DA STUDENTE MODELLO A SCHIAVETTO 11

  • Scritto da Fabiola il 01/06/2022 - 05:16
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Non mi dilungherò ulteriormente sulle vicende riguardanti la gita, che proseguì tra seghe e pompini, priva di momenti di particolare interesse. Il rapporto tra me e Francesco aveva iniziato a prendere una piega romantica, proprio quando io desideravo essere scassata da uomini nerboruti e rudi, tipo gli operai della ditta edile di mio padre. Immaginavo spesso di recarmi da loro a fine turno in cantiere, con un vestitino rosa confetto o bianco, e farmi sbattere in uno sporco box doccia prefabbricato. A movimentare la mia esistenza ci pensò, qualche giorno dopo la gita, la sorella di Francesco, Margherita.

Un sabato ero solo a casa, i miei genitori si erano recati nella nostra casa al mare, e mi annoiavo. Me ne stavo inerte sul divano, guardando un film, quando improvvisamente squillò il telefono. Era lei, la mistress, che mi parlò col suo solito tono perentorio:

"Sei a casa? Sola?", mi chiese.
"Sì", risposi vagamente intimorito da quella domanda.
"Bene. Tra cinque minuti sono a casa tua, sono con un amico, fatti bella".
"Dove andiamo?".
"Ma che cazzo di domanda – disse quasi ringhiando – visto che hai casa libera stiamo da te".
Riaggancio.

Avevo poco tempo per preparami. Indossai, non senza fatica, il seno finto; infilai la prima cosa che mi capitò tra le mani, un vestitino aderente nero in similpelle, delle autoreggenti a rete piuttosto ampia (notai che avevo sulle dita dei piedi un indecente smalto rosso tutto rovinato); mi truccai frettolosamente, dunque piuttosto male, esagerai col fard e l'ombretto; mi rassettai i capelli; feci appena in tempo a infilarmi i tacchi, che il citofono suonò.

Margherita, che indossava un vestitino sexy color panna, entrò con un uomo più grande di lei, sulla sessantina, ma davvero fascinoso e virile. Si presentò come "Franco". La virago mi prese in giro per il trucco, poi mi ordinò di mostrarle la mia camera. Una volta lì, si sedette su letto e disse a me di inginocchiarmi e a lui di slacciarsi i pantaloni. Franco eseguì il comando con naturalezza, per nulla imbarazzato, come se il pompino che stava per ricevere gli fosse dovuto.

Non fu, propriamente, un pompino. Il maschione, che aveva una minchia piuttosto lunga e spessa, me lo infilò in bocca con forza, tenendomi stretta per la nuca, per poi muoverlo avanti e indietro rapidamente. Il vecchio porco mi violentò la gola. Mi mancava il respiro, ma lui se ne fregava e continuava a spingermelo nella laringe dilatata. Mi tenevo stretta alle sue gambe, intanto sentivo le sue palle gonfie e lievemente pelose contro il mento. Gli occhi mi lacrimavano e copiosi rivoli di saliva mi colavano dai lati della bocca.

Inutile dire che la scena stava divertendo Margherita, che rideva sguaiatamente, e invitava Franco a "spaccarmi la gola". Proprio quando avevo il cazzo dell'uomo conficcato nella gola, al punto tale che potevo sentire i suoi peli pubici pungermi le labbra, mi sparò dentro una quantità abnorme di seme. Era così tanto che ebbi numerosi singulti e dello sperma vischioso e denso mi uscì dalle narici, causando alla giovane donna una risata isterica.

Margherita raccolse il seme che avevo ai lati della bocca e me lo fece inghiottire infilandomi tre dita in gola, chiamandomi "lurida succhiacazzi", poi prese a spompinare l'uomo, reso afasico dall'eccitazione. Quando il cazzo di Franco tornò duro, gli ordinò di "sfondarmi".

Mentre mi distendevo sul letto, porgendo il culo all'uomo, Margherita gli ripeteva che doveva mettermelo tutto, perché sono una troia e devo essere trattata da troia fino alla fine. Franco, intanto, mi aveva già levato il perizoma, e mi stava lubrificando. Ero troppo eccitato, gemetti appena il cazzone cominciò a entrarmi in culo, non riescì a resistere, per cui mi lasciai andare e rilassai l'ano, che risucchiò il cappellone umido di saliva.

"Così giovane – afferma il mio fottitore – e già così troia". La mia età non gli causò, però, alcuna remora allo sbattermi selvaggiamente. Mi piazzò il cazzo in culo con decisi colpi di bacino, che mi facero tremare tutta e perdere le scarpe, che finirono in terra con un tonfo. Franco prese poi a scoparmi in modo regolare, mentre Margherita mi schiaffeggiava, mi sputava in faccia, mi toccava il cazzetto e mi diceva: "non sei un uomo".

Lo scopatore mi lasciò le caviglie, per afferrarmi nuovamente ai fianchi, e assestarmi gli ultimi colpi, eruttandomi nel retto tutto il suo liquido seminale. Ero distrutto. Letteralmente. Avevo il culo in fiamme. Il seme di Franco cominciò a fuoriuscire dalla mia rosellina anale, colandomi sui coglioni, ma venne raccolto dalla lingua avida di Margherita.

I due se ne andarono, lasciandomi sul letto sfatto, abbandonata come un preservativo usato. Mi sentivo pienamente soddisfatta.

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