Carla

  • Scritto da Violet il 27/05/2021 - 08:44
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Lo so che sono strano. Ero finito con la macchina in una zona che non conoscevo e mi stavo affidando al navigatore satelliitare per raggiungere qualche posto noto.
Vidi, seduta su un muretto una donna, piuttosto curvy, castana di capelli, cosce grosse ben in mostra, seno prorompente, labbra carnose e, soprattutto emanava da lei qualcosa di sordido, di volgare, di osceno.
Ebbi un lieve moto di disgusto, che si trasformò in una attrazione irresistibile.
Non potei fare a meno di fermarmi, lei si avvicinò e vidi che aveva un naso abbastanza camuso e le pupille sembravano nuotare in un  mare di liquido.
In dialetto, mi chiese una cifra,, per me insignificante. 
La feci salire, le domandai come si chiamava:
"Carla... Ma tutti mi chiamano Carlaccia" 
Mi guidò verso un posto lì vicino, fuori vista.
Disse:
"Se mi dai qualcosa in più ti do anche il culo"
Aggiunsi la metà della cifra e cominciai ad accarezzarla: la mia eccitazione era al massimo.
Estrasse il mio membro dai pantaloni e disse:
"Come è grosso! E  già bello duro!"
Si chinò, lo prese in bocca per qualche istante e m'infilò un preservativo con grande destrezza.
Aprì le gambe, non portava niente sotto la minigonna, prima di farsi penetrare si passò più volte la mano sulla fica, per farla inumidire.
Quando la penetrai, Il contatto col suo corpo caldo e morbido mi dette una sensazione particolarmante piacevole.
Muovendomi dentro di lei, sentivo che anche Carla provava qualcosa, anche se cercava di trattenersi e di farmi raggiungere rapidamente l'orgasmo, grazie agli abili movimenti del bacino.
Mi lasciai andare al godimento, senza pensare a nulla.
Mentre mi toglieva il preservativo, disse:
"Ne hai fatta proprio tanta!"
E gettò il cappuccetto di gomma fuori dal finestrino.
Mentre la riaccompagnavo al posto dove l'avevo trovata, diceva:
"In questo cazzo di posto non passa nessuno... Non c' è da fare un cazzo di niente... "
Parlava a se  stessa, comunque le dissi:
"Hai mangiato?"
"No, cazzo!"
"Vuoi che ti offra il pranzo?"
"Magari"
"Vieni con me"
"Dove cazzo mi porti?"
"Dove vuoi, anche a casa mia, sai cucinare?"
"Un po'"
"Allora, a casa mia"
"Si, ma poi non fare lo stronzo!"
"Andiamo?"
"Apetta, faccio una pisciata e mi cambio... Così non fai brutta figura!"
Si accovacciò e orinò senza mettersi a riparo e mise un vestito di stoffa dozzinale, mentre si cambiava potei vederla nuda.
Salì, mi mise la mano sul pube e disse:
"Vedermi pisciare, te la fatto diventare duro di nuovo"
Misi in moto e mi fermai in un supermercato alle porte della città, scendemmo per comprare qualcosa da mangiare e prendemmo anche tre bottiglie di vino, il più costoso. 
Carla sembrava stranamente eccitata da quella situazione, non era abituata alle cose normali della vita.
Salimmo nel mio appartamanto, sull'attico, l'arredamento era quello dei vecchi proprietari , assai pacchiano.
Carla disse:
"Cazzo, che bella casa!"
Si guardò intorno e si diresse verso la camera da letto, e disse:
"Dai scopiamo, che muori dalla voglia!"
Ci spogliammo, lei mi prese l'uccello in boccca e cominciò a lavorarselo con la sua grande maestria.
Io la accarezzai tra le gambe e sentii la sua fica scivolosa per le secrezioni, stimolai anche la clitoride eretta e lei, quasi gridando:
"Fottimi!"
La penetrai, le pareti della sua vagina, gonfia di desiderio, si stringevao intorno al mio pene e ogni movimento si arricchiva di mille sensazioni.
Godemmo, la sentii gridare di piacere, mentre il mio sperma colava in lei.
Quando ci fummo separati, avvicina il viso alla sua fica e presi a leccarla.
Lei mi afferrò per i capelli e spostò la mia testa verso i punti in cui voleva essere stimolata.
Venne, bagnando il mio viso con i caldi spruzzi del godimento.
Sperai, dopo quel contatto, che fosse un po' mia.
Lei scese dal letto e, senza rivestirsi, mise l'acqua sul fuoco e prese a cuocere due bistecche.
Portai in tavola una delle bottiglie e cominciammo a mangiare: il pranzo era estremamente piccante e lei bevve parecchio.
Divenne loquace, e in un discorso infiorettato di oscenità, mi raccontò che il suo uomo , che lei adorava, l'aveva scaricata. Prima l'aveva maltrattata più del solito, le aveva detto che non ci sapeva fare con i clienti e di non farsi più vedere a *** , il luogo dove batteva di solito, altrimanti sarebbero stati guai seri.
Lei era spaventata, eppure aveva bisogno di lavorare, non sapeva che fare, dove andare.
Le dissi:
"Fermati qui!"
"Per quanto tempo?"
"Quanto vuoi, anche per sempre!"
"Vuoi che batta per te?"
"No, non voglio che tu batta!"
"Veramente, vorresti che smettessi di fare la puttana!"
"Si"
Vidi nei suoi occhi un lampo di felicità
lei lavò i piatti, io le accesi la televisione  e la feci accomodare, io  mi ritirai nello studio a lavorare.
Carla, ora, vive a casa mia ed è incinta di una bambina.
E' figlia mia? direte voi
Non lo so, mi basta sapere che Carla è sua madre.

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