Arrivammo nel tardo pomeriggio. La loro abitazione era fuori dal paese, immersa tra ulivi, frutteto ed orto. Era costituita da un piano unico, con un porticato che lo avvolgeva: un posto abbastanza ameno in cui spirava una bella brezza fresca. Dopo i saluti di rito ed una rinfrescata veloce, ci accomodammo fuori, dove più che ad una cena, ci apprestammo ad una vera e propria abbuffata: sua madre era una cuoca eccezionale. Mentre stavamo cenando, io fantasticavo: vedevo Maria con occhi diversi, quel suo bel culo, anche se basso e pieno, le sue belle tette di una quarta abbondante; insomma mi stavano arrapando e fantasticavo su di lei, sui suoi rapporti familiari. Angelo non perdeva occasione per sfiorare Alba, mentre suo padre sembrava veleggiare in un mondo tutto suo. Assorto, ho sentito Alba farmi piedino più volte, alla fine mi abbassai per sbirciare sotto la tavola: sia Angelo che suo padre, le stavano tastando le gambe: mi eccitai. Finita la cena, Alba e Maria sparecchiarono ed io aiutai, come per mia abitudine. Mi capitò, quasi involontariamente, di sfiorare il culo di Maria, una, due, tre volte. Lei non si scompose mai, i nostri erano movimenti lievi causati dal passaggio, o di piatti e bicchieri da sistemare. Fuori poi, mentre prendevamo il caffè, Alba mostrava quasi per intero la sua mercanzia; la gonna era arrivata all'altezza della fica; aveva un perizoma di quelli suoi, quasi trasparente, i suoi capezzoli si erano induriti ed erano visibili in tutto il loro splendore. Maria la scrutava mentre sorseggiava il caffè e, in qualche modo, cercava di mettersi in mostra pure lei. L’atmosfera era carica di eros: sembrava quasi dovesse esplodere il finimondo da un momento all'altro. Massimo si passava spesso la mano sulla patta, da cui faceva capolino il suo gonfiore. Maria gli si avvicinò, lui le cinse le spalle e, con la mano, lentamente arrivò a toccarle le tette. Lei lasciava fare L’unico, che in quel momento era distante da tutti, ero io, ma andava bene così! Dissi a tutti che ero stanco per il viaggio, Alba annui e ci salutammo; io ero veramente cotto e caddi in un sonno profondo. Al mattino, i suoi erano già andati al lavoro: sarebbero tornati a metà pomeriggio. Angelo aveva un impegno e noi andammo al mare. La giornata era proprio da mare, la trascorremmo al sole, tra leccate di fica, culo, pompe e scopate. Quando rincasammo era tarda serata: ci eravamo davvero goduti un'intera giornata. Feci una doccia veloce e scesi ad aiutare. Alba, invece, si prese più tempo e, immaginai, volesse fare un piccolo clistere e prepararsi da troia. Anche Maria, dopo aver dato disposizioni a tutti, se ne andò per cambiarsi e prepararsi. Tra verdure cotte, crude, salumi vari, formaggi, pane di vari tipi, bottiglie di vino, la tavola era più che abbondantemente apparecchiata. Maria si presentò con un vestito largo, senza reggiseno ed i suoi capezzoli non erano da meno di quelli di Alba. Al suo arrivo ci fu un quasi applauso, sia da parte di Angelo che di Massimo: entrambi la baciarono quasi in bocca, io non feci altro che esclamare: “Che schianto!”
Mi avvicinai, la baciai lievemente sulle guance ed il contatto con i suoi seni mi eccitò all'istante. Scese Alba in vestaglia quasi trasparente, con sotto un intimo che sembrava inesistente: si vedeva tutto. Maria le disse che era bellissima e le stampò un bacio in fronte, ma notai che la sua mano le sfiorava sia le tette che il culo. Massimo fece lo stesso, mentre Angelo diede prima un bacio a sua madre e poi a lei, molto, ma molto vicino alla bocca. La serata si preannunciava ai massimi livelli di euforia. Più che cenare, tutto si era trasformato in una sorta di scambio di sguardi provocanti. A tavola eravamo disposti come la sera prima. Angelo era in mezzo a sua madre ed Alba, io ero tra Maria e Massimo. Non tardai a capire che le mani di Angelo si intrufolavano tra le nature di Maria ed Alba e anche quelle di Massimo vagavano tra le gambe di Alba. A quel punto allungai una mano sulle gambe di Maria. Salivo lievemente, con dolcezza e lei si apriva. Arrivai alla sua fica, sentii suoi slip abbastanza bagnati, intromisi un dito all'interno e lo sentii come un bambino che mette il dito nel miele: ero all'interno di quel paradiso, quando sentii un’altra mano: era di Angelo, che stava, a sua volta, massaggiando la fica di sua madre. Sfilai il dito e lo portai alla bocca succhiandolo, mentre la guardavo dritta negli occhi. Sentii una mano che mi toccava la patta e, con mia profonda sorpresa, capii che si trattava di Massimo: lo lasciai fare. Quella sarebbe stata una lunga notte, così, dal porticato, ci trasferimmo nella camera dei genitori.
Alba, prontamente, prese possesso della bocca di Angelo: le loro lingue si cercavano, si mordevano, succhiavano, mentre io e Massimo palpeggiavamo Maria. Tra tette, culo, gambe, la spogliammo ed io scesi giù a leccare i suoi umori. Sembrava miele. Cercai il suo culo che faceva sì da schivare, allora son risalito sulle sue tette: erano grosse anche se un po’ ciondolanti, ma invitanti, con due capezzoli ritti e duri. Lei palpava sia me che suo marito e, quando fummo tutti nudi, la vidi spostarsi verso Angelo. Lo aiutò a liberarsi di ogni indumento e gli prese il cazzo in bocca. Il suo somigliava più ad una sega che ad un lento pompino. Massimo era andato a leccare le tette di Alba ed io tornai a concentrarmi sulla fica di Maria. Cercavo di passar la lingua sul suo culo, ma si ritraeva mostrando di non gradire. Quando anche Alba fu completamente nuda, Angelo la leccò avidamente. Maria guardava e si mordeva il labbro, poi fece spazio a Massimo che, prima di leccarla, restò affascinato da quello che vide.
“Mamma mia, che spettacolo! Che fica! Cavolo, sembra tu abbia un cazzo?!”
Si mise a leccarla avidamente. Maria, presa dalla curiosità, si spostò a scrutare la fica di Alba e ne rimase anch'essa affascinata. La sfiorò, la toccò, vi passò la lingua sul clito. Alba ebbe un sussulto e, a quel punto, Maria partì con una profonda leccata di fica.
“Mamma mia, come lecchi! Che bello! Oddio, che bello!”
La vista di Maria a pecora, che leccava Alba, mi portò a cercare di leccare ancora il suo culo. Allargai le sue chiappe e ci affondai la lingua. Lei cercava di liberarsi, ma era nella mia morsa e, tra leccate di culo e fica, ben presto si abbandonò alle mie manovre. Alba aveva davanti i cazzi di Angelo e Massimo, che leccava e pompava. Io non persi tempo ed appoggiai la cappella alla fica di Maria e, con un colpo secco, entrai in lei. L’ho sentita spingere verso di me, si staccò dalla fica di Alba ed Angelo offrì il suo cazzo in bocca a sua madre, mentre Massimo entrò in Alba. Era un susseguirsi di spostamenti di Angelo fra la bocca di sua madre e quella di Alba. La fica di Maria era calda, aveva un bottoncino minuscolo, ma appuntito, ed era completamente rasata. Le sue labbra erano sì grandi ma non certo come quelle di Alba; cercai di infilare un dito nel suo culo, ma mi fermò subito. Angelo, che aveva visto tutto, fece sistemare Alba sopra suo padre, poi, da dietro, leccando culo e verga di suo padre, li inumidì per bene, poi appoggiò il suo cazzo e inculò Alba. Maria si spostò per veder meglio, mentre io proseguivo a scoparla. Incuriosita, guardava Alba, cercando di capire come si potesse godere di culo.
“Ti piace eh?”
“Sì, mi piace molto, godo tantissimo nel sentirlo in culo. Vorresti anche tu un bel cazzo in culo?”
“NO! NO. Lì sono vergine, non l’avrà mai nessuno. Ho troppa paura di sentir dolore e, per questo, non mi faccio inculare.”
Quelle parole suonarono come una sfida per me. Lasciai il posto a Massimo, che venne a scopare sua moglie. Aveva un cazzo normale, ma con una bella cappella. Angelo aveva preso a scopare Alba ed io davo il mio cazzo in bocca, ora a Maria, ora ad Alba e, alla fine, Angelo, conoscendo Alba, usci dalla fica ed entrò tutto nel suo culo. Glielo riempì di sborra. Uscito lui, vi entrai io e, a sentire quella sborra calda nel culo di mia moglie, dovetti trattenermi molto, per non venire all'istante e, quando esplosi dentro di lei, i suoi capezzoli erano stretti fra le mie dita. Venni a lungo, lei ansimava dal piacere, guardò Massimo e lo invitò a sua volta a farcirle il culo.
“Dai riempimi anche tu il culo di sborra!”
Lui guardo Maria, quasi per riceverne il consenso, lei si stacco da lui e Massimo entrò nel culo di Alba, che ne fu subito entusiasta.
“Sì, riempimi della tua calda sborra. Fallo, che la voglio tutta nel culo!”
Mentre Massimo stava inculando Alba, io avevo ripreso a leccare Maria. La sentii contorcere, le sue gambe strinsero la mia testa, la sua fica si bagnò ed esplose, ma non di un getto come ero abituato con Alba, bensì abbastanza da sentirlo in bocca. Intanto Massimo venne nel culo di Alba. Sapevo che aveva fatto il clistere apposta, la troia. Maria se la fece sistemare sulle sue tette e la esortò a farla colare su di esse.
“Dai, rilasciala tutta, qui!”
Alba rilasciò sborra mista a pipì, sulle tette di Maria. Una volta che l'ultima sua goccia di pipi le ebbe ricoperto le tette, Maria prese a leccarla. La sua lingua si muoveva veloce ed appuntita, tra l'interno e le grandi labbra, succhiando anche il suo clitoride. Alba non tardò ad esplodere, bagnando Maria in faccia. Entrai in doccia, seguito da Massimo; mentre mi stavo dando una buona insaponata, lo vidi abbassarsi e prendere a leccarmi palle, culo e cazzo. Uscimmo per far spazio agli altri. Alba era lì ad ammirare il primo pompino che ricevevo da un uomo e pure Angelo si aggiunse: cazzo, tre bocche che si prendevano cura del mio fallo. Una volta tutti puliti e sistemati, restammo nudi in camera. Stavamo giocherellando tra baci e carezze, quando Alba andò a leccare Maria e la esortò a rilassarsi, mentre e prese a leccarle il culo.
“Rilassati!”
Lei oppose una parva resistenza.
“No, dai, non voglio…”
Lei però era decisa e la incitò a lasciarla fare.
“Tranquilla, vedrai come ti farò godere.”
Prese a leccarla con calma, a lungo. Nel frattempo Angelo aveva dato il cazzo in bocca a sua madre, mentre io avevo preso a giocare con fica di Alba. Massimo si stava toccando, ma Maria proprio non gradiva esser solleticata nel culetto. Erano entrambe a pecora e le scopammo ancora, stavolta, però, la sborra fini tutta sulle tette di Maria. La mattina dopo, Massimo era libero: aveva preso due giorni di ferie e, mentre stavamo facendo colazione, mi parlò di Annunci69. Lui e Maria erano da anni scambisti e, prevalentemente, giocavano con coppie bisex. Lo guardai e gli esternai la mia diffidenza a dar pubblicità a certe cose tanto intime.
“Ma non hai timore di internet?”
“No, se trovi la coppia giusta, non hai motivo di nutrir paure."
Entrò nel suo account e mi mostrò tutto quello che c'era di loro due: foto, amicizie. Per me era un mondo nuovo, ma lo trovai stimolante e, per qualche verso, rassicurante. Mi lasciò libero di navigarci e andai a visionare coppie della nostra zona. Mi spiegò come fare per metter un annuncio ed io gli risposi che ci avrei pensato. Poi decisi di togliermi una curiosità.
“Angelo, oltre che con voi, gioca anche con altre coppie?”
“Solo con una, ci ha giocato.”
“Da quanto fate incontri insieme a lui?”
“Da alcuni anni. Fu Maria che lo beccò mentre leccava i suoi slip sporchi e, nel vederlo nudo e in tiro, lo spompinò; poi, il resto venne di conseguenza.”
“Tu, invece, quando hai scoperto che adori giocare anche con uomini?”
“Durante il servizio di leva.”
“Chissà quanti cazzi hai pompato, vero?!”
“All’epoca, molti ed anche culi!”
“Li hai scopati?”
“Sì, li ho scopati e mi hanno scopato! Poi ha iniziato Maria a scoparmi il culo.”
“Mentre il suo è vergine? Incredibile!”
“Ci ho provato e riprovato, ma niente, non vuole. Parlando con lei siamo entrati su annunci69. Inizialmente lei vi aveva aderito per farmi piacere, poi...”
“Poi ci ha preso gusto?"
“Sì, è così, ma ha anche scoperto che le piace leccare la fica.”
Parlammo per ore e, intanto, l’eccitazione galoppava. Angelo ed Alba erano in paese a far compere, l’indomani saremmo ripartiti. Avrei voluto che Massimo mi pompasse e, chissà, magari provare a pomparlo, pure io e gli avrei voluto sborrare in culo, ma, visto che lui parlava e basta, lasciai perdere. Maria tornò dal caseificio nel primo pomeriggio, la sera io e Alba avevamo prenotato presso un ristorante, in riva al mare. Alba e Maria sparirono e le vedemmo tornare solo all’ora di partire. Alba si era permessa di comprare un abito a Maria, che le metteva in risalto le forme, anche se un po’ abbondanti, ma era davvero molto conturbante. Sotto doveva aver indossato un reggiseno che le tirava su le tette e devo dire che il risultato era straordinario. Anche Massimo ne convenne. Alba invece aveva indosso un abito ampio che non metteva niente in risalto, ma... c'era un ma: sotto non aveva indumenti intimi. Che troia la mia Alba! Angelo, quella sera, la sua ultima nel Salento, aveva appuntamento con amici. Per Maria fu un successo. Aveva occhi solo per Alba e ne godeva e, al ritorno a casa, la baciò a lungo. La ringraziò, la spogliò e prese a leccarla tutta. Anche Alba si diede da fare e ricambiò: in breve erano intente e prese in un magnifico 69. Maria si lasciava leccare anche il culo: la mia Alba doveva esser riuscita a convincerla. La vista di quel bel culo lì, a portata di cappella, mi eccitava alla follia. Dopo un po', entrammo in gioco anche io e Massimo. Ci scambiavamo fiche, culi, bocche a iosa. Scopavamo un po’ l’una, un po’ l’altra, univamo gli umori delle due fiche. Alba fece sdraiare prona Maria, le lecco a lungo il culo, poi si dedicò al cazzo di Massimo, lo leccò lo pompò e l’appoggio al culo di sua moglie.
“Dai, rompiglielo, ma sii dolce.”
Massimo desiderava tanto quel culo, che spingeva come un forsennato. Maria urlava e non voleva, ma Alba la baciò, la leccò e la fece calmare.
Fece metter Massimo sdraiato supino, lo preparò, poi mi invitò ad avvicinare il mio cazzo, glielo appoggiò e, con calma, pian piano, entrai in lui. Io entravo, insalivavo, uscivo e rientravo, spingevo mentre lo scopavo nel culo. Mi venne normale toccare il suo cazzo, non volevo venire nel suo culo, ma in quello di Maria. Dopo averlo scopato per bene, sono uscito da lui, andai in bagno e mi feci un ricco bidè. Quando tornai, Alba era a pecorina, leccava fica culo a Maria e Massimo la inculava. Presi Maria, la baciai dolcemente, le leccai con passione fica e culo, vi intromisi un dito e continuai a leccarglielo; avevo capito cosa aveva fatto Alba: doveva averle fatto uno dei suoi clisteri che contenevano una sostanza anestetizzante, così quando ci si fa inculare, si avverte meno dolore. Maria si sentiva libera, tranquilla e pulita, sicura. Con calma, pian piano, appoggiai la mia cappella.
“Lo senti? Entro così, piano piano.”
Era rilassata e mi sentiva entrare con calma, ma con determinazione. Quando il mio corpo fu attaccato al suo, si rese conto che le avevo aperto il culo.
“Lo senti come ti apro? Allargalo bene, aiutami, maiala!”
“Piano! Muoviti piano, che comincia a piacermi!”
Ero eccitatissimo! Stavo sfondando il culo vergine di una troia che, in tanti, lo avevano puntato, ma solo io ero riuscito a sfondare a dovere.
“Sì, troia, ti spacco il culo! Ora te lo sfondo e poi te lo farcisco, così avrai modo di goderne molto di più!”
Lei si stava davvero godendo la prima inculata della sua vita.
“Oh, sì! Che bello, lo sento umhhmmmm … sì, dai, chiavami!”
Alba, con il cazzo di Massimo in culo, stava leccando e mordendo i capezzoli di Maria. Io uscii da quel culo aperto, lo ammirai e poi, per l’ennesima volta, lo leccai: era caldissimo e ridotto ad una voragine! Misi due dita dentro e poi vi appoggiai la cappella e, con una spinta forte e decisa, affondai di nuovo in lei, che adesso godeva a più non posso.
“Cazzo, mi sfondi! Sì, dai, tutto dentro! Spingilo tutto dentro! Godo! GODO!”
Alba le stava mordendo i capezzoli. Ormai il mio cazzo era tutto infilato nel suo culo. Presi a pomparla con vigore, non uscivo più, ma spingevo sempre più in fondo. Alba si insinuò sotto di lei e riuscì a portar la sua lingua sul bottoncino di Maria. Lo leccava e mordeva, il cazzo mi stava scoppiando, poi ho guardato suo marito che mi osservava e, così, son uscito per far posto a lui. Feci entrate Massimo, che vi penetrò con una calma quasi serafica, molto lentamente, era troppo eccitato e, con due colpi, le venne dentro. Quando senti la sborra calda nel culo, Maria esplose in un orgasmo squassante.
“Oddio, amore! Umhmhmmm… sì, è bello! Godo! Godo! Guarda tu cosa mi son persa in tutti questi anni?!”
Appena usci lui, entrai io. Presi a limarle il culo con più forza, mentre sentivo la sborra di Massimo sbordare e colare. Alba non smetteva di stringerle i capezzoli con le dita, ma ora anche io ero al limite e mi svuotai nel suo culo.
“Godo, troia! Ti riempio il culo! Lo senti come ti sto inondando?”
Alba le schiaffeggio il clitoride. La fica di Maria emise un violento zampillo. Alba si mise sopra la sua faccia e le coprì di pipi viso, tette, poi prese a masturbarsi e le irrorò completamente la faccia. Maria era stremata, ma felice, mise la lingua in bocca ad Alba, la baciò con profonda passione, poi, con le lacrime agli occhi, la ringraziò.
“Grazie, non pensavo si potesse goder cosi, con un cazzo nel culo!”
L’indomani partimmo, portandoci Angelo con noi.
Per alcuni mesi, rimase con noi. A volte si scopava assieme, ma, come spesso accade, ormai il gioco aveva perso molto del suo tono iniziale: era venuta meno la carica erotica. Lui trovò due stanze ad un prezzo equo, lo vedevamo una volta a settimana, ma solo per una cena, una pizza. Rivedemmo i suoi, quando vennero su a trovarlo, ma non facemmo sesso con loro. Eravamo protesi a nuove esperienze.
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