Le feste di famiglia mi rompono, ma a certi inviti non ti puoi sottrarre, e quest'anno non ho potuto declinare l'invito per le feste di Natale a casa dei miei consuoceri, i genitori del marito di mia figlia Martina, che celebravano per l'occasione il 35' anniversario del loro matrimonio. Avevo programmato di farmi una settimana bianca in compagnia di una collega, separata anche lei, che da qualche mesi mi scopavo alla grande. Ma Martina mi avrebbe fucilato se non avessi accettato l'invito dei suoceri, tanto più che, da quando mi sono separato con mia moglie e lei è andata a vivere con il suo nuovo compagno in un'altra città, è con me che mantiene i rapporti più stretti e più stabili. Ma debbo dire che stavolta non mi sono affatto pentito di aver acceduto a quell'invito.
La casa era piena di persone, tra parenti di vario grado forse eravamo in 18-20, ma non riuscivo a staccare gli occhi di dosso alla padrona di casa, la signora Aurora, che conoscevo abbastanza, ma che non aveva mai attirato tanto la mia attenzione. Lei 56 anni, una donna matura che gli anni li dimostrava tutti, ma aveva un'aria tutta particolare, una suggestione seducente non comune, insomma l'attrazione che esercitava era più forte di me.
Quella sera Aurora era particolarmente su di giri, forse anche per qualche bicchierino in più che aveva bevuto, e la presenza del marito Mario, un 62enne pieno di bonomia, chiaramente succube della moglie, non le impediva di scherzare con me in maniera alquanto disinvolta:
'Ho un consuocero che è davvero un bel figo'. Peccato la differenza d'età '.. avessi dieci anni di meno, ti avrei già messo le mani addosso!...'
Sulle prime quella schiettezza mi aveva sconcertato, poi piano piano mi ero adeguato e le avevo risposto con pari disinvoltura:
'Aurora, ma che dici? ' ma quale età? '. Tu sei una bonazza anche ora '.. molto più attraente delle altre signore che sono qui'.
Un po' scherzavo, un po' no, perché Aurora è una donna un po' giunonica, bella rotonda, con un sedere gigantesco e due tette generose, e in quel clima allegro mi aveva fatto realmente arrapare. Per tutta la sera ci siamo scambiati battutine di questo tenore ed occhiate allusive. A fine serata, alcuni degli ospiti sono andati via, io e qualche altro congiunto siamo stati alloggiati nella bella e grande casa di Mario ed Aurora. Ne ho approfittato per restare ancora un po' solo con lei, parlandole in tono volutamente confidenziale, anzi decisamente da cascamorto; ma a sorpresa l'ho vista improvvisamente irrigidirsi e congedarsi frettolosamente, come infastidita o importunata da quel mio atteggiamento.
Il giorno successivo ho notato che qualcosa era cambiato tra di noi, lei non mi guardava, anzi sembrava fosse turbata. Anche se l'attenzione alle sue forme voluminose non mi era passata, mi sono sforzato di evitare contatti ravvicinati. Ma la notte, mentre uscivo dalla mia camera e scendevo in bagno al piano di sotto, l'ho intravista seduta in salotto al buio. Non ho avuto neppure il tempo di chiederle cosa ci facesse lì a quell'ora di notte che lei, portando il dito indice sulla bocca, mi ha fatto segno di stare zitto; poi mi si è avvicinata in punta di piedi e, prendendomi per mano, mi ha portato nel retrocucina.
Visto il gelo intercorso tra di noi per l'intera giornata, non mi erano chiare le sue intenzioni. Lei mi ha guardato con aria severa e mi ha detto sillabando a bassa voce:
'Quando si scherza si scherza, e forse anch'io ho scherzato un po' troppo l'altra sera '. Ma ciò non ti autorizza a prenderti gioco di me '. Ho i miei anni '. ed i miei chili '. Perché ridicolizzarmi con quei complimenti esagerati?'
Ho subito capito che il mio corteggiamento l'aveva turbata, ma non le era dispiaciuto. Solo che non si fidava. Le ho subito risposto con tono lievemente lamentoso:
'Aurora, ti chiedo scusa se ti ho dato questa sensazione ' io quelle cose te le ho dette sul serio '. e, se non ti dispiace, te le ripeto ' tu mi fai arrapare come un dannato'..'
Non ho avuto necessità di insistere. Per l'angustia dello stanzino dove mi aveva portato stavamo l'uno addosso all'altro, il mio pigiama e la sua vestaglia non impedivano a me di sentire la morbidezza opulenta del suo corpo ed a lei la pressione prorompente del mio uccello che, in quella situazione, si era prontamente inalberato e che era molto più convincente delle mie parole.
Aurora ha respirato profondamente, poi ha passato la sua mano sul mio pacco inturgidito e mi ha strizzato energicamente l'asta ed i coglioni. Dal canto mio io l'ho circondata subito con le braccia ed ho cominciato a palparle le chiappone, sussurrandole nell'orecchio con voce roca e vogliosa:
'Hai visto come me lo hai fatto imbestialire? '. Mi piacerebbe tanto fartelo sentire in mezzo alle cosce o tra le chiappe'.'
Aurora ha risposto all'abbraccio ed ha schiacciato il suo seno debordante contro il mio petto:
'Ti piace davvero il mio corpo? '. Non ti pare troppo grasso? ''
'Opulento, maestoso, non grasso '. Guarda, che belle tettone! ' mi hanno già fatto passare la mia fissazione per il culo!'
Al mio dire Aurora si è prontamente girata e, sollevando la vestaglia, mi ha offerto la vista del suo didietro:
'Se è questa la tua fissa, accomodati!...'
Dinanzi allo spettacolo di quelle due chiappe enormi, pesanti, ma non cascanti, e del più attraente buco del culo che avessi mai visto, non ho resistito, sono caduto in ginocchio ed ho affondato la mia testa proprio in mezzo a quei due grandi emisferi di carne. Lei si è chinata in avanti per aprire ancora di più il suo culone ed ha lasciato che io glielo odorassi e glielo lappassi come un forsennato, mugolando in silenzio. Quando la mia lingua si è insinuata nel suo ano, ha emesso gemiti che non riusciva a reprimere ed ha cominciato a stringere le cosce per resistere alle contrazioni violente della sua figa. Dopo qualche minuto mi sono risollevato ed ho puntato il mio punteruolo contro il buco del culo, ma a quel punto lei si è ritratta e si è girata, dicendomi:
'Dammelo in mano che ci penso io'''
E, così dicendo, mi ha fatto una delle seghe più belle che io abbia mai ricevuto, consentendomi nel frattempo di metterle il dito medio nel suo culo caldo e odoroso. Non ho resistito troppo e le ho sborrato addosso alla vestaglia, schizzandole sul viso ed appiccicandole i capelli.
Un godimento indicibile e indimenticabile. La porcona mi ha leccato e pulito l'uccello, si è spalmato la mia crema sul volto, si è asciugato le ciocche dei capelli, si è riassettata alla meglio. Anche io mi sono rimesso a posto, le ho detto nell'orecchio che è stata grande, poi sono tornato a smanacciarle il culone che tanto mi arrapava. Ci siamo lasciati con tanto di ammiccatine.
Il giorno dopo tutto è tornato normale e lei è tornata ad ignorarmi ed evitarmi. Un comportamento che mi ha lasciato perplesso. Non riuscivo a capire cosa passasse per la testa di Aurora e ne ero francamente contrariato, anche perché sarei rimasto suo ospite per due-tre giorni ancora, e poi chissà quando ci saremmo rivisti.
Ma, dopo pranzo, mentre tutti riposavano ed io stesso me ne stavo disteso nella camera che mi ospitava, ho sentito all'improvviso che si apriva la porta e una figura imponente si introduceva: dalla sagoma e dal profumo ho subito capito che era lei ed ho fatto finta di dormire.
Si è avvicinata al letto, si è seduta sul bordo, si è piegata verso di me e mi ha sussurrato:
'Su, dai, non fingere di dormire '. non abbiamo tanto tempo '.. o ti è già passata la voglia?......'.
Ho capito che non serviva fare la commedia e che, anzi, il tempo era prezioso; mi sono girato verso di lei e le ho infilato subito le mani in mezzo alle coscione. Ho notato che si era tolta le mutande ed ho subito affondato le dita nella sua fregnona che già sbrodolava. Nel frattempo lei si è aperta la camicia davanti ed ha liberato due zinnone monumentali facendole ballonzolare dinanzi al mio viso. Mi sono avventato famelico, mettendomi a succhiare i capezzoloni con tanta foga che le ho fatto un po' male.
Ha emesso un piccolo gridolino di dolore:
'Ahiii ' con i denti no! ' mi fai male!'
'Scusa, scusa '. ma capirai che scoppio di voglia!'
'Su, non perdiamoci in chiacchiere, che il cornuto può svegliarsi da un momento all'altro''
Allora, con fare sbrigativo, mi ha cacciato il cazzo fuori dal pigiama ed ha cominciato a tirarmelo, poi si è chinata e lo ha ingoiato tutto, portandomelo ad una erezione gigantesca. Poi si è alzata in piedi, si è sollevata la gonna, mi ha mostrato il culone in tutta la sua magnificenza e, dandomi le spalle, si è dilatato le natiche con le mani per impalarsi dall'alto sul mio pennone, che è del tutto scomparso dentro le pieghe di quelle chiappone.
Che inculata divina! Si è messa ad agitare il culo quasi roteando intorno al mio cazzone e mi ha portato rapidamente ad una sborrata super, che le ha innaffiato l'intestino. Poi si è sfilata, si è riassettata alla meglio ed è scappata via furtivamente dalla stanza, dopo avermi detto:
'Grazie '. L'anniversario del mio matrimonio non me lo potevi far celebrare meglio!'
Hai capito la consuocera?! '. Anche uno sberleffo sarcastico ai danni di quel coglione di Mario! '. Pensate che con una porcona così la storia sarebbe potuta finire lì?
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