capelli biondo naturale lunghi fino a metà schiena. Ma ad attirare l'attenzione è soprattutto il mio seno, una quarta abbondante. Adoro mostrarlo e metterlo in risalto con profonde scollature.

 

L’episodio che voglio raccontarvi ogni è successo l’estate scorsa. Avevo passato qualche giorno con 3 amiche alla casa di vacanze di una di loro al mare, precisamente in Toscana, zona Forte dei Marmi. Tuttavia per cause lavorative sapevo già che sarei dovuta rientrare da sola a Milano un paio di giorni prima rispetto alle mie amiche, quindi eravamo scese con 2 auto, io necessariamente con la mia.

Sono stati dei giorni spensierati, liberi da tutto e tutti, solo tra noi amiche.

 

L’ultimo giorno di vacanza, almeno per me, arrivò anche troppo presto ed essendo autonoma decisi di passarlo quasi completamente al mare con le mie amiche e ripartire nel tardo pomeriggio.

Per non costringere a rientrare a casa troppo presto le salutai in spiaggia e tornai verso l’appartamento per cambiarmi e ripartire, avrei lasciato le chiavi al portiere come al solito.

 

Arrivata in casa mi feci una doccia veloce per togliere la sabbia ed il sudore dal corpo, e mi preparai alla partenza. Ero decisamente accaldata, sia per colpa della giornata sotto al sole che per l’afa opprimente che ad agosto non dava scampo. optai quindi per una minigonna abbastanza corta ed una canotta bianca che a fatica riusciva a contenere il mio seno. Non avevo indossato nessun tipo di intimo proprio per rimanere il più fresca possibile.

Guardandomi allo specchio, con i capelli bagnati che rendevano leggermente trasparente la canotta ho pensato che forse era esagerato, ma alla fine ero da sola e poi chissenefrega di tutti gli altri. Che guardino pure.

 

Il programma di viaggio era semplice, partenza ore 18.00 e arrivo a Milano in serata verso le 22.30. Partii benissimo visto che appena arrivai sul lungomare rimasi bloccata nel traffico di quelli che rientravano dalla spiaggia.

 

Dopo 2 ore di macchina non avevo percorso nemmeno i primi cento chilometri e cominciavo ad essere stanca. Decisi così di fermarmi per un caffè nel primo autogrill. Lo raggiunsi dopo pochi chilometri, parcheggiai vicino all’ingresso e andai diretta al bar. sentivo gli occhi addosso di alcuni degli uomini presenti ma non ci feci molto caso.

Finito di bere e dopo una veloce sosta al bagno ripartii verso Milano.

 

All’altezza di Modena erano ormai le 23 passate, ed io facevo veramente fatica a tenere gli occhi aperti, non appena vidi una piazzola di sosta, quelle solo con parcheggio ci entrai e parcheggiai la macchina vicino all’ingresso per riposarmi 10 minuti.

 

La piazzola era quasi deserta se non per un paio di macchine e 3 camion che probabilmente avevano avuto i miei stessi problemi son il sonno.

Spenta la macchina stavo per chiudere gli occhi e lasciarmi andare sul sedile quando notai un movimento in lontananza. Dietro ad uno dei camion, nascosto dal mezzo e dalla boscaglia sul lato opposto c’era un’uomo che inequivocabilmente stava pisciando tra gli alberi. Sorrisi tra me e me e pensai che forse quel camionista non era così stanco. Ed a vederlo dalla mia posizione aveva sicuramente anche un gran bel cazzo. Beata la moglie pensai prima di chiudere gli occhi.

 

Un rumore improvviso mi svegliò poco dopo. Aprii gli occhi di scatto e guardai fuori. Quello stesso uomo era di fianco al mio finestrino. Non era bruttissimo devo dire, sui 45 credo, capelli scuri e folti ed un accenno di pancetta, ma nel complesso non era male. Mi guardava da fuori al finestrino e sorrideva mentre con una mano si teneva ancora il cazzo, sempre fuori dai pantaloni ed a pochi centimetri dal mio viso.

 

Sempre sorridendo, a gesti mi indicò il cazzo come a dire: ti va di giocare?

E che cazzo. Nodoso, lungo, lo vedevo pulsare attraverso il vetro. Non era grandissimo in larghezza ma molto molto lungo.

 

Come in trance abbassai il finestrino quel tanto che bastava per permettergli di infilarlo dentro, cosa che fece subito. Lo presi in mano per sentirne la consistenza, non era ancora durissimo. Avvicinai la mia bocca e lo feci scivolare dentro lentamente, facendo assaporare all’uomo ogni singolo istante. Iniziai a succhiarlo e leccarlo sempre di più. Aveva un fortissimo odore, sapeva di un misto di sudato, si piscio e di sperma.

 

Quando sentii che l’uomo non avrebbe resistito ancora molto mi fermai.

Orami avevo perso ogni controllo e volevo anche io la mia parte.

 

Lo feci allontanare quel tanto che bastava per poter aprire la portiera e scendere dall’auto. Mi sfilai la canotta ed alzai completamente la minigonna permettendo all’uomo di capire cosa avevo in mente.

 

Mi sdraiai sul cofano della mia auto, una gamba giù mentre la seconda piegata sopra al cofano. Lui non si fece pregare, si avvicinò ed iniziò a leccarlemela con gusto mentre io con la mano continuavo a segarlo. La sua lingua era grossa, mi entrava nella figa e mi stimolava il clitoride, stavo quasi per venire quando anche lui si fermò.

 

Mii guardò in faccia e ridendo disse “vedi, non è bello fermarsi a poco dalla fine”.

Io sorrisi ed aprendomi ancora di più la figa col la mano gli dissi che potevamo finire assieme.

 

Mi puntò la cappella strusciandola contro le mie labbra bagnate e senza sforzo lo spinse dentro. In meno di tre colpi era arrivato fino in fondo. Lo sentivo in profondità. Io mi lasciai andare con la schiena sul cofano ed appoggiai le gambe sulle sue spalle per favorire la penetrazione.

Ero in estasi, solo sentirlo entrare tutto mi aveva regalato un fantastico orgasmo. Vedevo le auto che sfrecciavano a pochi metri da noi. Lui appoggiò le mani sul mio seno stringendomelo con forza e usandolo per darmi colpi sempre più forti.

 

“Oh guarda che troia che si è trovato il nostro collega” sentii dire in lontananza con un fortissimo accento del sud.

Mi girai di scatto e vidi due uomini a pochi metri da noi che guardavano la scena mentre si segavano velocemente. A guardare le loro erezioni erano li da un bel po, ed io non me ne ero accorta. Ma evidentemente il mio amico si visto che sorrise alla battuta dell’altro e li invitò ad avvicinarsi ancora di più. Sempre senza fermare la scopata.

 

Il primo che aveva parlato, evidentemente quello più attivo si avvicinò subito a guardare e si rivolse direttamente a me “ciao tesoro, come ti chiami? E soprattutto cosa ci fai qua tutta sola?”

Io faticai a rispondere, il ritmo della scopata mi faceva mancare il fiato “V V Vanessa, sto to tornanddooo a Milanoo a ca casa” riuscii a malapena a dire.

“Brava Vanessa, vero che fai divertire anche noi? Non vorrai lasciarci qua tutti soli!” Mi rispose, e mentre lo diceva avvicinò il suo cazzo alla mia bocca che istintivamente si aprì per accoglierlo.

Mi prese con forza il viso ed inizio a scoparmi la bocca con forza, infilandomi quel cazzo puzzolente fino in fondo alla gola. Anche il terzo si avvicinò e mi appoggiò il cazzo sull’unica mano libera con cui iniziai a segarlo.

 

Non so quanto andarono avanti con questo trattamento, evidentemente molto poco. Il primo uomo si fermò e guardò i suoi compari, “Portiamola dietro al mio camion, qua siamo troppo in vista se entra qualcuno nella piazzola”.

Quello che mi scopava la bocca si fermò, mi venne davanti e mi alzò di peso caricandomi sulle sue spalle. Mi portarono dietro al mezzo e mi fecero stendere a terra, sentivo l’erba dell’aiuola fresca sulla mia schiena.

“Che puttana che hai trovato, amico” disse il secondo.

Mi prese e mi fece alzare, mi strappò via la minigonna lsciandomi completamente nuda, mi piegò ed infilò in un colpo il suo cazzo nella figa ed iniziò a pomparmi con una foga mai vista. Nel frattempo gli altri 2 mi misero i loro cazzi davanti al viso ed iniziai subito a spompinarli a turno. Si diedero continuamente il cambio e sembrava che non volessero saperne di venire, non che la cosa mi dispiacesse troppo visto che io non mi facevo problemi ad avere orgasmi in continuazione.

 

Il terzo uomo ad un tratto disse che non resisteva più, usci dalla mia figa ormai diventata un colabrodo, mi fece inginocchiare e mi venne copiosamente sul seno e in faccia. 

Non feci in tempo a riprendere fiato che il primo uomo mi fece subito rimettere a 90 ed iniziò a fottermi molto più velocemente di prima. pensava solo a venire e mi dava dei colpi fortissimi profondi che sentivo nel mio utero. Io strinsi i muscoli della figa al più possibile per permettergli di venire, cosa che avvenne inondandomi la figa di sbarra calda.

Io avevo il fittone, faticavo a respirare e mi girai verso di lui a guardarlo. Aveva il volto soddisfatto, mi guardò negli occhi e mi chiese se prendevo la pillola. Feci si con la testa ma fu il secondo uomo, più porco dei tra, ad intervenire.

 

“Certo che prende la pillola, non vedi che troia abbiamo davanti?”

E dicendo questo si avvicinò, mi prese la mano e mi portò a pochi metri da li verso una panchina. Mi fece mettere a pecora sulla panchina, mi tenevo con le mani per non cadere, e mi fece inarcare la schiena per avermi a completa disposizione.

“Cazzo guarda come l’hai sporcata tutta” disse ridendo verso il primo che mi aveva appena riempita la figa. “Va bene dai allora le faccio il culo” ed appena finito di pronunciarlo sentii la sua grossa cappella che spingeva sul mio buco del culo.

Ora, come sapete non sono vergine li dietro, anzi, ma una cosa del genere non l’avevo mai provata. Usando tutta la forza che aveva mi spinse tutto il cazzo dentro, colpo dopo colpo sentivo il mio culo cedere. Io cercavo di resistere e non urlare ma ammetto che qualche gemito potente mi sia scappato. Finche non mi ritrovai tutto il suo cazzone piantato nel culo.

“Vedi che è entrato tutto? Su che ti sfondo per bene ora!! Dimmelo che vuoi essere sfondata! Dimmelo!” Urlo mentre mi dava delle sonore pacche sul culo.

“Sii si  lo voglio” risposi

“Cosa vuoi? Devi dirlo bene e urlare!” E mi tirò un’altro forte schiaffo sul culo.

“SFONDAMI IL CULOOO!!!” Urlai con tutto il fiato che avevo.

“Brava la mia troia” disse l’uomo mentre cominciava a scoparmi il culo ad una velocità impressionante. Usciva quasi completamente e me lo ributtava dentro fino in fondo sempre più forte.

 

Dopo pochi secondi di quel trattamento ebbi un devastante orgasmo che mi fece perdere del tutto il controllo. Sotto quei colpi persi la presa della panchina e gli altri 2 uomini che guardavano vennero in mio soccorso a tenermi ferma ed in posizione.

Iniziai ad urlare ed ad incitare quel porco a scoparmi sempre più forte “SIII! ROMPIMI IL CULO PORCO!” E poi ancora “SPACCAMELO! ROMPIMI IL CULO! SCOPAMI PIÙ FORTEEE!”a disposizione la mia 

Continuavo ad avere un’orgasmo dopo l’altro, fino a quando anche quel bestione mi diede gli ultimi 4 colpi con una forza allucinante e mi riempì di sborra calda quello che rimaneva del mio culo.

 

L’uomo si riprese in fretta ed iniziò a ridere con gli altri insultandomi e dandomi della vacca da monta.

Mi fecero ripulire i loro cazzi, cosa che feci di gusto e con passione ma senza dire una parola.

Poi sempre ridendo e commentando tea loro quanto appena successo se ne tornarono ai loro camion e ripartirono.

Io rimasi seduta sulla panchina, nuda, coperta di sborra e con la figa ed il culo che mi pulsavano dallo sforzo.

 

Non so per quanto tempo rimasi li. Quando le gambe smisero di tremarmi per gli orgasmi che avevo avuto mi alzai e tornai verso la mia macchina.

Mi dimenticai di cercare i miei vestiti, salii al posto di guida e ripartii subito. Fu solo dopo molti km e dopo aver rivissuto mentalmente tutta la scena che mi ricordai di essere completamente nuda. 

Mi fermai in una piazzola a bordo autostrada e cercai in baule qualcosa da mettermi, credo che molti di quelli che passavano in autostrada in quel momento mi videro, tuttavia nessuno si fermò.

 

Arrivai a casa alle 2 di notte passate, feci una doccia ed dopo una dormita pressoché inesistente alle 8 del mattino dopo ero in ufficio.

Arrivò il mio capo sorridente come sempre. “Buongiorno Vanessa! Come sono andate le vacanze? Tutto bene?”

“Buongiorno Sig. XXX! Benissimo, passate bene e finite divinamente!”

 

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