Cielo, mio marito
La telefonata di madame Desiree mi colse in un momento di autentica noia, perché non avevo nessuna prospettiva di variazione della monotonia quotidiana; erano ormai tre mesi che avevo preso accordi con la direttrice di quell’agenzia per escort e, ogni volta che mi chiamava, era per offrirmi una ghiotta occasione per rinnovare i miei attacchi allo strapotere sociale, economico e culturale di Franco, mio marito ormai da dieci anni.
Non era cominciata male, la nostra storia, ormai più di quindici anni prima, quando avevo sui diciassette anni, e lui ventidue; eravamo stati travolti da un’indiscutibile frenesia d’amore, che mi spinse a percorrere con lui, e volentieri, tutti i sentieri della sessualità più spinta; gli diedi senza pentirmene tutte le verginità e mi sollazzai a lungo col suo cazzo robusto e voglioso, che non mi negava e faceva passare per tutti i tratti libidinosi del corpo.
Un paio di anni fa, quando io andavo per i trenta e lui per i trentacinque, di colpo fui sorpresa da certi discorsi che avevo udito da alcune pettegole, che denunciavano l’atteggiamento di uomini proprio come mio marito, che esercitavano un subdolo controllo sulle loro compagne, richiamandole continuamente a doveri assurdi e ne denunciavano ogni momento e in ogni sede la pochezza e la dipendenza da loro, esattamente quello che mi sembrava di vivere io.
Non gliene parlai e decisi di rispondere con l’unica arma che possedevo, le corna; cominciò da lì la trafila degli amanti che mi scopavo in giro per il territorio, cercando di coprire le tracce delle mie trasgressioni perché fosse decisamente cornuto ma si sussurrasse solo nei pettegolezzi privati e segreti, senza che prove emergessero della mia attività adulterina; l’ignoranza di lui un poco sminuiva il piacere che provavo; ma mi bastava sapere che era un povero marito umiliato.
L’accordo con madame Desiree era arrivato a fagiolo; in tre mesi, quattro volte mi aveva invitato a prendere parte ad incontri e convegni, con ospiti provenienti da ogni dove, in alberghi lontani dalla città, sicché potevo passare dei fine settimana al calor bianco con amanti occasionali quasi sempre frustrati, poveri di spirito, per niente paragonabili all’intelligenza, alla cultura e alla personalità di mio marito; proprio per questo, quando li dominavo a letto mi sentivo forte e capace di agire alla pari contro di lui.
Quella telefonata, che mi copriva un fine settimana altrimenti noioso, mi parve la manna dal cielo; mi fece un sacco di raccomandazioni, perché pareva che l’organizzatore, un forte e ricco imprenditore, mi avesse espressamente indicata come sua ‘accompagnatrice’ e che avesse avvertito che mi avrebbe incontrato solo a letto e ad ore impossibili; accettai, perché quelle corna avrebbero riccamente adornato il palco che già andavo costruendo sulla fronte di Franco.
Come d’accordo, il sabato mattina una macchina mi venne a prendere a casa; di mio marito neppure sapevo dove fosse; aveva solo accennato ad impegni che lo avrebbero tenuto lontano per il fine settimana; era sparito il venerdì e sarebbe tornato il lunedì; per me era il cacio sui maccheroni, perché sabato e domenica erano tutte per me e per la mia libidine; scelsi gli abiti più intriganti che usavo quando andavo a fare la escort e mi preparai al meglio per strabiliare il mio partner.
Non trovai l’invitato, sul posto; Desiree mi avvertì che il personaggio che mi aveva richiesto era il maggiore esponente dell’assemblea e aveva avvertito che sarebbe arrivato forse a notte fonda; era più che chiaro che gli interessava solo scopare con me; mi spiegarono che un personaggio che aveva assunto la direzione del convegno era un ‘usurpatore’ perché era solo un funzionario al servizio dell’organizzatore e non avrebbe avuto diritto a tenere quella poltrona.
La cosa mi ringalluzzì alquanto, soprattutto perché le altre tre convitate, tutte dell’agenzia, erano di gran lunga più giovani di me, che sfioravo la trentina, ed alcune erano anche oggettivamente più belle; l’idea che il personaggio più in alto avesse scelto me mi riempiva di orgoglio; respinsi con garbo ma con forza le avances del sedicente capo e notai che alcuni ragazzi fermi lungo le pareti, quasi a proteggere tutti, si annotavano l’accaduto e telefonavano a chissà chi.
Glissai sull’incidente e mi dedicai a me stessa; non avendo, come le altre, impegni col mio ‘cliente’, passai le ore a curare la mia bellezza, anche per non sfigurare nel confronto con concorrenti più giovani e belle; mi depilai completamente, mi immersi in una splendida jacuzzi e vi passai un’ora di dolce rilassamento; ravvivai lo smalto alle unghie di mani e piedi, rinfrescai il trucco e mi crogiolai a lungo nell’accappatoio, con cui mi stesi sul letto libidinosa e vogliosa; per completare, mi masturbai a lungo.
Scesi in sala verso l’ora di cena e mi affiancai alle altre invitate per un aperitivo; durante la cena, dovetti sorbirmi la lussuria frenetica degli ospiti maschili che si dedicarono con fervore alle occasionali partner, lanciandosi in sbaciucchiamenti, palpeggiamenti, carezze e baci lussuriosi fino ad ora tarda; quando tutti si furono ritirati nelle camere assegnate, io dovetti rifugiarmi nella mia matrimoniale, in un letto doppio ma freddo e vuoto.
Al momento di salutarmi, Desiree mi rassicurò che il protagonista della convention sarebbe arrivato nella notte e ci avrei fatto scintille, se ero ben disposta; le risposi un poco disillusa, perché, al momento, ero l’unica ad andare in bianco; mi suggerì di pazientare, perché il risultato avrebbe superato ogni aspettativa; conosceva il personaggio e sapeva che nessuna era uscita mai dalla sua camera meno che ubriaca di felicità, di sesso e di un poco d’amore, che il personaggio dava volentieri a iosa.
Non del tutto convinta dalle rassicurazioni della direttrice, mi spogliai completamente degli abiti e presi a girare a vuoto nuda per la camera; toccando tutti gli oggetti disponibili, mi ciondolai a lungo in una stanza tristemente deserta; tanto per fare qualcosa, accesi la televisione e feci rabbiosi e inutili zapping sui diversi canali; un paio di volte beccai film porno e mi soffermai a guardare alcune scene di sesso estremo, che alla fine mi agitarono di più per il vuoto della serata che si presentava deludente.
Spensi la tele e mi gettai sul letto, senza muovere neppure le lenzuola, visto che il clima lo consentiva; nonostante l’agitazione per la cocente delusione, finii per appisolarmi e immediatamente immagini di sogno mi apparvero; in pochi minuti, attraversai una vasta gamma di scopate con amanti occasionali diversi; ogni volta però mio marito Franco si intrometteva e finiva per emergere e ‘piazzare’ il colpo giusto per darmi gli orgasmi più belli, intensi e violenti di ciascuna scopata.
Sognai ad un tratto una seduta straordinaria, di quelle che il mio coniuge si inventava quando voleva passare con me una notte di fuoco; nel sogno uno conosciuto, che aveva tutti i caratteri di Franco, mi leccava amorosamente dalla fronte alla bocca, scivolava poi sulla gola e sul seno; si attaccava ai capezzoli e li succhiava con amore fino a farmi godere e sborrare; nello strano dormiveglia, mi limitavo a gemere dolcemente e qualche volta ad urlare perché un orgasmo mi esplodeva inatteso dal ventre.
Lo strano partner nel sogno scivolava con la bocca sullo stomaco e sul ventre; raggiungeva la figa e tormentava con labbra e denti delicatamente mossi; avvertivo fisicamente che le grandi labbra venivano solleticate dalla lingua grossa e pastosa, proprio come quella di mio marito che tante volte mi aveva fatto impazzire di piacere in quel modo; le piccole labbra stimolate dalla punta della lingua erano sollecitate ad aprirsi e ad offrire a bocca e denti il clitoride ormai gonfio di piacere.
In quella condizione di sospensione tra realtà e sogno, la bocca che succhiava accanitamente il clitoride e i denti che lo stimolavano mordicchiando mi provocarono spasmi infiniti e dolcissimi che accompagnai con urla quasi disumane mentre il ventre mi esplodeva in un gioco di fuochi pirotecnici che diventavano luci surreali negli occhi chiusi; tremavo in tutto il corpo e mi agitavo convulsamente per il piacere.
Non capivo più se stavo sognando o vivendo una situazione reale; istintivamente, allungai le mani sulla testa dell’amante che mi stava succhiando la figa e la catturai, guidandola nei punti che maggiormente conoscevo sensibili al titillamento; mi resi conto che sembrava conoscere benissimo il mio corpo e che già avesse individuato le radici del massimo piacere; mi chiesi se per caso non fosse uno di quelli che mi avevano già scopato, visto anche che aveva chiesto espressamente di me.
Ormai ero completamente sveglia, eppure non vedevo niente; l’uomo che mi stava facendo godere come una scimmia mi appariva solo come una forma vaga stesa bocconi tra le mie cosce, con la testa sulla figa; non distinguevo i lineamenti né se fosse nudo o vestito; le tende erano quelle spesse e oscuranti, mentre ero certa che prima di addormentarmi avevo lasciato quelle bianche che facevano trasparire la luce di lampioni; nessuna lucetta c’era in bagno dove di solito lasciavo una piccola fonte luminosa.
Probabilmente l’imprenditore artefice di quella serata era noto a me e ad altri; preferiva quindi rimanere nell’ombra; mi dissi che ero lì per scopare non per indagare e abbandonai ogni velleità di avanzare nella scoperta abbandonandomi al piacere di un cunnilinguo che solo nel letto matrimoniale, e col legittimo consorte, avevo spesso assaporato; decisi di passare al contrattacco ed essere io protagonista della scopata.
Afferrai decisamente per le ascelle il mio maschio e lo costrinsi a rovesciarsi sul dorso; quando fu supino sul letto, emerse anche nel buio la sua mazza notevole; fino a quel momento, tra i tanti cazzi che avevo assaporato, pochi avevano sfiorato la lunghezza e lo spessore di quello di Franco; questo però, se non lo superava, probabilmente lo eguagliava e prometteva piaceri infiniti se lo avessi saputo usare come dio comandava.
Mi accucciai in ginocchio sul suo ventre, standogli a lato, e affrontai la ‘bestia’ col fervore della devota adoratrice del cazzo; lo cominciai a leccare dalla radice, fin dal buco del culo, e percorsi interamente le grosse palle che gli pendevano dallo scroto; le presi in bocca, una per volta, e le titillai dolcemente con la punta della lingua; passai poi a leccare l’asta, mentre tenevo la mazza bella ritta dal ventre, impugnandola con una mano; giunta sotto la cappella, un grosso fungo sulla mazza, leccai amorosamente tutt’intorno.
Dopo aver raccolto dal meato le gocce di precum che non si risparmiava, atteggiai la bocca a cuoricino e mi feci penetrare in gola come in una figa da sverginare; sentivo il piacere fargli vibrare ogni ganglo non solo del cazzo, ma anche del ventre e dello stomaco; sentii che godeva moltissimo e fui tentata di farlo sborrare rapidamente, forse per distruggerlo prima che cominciasse a scoparmi davvero; ma avevo a che fare con uno tosto; sentii che si contraeva e imponeva alla mazza di frenare la sborrata.
Mi scopai in gola per qualche minuto e godetti a farmi passare la cappella in tutta la cavità orale; col movimento della testa mi possedetti a lungo in cerca della sborrata; fu lui a frenarmi, stavolta; in un silenzio surreale, mi prese delicatamente per i fianchi e con una facilità incredibile spostò il mio corpo sul suo finché la mia figa fu davanti alla sua bocca, insieme al culo e soprattutto all’ano, a cui dedicò la prima grossa linguata che mi fece fremere in tutto il corpo fino ad urlare l’orgasmo.
Usò le ginocchia per bloccarmi la testa e impedirmi di portarlo a sborrare in bocca; si dedicò alla figa e al culo che percorse più volte con la lingua larga e pastosa, infilandola il più profondamente possibile nel culo e nella figa; sentii poi un liquido scorrere lungo il perineo; due dita lo portarono nell’ano e si infilarono nel retto forzando e allentando lo sfintere; intuii che aveva prelevato, forse da un cassetto ai lati del letto, un gel lubrificante, chiaro segno che quella scopata non si sarebbe conclusa senza una splendida inculata.
“Scopami! Dai, adesso scopami!”
Mi ero rassegnata a chiederlo, perché adesso rischiava di andare anche oltre i tempi lunghissimi dei preliminari che avevo attributo a mio marito come difetto e che invece sapevo bene che erano il pezzo forte delle sue scopate, specie quando a dichiararlo erano le amiche che ogni tanto si portava a cena fuori e poi a scopare non sapevo dove.
Questa riflessione mi riportò di nuovo a voler conoscere l’identità del mio accompagnatore; rispettare la volontà dei ‘clienti’ di mantenere l’anonimato era uno dei cardini del contratto di ‘lavoro’ con Desiree; sapevo bene che sarebbe stato anche uno ‘sgarro’ pericoloso venir meno a quel principio; d’altronde, non riuscivo proprio a capire chi tra i miei amanti occasionali, quelli per esempio da una botta e via, potesse essere così vicino, per dotazione, a mio marito che era un vero fuoriclasse.
Mi convinsi a rinunciare; mi stese supina, mi salì addosso e mi infilò in figa un cazzo da concorso mondiale, davvero credetti di sentirmi scopare ancora da mio marito, cosa che non faceva da tempo ormai immemorabile; comunque, il piacere che quella mazza diede a tutto il ventre fu straordinario; mi montò con garbo e metodo, continuando a sbattermi per lunghi minuti senza che il mio organismo avvertisse segni di stanchezza o della violenza che comunque esercitava sul sesso.
Mi fece variare la posizione più volte, fottendomi alla missionaria, a pecorina, da dietro, da davanti, da sopra e da sotto, a cucchiaio dietro di me appoggiata sul sul lato destro e poi sul sinistro, mentre intanto mi solleticava il clitoride con la mano libera; non tenni più il conto degli orgasmi, persa nel piacere di quella scopata che una sua incredibile resistenza senza sborrare rese infinita e dolcissima; se non mi stancai fu perché ormai avevo ingaggiato una sorta di lotta di resistenza e cercavo di superarlo in tutto.
Quando finalmente si fu saziato di scoparmi in figa, si lasciò andare a una sborrata che fu un’autentica alluvione; ma non si fermò nemmeno per un momento; mi pulì la figa e il perineo con il lenzuolo del letto, mi fece sistemare a pecoroni, si stese dietro di me e riprese a leccare con intenzione figa e, soprattutto, culo; capii che mirava all’inculata e mi predisposi mentalmente a farlo godere al massimo nel mio intestino morbido ed accogliente, dove qualunque cazzo si era adagiato volentieri.
Probabilmente la lunghissima leccata del perineo, del culo e della figa, da dietro, gli era servita per recuperare la durezza del cazzo che, dopo l’enorme sborrata, certamente non poteva riprendersi immediatamente anche perché, al tatto, mi pareva di aver capito che fosse oltre la quarantina, vista la tenuta dei tessuti muscolari e la tonicità del corpo; attribuirgli un’età più giovane, vicina alla mia, mi pareva un oltraggio a me stessa.
Tutto si svolse secondo uno schema che da sempre avevo in mente; unse abbondantemente il culo e il retto, spalmò il gel anche sul cazzo, lo appoggiò al buco e con un solo colpo l’enorme cappella violò anche il mio delicato sfintere; lo sentii sprofondare nella pancia e spingere in alto il pacco intestinale che arrivò fino allo stomaco; si adagiò sulla schiena e sulle natiche, mi afferrò da dietro per le tette e cominciò a sfondarmi con metodo e buonsenso; godetti di culo più volte.
In sostanza, fu solo l’inizio della più lunga ed intensa scopata che avessi mai fatto; senza interrompersi quasi neppure per respirare, per alcune ore mi scopò dappertutto, in figa, nel culo, tra le tette, in bocca; mi fece godere il cazzo in tutti i centimetri della pelle, fino nei capelli, e mi godette in ogni anfratto; a notte fonda, vero le tre suppongo, crollai per la stanchezza e per la ricchezza degli orgasmi; scivolai dal letto e andai verso il bagno; quando accesi la luce, mi girai a guardare ma non era più sul letto.
Ignorai la meravigliosa scopata e la sorpresa che mi provocò l’eclissarsi improvviso dalla scena; mi sciacquai alla meglio e mi rituffai tra le lenzuola, incurante delle larghe macchie di organico che le nostre scopate avevano lasciato su tutto il letto; dormii saporitamente fino alle undici e finalmente riuscii a rimettermi in sesto, a rivestirmi e a scendere con le altre ragazze nella sala da pranzo dove avremmo mangiato insieme ai nostri ospiti; speravo che almeno lì il mio amante misterioso si facesse vivo.
Desiree mi chiese se avevo trovato la notte di mio gradimento; la rassicurai che era stata una scopata memorabile, la più bella che avessi fatto in vita mia; le feci anche osservare che lui aveva fatto in modo da non farsi guardare dal vivo, ma che tutto si era svolto nel buio e nel silenzio più assoluti; non poté che fare generiche osservazioni sulla manie dei ricchi che cercavano occasioni per farsi notare anche in sciocchezze come quella.
In quel momento mi colpì la figura d una persona che stava parlando col concierge; mi rivolsi a Desiree.
“Scusa, quel signore che sta parlando col portiere è per caso l’uomo con cui ho passato la notte?”
“Certo che sei bella strana, Marzia; dici che non hai guardato in faccia l’uomo con cui stanotte hai scopato; eppure è stato lui a chiedere espressamente di te; due minuti fa mi dicevi che non l’avresti riconosciuto perché non hai avuto modo di guardarlo alla luce ed ora lo individui così da lontano?”
“Lascia stare i dubbi; dimmi chi è ... “
“Dunque, per farti capire, io amministro l’agenzia e la dirigo, ma il pacchetto di maggioranza delle azioni è nelle mani di Franco; insomma lui è anche il tuo e il mio padrone, otre ad esserlo anche di varie aziende e agenzie in città; hai intenzione di concupirlo per divorziare e risposarti con lui? Anche la sua richiesta di avere espressamente te mi fa pensare che, tra voi, qualcosa ci sia ... “
“Ciao, Desiree, come è andato con le ragazze?”
“Ciao, Franco; con le ragazze è andato tutto bene; con Marzia non hai bisogno dii sapere; senti, ma c’è qualcosa tra voi due?”
“Marzia, non hai detto niente a Desiree?”
“Non vedo perché avrei dovuto essere io a dirlo, visto che sei stato tu a chiedere espressamente di me ... “
“Vero; ho sbagliato a non informarmi prima; ma pensavo che avesse fatto bene il suo lavoro e si fosse informata sulle persone che lavorano per lei ... “
“Aspetta, Franco; io mi sono informata; lei mi ha detto che era sposata con un’ameba frocio impotente e cuckold; non avevo bisogno di altro; avrei dovuto sapere qualcosa?”
“Forse sì; per esempio, che il marito frocio e impotente sono io .. “
“Oh, Cristo! Dici sul serio? ... Che bisogno avevi allora di chiedere che fosse proprio lei la tua partner; poi, oh dio mio, lei è tua moglie e fa la puttana in una tua agenzia!?!?! Che cazzo è successo?”
“Niente, amica mia; semplicemente che la da a tutti gratis e da me deve essere pagata per una scopata!”
“Eh,no, cazzo!!!! Cercate di non fare casino per non pagarci questo fine settimana; io con quel che guadagno ci devo mantenere mio figlio, dannazione a questa stronza che, coi soldi che le escono dalle orecchie, si mette a fare la puttana persino con suo marito!”
“No, Luana, è lui che mi ha ingannata; io avevo promesso che non gliel’avrei data finché non si fosse dichiarato prono al mio volere; è stato lui, che sapeva anche che mi prostituivo per offenderlo, non perché ne avessi bisogno, che mi ha tirato un altro bidone che pagherà con gli altri!”
“Marzia, non solo sei una stronza impareggiabile, sei una cretina matricolata e un’incosciente che non sa cosa sta rischiando; ti ricordi l’imbecille che ieri tentava di occupare abusivamente quella poltrona? E‘ all’ospedale per una bruttissima caduta; se gli va bene, resta in carrozzella per tutta la vita; qualcuno dice che a spingerlo sia stato ‘il Macellaio’ un pessimo soggetto che gira da queste parti e gode a far soffrire quelli che tormenta.
Ti prendi tanti cazzi sperando di offendere tuo marito ma non capisci un cazzo, scusa il gioco di parole, delle manovre impeccabili di lui quando decide di applicare la ‘sua’ giustizia; scusa, Capo, parlo per sentito dire ma credo che ‘vox populi, vox dei’ e che davvero non ti sarebbe difficile pagare qualche migliaio di euro per vendicarti di un’offesa; quello che non capisco è perché non hai ancora fatto spazzare via questa merda che inquina la tua vita e, soprattutto, perché hai voluto scopare proprio lei ... “
“Adesso sei tu che non hai capito il senso del cazzo dato alla moglie puttana e stronza per dimostrarle che non piegherò mai la testa davanti ad una della quale posso fare quello che voglio perché, come tutte le puttane, ha un prezzo che posso pagare! Non metti in conto che l’ingenua è convinta di vincere con la figa, regalandola a cani e porci, è invece è arrivata a farmi schifo anche scoparmela come ieri sera; quando sarà il momento, pagherà tutto insieme un conto assai salato; per ora metto nella voce ‘dare’ anche il grande amore per una ragazza meravigliosa rivelatasi una puttana inguaribile; il passato è difficile da dimenticare.”
“Ti capisco, Franco; a proposito, ti offendi se ti do del tu e ti chiamo per nome? ... Ok, grazie; comunque, le vostre polemiche avranno un riflesso su noi o la convention è valida come per contratto? Sai, ho un figlio da mantenere, nessuno è disposto ad offrirmi un lavoro serio, solo ruoli da amante segreta; preferisco fare la escort poche volte al mese; con Desiree, anzi con te, adesso che so, mi trovo benissimo ma su quei soldi ci faccio affidamento per tutto il mese.”
“Innanzitutto per te e per le due ragazze non cambia niente; per la troia, vedremo che fine farle fare; però mi intriga sapere qualcosa di più di questo figlio, come si chiama, quanti anni ha, dov’è il padre ecc.”
“Carlo è frutto di un amore giovanile, quello che tu hai dichiarato indimenticabile; mi è andata male; il ragazzo di cui ero innamorata si rivelò un maiale bastardo che scappò appena scoprì che aspettavo mio figlio; facevo Economia, ma dovetti mollare l’università a un passo dalla laurea; da allora oscenità, ricatti e qualche appuntamento da escort; non c’è niente di poetico, come vedi; mio figlio ha ora quattro anni e purtroppo cresce col tormento che papà non c’è né posso garantirgli che ci sarà qualcuno che se lo prenda in carico e lo ami come lui vorrebbe.”
Un dipendente gli sottopose un contratto; lei gli buttò gli occhi e chiese di esaminarlo; mio marito, come al solito, lasciò fare; intanto fece convocare Giacomo, il capo del suo ufficio legale, suo uomo di fiducia e grandissimo amico che mi guardava con occhio schifato e faceva smorfie di disprezzo; i due parlottarono.
“Franco, non ti scocciare, ma qui qualcosa non mi quadra; è un contratto di acquisto di un’azienda in crisi; nella valutazione degli impianti si indicano macchine vecchie di decine di anni col valore dei listini attuali; c’è un inganno di svariati milioni; ti consiglierei di far verificare ... “
“Ambrosetti, che ne dici?”
“Franco, la signorina ha ragione; ma sono vecchio e non ho la prontezza necessaria per vedere certe trappole; lei ha più vividi i prezzi attuali e ha colto subito la magagna; lo sai che c’è sempre quel posto libero in Amministrazione; perché non ci metti lei e ti fai assistere per questi aspetti?”
“Quanto ti paga per questa raccomandazione? ... Scherzo, lo sai; non posso fare assunzioni se non attraverso il sindacato e la camera di commercio; per metterla in quell’ufficio, devo trovare un altro percorso; dopo che avremo parlato, deciderò; intanto, da domani falla venire e fatti aiutare a verificare gli altri contratti.”
“Franco, stai decidendo che devo venire a toglierti le castagne dal fuoco senza essere una dipendente?”
“Luana, non bestemmiare; alla peggio, sarai pagata a cachet per una consulenza straordinaria; non ho mai rubato un’ora di lavoro a nessuno; non comincerò da te; torniamo a parlare di tuo figlio, poi del posto di lavoro ... Dov’è adesso Carlo?”
“E’ con mia madre; non posso permettermi una tata per tre giorni ... “
“Tu non puoi allontanarti per rispetto al contratto con Desiree; puoi telefonare a tua madre che Sergio va a prenderli?”
“Desiree, puoi farmi accompagnare indietro?”
“Marzia, stai dando i numeri? Tu hai firmato un contratto e devi rispettarlo; se lo stracci, sai quali conseguenze possono esserci!”
“Io ho promesso a me stessa che non avrei consentito a mio marito di scoparmi finché non si fosse piegato davanti a me; non sapevo che dovessi scopare proprio con lui, firmando quel contratto ... “
“Questa clausola non c’è, perché tu non hai precisato chi fosse tuo marito!”
“Puoi farmi riaccompagnare a casa?”
“Se te ne vai adesso, qualcuno te la farà pagare cara e amara; e non sarà tuo marito; l’Agenzia dispone di molto personale ... “
“Tu però puoi chiedere a Franco di non dormire con me!”
“Mi stai facendo vomitare perché sei capricciosa, stupida e illogica ... Franco, Marzia non ti vuole con se; che faccio?”
“Io, nella mia suite, non la vorrei per niente al mondo; nella sua camera può andarci chiunque; se non vuole me, riceverà tutti i ragazzi presenti, nessuno escluso; avvertili che stanotte scoperanno con una bella puttana ... “
“M che dici? Vuoi darmi in pasto a tutti i tuoi uomini?”
“Io posso comandare; tu devi solo obbedire; è questa la sintesi dei fatti; stronza, la chiave ce l’hai; vattene nella tua camera e non uscire finché non si scioglie l’assemblea; mi fai tanto schifo che è una gioia dirti che non intendo scoparti; se non ci fossero impegni precedenti, ti cambierei volentieri con Luana; quella almeno ha il senso del dovere e dell’amore. Vai, chiuditi in camera; cenerai da sola, ma non farti vedere fino alla partenza. Marsh!”
“Franco, perdonami, non sapevo ... “
“Desiree, non farti problemi; a costo di incaricare il Macellaio risolverò il problema, ma dopo che questa storia avrà una fine ... “
“Franco, non ho nessun diritto di dirti niente, ma mi piacerebbe che tu avessi fatto riferimento al Macellaio solo per rabbia; tua moglie ha sbagliato e non merita niente, ma la vita è sacra; non essere sanguinario e non ricorrere a chi il sangue ama versarlo, ti prego! Tra poco arriverà il mio Carlo e non vorrei che ti trovasse col sangue agli occhi, come sei adesso!”
“No, Luana; questo tuo bambino sta già sconvolgendomi il cuore; ho quasi paura di incontrarlo, ma ne ho tanta voglia! Non ho l’istinto sanguinario che tu temi; ho solo minacciato una ragazza ingenua che capisce solo certi linguaggi; con Carlo voglio essere solo il papà buono che lo vizia anche troppo; forse è meglio che tu sappia alcune cose, prima di sentire quello che voglio dirti; dunque, la stupidotta che ho sposato convinto di avere la donna migliore al mio fianco ha commesso un’infinità di errori.
Il più squallido è stato farsi legare le tube per non rimanere incinta; aveva ormai deciso di scopare contro di me con chiunque e non voleva assumere la pillola perché ‘fa ingrassare’, secondo la sua convinzione; non voleva usare preservativi, perché ama sentire il contatto a pelle; la sua squallida conclusione fu la privazione di ogni possibilità di essere fecondata; poco tempo dopo, ad un esame clinico, risultò che i miei spermatozoi non sono abbastanza veloci per garantire la fecondazione.
Insomma, per me la speranza di diventare padre diventa utopia; nella mia situazione l’adozione diventa l’unico percorso con molte incognite sui tempi, perché certe pratiche possono durare anni e non sempre hanno un esito felice, specie per chi ha una situazione matrimoniale delicata come la mia; se anche ci fossi riuscito, alla mia età non potevano assegnarmi che un ragazzo coi suoi caratteri, con un’educazione tutta da verificare, insomma un uomo già formato.
Sono un imprenditore e, come dicono, anche bravo; la tua storia mi ha suggerito che, dicendo una piccola bugia, possiamo dichiarare che abbiamo avuto un incontro amoroso, una sera di cinque anni fa; da quell’incontro sarebbe nato Carlo; con qualche impegno e muovendo certe amicizie, posso ottenere in poco tempo di risultare padre riconosciuto e legittimo di un bambino tutto da far crescere, insieme a sua madre, da far diventare uomo coi caratteri che insieme riterremo giusti per una persona onesta e dignitosa.
Ti ho visto agire con determinazione e prontezza, ho sentito perché sei costretta a prostituirti, una volta al mese; ti chiedo di dire quella bugia e, in cambio, mi impegno ad essere padre vero ed amoroso di ‘nostro’ figlio; non ti chiederò di sposarmi o di essere la mia donna, se questo non ti interessa; ti chiederò di lasciarmi completare la mia esistenza soddisfacendo il desiderio di paternità, di tuo figlio ed anche tua, se proprio vuoi.
Stammi bene a sentire e cerca di cogliere al meglio il senso di quello che dico; non sto trattando un affare; non stiamo stilando un contratto; ti parlo di una suggestione umana profonda e importante; se pensi di poter corrispondere al mio desiderio di paternità, posso garantirti che completerai i tuoi studi universitari, che troverai spazio di lavoro nella mia azienda e che potrai vivere accanto a tuo figlio dove, come e quanto vorrai; ci sarò io a garantire la tua libertà.”
“Hai finito, Franco? Mi sconvolgi la vita, lo sai? Hai scomposto la mia realtà in pezzi ed ora devo rimetterli insieme diversamente. Ho promesso a mio figlio, e a me stesa, che avrei cercato di trovare per lui il padre giusto; avrei voluto che valesse qualcosa anche per me; ho cercato di rimanere onesta e leale con me stessa ma sono stata costretta a vivere qualche esperienza da escort che non aiuta; tu sei perfetto per Carletto; lo vedo e lo sento; adesso che mi parli della tua esigenza di paternità, sono anche più convinta che sarebbe la soluzione migliore per lui; mi frenano due cose, anzi due persone, io stessa e tua moglie Marzia.
Non so e non riesco a vedere come potresti farmi vivere con mio figlio; non credo che vorresti stargli lontano, lasciandolo a me; ma non so se posso pensare di vivere a fianco a te, anche solo lateralmente, con il tuo matrimonio in questa fase delicata e, soprattutto, con tua moglie tutt'altro che disposta a deporre le armi; il discorso su laurea e lavoro mi va benissimo; per favore, fammi riflettere un momento; guarda almeno il mio bambino; potreste addirittura non legare, non piacervi!”
Intanto stavano entrando Sergio con una donna matura e un frugoletto che sgambettava felice tra i due; quando riconobbe sua madre, si precipitò in braccio a lei che lo sollevò in alto e lo baciò sonoramente sulle guance; il bambino, quando si fu assestato in braccio alla mamma, si guardò intorno, vide lì vicino Franco e gli allungò le braccia gridando ‘papà, papà!’; Luana lo riprese.
“Carlo, quante volte te lo devo dire che non c’è, il tuo papà ... Scusami, Franco, ma per lui ogni maschio vicino a me è il suo papà; te l’ho detto, ha la sindrome dell’orfano e non vuole ammettere che suo padre non c’è ... “
“Carletto, amore mio, tua mamma sta scherzando; appena dirà di sì io sarò il tuo papà, vedrai!”
“Franco, ti rendi conto che stai alimentando le illusioni di un bambino? Non dirgli bugie che scoprirà presto! ... “
“Perché non ti rassegni a farle diventare verità? Lui ha la sindrome dell’orfano, io quella del padre mancato; perché non fai contenti tutti e due? Carletto, ti piace il tuo papà?”
“Sì; vuoi conoscere la maestra Cristina?”
“Cristina è la sua maestra d’asilo; è chiaro che vuole presentare a tutti il suo papà; pensi proprio di volerlo riconoscere come tuo ed esporti a tutte le conseguenze?”
“Carlo è mio figlio; crescerà con me e con sua madre, se tu accetti di condividere con me almeno il lavoro e il tempo ibero; per l’amore, ci possiamo anche attrezzare ... Carlo, domani mattina papà ti accompagna all’asilo e gli fai conoscere maestra Cristina, va bene?”
“Siiii; mamma, hai visto che il mio papà c’è? Tu dicevi che non sarebbe mai venuto; invece è qui e mi accompagna all’asilo come gli altri bambini ... “
“Va bene; sia come volete; ci attrezzeremo e sarò la tua collaboratrice sul lavoro; se tua moglie non mi ammazza, vivrò con te e con mio figlio; se mi innamorerò di te, non avrai scampo; per il tuo matrimonio, saranno cavoli tuoi ... “
“Hai notato che mi somiglia tanto che potrebbe anche passare per mio figlio?”
“Il problema è che suo padre ha le tue stesse origini; siete quei ‘saracini’ maledetti che affascinano le ragazze e le piantano ... “
“Io ho sposato la prima ragazza che ho amato e poi è stata lei a tradirmi; se dovessi innamorarmi di te, sarà solo perché sono fatto male e mi perdo nei sogni d’amore; altro che pirata! ... “
“Luana, io devo tornare a casa; che fai col bambino? Lo riporto via con me?”
“No, scusa come ti chiami? ... Clelia?! Scusa Clelia, il bimbo resta con me; ho abbastanza spazio per coccolarmelo un poco; ci sono molte ragazze che possono fare da baby sitter; vattene serena; nei prossimi giorni avremo modo e tempo per spiegare ... “
“Franco, stiamo facendo una pazzia ... “
“Una volta all’anno è giusto impazzire; questa è la mia volta per una pazzia sana e giusta ... Giacomo, fai tu le pratiche per il riconoscimento e l’affiliazione?”
“Che pensi di fare, con Marzia?”
“Franco, tua moglie ha bisogno di mettersi a lavorare; trovale un posto dove possa capire il valore del quotidiano; spero che non torniate insieme, ma puoi svezzarla almeno a gestirsi la vita; poi la lascerai a se stessa; intanto cominciamo ad essere coppia affiatata sul lavoro; ho sentito che snobbi le cerimonie pubbliche; da questo momento mi ci porti come tua assistente e useremo tutte le tue forze per imporci come realtà industriale di primo livello; Giacomo, a chi posso chiedere di insegnarmi ad essere prima donna?”
“La segretaria personale di Franco ha lunga esperienza e sta aspettando come tutti noi che il grande capo trovi serenità ed equilibrio; so che ce la farai ed avrai tutto il nostro appoggio, sopratutto per noi, per la certezza del lavoro, per le qualità di Franco e per la felicità tua e di vostro figlio ... “
“Anche tu giochi a dichiararlo nostro? Ti ha suggestionato Franco o davvero credi che posso essere compagna del tuo amico?”
“Lui si è già innamorato, di tuo figlio ed anche di te; tu sei sulla strada giusta; Marzia per ora si sta pentendo; avrà tempo per riequilibrarsi ed accettare che deve lasciare ad altre il compito di essere vicine all’uomo che non ha saputo seguire e accompagnare; pensate a chiudere in fretta questa convention che forse ti turba; da domani sarai la persona più attenta a crescere; sabato prossimo c’è una festa di beneficenza; hai pochi giorni per imparare ad essere la donna più importante della regione, credimi!”
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