Prima di leggere questo capitolo consiglio la lettura dei capitoli precedenti altrimenti si fa fatica a comprenderne la trama.
Mai avrei pensato che in una dea del genere si celasse una donna così libertina, sono sconcertato, in pochi giorni è già la quarta donna che mi sconvolge, dovevo proprio uscire dal mio paesello comandato dal prete per scoprire come gira davvero il mondo. Tutti i castelli, le teorie e i sogni romantici che, durante la pubertà, nella mia testa, mi ero costruito sulle donne, vanno a farsi benedire. Pensavo che più belle fossero, più pure e intoccabili sarebbero state. Col cazzo, Evelyne ne è l’esempio lampante, bellissima e irraggiungibile, ma senza freni con chi promette di farla godere bene.
L’erezione si è “assopita” e non si vede neanche la macchia causata dal mio liquido. Per fortuna ho indossato i nuovi Bell Bottom comprati prima di partire da casa. Sono jeans molto aderenti, ma anche di un colore blu profondo (ancora non andavano di moda i jeans slavati e chiari), con il fondo a leggera zampa d’elefante. Non ho maglie firmate e ho optato per una semplice camicia azzurra a maniche corte. Col primo stipendio ho già deciso di comprarmi una Lacoste.
Dopo aver pagato 6.000 lire per i nostri drink (con i soldi di Salvo), ci alziamo e usciamo. Lei mi prende sottobraccio e si stringe a me, io butto lo sguardo verso le stronze e i fighetti e vedo che seguono tutta la scena. È proprio invidia quella che leggo nelle loro facce. Mi sento come un Dio e penso come uno sborone: “se lo volete adesso siete voi stronze che mi dovete venire a cercare, ma sappiate che mi dovete dare anche il culo, non solo la figa!”.
Raggiungiamo l’albergo, è quasi mezzanotte.
“Ti aspetto nella mia camera, 408, al quarto piano. Ti ha spiegato Salvo come arrivarci?”
Gli faccio vedere la chiave: “so tutto, Salvo è un buon maestro”.
“Però non potrai fermarti a dormire da me, io amo dormire da sola, l’unico a cui l’ho permesso è solo Salvo”.
“Meglio, lo preferisco anch’io. Dammi un quarto d’ora e sono da te”.
“Ti aspetto, ciao”, si china leggermente e mi regala un altro leggero bacio sulla guancia, accompagnato da una lieve carezza alle palle che per me ha lo stesso effetto di una scossa elettrica: “così inizi a caricarti”, mi dice maliziosamente.
Faccio il giro dello stabile, entro nel parcheggio posteriore chiuso solo da una sbarra, arrivo davanti la porta a vetri di cui ho la chiave. Adesso devo fare piano, non voglio essere scoperto, mi tolgo i Camperos e resto coi calzini, i tacchi degli stivali texani mal si conciliano col marmo della hall.
Infilo la chiave nella toppa e la giro con cautela, gira che è un piacere senza il minimo cigolio, avvicino il naso e percepisco odore di olio d’oliva …… diabolico Salvo. Entro e la richiudo alle spalle, sono al buio e vedo in fondo la luce del banco del ricevimento, non sento nulla, subito sulla sinistra ci sono le scale che portano ai piani e mi ci infilo, faccio le scale due alla volta e arrivo al quarto piano col fiatone, aspetto un attimo per riprendere fiato, la tensione inizia a calare, ma sono sudato.
Sono davanti la 408, sono passati giusto 15 minuti da quando mi sono salutato con Evelyne, busso piano e lei mi apre subito.
Anche questa camera è bella grande, non come la suite di Luisa, ma si vede che è di una categoria superiore, un ampio letto matrimoniale, un angolo salottino con tavolino e poltroncine e una bella terrazza vista mare con lettini prendisole.
Evelyne si è cambiata, adesso ha solo una specie di pareo semitrasparente annodato sopra il seno, sotto è completamente nuda e il vedo/non vedo in quella luce volutamente lasciata bassa è estremamente eccitante. È scalza ed io ho ancora in mano i Camperos, si avvicina, la differenza d’altezza è imbarazzante, mi sovrasta di almeno 10 centimetri.
Ma chi se ne frega, penso, e passo all’azione, devo smettere di essere intimidito da lei altrimenti non combino nulla di buono. Passo la mano sinistra sulla sua guancia, la accarezzo e l’attiro verso di me, la bacio dolcemente. L’altra mano passa sul fianco e scende verso l’anca, lei ricambia il bacio con voluttà, sento la sua lingua girare dentro la mia bocca, percepisco ancora il sapore del drink alla frutta che ha appena bevuto.
“Aspetta, vai a rinfrescarti un po’, a me gli uomini piacciono puliti. Sul bidet trovi il detergente intimo”.
L’esatto opposto delle tedesche, penso.
“Ok, lascia che mi spogli”.
“Ti aiuto io, anche a lavarti”.
Mi sbottona la camicia, la tolgo, con una certa fatica slaccia la cintura di cuoio dei pantaloni, ma sono troppo stretti e non riesce a farli scendere e allora mi dà una spinta, mi butta sul letto, prende i jeans dal fondo e ridendo inizia a tirare, insieme vengono via anche calzini e slip. Mi ritrovo completamento nudo disteso a letto. Evelyne in piedi mi guarda con attenzione, quello che vede sembra piacergli molto:
“Salvo mi ha detto che sei molto giovane, ma non ha voluto dirmi la tua età …. quanti anni hai?”.
“Non voglio mentirti e perciò preferisco non risponderti”.
“Allora vuol dire che sei più giovane di quanto vedo qua, complimenti”.
Mi prende la mano, mi fa alzare e mi accompagna verso il bagno.
“Siediti sul bidet con la faccia verso il muro”, dice. Eseguo.
“Ti piace se ti lavo io?”, chiede, sedendosi sopra il copri water a fianco.
“Mi piacerebbe tantissimo. Sbaglierò, ma non lo fai solo perché mi vuoi pulito”.
“Ha no? E perché allora, secondo te?”.
“Perché sei un po’ una porcellina, non è così?”
“Io sono molto porcellina, un po’ “kinky”, come dicono gli inglesi”.
“Non so cosa significhi questa parola, ma mi piace”.
Apre l’acqua e il getto freddo arriva dritto sul pene, faccio un salto indietro: “scusa, aspetta che regolo la temperatura”, mi dice.
“Ecco, adesso è tiepida giusta, avvicinati”.
Vedo che prende la boccetta del sapone intimo e se ne versa un bel po’ sul palmo della mano, ci fa andare sopra dell’acqua e inizia a massaggiare le palle e il pene già in completa erezione, si forma molta schiuma e con estrema delicatezza continua nella sua azione. Vedere le sue mani affusolate e perfettamente curate che si muovono tutto intorno mi eccita da matti. Il movimento si trasforma quasi in una masturbazione, il suo volto è vicinissimo e d’istinto la bacio, lei ricambia, è un bacio lungo e profondo che mi toglie il respiro.
Allungo la mano, entro sotto il pareo e arrivo al seno, il capezzolo è dritto e duro, lo tormento un po’ e la sento gemere, la guardo, ha gli occhi chiusi.
Si ferma, prende ancora un po’ di sapone liquido e riprende, stavolta però la mano va più in fondo, arriva all’ano e lo insapona per bene, sento che un dito cerca di farsi strada dentro, infila l’alluce e fa su e giù. “Mi vuole proprio pulito”, penso.
“Ok, credo possa bastare, adesso ti risciacquo”.
“Si meglio, se continuavi sborravo”.
“Non osare! Adesso tocca a te lavarmi”.
Mmmmh, come mi piace questa porcellina. E poi ogni volta che parla ha questo accento francese che mi manda fuori di testa.
Mi alzo dal bidet dopo essermi risciacquato e asciugato per bene, lei si toglie il pareo e, finalmente, vedo il suo meraviglioso corpo. È perfetto, un pittore non sarebbe riuscito a farlo meglio. L’abbronzatura rende dorata la pelle e si vede lo stacco del costume, le sue gambe sono lunghissime, cosce tornite, ventre piatto e un seno che sta su da solo. Capezzoli dritti su delle aureole rosa chiaro, ma quello che mi colpisce di più è la vagina, completamente depilata, è la prima volta che ne vedo una tutta rasata. Si gira e si siede lei sul bidet dandomi piena vista alla perfezione dei suoi glutei, che voglia di morderli. Ripeto l’operazione che gli avevo visto fare su di me poco prima, passo la mano col sapone intimo sulla vulva, la pelle è velluto puro, maliziosamente il medio la va a frugare dentro, sento che è già bella bagnata dei suoi umori: “se sapevo che eri già così bagnata te l’avrei pulita con la lingua invece che col sapone”, gli dico.
“Mmmmh, siiiii, continua così, lavami per bene, dopo potrai usare quanto vuoi la lingua”.
Come lei, anch’io vado con la mano più giù ad esplorare il culetto, uso lo stesso sistema e infilo l’alluce del dito medio, lei inarca un po’ la schiena, chiude li occhi e sospira. Bene, penso, credo che anche Evelyne faccia l’anale. Non l’avevo chiesto a Salvo e dovrò scoprirlo da solo.
Si alza dal bidet, è in piedi davanti di me che sono seduto sulla tazza del water, prendo l’asciugamano e inizio ad asciugarla, ho la sua vagina proprio ad altezza occhi, lei allarga leggermente le gambe e passo l’asciugamano sulle cosce fino a toccargliela, con la ruvidità del telo spugna vado a tormentare delicatamente il clitoride, lei fa un sospiro profondo e mi chiede di asciugarla anche dietro. Si gira, adesso ho i suoi glutei davanti gli occhi, che spettacolo, non resisto più, mi avvento a morderli e leccarli, la prendo per i fianchi ed infilo la faccia nel solco, con la lingua cerco la rosellina dello sfintere. Credevo mi allontanasse, e invece mi agevola piegandosi in avanti quasi a 90 gradi, con le mani si allarga le chiappe e mi dà piena disponibilità del suo buchetto leggermente brunito. Lo lecco e faccio ciò che avevo imparato con Nina, vado su e giù con la lingua, dalla vagina già bagnata di umori fino a percorrere in su tutto il solco fino all’osso sacro. Mi accorgo che quando la lingua arriva allo sfintere lei geme di più, mi soffermo e cerco di infilare dentro più che posso la lingua, lecco furiosamente e poi inizio a succhiare. Evelyne sembra in estasi e aumenta sempre di più il volume dei gemiti, continua a tenersi allargate le chiappe con le mani e io continuo a leccare e succhiare, infilo due dita in una vagina già completamente bagnata e pompo, sento un forte grido seguito da un lungo gemito, la vedo tremare ed agitarsi, dal notevole aumento degli umori che fuoriescono mi rendo conto che ha avuto il primo orgasmo. Però, che sensibilità, penso.
Siamo tornati in camera ed Evelyne mi fa stendere supino, non so cosa voglia fare. Mi si mette sopra, la vagina davanti la bocca e lei chinata sul cazzo. Porco boia, ma questa posizione l’ho vista un casino di volte sulla rivista “Le Ore”, si chiama 69. Un’altra nuova esperienza per me.
Lei è leggermente sollevata sulle ginocchia e la vista che mi si para davanti gli occhi è incredibile, una vagina perfettamente depilata, le piccole labbra cariche di umori e la rosellina dello sfintere un po’ aperto che invita ad infilarci dentro il dito. Ed è quello che faccio, inizio a slappare bene la vagina, i suoi liquidi sono buonissimi e vado a cercarli in fondo per raccoglierli più che posso. Faccio fatica con il dito medio e allora opto per il pollice destro, lo insalivo e lo spingo dentro il culetto. Speriamo bene, penso, mi dispiacerebbe un rifiuto.
Macché, inarca la schiena e grida: “Siiiiiii, così, continua, vai più in fondo, scopami il culo”.
Questa poi non me l’aspettavo, deve amare tanto l’anale, sembra godere di più che in figa.
Nel frattempo ha continuato a pompare duro l’asta che è diventata di marmo, sento la sua bocca che succhia il glande e poi si tuffa a prenderlo in bocca fin quasi alla radice, con una mano stinge forte le palle e con l’altra tiene fermo il cazzo e lo sega. Si ferma, si toglie dalla posizione del 69 (peccato mi piaceva tanto la sua bocca) e si posiziona a pecorina: “dai, inculami, lo voglio tanto, lo voglio subito, spaccami”.
Quasi non credo alle mie orecchie, si sta rivelando più porcella che mai, quanto mi piace questa fiamminga.
Mi posiziono dietro, struscio un po’ il glande sulla vagina bagnata per avere un minimo di lubrificazione e punto al culo. Mi appoggio e subito lei spinge indietro, vuole proprio farsi inculare. La prendo per i fianchi e la tengo ferma, spingo duro, ma mi fa troppo male perché è strettissimo e quasi secco, lo tiro fuori e riprovo a lubrificarmi. Lo infilo nella vagina fino in fondo e pompo per un po’, è caldissima e la sento mugolare. Riprovo, punto nuovamente lo sfintere e spingo, niente da fare è troppo stretta: “hai un lubrificante o una crema? Altrimenti non ce la faccio”, chiedo.
Si allunga e prende da sopra il comodino un barattolino nero rotondo: “prova questa, ma fai presto, non resisto più”. Cazzo, è sempre più assatanata.
Apro il barattolo, sul fianco è scritto ‘Créme de Nuit Chanel’, roba costosa penso, e ricopro per bene tutto il membro di crema bianca. Ne metto un bel po’ sul dito medio e glielo infilo di colpo tutto dentro in culo. Inarca la schiena e butta di colpo la testa indietro, i suoi lunghi capelli biondi mi sferzano la faccia: “Hooooo, mon Dieu, mon Dieu, qu'est-ce que tu fais?”. Credo d’aver capito, evidentemente non se lo aspettava, muovo il dito cercando di allargare un po’ il buco, lei è tesa come una corda di violino e stringe lo sfintere, mi muovo con più dolcezza, aspetto che si rilassi, sento che gli piace e geme, non stringe più, tolgo il dito e subito punto lo sfintere con il cazzo, infilo il glande e inarca la schiena, adesso scivola che è un piacere, spingo duro perché ho capito che è quello che vuole, un’unica e continua forte spinta che si accompagna da un urlo fortissimo, soffocato dal cuscino sul quale aveva messo la bocca.
Sono tutto dentro, la sento stretta, tanto stretta, e caldissima, trema tutta, credo d’avergli fatto male. Mi fermo, lascio che si abitui, lei gira la testa, mi guarda, sembra non avere più fiato e la vedo rossa in faccia, gli occhi lucidi, un po’ sconvolti. Cazzo, devo avergli fatto male di brutto, non me lo aspettavo: “ma ti ho fatto così tanto male?” chiedo.
“Oui, tantissimo, ma sono stata io a volerlo. Adesso continua, ma fai piano, ti prego”.
Inizio a pompare ma stavolta con più attenzione e spingendo delicatamente. Dopo un po’ sento che il buco si è adattato al mio membro e oso un po’ più di velocità e profondità.
Evelyne inizia a godere, geme e non smette di muoversi, il ritmo si fa coordinato, mi viene incontro quando io affondo e ogni volta è un gemito più forte, inizio a sentire lo schiaffo quando sbatto contro i suoi glutei. Mi fanno male i muscoli delle cosce, lei sembra non stancarsi mai, gli piace tantissimo sentirselo dentro ed è ancora così stretta che mi sembra di sventrarla, non so quanto potrò ancora resistere.
La prendo per il busto e la rialzo, un attimo di pausa, poggio il mento sulla sua spalla e la lecco dietro il collo, lei piega la testa in avanti e si scosta i capelli, gli piace, allunga le braccia dietro la mia schiena, mi stringe a sé e mugola, le mie mani vanno sui seni a tormentare i capezzoli, sono ancora dentro di lei e mi muovo piano, lei ansima: “Siii, ancora, ne voglio ancora”.
Allungo la mano e arrivo alla vagina, riprendo a stantuffare piano e contemporaneamente tuffo il dito medio nel lago dei suoi umori, vado letteralmente a brutalizzare il clitoride. È come attraversata da una scossa di alta tensione, apre la bocca ma non riesce ad articolare alcun suono, io continuo a pompare forte e finalmente l’esplosione. Fortunatamente ho la mano sinistra libera e gliela metto davanti la bocca, soffoco un urlo che avrebbe svegliato mezzo albergo.
Non riesco a vederla in faccia, ma sono sicuro che ha gli occhi girati all’indietro. Adesso tocca a me, glielo dico che sto per venire: “Oui, mon amour, vienimi dentro, ti voglio sentire”, risponde.
Vengo copiosamente, a lungo, sento che un po’ di sperma esce fuori e scorre sulle mie cosce. Aspetto, continuo a tenerla abbracciata, ricordo gli insegnamenti di Nina sull’anale. Lei con le braccia piegate all’indietro mi accarezza la schiena, è seduta sulle mie cosce con il cazzo ancora dentro che piano piano si rilassa. Ok, adesso lo posso togliere, faccio piano, lei ha un breve lamento quando lo sfilo del tutto, guardo l’asta e il glande, sono bagnati di sperma e c’è un residuo di crema bianca, ma non vedo traccia di feci. Però, penso, si era preparata bella pulita.
Ci stendiamo fianco a fianco, siamo tutti e due senza fiato, mi prende la testa tra le mani e mi bacia, ricambio e la stringo a me, sta ancora ansimando, il volto un po’ sconvolto, non riesco a smettere di baciarla dappertutto.
“Hai capito quello che è successo stasera?”, chiede.
“Ho qualche sospetto a proposito, è stata la tua prima volta con l’anale, vero?”
Mi guarda dritto negli occhi, mi perdo in essi, la sua voce è un sussurro: “Si, era da tanto che lo volevo fare, ma non mi decidevo mai e poi non ho mai trovato l’uomo giusto. Pensavo che Salvo lo fosse, ma quando ho visto il suo membro mi sono spaventata, se non sta attento mi fa male anche quando facciamo l’amore normalmente.”
“Scusami, l’avessi solo immaginato sarei stato più dolce e cauto, ho scambiato la tua determinazione a volerlo fare con qualcosa di diverso”.
“Cioè?”
“Sembravi un’assatanata, una che voleva essere scopata duro, non avevo capito che invece volevi essere sverginata analmente, anche a discapito del male che potevo farti”.
“Adesso non sono più vergine neanche là, finalmente! Era un desiderio che avevo espresso a Salvo, ma mi ha detto che lui non lo avrebbe mai fatto, rischiavo di dover andare al pronto soccorso per farmi ricucire”.
“Che figlio di una buona donna, ha organizzato tutto nei minimi particolari. Sai, non credo sia solo amicizia nei miei confronti, un uomo che fa una cosa del genere è perché è innamorato. Ha voluto che tu uscissi con me con l’unico scopo di soddisfare il tuo desiderio. Se non è amore questo!”.
Evelyne mi guarda pensierosa: “sì, credo proprio che si sia innamorato di me, come lo sono io di lui. Anche se non so come fare, abbiamo due vite completamente diverse, ma mi piacerebbe tanto stare con lui.”
“Ma scusa, col lavoro che fai conosci un mucchio di gente importante, lui è uno abituato a girare e se tu riesci a farlo entrare a lavorare in un prestigioso albergo in Belgio può fare una bella carriera e sareste vicini”.
Mi guarda pensierosa: “non credo, Salvo non accetterebbe mai un aiuto del genere da parte di una donna, è troppo orgoglioso.”
“Ti ricordo che è innamorato, e un bel po’ del suo orgoglio se lo metterà sotto i tacchi. Insisti con lui di venirti a trovare il prima possibile in Belgio, quando è lì gli fissi a sorpresa un colloquio di lavoro con un personaggio importante, che sicuramente conosci, se son fiori, fioriranno”.
Evelyne mi guarda, sorride: “è una buona idea, devo lavorarci sopra e pensarci. Grazie del consiglio”.
Mi alzo, gli do un leggero bacio sulla guancia come ha fatto lei appena ci siamo incontrati e raccatto i vestiti. Mi vesto, la doccia la farò agli alloggi, lei rimane seduta sul letto a guardarmi, quando prendo in mano gli stivali si alza, mi butta le braccia al collo e mi bacia profondamente. È un bacio bellissimo, la stringo e lei si stringe, non vorrei più lasciarla. Mi sciolgo e avvicina la bocca al mio orecchio, sento ancora il suo inebriante profumo, mi fa girare la testa: “per fortuna sono innamorata di Salvo ….. sai, tu sei un uomo pericoloso per noi donne, tu non scopi, tu fai all’amore e c’è una grande differenza. Ciao, stai attento a non farti scoprire quando esci dall’albergo”.
Sono in strada, mi godo la mia Marlboro, cammino lentamente e penso a cosa dirò a Salvo quando ritornerà, sono quasi le 3 di notte. Cazzo, domani sono di nuovo in turno alle colazioni, mi restano meno di tre ore di sonno.
Continua
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