Vorrei che mi raccontassi ogni tuo pensiero sconcio, che mi rendessi partecipe di ogni tua fantasia più recondita, vorrei sapere quando qualcuno ti guarda il culo o quando c’è qualcuno che vorresti scoparti e, quando c’è, vorrei che lo facessi con me presente.
Questo mi disse qualche anno fa quello che sarebbe poi diventato mio marito.
A febbraio dello scorso anno ho partecipato a una tre giorni di noiosissime conferenze di lavoro a cui hanno preso parte colleghi provenienti da tutta Europa. Tanto noiose erano le conferenze quanto stimolanti le relazioni interpersonali che si aveva la possibilità di intessere durante le pause tra un dormiveglia e un altro.
Tra un caffè di mezza mattina e un aperitivo pre-serale, particolarmente intrigante è stato l’approccio con Otto, giovane e prestante collega tedesco, che sembrava apprezzare i miei argomenti nonostante la mia età poco più matura. Soprattutto quelli posteriori.
Otto era una montagna di 1,85 mt ben distribuiti, dei pettorali importanti e un pacco difficile da contenere in un paio di jeans. Io, una donna sulla quarantina non troppo alta, non troppo magra, ma, come dice mio marito, con un bel culo e una sensualità di tutto rispetto.
In un’epoca in cui il Covid 19 non sapevamo neanche cosa fosse e il distanziamento sociale era un’espressione non ancora entrata nel nostro vocabolario corrente, caffè dopo caffè, aperitivo dopo aperitivo gli sguardi reciproci si facevano sempre più insistenti e gli sfioramenti, casuali e non, sempre più frequenti.
Tornando la sera a casa, raccontai a mio marito dell’incontro e, eccitato come non mai da questa attrazione reciproca e dalla situazione che gli rappresentai, scopammo come due ricci. Non so se effettivamente i ricci scopano con soddisfazione, ma si dice così.
Il giorno seguente, arrivata alla conferenza inguainata nella mia minigonna giro-figa, decisi di prendere posto accanto a lui che sembrò non disdegnare la mia presenza mostrandosi fin da subito molto espansivo al che gli proposi di metterci nella fila in fondo per stare più comodi.
I nostri piedi iniziarono ad incrociarsi dapprima in maniera distratta poi sempre più insistentemente. Le mani, ben coperte da fogli e cartelline, cominciarono a lasciarsi andare. Me le mise subito nella fica e iniziò a toccarmi il clitoride dapprima lentamente e poi sempre più velocemente fino a farmi venire. Credo sia stato l’orgasmo più veloce della storia.
Pausa caffè.
Ci ricomponemmo rapidamente, ma per una serie di infausti eventi il secondo giorno si chiuse senza ulteriori sviluppi interessanti.
Tornata a casa, raccontai a mio marito, con tendenze cucklod da sempre manifestate e più di una volta già appagate, dell’incontro ravvicinato e lui sempre più eccitato mi dice: perché non te lo scopi?
Ultimo giorno. Ultima possibilità.
Gli lasciai sulla sedia un bigliettino con su scritto: Ti aspetto nel bagno delle signore.
Dopo una decina di minuti di attesa sento bussare. Era lui. E non era solo. Con lui c’era anche Marc, 30 anni di manzo Olandese. Gran bella sorpresa, penso tra me e me.
Non vi dispiace se mio marito guarda, vero? E faccio partire una video chiamata con Luca.
Mi slaccio la camicia mentre Marc comincia a toccarmi le tette e Otto mi divarica le gambe, mi fa girare e mi allarga le chiappe.
Sentivo mio marito che dall’altro capo del telefono cominciava a gemere in preda alla masturbazione.
Dopo averci buttato parecchia saliva sento il cazzo grande di Otto infilarsi nel culo provocandomi un dolore lancinante che man mano si trasformava in piacere e infine godimento. Lo sfilava e infilava lentamente così che riuscivo a sentirlo in tutta la sua lunghezza, lo roteava da destra a sinistra così che riuscivo a sentirlo in tutta la sua larghezza e poi sempre più velocemente fino a sentirlo come se mi stesse dentro allo stomaco. Cominciava a gemere e a dire delle cose in tedesco che immagino fosse tipo “Dai troia fammi godere” o “Che gran culo spanato che hai” o cose simili e la cosa mi eccitava ancor di più.
Nel frattempo Marc mi si era messo davanti col cazzo in bella vista pronto a farselo spompinare e me lo mette tutto in gola mentre guardavo al telefono mio marito che si masturbava, sorrideva e godeva come un matto.
Glielo succhiavo e poi leccavo, gli massaggiavo le palle e gliele strizzavo e dopo aver sborrato e ingoiato il liquido bianco fino all’ultima goccia Marc, vuole fare un giro dietro e si danno il cambio, ma Otto anziché farsi fare un pompino comincia a leccarmela furiosamente e a succhiarmi il clitoride mettendomi una mano completamente dentro la figa fino a farmi alzare e l’altra sulla bocca per non farmi urlare dal piacere.
A differenza di Otto, Marc da dietro inizia subito a spingere fino alle palle con una veemenza tale che ho dovuto reggermi alla tazza del cesso per non cadere. Il cazzo di otto era leggermente più corto di quello di Marc ma molto più grosso e mi faceva mancare il respiro.
Ad un certo punto non capivo più chi avesse dentro cosa e dove.
Poi si interrompe all’improvviso e comincia a leccarmi il culo facendo sprofondare la sua lingua all’interno mentre Otto lo prende da dietro e comincia ad incularlo pesantemente e Marc dai gemiti che emette sembra gradire al che io mi giro e inizio a fargli un pompino in questo semi-sandwich un po’ particolare.
Dopo che anche Marc ha avuto la sua bella inculata tocca a me stare in mezzo con Otto davanti e Marc dietro.
Otto esce e entra con la forza dei suoi 28 anni e con un movimento pelvico che neanche un ballerino di salsa e Marc dietro come una furia che non esce mai e va sempre più in fondo e si aggrappava al culo di Otto per riuscirci meglio.
Mentre ero piena di cazzi guardavo mio marito che, dopo essere venuto continuava a lisciarsi il cazzo con un sorriso a 32 denti mentre finiva di godersi lo spettacolo.
Dopo che Otto mi sborra una litrata di roba nella fica, così tanta che non riuscivo a contenerla, anche Marc vuole farlo e mi prende davanti mentre Otto, appagato, gli schiaffeggia il culo.
Dopo che anche Marc ha avuto la sua dose di appagamento nonostante fossi visibilmente distrutta dalla contemporanea presenza di due giovani esemplari di maschi teutonici salutammo mio marito, ci ricomponemmo e tornammo alla conferenza come se nulla fosse.
La sera tornai a casa da mio marito, ancora visibilmente arrazzato, lo baciai appassionatamente, gli dissi che lo amavo alla follia e lui mi rispose: Scopiamo?
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