Cuckold sì, cornuto no

Cuckold sì, cornuto no

Gianfilippo appartiene a una famiglia storica della regione, con una certa nobiltà; i suoi antenati sono stati personaggi al servizio di re e di cardinali, di generali e di politici potenti; ma lui ha ereditato dalla schiatta solo l’abitudine a frequentare ‘luoghi di perdizione’, dai salotti di cortigiane ai casini di piacere fino ai bordelli; per essere in linea coi tempi, è un habitué di discoteche e locali di lap dance e spogliarelli; naturalmente, con molte ballerine ha frequenti rapporti sessuali.

Per necessità dinastiche, ha contratto matrimonio con Crimilde, una sorta di virago severa come un ufficiale prussiano, limitata nei rapporti umani e, conseguentemente, assolutamente opposta alla prorompente vitalità sessuale del marito, che invece è un grande frequentatore di belle ragazze e di salotti dove ogni festa si conclude con orge; per questo, spesso sceglie una ragazza disposta ad accompagnarlo.

Concluso assai in fretta e bruscamente il matrimonio, si trova con un patrimonio da sperperare e la totale libertà di sfogare i suoi istinti; qualche incidente di salute e il superamento dei cinquantacinque, lo obbliga però ad un regime più controllato, per il quale ha bisogno di una compagna particolare, capace di soddisfare le sue esigenze ma di sfogare, contemporaneamente, le intemperanze dettate dalla giovane età.

Milly, all’anagrafe Camilla, è quasi ideale per la sua condizione; regina dello spettacolo di spogliarello, si muove con estrema eleganza e signorilità nel locale dove lavora e non sono molti quelli che, a fine spettacolo, riescono ad ottenere con lei un incontro ‘privato’ che significa una nottata di sesso ad alto tasso di libidine; Gianfilippo, con la potenza della sua ricchezza e del blasone, riesce a conquistarla e, preso da vertigine amorosa, le propone di andare a vivere con lui.

La donna accetta e lui destina alla loro relazione una villa con vista mare che normalmente è scarsamente utilizzata a che, con l’arrivo di Milly, diventa residenza abituale dove lui fa vivere la sua amante e trascorre la maggior parte del suo tempo, tranne le ore al giorno che dedica alla cura degli affari; sin dal primo incontro, lei si è resa conto delle limitate disponibilità sessuali di lui, per una dotazione di normale entità di cui fa però un uso limitato per non gravare sulle sue condizioni di salute.

Per questo motivo, si intendono su un accordo; lui la scopa ogni volta che lo desidera e può; in cambio, si offre di procurare a lei dei bull che la soddisfino ampiamente; una volta alla settimana, tramite una fidata agenzia, ‘affitta’ giovani prestanti ben dotati che hanno il compito di soddisfare la donna, con l’impegno a consentire che lui assista alle scopate e si goda il piacere della donna che ama, lasciandola libera di sbizzarrirsi.

L’accordo funziona sin da subito; Gianfilippo, sentite le esigenze di Milly, chiede all’agenzia una certa tipologia di amanti e quella gli fornisce un catalogo dei giovani disponibili; lo esaminano insieme, lui e la sua donna, e, puntata l’attenzione su uno che risponda ai requisiti, lo segnala alla direzione che provvederà a far arrivare il giovane all’appuntamento che concordano; entrambi la prima volta sono alquanto imbarazzati per la situazione nuova che vanno costruendo.

Sono entrambi abituati al sesso multiplo, perché hanno frequentato festini finiti in orgia; ma è la prima volta che Gianfilippo si trova nella condizione propria del cuckold, che accetta di stare a guardare mentre la sua donna scopa con uno sconosciuto; Milly non ha problemi a scegliersi lo stallone, come del resto ha fatto sempre nel locale dove si spogliava; ma è la prima volta che si appresta a farlo sotto gli occhi puntati dell’uomo con cui divide la vita.

Comunque stabilisce che il primo uomo con cui realizzare quest’esperienza sia un ‘pino’ saldo, vagamente nordico, meglio ancora se biondo, con un cazzo di almeno una ventina di centimetri; nel catalogo che viene proposto, non ha che l’imbarazzo della scelta e si lascia convincere da un biondino ben piantato con un cazzo ammirevole e due occhi azzurri che sono l’elemento determinante per la decisione.

Si presenta puntuale e viene introdotto da Gianfilippo che ha lasciato libera la servitù per avere l’ambiente disponibile; Milly è già in camera, vestita solo di un intimo combinato, reggiseno e perizoma, coperto da una vestaglia di tulle nero trasparente; il ragazzo si muove con estrema disinvoltura, abituato com’è a certe situazioni particolari, la va a baciare sulle guance; lei lo cattura sulla bocca; si scambiano un bacio ad alta sensualità che fa eccitare la donna assai più che il professionista.

Gianfilippo si va a sedere sulla poltrona che ha disposto ai piedi del letto e si guarda con interesse e libidine tutta la scena; il biondo fa scivolare la bocca dalle labbra al petto e finalmente al seno; slaccia il reggiseno e tira fuori le tette di lei ammiratissime già negli spogliarelli; prende tra le labbra uno dei capezzoli e comincia la sua opera di seduzione che in pochissimo tempo porta Milly ad un grado di desiderio che le si legge chiaro nel viso.

Molto esperto, l’uomo la fa scendere da letto e fa scivolare giù la vestaglia; si ferma in attesa e lei capisce che è il suo turno, di spogliarlo; non le ci vuole molto per sfilargli dalla testa la maglietta e mettere a nudo un torace scultoreo, con tutta la muscolatura rilevata e ben evidente, frutto forse di un’attività fisica, sportiva o lavorativa, che non ha a che fare con le palestre; lo accarezza tutto con evidente sensualità e bacia teneramente il petto, prima di tutto, poi i capezzoli che prende tra i denti.

L’eccitazione di lui diventa evidente dal cazzo che si gonfia e fa vela nel pantalone; lei slaccia la cintura e il bottone, fa scorrere la cerniera e manda l’indumento alle caviglie; adesso sono lei in perizoma e lui in boxer; lo sguardo di Gianfilippo si perde tra il culo perfettamente disegnato di lei, che conosce bene, e la mazza di lui che intravede al di là della stoffa; anche il suo cazzo si rizza per l’eccitazione ma non azzarda un movimento; sa che, dopo, toccherà a lui scoparla e non vuole sborrare.

Milly si siede sul bordo del letto, abbassa il boxer e si lascia esplodere in faccia il cazzo che aveva ammirato in foto ma che, dal vivo, è veramente tutt’altra cosa, una sorta di piccolo mostro di piacere, veramente formidabile, che le procura libidine e piccoli orgasmi, quando lo sfiora con le mani; lo prende alla fine con la destra, mentre la sinistra va a raccogliere con delicatezza i coglioni grossi come albicocche e gonfi di voglia e di sborra.

Passa decisamente all’attacco e spinge le labbra strette volutamente contro la mazza che ha di fronte e la lascia penetrare in bocca come se stesse violando una figa vergine; l’altro, nonostante il mestiere e l’esperienza, si vede che gode decisamente; comincia una sorta di gara fra i due, lui a scoparla in bocca fino a soffocarla, lei a manovrare la cappella contro il palato e le guance per dare il massimo piacere e prenderne quanto può.

Quando il gioco pare durare anche troppo, i due si staccano, lei si riversa sulla schiena lasciando i piedi a terra; lui si abbassa con abilità consumata e comincia a leccarla delicatamente dalle ginocchia verso il ventre; quando arriva alla figa, le sua lingua diventa strumento docile di piacere; lei geme in continuazione e lancia un urlo ogni volta che un orgasmo l’aggredisce; quando, aperto il bocciolo delle piccole labbra, lui affronta con decisione il clitoride, per Milly è piacere puro.

Sostanzialmente, sono due professionisti, lui un bull a pagamento e lei un ballerina di lap dance abituata ad andare a letto coi clienti; eppure, nel gioco del cunnilinguo, entrambi mettono un vigore ed una passione che sembrano fuori contratto; lei raggiunge in maniera assai evidente numerosi orgasmi e lui succhia amorevolmente gli umori che lei spruzza ogni volta; Gianfilippo è persino estasiato dallo spettacolo che gli offrono; è felice di avere scelto quella donna come compagna.

In sostanza, prova per lei qualcosa di assai simile all’amore, anche se gli resta difficile ammetterlo apertamente; questo rende ancora più intrigante la sua condizione di cuckold; sa che quei personaggi quasi sempre accettano di assistere alle scopate delle loro donne per amore e non semplicemente per un masochistico bisogno di farsi umiliare o maltrattare; lui sente di provare in parte quell’emozione e ne è felice.

Milly intanto sembra aver deciso che è l’ora di scopare; allontana la testa del ragazzo, si sposta al centro del letto, si stende scosciata ed invita lui a montarla; non si fa pregare e si inginocchia tra le sue cosce, accosta la cappella alla figa e spennella il clitoride con la punta; lei geme e gode più volte, gli gira i piedi dietro le natiche lo spinge a farsi penetrare; in un attimo la mazza è dentro con una smorfia di piacere per lei; Gianfilippo tira fuori il cazzo e si masturba.

I due scopano a lungo, alla missionaria, con gioia del cuckold che ammira la mazza entrare ed uscire dalla figa slabbrata; poi lui si sfila, la invita a girarsi e la mette carponi; è uno spettacolo, il culo proteso ed offerto, ma il ragazzo mira ancora alla figa e riprende la scopata, ma a pecorina; si sente dai gemiti e dagli urletti che a lei piace sentirsi sbattere il ventre contro il culo mentre il cazzo scava nella parte più profonda dell’utero; Gianfilippo gode più delle emozioni di lei che della scopata.

“Inculami!”

Suggerisce Milly; Gianfilippo si precipita al cassetto, preleva un tubetto di gel e lo offre al ragazzo; lui si abbassa a leccare il buchetto e tutti e tre sentono che le pieghe si rilassano, il retto si prepara ed in breve l’altro può spostare la cappella dalla figa al culo e spingere la mazza dentro; lei lo aiuta spingendo indietro il culo; Gianfilippo si perde nel piacere della mazza che sprofonda; ammira decisamente la capacità di lui di incularla con metodo, la gioia di lei si sentirsi sfondata.

Vanno avanti per un’ora e più; poi il ragazzo, quasi avesse aperto uno sportello ad orario definito, chiede a Milly dove vuole che le sborri; lei suggerisce il viso; lui si sfila, si sposta davanti a lei e le appoggia il cazzo alle labbra; lei lo lascia entrare fino alla radice e succhia come un’idrovora; in breve l’espressione del viso di lui cambia e si vede che il piacere gli monta inarrestabile; con un urlo quasi disumano, scarica sulla lingua di Milly una lunga sborrata; lei fa in modo che non una goccia si perda.

La donna se ne sta sdraiata, rilassata e soddisfatta, il bull si riveste e va via; Gianfilippo si spoglia nudo, sale sul letto e copre il corpo della ragazza, fa aderire il cazzo alla figa e lo spinge dentro; affonda in un lago di piacere dove il suo uccello balla, visto lo slabbramento della recente scopata; lei attiva i muscoli vaginali e stringe il sesso finché lui con un grugnito le scarica dentro una lunga ed intensa sborrata.

L’esperimento ha perfettamente funzionato e per tutta la settimana successiva Gianfilippo non cede e scopa più volte la donna che si è portato in casa; una sera che vanno ad una festa con orgia annessa scopa volentieri con le compagne di amici, ma gode molto di più a guardare Milly che letteralmente distrugge maschi meno resistenti di lui, attivando tutte le sue immense capacità amatorie.

Quando scorrono il catalogo fornito dall’agenzia per scegliere il nuovo bull, lui ha la sensazione che l’attenzione di lei si posi morbosamente su un ragazzo che sa di avere visto al locale dove Milly si esibiva; quando lo seleziona, non se ne meraviglia, pensando che anche lei forse preferisce andare sul sicuro e scegliere un usato garantito; lo invitano per il sabato successivo; il rituale non varia molto, ma è l’attenzione della donna ad essere diversa; sembra partecipare con amore alla scopata.

Mentre si sbizzarriscono nelle pose più stravaganti per godere davanti ai suoi occhi, con gusto raffinato, danno l’impressione di una sintonia che va assai oltre il rapporto tra una escort di professione ed un bull affittato per la serata; Gianfilippo ha la sensazione che la donna sia presa dal giovane più di quanto sia lecito aspettarsi per una scopata a pagamento, ad uso e consumo di un cuckold; anzi, pare che Milly sia quasi indifferente alla sua presenza e non gli dedica i soliti ammiccamenti.

Comunque, l’esperienza è confermata e il loro menage procede serenamente per qualche mese; lui la scopa con grande voglia più volte durante la settimana, partecipano a qualche festa con orgia in cui liberano tutta la loro prorompente carica animalesca; il sabato si rappresenta la solita sceneggiata della scopata di lei con un bull a cui Gianfilippo assiste volentieri da cuckold per scoparsela poi alla fine con gusto maggiore.

Arrivano per lui i mesi terribili, quelli in cui deve impegnarsi negli affari, viaggia molto ed è spesso assente durante la settimana; non rinuncia però, e non lo farebbe a nessun prezzo, a passare con Milly i fine settimana e a regalarle, il sabato, la scopata col bull a cui lui assiste da cuckold; si alternano in molti nel letto di lei ed ogni volta lui assiste molto partecipe alle evoluzioni con cui lei si diverte con l’invitato di turno.

Nota con disappunto che, nell’arco di un paio di mesi, ha scelto per la metà degli incontri lo stesso soggetto, il ragazzo bruno e palestrato, ben dotato e con occhi magnetici, che lui è certo di avere già visto nel locale; ogni volta ha la sensazione di una scopata tra innamorati, assai diversa da quelle che fa con gli altri presi in affitto; gliene parla lealmente ma lei lo dissuade e un poco lo deride perché geloso da dare corpo alle ombre; accetta la spiegazione che sia particolarmente bravo; chiude lì.

Una sera è costretto, per accompagnare dei clienti importanti in un posto ‘piccante’, ad andare al locale dove ha conosciuto Milly e dove è assai noto e rispettato; incontra Ginevra, l’amica di Milly, e la prega di mettere a proprio agio i suoi ospiti, che rappresentano per lui un affare milionario; lei lo guarda con passione e gli confessa.

“Gianfi, io non sono Milly per molti aspetti; ma sta pur certo che per te farei anche la cosa più illecita!”

“Vuoi dirmi che hai per me una passione inconfessata?”

“Era inconfessata; ora che te l’ho detto, non lo è più; non ti pare? Comunque, non avere preoccupazioni; i tuoi ospiti andranno via dopo avere toccato il paradiso e ti firmeranno qualunque accordo, parola mia!”

In quel momento nota il bull passione di Milly che si aggira per la sala.

“Senti, Ginevra, quel ragazzo non è un bull dell’Agenzia?”

“Chi, Renato, l’amante di Milly?”

“Che hai detto?”

“Ho detto quello che so; ha avuto una lunga storia con Milly e, da quel che mi risulta, se la scopa ancora; pensavo che te ne avesse parlato e che foste stati chiari su questo; ogni volta che lei chiama, lui corre a scoparsela; lo sanno anche i tavoli.”

“Visto che sai tanto, conosci anche il posto dove vanno a scopare?”

“Se non vanno nella casa che hai affidato a lei, scelgono un motel in campagna, non so se conosci ‘l’Arlecchino’.”

“Lo conosco bene; quindi, vanno a scopare lì o a casa mia … Bene!”

Chiede a Ginevra il suo telefonino; sarebbe imprudente fare la telefonata dal suo; chiama Mario, il capo della sua squadra di sicurezza, e lo avverte di quello che Milly trama alle sue spalle; gli indica di controllare; in un secondo momento, interverrà per regolare la questione; l’altro chiede il livello di intervento; gli indica un segnale visibile per qualche tempo ma senza danni fisici o irreversibili; l’altro coglie l’indicazione e gli promette che lo aggiornerà in tempo reale.

Si dedica quindi al lavoro per cui è lì e trova in Ginevra una collaboratrice di alta qualità; riesce a far percorrere agli sbalorditi imprenditori tutta la gamma del divertimento che il locale offre e, alla fine, li affida ad escort di sua fiducia che li lasciano liberi, dopo qualche ora, di parlare eccitati ed esaltati dell’accoglienza ricevuta; capisce che Ginevra ha tenuto fede all’impegno e la ringrazia; lei gli chiede un segno di gratitudine, un bacio appassionato; scopre che è delizioso anche solo baciarla ed eccitarsi.

Mentre siedono ad un tavolo con gli ospiti gasatissimi, arriva Mario e gli riferisce che effettivamente Milly è andata al motel ‘Arcobaleno’ dove si è incontrata con Renato ed ha preso una camera; facendo aggio sulla sua posizione di componente della maggioranza della proprietà del locale, ha potuto scattare alcune foto e registrare alcune fasi dell’incontro, una scopata degna di un’enciclopedia del sesso; dai dialoghi si rileva che hanno appuntamento per l’indomani.

Gianfilippo è decisamente contrariato; è chiaro che deve liberarsi di quella donna rivelatasi sleale e indegna di fede; ma per il venerdì successivo è prevista una cena con orgia per la quale una presenza come quella di Milly gli sarebbe fondamentale; ne accenna con Mario; Ginevra, che è seduta quasi addosso a lui, non può fare a meno di ascoltare.

“Scusa, Gianfi, quale sarebbe il problema?”

“Oggi è lunedì; questi signori vanno via mercoledì mattina; io intanto devo fare chiarezza con Milly e, purtroppo, devo cacciarla; per venerdì avrei bisogno di una donna con le sue caratteristiche per presentarmi alla cena con le autorità che sperano di scoparsi la donna che mi accompagna e che, di solito, è molto affascinante.”

“Credi che farei colpo meno di Milly?”

“Lei è stata finora la mia compagna e tutti la conoscono; farmi accompagnare da te come escort sarebbe una sorta di ‘bidone’ ad opinione di molti … “

“Non credi che potrei sostituire Milly in tutto?”

“Stai proponendoti per prendere il suo posto?”

“Senti, tu non ci sei e non credo che ci fai; non hai capito che andrei all’inferno per te, perché nutro una vera passione; conosco bene te e i tuoi problemi, potrei recitarti a memoria gli accordi a cui lei è venuta meno; se sei innamorato di lei e solo geloso, ti capisco; ma se hai deciso che metti una pietra su quella storia, cosa ti impedisce di provare una nuova ipotesi? So di andare verso i trenta e di non essere all’altezza di lei, ma credo proprio di valere qualcosa … “

“Senti, Ginevra, cerca di renderti conto che in poche ore hai sconvolto i miei assetti, quelli professionali, favorendo la firma di un contratto per il quale darei l’anima; quelli ‘sentimentali’ se vuoi usare il termine, perché hai svelato un inganno che mi stava mettendo all’angolo; adesso mi dici che saresti pronta a prendere il posto di Milly; ti assicuro che per moltissimi aspetti sei anche migliore; ma proprio in nome della lealtà devo avvertirti che quell’accordo a cui ti riferivi sarebbe identico con te … “

“E quindi?”

“Puoi darmi la certezza che non corro lo stesso rischio?”

“Se non ci provi, non lo saprai mai; posso solo dirti che, alla mia età, è assolutamente proibito sbagliare; fra i due, chi rischia sono io; io voglio azzardare; sei l’uomo giusto, ho una forte passione per te, so tutto di te e dell’accordo; ti assicuro che accetterei anche proposte meno favorevoli a me; se hai bisogno della escort, ci sono; se vuoi l’amante, arrivo perfino a dirti che ti amo; se devi uscire dall’impasse e vuoi che stia con te, lo sono già dal lavoro fatto con i tuoi ospiti; la palla è a te.”

“Capo, io sto invecchiano e sono solo; se Ginevra non ti convince, permettimi di essere io a farmi avanti; una donna così non si perde; si conquista e si tiene stretta, credimi!”

“Mario, vuoi aprire un’agenzia matrimoniale? Non sarei tuo cliente; le donne me le sono sempre scelto da solo … ed ho sbagliato spesso; Ginevra, sono pronto a sbagliare anche con te, se fosse necessario; ma mi prendi nel momento giusto e nella maniera giusta; a che ora smetti?”

“Se pensi di andare via con me da qualche parte a fare l’amore, mi libero anche adesso, a patto che mi fai fare l’amore; di farmi scopare non ho mai avuto molta voglia; da te non lo accetterei; a fare l’amore ci sto, anche su questo tavolo … “

“Stasera andiamo in un hotel e ci fermiamo un po’ di giorni; quando la sciocca libererà la villa, tu ne sarai la padrona e, credimi, voglio solo che passiamo molto tempo insieme; l’hai capito cosa dovrà succedere venerdì?”

“Non ho mai avuto la fortuna di partecipare ad un’orgia ‘da signori’ con autorità e grandi capitali; forse mi dovrai guidare; ma, stampatelo in testa, per te farei qualunque cosa, anche farmi squartare da un cavallo; l’unica cosa che ti chiedo è, quando saremo da soli, a letto, che tu faccia l’amore con me, non mi scopi; sono stata abbastanza chiara?”

“Senti, Ginevra, c’è qualcuna tra le ragazze qui che ti assomigli per carattere, dignità e determinazione?”

“Mario, non dirmi che intendi accasarti … “

“Capo, ho i miei anni; te lo ripeto; se Ginevra non dimostrasse tanto attaccamento a te, cercherei di conquistarla io; se c’è una donna che merita fiducia, è lei; se lei mi dice che qualche altra ragazza è del suo livello, ci penso sì, ad accasarmi!”

“Elettra! Scusa, puoi venire qui un momento? … Lei è Elettra la mia amica più cara e più fidata; dicono che ci somigliamo molto; io ammiro la sua determinazione, la coerenza, la lealtà; come me, fa la escort ma in piena coscienza e con grande raziocinio; è la compagna ideale per un uomo di sani principi e voglia di dialogare … Per favore, non stare a schernirti. Questo è Mario; cerca una donna che abbia certe qualità; credo che tu corrisponda; lui è a capo della squadra di sorveglianza di tutto il patrimonio, anche umano, di Gianfilippo …. Se non lo sai, è lui … “

“Lui è il Gianfilippo di … “

“Era … Ora è il MIO Gianfilippo … “

“E tu Mario, desideri davvero conoscermi?”

“C’è un posto dove possiamo parlare in pace? … Bada, parlare, niente altro; il resto, per ora non mi interessa … voglio vedere se c’è intesa, se c’è feeling, se c’è chimica tra di noi …. “

“Vieni, ci sono dei tavoli appartati; anch’io voglio capire che tiro mi ha organizzato Ginevra o se dovrò ringraziarla perché mi ha fatto conoscere un uomo che desideravo incontrare.”

“Capo, domani faccio quello che va fatto … hai detto mano pesante ma non troppo …. Ci vediamo domani sera qui; tu avrai ancora a che fare coi tuoi ospiti.“

“OK; buona notte e ti auguro di trovare quello che cerchi; io ho la sensazione che la mia nuova padrona meriti di tenere le redini; forse è vero che non tutti i mali vengono per nuocere.”

I due vanno via e Ginevra sollecita Gianfilippo a decidere in quale albergo si fermeranno per qualche giorno; si accomiatano dagli imprenditori suoi ospiti e questi avvertono che l’indomani si firmerà il contratto che li associa, ma che tutto avverrà in quel locale, non negli uffici di lui, perché poi vogliono festeggiare alla grande con cena e dopocena; poiché Ginevra è stata la loro interlocutrice e si sono resi conto che è l’organizzatrice degli eventi, le chiedono se sarà possibile festeggiare con spumante.

“La ditta dispone e offre ai clienti migliori lo champagne per i grandi festeggiamenti; la firma sarà così celebrata e poi potrete godere di tutti i privilegi che il locale offre ai clienti di valore; gli amici di Gianfilippo sono tra questi.”

Vanno via e si rifugiano in un albergo a quattro stelle di cui, come per tante cose, Gianfilippo ha una quota proprietaria; per lei l’emozione è forte; non è di primo pelo, è quasi anziana per la professione che esercita; ma quella situazione la intriga in maniera imprevista; quando lui la bacia, in piedi accanto al letto, stringendola con forza da farle quasi male, si rivede giovane ed impacciata, baciata per la prima volta da un ragazzo che le piaceva un fottio.

Non parla perché sarebbe ridicolo ricordare, ma l’emozione la tradisce con sospiri e gemiti irresistibili eppure non si sono nemmeno sfiorati a pelle; lui le sussurra dolcemente che non è col principe azzurro ma con un uomo di cui non è neppure certa di essere innamorata.

“Ti darebbe molto fastidio se, in questi momenti, mi scappasse di chiamarti amore?”

“No, mi farebbe piacere; in questi momenti, in queste situazioni essere innamorati e dirselo è quasi obbligatorio e non incide sulla natura vera del nostro rapporto; ma tu davvero ti senti come la bella addormentata?”

“Si; e non voglio svegliarmi nemmeno coi baci del principe; voglio vivere e godermi la favola. Posso?”

“Puoi fare quello che senti; non ho preclusioni né problemi; sei comunque così bella, in questo languore d’amore, che sarebbe una bestemmia dirti che siamo due amanti senza futuro; e poi … chissà cosa ci riserva il domani … “

Ginevra si lascia spogliare da lui, abbandonandosi completamente alle carezze che le mani realizzano mentre passano sui vestiti per farli scivolare giù dal corpo; rabbrividisce quando lui le bacia e le lecca le parti che va scoprendo; attende con ansia che arrivi al seno per sentirsi baciare le mammelle, le aureole e i capezzoli che in lei sono molto sensibili; guida la testa, addirittura, quando lui sfiora con le labbra il capezzolo e quello reagisce irrigidendosi e spedendo alla figa una scossa elettrica.

Non vuole godere immediatamente e cerca di frenare il suo istinto; quasi per distrarsi dal piacere di sentirsi adorata, fa scivolare una mano verso la patta ed apre il pantalone portando giù la cerniera; infila la mano nel boxer e incontra il cazzo duro; sa che Gianfilippo non è molto dotato, ma non se ne curava e non se ne cura nemmeno adesso quando sente in mano un cazzo di media misura, non da provocare brividi, ma da assicurare almeno il piacere intenso di sentirlo vibrare tra le dita.

Le piace quel cazzo, lo sente suo, delicato e dolce come i baci che lui le sta distribuendo sul volto, sul petto, sui capezzoli; lo masturba delicatamente e sente il godimento sprigionarsi dall’asta e trasmettersi al corpo di lui; lo tira fuori dal vestito, si siede sul bordo del letto e se lo strofina sul viso sussurrando come un mantra ‘mio, mio’; forse il dato più stimolante per lei è proprio la coscienza che, attraverso quel cazzo, lei raggiunge uno dei suoi antichi desideri, essere amata.

La cosa più affascinante è che ad amarla, nonostante le dichiarazioni opposte, è un uomo di grande personalità; sentire di possederlo attraverso il cazzo che stringe in mano è motivo di grande lussuria, assai più di una mazza enorme che ti sfonda la figa o il culo; sa che quel modo di rapportarsi è il più sicuro per avere una prospettiva di vita e che, in nome di quel sesso, di quella voglia, quell’uomo che sognava può essere davvero suo.

Le piace giocare con quel cazzo nient’affatto invasivo né aggressivo perché lui lo usa con dolcezza e lei è portata a trattarlo istintivamente con delicatezza; accosta la lingua e raccoglie la goccia di precum che appare in punta, fa avanzare le labbra strette e gli da la sensazione precisa di penetrare una fighetta; in bocca, è una vera goduria per lei stringerlo con la lingua contro il palato o contro le guance.

Le dimensioni ridotte le consentono di cercare tutte le sollecitazioni e le emozioni che un cazzo in bocca le può dare e che lei può offrire all’amante che si sente accarezzato con passione proprio su tutta l’asta; Gianfilippo si sente portato in paradiso dalla dolcezza del pompino assolutamente nuovo che lei gli pratica; gli viene il sospetto che stia facendo ricorso alla sua abilità per eccitarlo; la ferma e glielo chiede.

“Senti, amico; mi piace un casino scopare, sia che debba fare l’amore sia che debba fare sesso; ma non amo né violentare né essere violentata; in questo momento mi sento come una ragazzina golosa che trova un dolce a sua dimensione e lo consuma leccando finché non lo esaurisce; non sto solo facendo un pompino; sto gustandomi il tuo cazzo perché è della dimensione giusta per farmi giocare come piace a me; se ti do una sensazione diversa, dimmelo e smetto; ma sto godendo assai più di te.”

Incuriosito, lui allunga una mano fra le cosce e lo aggredisce la percezione tattile di un lago di orgasmi; non è da puttane o da professioniste versare tanti umori in una fellazione; le prende le tempie e la guida con dolce passione a leccare dove si sente più eccitato; lei ha infilato una mano fra le cosce e si sta masturbando apertamente; lui è quasi fuori di testa per questo atteggiamento più degno di un’amante appassionata che di una escort professionista.

L’emozione mentale supera di gran lunga il piacere fisico e lo induce a spingerla sul letto, abbassarsi su di lei e afferrarle immediatamente il clitoride fra le labbra; ricambia la dolcezza con un cunnilinguo lungo, dolce, elaborato, tutto in punta di lingua e labbra a cuoricino, senza mordere; sente che gli orgasmi di lei non sono recitati e comincia a temere quasi di avere trovato la donna giusta per le sue esigenze.

Nel giro di qualche minuto l’ha stesa al centro del letto, le è montato addosso e la sta scopando alla missionaria, quasi come un marito stanco dal lavoro che si rifugia nella figa della moglie per scaricare un giorno di rottura di palle in ufficio; lei si comporta esattamente come fosse la massaia che ha sfaccendato un giorno e si trova la sera a scopare con suo marito con una passione antica e sempre nuova; l’orgasmo contemporaneo li sorprende e li lascia svuotati, l’uno sull’altra, appassionati.

“Ginevra, ti prego, io ti voglio come sei, non come tu immagini che io ti vorrei; tu scopi sempre con tanta partecipazione?”

“Gianfi, che tu ci creda o no, io non sono qui né per scoparti né per farmi scopare da un cliente qualsiasi; tu hai detto che la tua storia con Milly è finita; io ti ho replicato che da tempo ho una forte passione per te; non ti parlo di amore, mellifluamente; ti dico che mi hai sempre intrigato un casino; adoro il cazzo come il tuo, perché corrisponde ad un desiderio di sesso che ho alimentato prima di te e senza conoscerti; il tuo cazzo è il mio ideale; tu pensa quello che vuoi; io voglio godermelo così.”

“Vuoi dire che se ti proponessi lo stesso accordo che avevo con Milly, tu lo accetteresti e mi faresti fare spesso l’amore così?

“Ti ho già detto e ti ripeto che, per la mia attrazione con te, sono pronta a farmi scopare da un branco di scimpanzé, se tu me lo chiedi e lo decidiamo insieme; l’unica cosa che cambierei, del tuo accordo con lei, è che non voglio la scopata settimanale col bull; decideremmo insieme quando, dove e con chi; io amo il tuo cazzo e quello che può darmi; ti è chiaro?”

Visto che sono entrambi assai navigati nel sesso libero e in tutte le sue possibili evoluzioni riescono a darsi una notte di passione intensa; scopano per ore, in tutti i modi e in tutte le posizioni; Gianfilippo non vuole incularla, perché, a quel punto, preferisce farlo quando si trasferiranno nella villa che Milly deve lasciare; Ginevra per l’ennesima volta gli ribadisce la volontà di essere compagna anche di avventure sessuali, persino le più strane, a patto che siano concordate e decise tra loro.

La mattina seguente devono separarsi perché lui va in ufficio per approntare le carte necessarie alla firma dei contratti; lei si presenta al locale e assume le redini dell’organizzazione appunto per quella cena assai importante, vista la qualità dei convitati e l’occasione che si celebra; in parte si meraviglia di non vedere al lavoro Elettra; le dicono che ha avvertito che rinuncia definitivamente; capisce che ha trovato un’intesa con Mario; ne è felice e mentalmente le augura buona fortuna.

Verso sera, il locale si anima e lei è presa dalla direzione dello spettacolo; ma molte cose la tengono in ansia, dall’arrivo di Gianfilippo e dei suoi ospiti a quello di Mario reduce dalla ‘spedizione punitiva’ fino ad Elettra che spera di vedere almeno seduta ad uno dei tavoli con il suo nuovo uomo; lei non si fa vedere; il suo uomo, come ormai lo sente, invece è puntuale con gli imprenditori suoi prossimi soci; l’abbraccia con affetto e la bacia appassionatamente.

Dopo la seduta privata per la firma dei contratti, brindano a champagne e fanno entrare alcune ragazze destinate a rallegrare la serata degli ospiti che sbavano dal piacere per un’accoglienza assai attenta e ricca di sorprese; dopo qualche ora, arriva anche Mario che avvisa l’amico che la Polizia vuole sentirlo per un ‘incidente’ a Milly; trova il modo di sussurrare un grazie a Ginevra, perché con Elettra ha trovato un’intesa meravigliosa ed hanno deciso di sperimentare la vita in comune.

Gianfilippo va via con un poliziotto che è venuto a chiamarlo; in Commissariato, ammette che Milly è la ragazza che vive nella sua casa al mare; viene a sapere che è stata aggredita e picchiata da balordi; chiede come abbiano fatto ad entrare nella villa ben protetta; la ragazza è costretta a confessare che è andata nel motel a scopare con un suo vecchio amante; lui comunica alla Polizia che testimonia per l’identità della ragazza ma ignora persino che si fosse allontanata dalla villa.

Per quanto riguarda lei, si limita ad avvertirla che, come previsto dagli accordi, il tradimento è motivo di irreparabile rottura; si preoccupasse di trovare subito un’altra sistemazione; lei lo implora piangendo di non lasciarla in mezzo alla strada, per di più con i segni marcati che le cinghiate degli assalitori le hanno lasciato su tutto il corpo; lui accetta che un suo uomo la accompagni alla villa, dove avrebbero parlato della sua sorte e lui avrebbe comunicato la sua decisione.

Torna al locale e scambia un segno di ok con Mario; si appartano ad un tavolo discreto e li raggiunge Ginevra; Mario descrive molto sommariamente la sorpresa fatta alla coppia nel motel e la serie di cinghiate che i ragazzi hanno scaricato sui due, con l’intento prefissato di segnarli per un po’ di tempo ma di non fare loro del male; poi li hanno trasportati in un parco noto per essere ritrovo di prostitute di bassa lega; lì li ha trovati la Polizia avvertita da un passante.

Ginevra gli chiede cosa abbia in animo di fare; lui le rimprovera che ha fatto di tutto per sostituire Milly e che ora pare meravigliarsi; lei gli contesta che non l’ha ancora sentito invitarla ad andare a stare con lui nella villa; Mario ha parlato chiaro con Elettra e lei già si è sistemata a casa sua con l’intento di restarci per sempre; lui ha fatto l’amore meravigliosamente ma non le ha detto esplicitamente che assume il ruolo e il posto di Milly; la colpisce con un affettuoso scapaccione.

“Stai aspettando l’invito su carta filigranata in busta profumata su un cuscino di velluto?”

“No, carissimo, sto aspettando che mi racconti cosa sarà di Milly e che mi dica formalmente che sono la tua compagna, la tua complice, la tua amante, la tua fidanzata, insomma che sono la donna che ti scopi e che vuoi con te. E’ troppo?”

“Mario, tu mi sei testimone che dichiaro formalmente che Ginevra è da oggi la mia donna, finché rispetterà gli accordi intervenuti; ti basta, dolcissima creatura? Per quanto riguarda la tua amica, non posso sbatterla sulla strada perché, malconcia com’è, non potrebbe neppure battere; mi ha chiesto di tenerla in villa; te la senti di lasciarla in giro a fare anche la cameriera ma senza interferire con noi?”

“La sorte capitata a tante ragazze stupide come lei mi fa paura solo al pensiero; ti prego di tenerla lì in stand by finché non trovi il modo di garantirle una sistemazione; ti ha tradito, è vero, ma lo ha fatto per amore e per stupidità; puoi perdonare e aiutarla ad uscire dalla secca dov’è finita? Cosa pensi di fare venerdì sera?”

“Stammi a sentire; stasera gli ospiti si ritireranno in albergo e domattina partiranno; io li saluterò qui prima di andare via; decidi tu se torniamo in albergo o inauguriamo la nostra convivenza in villa; alla peggio, ti trasferisci domattina; stasera è l’ultima volta che lavori qui; da domani sarai tutta per me; se ci sarà da organizzare feste e serate, lo farai per noi, per i miei interessi ma anche per la nostra vita in comune; sarei felice se potessi confidarmi con l’amica, avere una collaboratrice quando è necessario, fare l’amore quando ne abbiamo voglia e darci ai bagordi se ci capita e ne vale la pena; se hai bisogno, come Milly, di un cazzo grosso ogni tanto, ti chiedo solo di avvertirmi prima. Ti va bene come progetto di vita?”

“Ti ho già risposto dieci volte; l’unica parte che non mi interessa e che non mi interesserà è quella relativa ai bull per un desidero di mazze grosse; io di te amo anche il cazzo; so che non dovrei usare il verbo amare, ma mi viene spontaneo; se ci saranno serate piccanti come venerdì, io sono stata comunque per anni una escort e ci vuole poco a tirare fuori l‘esperienza; quello che non accetterai volentieri è che, anche mentre mi monteranno degli stalloni selvaggi, io amerò te e il tuo cazzo; avrò quelli sopra e dentro di me, ma il mio cervello e, perdonami, il mio cuore saranno per te.

Devo ancora chiarirtelo, questo concetto? Tu hai detto che venerdì devo essere funzionale ai tuoi affari; realizzerai scambi con personaggi che ti sono utili per il lavoro; se devo scoparmi il governatore mentre tu amoreggi con sua moglie, ci sto; se devo prendermene anche più di uno insieme, perché ti è funzionale, non sono una che si tira indietro; l’unica cosa che farò e che potrebbe turbarti è che, mentre mi farò montare da una mandria di caproni, amerò te e penserò a te con la mente, col cuore e col corpo. Ti è tutto chiaro?”

“Cazzo, Gianfilippo, questa donna ha veramente capito perfettamente quello che è giusto fare se si è la tua donna; sono convinto che spaccherai quando ti presenterai con Ginevra alla cena; alla fine sarai tu a decidere quale caprone è più funzionale ai tuoi interessi; se lei ama te, chi la monta non significa niente, perché lo fa per te e, in qualche modo, con te … “

“Mario, ma se questo discorso lo facessi ad Elettra, tu ci staresti?”

“Capo, io sono il tuo guardaspalle; sì, capo della vigilanza, ma sempre un subalterno … “

“I discorsi che stiamo facendo, secondo te, si fanno a un dipendente o a un amico?”

“Io sono onoratissimo di essere considerato da te un amico … “

“Allora che ne dici di parlare con Elettra e chiederle se ci sta a fare doppia coppia con noi?”

“Gianfi, guarda che Elettra è una bomba, quando si tratta di concupire; se deve affascinare, stordire, mandare al manicomio, non ci mette niente; insieme siamo in grado di scompigliare le carte a un’assemblea di potenti. E non pensare che sia solo amore e tenerezza, sono sicura che questi due hanno già fissato i loro paletti; se la tua proposta rimane entro i loro limiti, basta avvertirla e sarai il primo a doverti guardare dal suo fascino; se Mario è d’accordo, posso parlarle io … “

“Senti capo, io non ho neanche un vestito adatto … “

“Mario, se non vuoi dici solo ‘non mi va’; se ne hai voglia, domani Adelina ti adatta lo smoking più bello, Ginevra ed Elettra scelgono tra le decine di abiti da sera che la sprecona ha comprato e mai indossato; venerdì io e il mio amico Mario ci presentiamo con due dee che non hanno riserve se si tratta di scopare; sin dall’apparizione in sala, li stendiamo tutti, decidiamo chi sono i personaggi più in alto nella gerarchia sociale e chi ha la moglie più affascinante; realizziamo due scambi di coppia e alla fine tutti tornano felici a casa a scopare con la donna che amano.”

“Quindi, pensi di innamorarti, prima di venerdì?”

“Senti, arpia, mi stai innamorando e lo sai; guai a te se tradisci la lealtà, la fiducia e le attese; divento una belva e ti faccio a pezzi.”

“Tu non farai a pezzi nessuno; io sarò tua sorella, l’amica del cuore, l’amante, la compagna, la socia, la complice, io sarò tutto con te, perché ce l’ho dentro, perché ho sempre sognato una vita così con l’uomo che amo; e io ti amo già, non devo aspettare venerdì; stasera hai vinto tu, con gli imprenditori; ma non saprai mai quanto ho goduto io della tua vittoria e quanto impegno ci ho messo per essere con te mentre la costruivi … “

“Capo, vista da fuori, la vicenda è stata proprio questa; Ginevra è in gamba e manterrà le sue promesse; e io ne sono arcifelice perché Elettra le assomiglia molto, nel carattere.”

“Senti, Mario, se ancora un volta mi chiami capo ti prendo a calci; un amico lo chiami per nome; ti immagini che figuraccia se ti scappa di chiamarmi capo davanti al governatore della regione?”

“Hai ragione, Gianfilippo; non accadrà più; Ginevra, chiama Elettra e parlale della proposta; se lo fai tu è più regolare; se lo faccio io, ci imbarazziamo tutti e due.”

“Ciao, dolcissima, ho saputo che hai avuto una notte da paradiso terrestre … me lo sta dicendo adesso Mario; sono felice per voi …. Anche con Gianfilippo le cose vanno benissimo. Adesso ascoltami, devo parlarti di una cosa importante e sappi che i due sono qui e mi ascoltano … Tu sai che lui partecipa ogni tanto a feste particolari, con la crema della regione, presidenti, sindaco, deputati, senatori ecc; in realtà, in quelle occasioni, tutti cercano di assaggiare le mogli di tutti oppure le amanti, le escort, insomma si scambiano le dame … a letto naturalmente.

Gianfilippo venerdì ha una di queste cene alla quale doveva andare con Milly; dopo quello che è successo, ci vado io con lui e la anniento, quella ragazzina; lui ha proposto a Mario di andarci in quattro, io tu e loro due; aspettiamo solo il tuo assenso; ci staresti a partecipare a quella cena sapendo che dovresti scambiare Mario con un personaggio importante che scegliereste insieme? … Ti ho detto che ascoltano tutto quello che ti dico e sono d’accordo; aspettiamo solo te.

Gianfilippo dice che il guardaroba che Milly ha realizzato con la sua solita smania dello shopping compulsivo è in grado di farci belle una decina di volte; quindi diciamo che si farà; poi a casa ne parli più diffusamente con Mario; io farò tutto quello che devo e che so fare; soltanto, alla fine, anche se mi rimanesse sono un anelito di vita, la scopata più bella me la farò con l’uomo che amo; tu organizzati per te.

Stasera lascio anch’io il lavoro qui, mi trasferisco alla villa; da domani avremo tempo per stare insieme, parlare e organizzarci; ti baciano tutti e due. Ciao, tesoro; a domani.”

Poco dopo la mezzanotte, Gianfilippo si accomiata dai nuovi soci assicurando che, come richiedono, si troveranno ancora spesso per portare avanti l’alleanza; Ginevra comunica ai gestori che lascia il lavoro, raccoglie le poche cose in uno scatolone e se ne va con lui; Mario li segue con la sua auto, visto che abita poco lontano dalla villa a cui sono diretti; la tensione è palpabile, perché a casa li aspetta Milly con un grosso problema da risolvere; la trovano ancora sveglia in cucina.

“Ciao, Milly, come stai?”

“Le cinghiate mi hanno fatto male; ma il peggio è arrivato dopo, quando quello stronzo mi ha liquidato con un messaggino; non mi ha mai amata ed io, stronza, ho buttato via per lui l’unico vero amore che ho conosciuto nella mia vita; non sto neanche a chiederti perdono perché non me lo merito, ma vorrei che mi credessi se dico che è stata al tempo stesso una bambinata ed una pia illusione; davvero una volta ci credevo quando mi diceva che mi amava.

Quando l’ho trovato nel catalogo dell’agenzia, ho creduto di poter riprendere l’amore da dove l’avevo lasciato e mi sono fatta prendere stupidamente in giro; per di più, ho tradito i principi fondamentali che sostenevano il nostro rapporto; alla fine, ho scoperto che amo te con tutti i tuoi limiti e le grandezze; ma l’ho scoperto troppo tardi, quando già avevo distrutto il delicato edificio che tu mi avevi costruito; l’unica cosa che posso chiederti, implorandoti, è di non buttarmi in mezzo alla strada.

Lui mi ha scritto che ha già trovato chi gli lecca le ferite che le cinghie gli hanno provocato; tu vedo che hai trovato un feeling con Ginevra; ci soffro molto, non lo nascondo; ma al tempo stesso sono contenta, per te perché so che lei è molto più matura e non  tradirà le tue aspettative, ma anche per lei che è sempre stata una buona amica e merita, in fondo, di prendersi quello a cui aveva rinunciato per rispetto alla nostra amicizia; spero solo di trovare un’uscita da questa trappola in cui mi sono cacciata.”

“Milly, non stare a fasciarti la testa più del dovuto; con Ginevra siamo d’accordo che resti qui finché non sei in grado di provvedere a te stessa, a patto però che non turbi la nostra vita in comune; quando le tracce delle cinghiate saranno impallidite abbastanza, ti aiuterò io a trovare collocazione in un locale un poco migliore di quello dove ti ho incontrato; ho qualche potere nel ‘BlueNight’ e so che hanno sempre bisogno di ragazze per la lap dance e, se vuoi, per fare la escort.”

“Vuoi dire che alla fine sarò promossa da un locale anonimo al top della città?”

“Sì; ed anche a condizioni migliori; se ti va di prostituirti, lì hanno un giro più qualificato e tu sei degna di clienti migliori.”

“Va benissimo; che io decida poi di fare solo la ballerina e di esibirmi senza scopare, sarà un problema mio; non ho voglia di cazzi, al momento; e temo che per molto tempo ne farò volentieri a meno; ma l’esibizionismo è parte di me e fare la ballerina col palo mi è quasi connaturato; evidentemente, il tuo amore continua a sostenere la mia vita … “

“Non parlerei più di amore; ma di affetto sì; non passo quasi un anno con una donna per dimenticarla il giorno dopo; mi sei comunque cara e, senza suscitare gelosie, posso prendermi ancora cura di te per una volta.”

Ginevra abbraccia l’amica e la incoraggia a farsi forza e a ricominciare; ne ha l’età e l’energia; da un errore potrebbe nascere una nuova prospettiva; quella notte, però, Milly desidera spesso avere dei tappi per le orecchie, perché gli urli ferini che Ginevra lancia, quando Gianfilippo la fa godere, le arrivavano diritti come coltellate al cuore a ricordarle quanta passione ha distrutto e sprecato per un capriccio.

Quello che non avrebbe mai nemmeno potuto immaginare è che in quel momento si sta consumando una strana ‘luna di miele’ tra due persone rotte ad ogni esperienza, ma che si trovano all’improvviso di fronte come due ragazzi che si incontrino per la prima volta con l’entusiasmo caratteristico dei giovani; lei impone il rispetto delle promesse e si fa inculare da lui per la prima volta; la sua partecipazione mentale è tale che sente quasi di essere stuprata in un tunnel ampiamente collaudato.

Ma anche lui mette in quella penetrazione tanta forza e tanta passione che sente quasi di violentarla dove non c’è niente da violentare; potenza della suggestione, ha un orgasmo che non finisce mai e gli scappa un ’ti amo’ del tutto involontario.

Il venerdì arriva quasi troppo presto, per le ragazze che ci stanno ricamando sopra; la cena stessa è motivo di esitazioni, perché nessuna delle due sa esattamente come comportarsi ad una tavola elegante; e quella lo è; deve quasi urlare, Gianfilippo, per fare presente che la loro bellezza farebbe passare anche le loro gaffes per vezzi di veneri che si possono concedere tutto in forza del fascino che emanano.

Anche Mario ha il suo da fare, per entrare nel ruolo dell’amico, dopo essere stato per anni al servizio; ma reagisce assai prontamente, sceglie l’abito e se lo fa adattare; quando sono pronti per uscire, la meraviglia di fronte alla bellezza delle due coinvolge persino Milly che non nasconde le lacrime di pentimento ulteriore; ma anche l’eleganza e il garbo che Mario dimostra nel suo impeccabile smoking è notato; entrano quasi trionfalmente nella sala dove tutto è pronto.

Mentre si aggirano tra i tavoli, in attesa di occupare il posto assegnato, Ginevra nota lo sguardo insistente su tutto il corpo da un uomo non giovane, leggermente grasso e dall’apparenza viscida; chiede a Gianfilippo chi sia; lui indica il sindaco e la sua appetibile moglie; lei chiede quale sia il bersaglio a cui mira.

“Ginevra, tra noi il punto di riferimento sarà purtroppo Milly ancora per molto; lei, quando partecipava a queste occasioni, si guardava intorno cercando di immaginare la mazza più meritevole; decideva il maschio ed io mi adeguavo; se tu invece vuoi concordare su una mia ipotesi, sappi che qui non si tratta solo di sesso; entrano in gioco la politica, l’economia, gli equilibri sociali e tante altre cose, compresi i contratti di cui hai già avuto esperienza.

Per esempio, io ho molte pratiche bloccate alla firma del sindaco; è ovvio che se, mentre ti scopa, tu gli suggerisci di farle avanzare, io mi comporto malissimo perché sfrutto la tua figa per i miei interessi, tu ti guadagni la fiducia di uno che potrebbe tornarti utile se dovessi avere bisogno di un appoggio sociale; non voglio spingere oltre la mia invadenza; saprò utilizzare le tue scelte; non ardo dal desiderio di scopare con la moglie del sindaco ma saprei come gestirmi un lavoro di sponda.

Se tu fossi Milly, chi sceglieresti per uno scambio di coppia?”

“Ele, hai sentito? Tu con chi scambieresti il tuo partner?”

“Solo con te; il resto è zavorra flaccida; solo per Gianfilippo scambierei Mario … “

“Hai sentito, amore mio? Vale lo stesso per me! Al di là degli scherzi, ho capito che qui si gioca su vari tavoli; il sindaco è quello che sbava di più per me; gli posso e gli devo chiedere che faccia avanzare le tue pratiche; amore?!?! Vado a concupire il tuo amato sindaco … “

“Allora, guarda come si può giocare; io voglio portarmi a letto la moglie del Presidente della Camera di Commercio, la vedi la biondina diafana col marito caprone? Io, quella, la vedrei volentieri su un letto; per norma non scritta, dovrei concupire la moglie del sindaco; io passo, vado a corteggiare la bionda e lascio a lui la facoltà di prendere il mio posto; ha molte cose da sollecitare al sindaco, attraverso sua moglie … capisci come si mescolano sesso, strategia, economia e politica?”

“Perfetto, maestro; terrò in gran conto i tuoi insegnamenti.”

“Gianfilippo, chi è quel giovane rampante con la mora tutta curve?”

“Parlamentare a Montecitorio, vice ministro per i Lavori Pubblici; lei è sua moglie. Perché lo chiedi?

“Perché lui, da bravo politico, mi ha radiografato il culo senza farsi notare; Mario si scoperebbe volentieri la moglie; io parto all’attacco; oggi mi faccio scopare; devo mettere le premesse per altre cose?”

“Fai attenzione; lui fa coppia fissa, per le sue malefatte, col rosso di pelo alla sua destra; temo che ti chiederà di coinvolgere Ginevra con il rosso; valuta bene le tue mosse … “

“Non preoccuparti; per ora lo riduco al mio potere e farà quello che voglio io; poi si parlerà di doppia coppia, semmai!”

“Ragazze, sapete che mi fate paura?”

“Ha parlato quello che gioca di sponda per scoparsi la biondina; giurami che te la scopi soltanto!”

“Ginevra, senza un pizzico di amore, non mi si rizza e sai bene che è già poca cosa di per se!”

“Faremo i conti stasera a casa; voglio tutto il tuo amore; guai se ne lasci tra le cosce della bionda!”

Sono dei caterpillar, le nostre donne; cinque minuti dopo stanno già pavoneggiandosi davanti agli sguardi calamitati e bavosi dei due obiettivi; lui ne approfitta per accostarsi al tavolo della bionda che lo attizza.

“Ciao Nando.”

“Ciao, Gianfilippo; stasera mi sa che ti spetta la moglie del sindaco … “

“Perché? Non potrei preferire tua moglie? Tu che ne diresti, Dora?”

“Io con te ci starei anche adesso, qui sul tavolo; mi hanno assicurato che sei un demonio a letto … “

“Ma l’abitudine è quella dello scambio diretto … “

“Ah, sì? Chi ci proibisce uno scambio diretto tra me e te, tra la donna che dovrei concupire e tua moglie che mi piace di più? Se ti interessa la moglie del sindaco, io preferisco di gran lunga Dora; hai tutto lo spazio che vuoi.”

“Cazzo, hai ragione; Dora, ti va il doppio scambio?”

“L’ho detto che me lo scopo qui sul tavolo … e non era un modo di dire …“

Comincia la cena e le loro coppie sono già definite; Ginevra amoreggia col sindaco; Elettra ha sconvolto il vice ministro; Nando si appiccica alla moglie del sindaco; Mario fa coppia con la bruna e Gianfilippo palpeggia con gusto Dora; la successione delle portate segue il cerimoniale imposto e ogni tanto ci sono momenti di sosta che servono a familiarizzare; Elettra ne approfitta per dire che effettivamente il vice ministro le ha proposto un soggiorno a Roma con la sua amica e il rosso.

Le suggerisce di prendere tempo e, per lo meno, di rimandare almeno di una settimana la risposta; Ginevra ha già strappato al sindaco l’impegno a sollecitare le pratiche; la sensazione è che le due donne, proprio come due caterpillar, una volta indirizzate e avviate, non si fermino davanti a niente; non si può sapere se in questo modo si rischia di vederle lanciarsi da sole in un mondo che non conoscono ma di cui si impossessano assai rapidamente, forti anche di un fascino irresistibile.

Gianfilippo mette da parte le riflessioni serie; si dedica a Dora che gli si è appiccicata come un cerotto e aspetta solo di essere a tu per tu con lui; in una lunga sosta dopo i secondi, lo trascina garbatamente in bagno e lo abbranca in un bacio tentacolare; il ventre che spinge sul suo e l’inguine che si struscia sulla patta danno il senso di quel che cerca; abbassa la mano; afferra a palmo largo la figa, da sopra ai vestiti, e cerca il percorso per portare il medio sul clitoride.

Brancicando alla cieca, riesce comunque a sentire sotto il polpastrello la durezza dell’organo ritto; la stuzzica delicatamente e non si ferma finché non gli scarica in gola un urlo di piacere che, fatto risuonare, avrebbe richiamato il servizio di sorveglianza; mentre si appoggia sazia e languida sulla sua spalla, le carezza i capelli e il viso, poi passa la mano sui seni e sente i capezzoli duri; la prega di non insistere perché non si saprebbe fermare; la bacia voluttuosamente e tornano in sala.

L’ansia di fare l’amore non consente a Dora di aspettare che la cena sia ufficialmente conclusa; prende Gianfilippo per la mano e si dirige alle camere; lui la segue obbediente e la accarezza dolcemente mentre vanno verso quella la cui chiave è stata assegnata alla donna; solo il tempo di chiudere la porta e lei si è già abbarbicata a lui e cerca il contatto più intimo possibile; le solleva l’abito e scopre che non ha intimo; afferra la figa e infila il medio; becca subito il clitoride e la fa urlare.

L’abito scivola via senza problemi; lei è nuda davanti a lui; scalcia via le scarpe e si lascia cadere supina sul letto; lui parte dai capelli e comincia il percorso di baci e leccate che la ricopre di saliva dalla testa ai piedi; si ferma sul seno ed afferra i capezzoli; lei gli accarezza la testa e in qualche modo lo guida verso i punti erogeni; lui sembra non saziarsi di leccare, succhiare, mordicchiare le mammelle piene, le aureole evidenti e ben disegnate.

Ma è soprattutto sui capezzoli duri e ritti che esercita il suo gusto di amante insaziabile; li succhia, li mordicchia, li tormenta, li lecca, li accarezza, ci gioca con le labbra; ogni volta per lei è una sferzata di piacere che le attraversa la figa e la manda fuori di testa; lo incita con le parole e coi gesti ad insistere; sente quasi inaspettata ed inattesa la mano che le afferra di nuovo la figa e il dito che penetra in vagina, più ancora sobbalza quando un altro dito penetra nel culo e la fa godere.

Gianfilippo ha lunga dimestichezza coi preliminari ed ha capito, dai discorsi di lei, che è di quelli che ha bisogno; si dà da fare per tormentarla eroticamente fino allo stremo; la bocca ha percorso il ventre tutto ed ora è sulla figa; la punta della lingua sollecita e piccole labbra e il clitoride è prigioniero di una bocca che lo stimola, lo succhia e lo fa esplodere in continui orgasmi; mai un cunnilinguo così sapiente le è stato fatto e Dora si lascia andare ai gemiti, agli urli, allo squirt.

Va avanti a lungo il gioco dei preliminari; quando si rende conto che lui è ancora completamente vestito e la sta titillando con energia dappertutto, Dora quasi prova vergogna per essersi lasciata andare; ma è felice di sborrare in continuazione; lo ferma con decisione e lo spoglia; di fronte al cazzo non grande prova un’intima strana gioia; non è il pisello che le hanno raccontato ma una mazza di media dimensione che a lei va benissimo.

Lo dimostra prendendolo in bocca, infilandoselo fino alla gola in un solo colpo e cominciando poi la fellazione che preferisce, quella che le consente di far girare la cappella in tutti gli angoli della bocca e, intanto, di leccarla senza sosta; tutte le volte che ha praticato quel pompino, ha fatto esplodere il partner in un orgasmo imprevisto e torrenziale; non è così con Gianfilippo che gode fino alla sofferenza le sue leccate, adora le spinte contro le guance e sotto il palato, ma si limita a godere.

Non vuole farlo sborrare in bocca e non si impegna per ottenerlo; quel cazzo deve sfondarle figa e culo perché la sua mole le darà solo piacere; lo tira su di sé e si fa penetrare; ‘non sborrare’ gli intima in un orecchio; lui sorride e la scopa alla grande; quando lei non ne ha quasi più, tanto ha sborrato, gli chiede una tregua e lo fa scivolare accanto a se; lui la costringe carponi e la penetra a pecorina.

Lei sembrava non averne più; ma quando lui comincia a scoparla con imprevedibile dolcezza, assai lentamente, facendole gustare ogni centimetro della mazza che entra ed esce dalla figa, si sente presa da una strana vertigine e lo ferma per essere lei, spingendo il culo avanti e indietro, a scoparsi col ritmo migliore per provare il massimo del piacere.

“Scopi veramente da dio; non sai quanta lussuria mi scatena la tua mazza … “

“Sei tu che non hai coscienza di quanta passione scateni il tuo culo, morbido come un cuscino di piume e aguzzo da penetrarmi nelle viscere; le tue chiappe mi entrano nel ventre forse più del mio cazzo nella figa … “

“Mi illudo o ci stai mettendo amore?”

“Non sono capace di scopare senza un pizzico d’amore; non mi si rizza se non mi appassiono.”

“Allora davvero avevi tanta voglia di fare l’amore con me!

“Ne avevi dubitato?”

“Adesso mi dai tutto quello che sai dare, tutto quello che puoi dare; non usciamo da questa stanza se non sono completamente sazia di te!”

“Visto il tuo appetito, mi sa che facciamo mattina … “

“Non credo; intanto, sposta la cappella e riempimi il culo; lo voglio.”

Escono dalla stanza che è ormai mezzanotte e molti sono già andati via; trova Ginevra che affettuosamente lo aggredisce e pretende di andare al più presto a casa perché ha bisogno di tanto amore, dopo la serata col sindaco; Mario sembra assai soddisfatto della mora che si è scopato alla grande, Elettra gli riferisce che il vice ministro è tornato alla carica per la visita a Roma di loro due con i parlamentari.

Rimanda tutto all’indomani e si ritirano nelle loro case; passa parte della notte a fare l’amore con Ginevra, che davvero sembra avere bisogno di un ‘bagno d’amore’ dopo aver fatto sesso per tutta la sera con un personaggio più parole che azioni; ha dovuto masturbarsi per avere un orgasmo e ha retto a stento alla noia di un ipodotato convinto che la potenza sessuale dipendesse dal potere politico.

Scherzando ma non troppo, Gianfilippo l’avverte che il taglio da lei dato all’esperienza è di quelli che fanno presagire che ha scoperto un nuovo percorso, lungo il quale la loro relazione potrebbe costituire un ostacolo; le chiede solo di essere tempestiva e di avvertirlo per tempo, quando decida di cambiare strada; Ginevra non gli risponde, perché qualche dubbio le è già sorto, si limita ad abbandonarsi al suo amore con un’intensità mai provata.

A sorpresa, la mattina seguente Gianfilippo invita i tre amici ad accompagnarlo al suo ufficio dove ha dato appuntamento al notaio di sua fiducia; Ginevra segue con estrema attenzione ogni sua mossa; intuisce che sta facendo qualcosa di rilevante e cerca di carpire tutti i meccanismi che usa; lui parla di un’impresa edilizia di cui è socio per metà e chiede al notaio di rilevare l’altro cinquanta per cento dai possessori scontenti della produzione.

Si tratta di una cifra quasi iperbolica per loro comuni mortali; Gianfilippo paga senza un cenno di emozione; chiede al notaio di cambiare la titolarità e di affidarla in parti eguali a loro quattro, dando vita ad una nuova realtà; prima di firmare come lui sollecita, la donna lo blocca e gli chiede conto della scelta; l’impresa è in crisi, loro non hanno soldi e devono fare aggio sul suo patrimonio; non vede come possano ricambiarlo.

“Elementare, mia cara. Elettra adesso può accettare l’invito a Roma e andarci con te; io e Mario ci rifaremo con le mogli abbandonate; voi, prima di concedere anche un capezzolo, vi farete firmare l’assegnazione a questa impresa di uno dei dieci palazzetti dello sport che devono essere costruiti; quello di Perugia sarebbe l’ideale; con quello che guadagneremo da questa sola operazione, mi ripagherete della cifra impegnata e costituirete il capitale per il rilancio.

Quei bei tomi vi chiederanno altro, perché sono nella vostra rete di fascino; se non avrete trovato di meglio, in una settimana, accetterete altri inviti e imparerete che chi occupa quel posto decide per lavori milionari; sarete più perfide di loro e userete la figa per garantirvi ricchezza e futuro; se siete le donne che conosco e che ammiro, vi costruirete una rete di relazioni che andrà ben oltre i parlamentari di provincia; te l’ho detto, il minimo del rischio è che mi lascerai per essere più grande.

Per quel che mi riguarda, potrò solo godere delle tue conquiste, anche se una bella storia d’amore finirà in una settimana.”

“Sei spaventosamente cinico … “

“Credi che ricchezza e potere si costruiscano con l’amore e con la correttezza?”

“No; lo so che bisogna uccidere qualcuno per avanzare; non pensavo che la mia prima vittima potessi essere tu … “

“Non è me, che uccidi; è solo un’ipotesi di storia che poteva svilupparsi e che resta nell’ambito dei sogni. Elettra ha già deciso; andrete a Roma, perché è giusto; vi proporranno altre ‘escursioni’, forse una crociera, e non potrete rifiutare; se sei la donna che ammiro, ti sarai costruita un’alternativa e i due spariranno dall’orizzonte; tu sarai un’altra persona e io sarò felice di vederti crescere; Roma è metropoli e capitale; a te basta poco per tessere una ragnatela; ma io ne sarò fuori.”

Si convincono e subito dopo Elettra comunica al suo spasimante che andranno a Roma come richiesto; Mario telefona alla moglie mora che l’ha sedotto e si organizza per una settimana bianca; Gianfilippo non fa una piega e aspetta; Ginevra teme, ma al tempo stesso forse spera anche, che la sua vera intenzione sia ricucire con Milly che se ne sta in casa, umile e contrita; ha capito che la ragazza è pronta a voltare pagina, per rimediare ad una vita senza regole, ma anche che lui la ama.

Gianfilippo passa la settimana ad occuparsi degli affari; dopo qualche giorno, le donne gli comunicano che hanno ottenuto l‘assegnazione dell’appalto per il palazzetto a Perugia, è suo compito, adesso, organizzare i lavori concreti da avviare e seguire; in fondo, è il suo ruolo, quello di organizzare il lavoro e vi si dedica con impegno; passa molto tempo accanto a Milly che sta guarendo lentamente da tutte le ferite.

Tornate a casa, le due donne danno immediatamente segno di essere cambiate dentro; Ginevra, e lui lo sa, è troppo intelligente e intraprendente per fermarsi a qualche scopata con un parlamentare di provincia, anche se vice ministro; ha già costruito una rete di interessi e di amicizie che coinvolgono personaggi delle sfere più alte; parla di direttori generali di banche di interesse mondiale, di presidenti di tribunali centrali, di dirigenti di associazioni fondamentali come il commercio e l’industria.

Insomma, somiglia assai più ad una nobildonna romana che gestisce cenacoli e centri culturali che nascondono trame politiche e sessuali, piuttosto che alla escort che è partita; il suo fascino e il talento naturale a organizzare, dirigere, indirizzare gli eventi, in un ambiente di grandi poteri concentrati in poche persone, le ha consentito di stringere importanti rapporti; il passo prossimo sarà infatti una crociera di un mese con le alte cariche dello Stato.

Perfetta cortigiana e mente acuta, riesce facilmente ad essere indispensabile per chi le interessa di più e coglie al volo le occasioni opportune per fare assegnare in maniera produttiva incarichi e appalti; l’impresa che Gianfilippo le aveva, a sorpresa, creato ad hoc, per una vacanza di una settimana, diventa una fonte di ricchezza per i tre amici; altre iniziative autonome le metteranno in campo per gare ben più importanti.

Dopo i primi momenti di imbarazzo per l’intraprendenza di lei, parlano lealmente, come hanno deciso di fare; sanno che non hanno più una storia da vivere e lei, scusandosi, lo avverte che cammina da sola; gli fa presente che, in fondo, lui è rimasto legato a Milly, che da mesi ormai se ne sta nella villa al mare come una Penelope in attesa; gli consiglia di decidere in fretta; lui sa che è vero e sceglie quella direzione.

Si trova di colpo, dopo settimane frenetiche, a non staccarsi dalla casa al mare; un tempo, ci andava per dare e prendere tanto amore dalla sua donna; adesso ci va per lavorare al computer, sfogliare giornali e a stare a guardare la sua ’ragazza triste’ che gli gira intorno timorosa, si accoccola accanto a lui e lo guarda quasi in adorazione; qualcosa si è rotto, dentro di lei; e qualcosa è successo che l’ha cambiata; si abbandona a qualche dolce carezza e la sente fare le fusa.

“Gian, ha telefonato Ginevra, mentre eri via; pare che tu avessi il telefonino spento; non ho capito molto ma ha detto di riferirti che avevi ragione su tutti i fronti, che molte cose si sono ribaltate e che non tornerà più; mi ha anche detto di tenerti stretto; questo non dipende da me, ma voglio dirti che … sto bene con te; soffro perché non esci e non incontri nessuno, anzi nessuna; se avessi bisogno d’amore, sono pronta a dartene.”

“Milly, troppe cose sono cambiate; sono addirittura precipitate e adesso tocca a noi rimetterle in sesto; Ginevra ti ha detto che va per una sua strada senza di me; è una donna sensibile e intelligente; ha capito che non stavo con te solo per un accordo, ma perché sono innamorato di te; vorrei prendermi il tuo amore e darti tutto quello che posso; ma capisci anche tu che ci sono ostacoli da rimuovere.”

“Io ho capito che ti amo veramente, da donna non più da ragazzina entusiasta; ho deciso che non farò più sesso con nessuno; farei l’amore solo con te, se fosse amore e non gioco perverso di sesso; tu non fai sesso; per questo accetterei il tuo amore anche se non lo merito; io ti darei tutta me stessa; i lividi sono ancora troppo evidenti; non credo che accetteresti di fare l’amore al buio per nasconderli; se e quando vorrai, io ci sarò; se non vorrai, starò da sola ma rinuncerò ad incontri occasionali o professionali.”

“Sulla pelle, i lividi li vedo; sul cuore, mi pare siano guariti; sarei felice di darti di nuovo fiducia e amore; non ti nascondo che ho ancora tanta paura di te e dei tuoi cambi di umore; se riesco a superarli, so che sei la donna della mia vita.”

“Prova a fare ancora uno sforzo di fiducia; non ti chiedo di farmi tornare ad essere la tua compagna, la tua donna; lasciami solo la libertà di prendermi le briciole di quel che ho sciupato … “

“Non mi pare di averti proibito di sederti accanto a me e di starmi abbracciata … “

Non lo lascia finire ed è accoccolata a lui; sembra farsi più piccola, rannicchiata, ad entrare quasi nella figura di lui assai più grossa; ne respira gli odori, lo accarezza sul petto, lo bacia da sopra i vestiti; lui la accarezza con tenerezza.

“Non sei andata al ‘BlueNight’ per quel posto da ballerina …. “

“Mi cacci via?”

“No; chiedevo … “

“Non vuoi che resti con te? Ginevra non torna più, tu non stai cercando un’altra; forse vuoi che io stia con te, ad accordo cambiato … ”

“Cioè?!?! … “

“Ti amo e voglio essere la tua compagna; niente scopate, soprattutto a tradimento; non faccio più la escort; sto qui e mi coccolo l’amore per te come fossi una qualsiasi moglie piccolo borghese.”

“Tu non sei una massaia.”

“Io so e posso essere tutto; scelgo di essere la massaia e di lasciarti fare tutto quello che vuoi, a patto che mi dai un poco dell’amore che mi davi un tempo.”

“Un figlio è compreso nel tuo progetto di vita?”

“Un figlio tuo? Andiamo di là e mettiamolo in cantiere!”

“E le cene coi potenti?”

“Francine è un’ottima ragazza con grandi qualità; ti farà fare gran bella figura; io non scopo più se non con il mio uomo per dargli un figlio.”

“Chiama questa Francine e avvertila che venerdì verrà con me alla cena dei potenti; visto che hai deciso, pensa a qualcosa per la nostra cena stasera; dopo cena, diventerai effettivamente la mia compagna e, stavolta, se sgarri, ti ammazzo con le mie mani.”

“Non ti permetterò di uccidere la madre di tuo figlio, appena mi avrai messa incinta … “

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