Dario e le sue donne

Dario e le sue donne

Dario torna come ogni giorno dopo la chiusura degli uffici, quando il tramonto annuncia già la sera; 40 anni, dirigente di fabbrica di alto livello, tonico e muscoloso, bello e ben piantato, gode fama di amante ricercato ed è tampinato da tutte le belle donne della città e del circondario; ottimo professionista, è ammirato per la capacità decisionale e per la lucidità delle idee; ama la vita da singolo, ma da qualche anno convive con la sua ultima fiamma.

Oggi qualcosa non quadra; le finestre hanno tutte gli scuri serrati; in genere sono aperti e Dolores, Dolly per gli amici, è in genere in attesa per decidere se organizzare in casa o andare a cena da qualche parte; chiude solo quando va fuori per incombenze particolari; l’unica spiegazione è che sia uscita per compere e si sia attardata; non è il caso di farsene un problema e, tutt’al più, impreca tra se per la disinvoltura eccessiva di quella donna.

Ventotto anni, con una certa esperienza alle spalle, giura che, da quando è andata a vivere con lui, i suoi comportamenti sono diventati irreprensibili; non è facile crederle, visto che continua a vivere da parassita, in verità anche per scelta di lui che, forte di un reddito invidiabile, preferisce saperla a casa ad occuparsi di se stessa e di loro; quindi, non ha lavorato un giorno in vita sua e il massimo dell’impegno è spendere incoscientemente in uno shopping compulsivo.

D’altronde, il suo fisico da modella, raffinato, elegante, ben carrozzato in ogni parte, con gambe slanciate, un culo da favola ed un seno da fare invidia a chiunque, le consente di dedicarsi tutta a quella bellezza che è coronata da un viso dolcissimo, con la chioma fluente di un nero intenso, gli occhi vivaci, parlanti, ed una bocca perfettamente disegnata per fare pompini; in sostanza, il suo patrimonio vero è la sua bellezza che ostenta senza cattiveria o esibizione eccessiva.

Dario entra nella sua casa dove il silenzio fa un rumore terrificante e si dirige verso lo studiolo per depositare delle carte; avvicinandosi alla camera, avverte rumori che sono inconfondibilmente di scopata; gli si aguzzano tutti i sensi, si avvicina cauto e spinge leggermente la porta accostata ma non chiusa; sfruttando la disposizione dei grandi specchi che Dolly ha voluto per accrescere l’eccitazione mentre scopano, coglie uno spettacolo che lo colpisce come una mazzata.

La sua bellissima donna è carponi al centro del letto, ginocchia e mani sulle lenzuola, completamente nuda; alle sue spalle, un uomo giovane, sui trent’anni, anch’egli completamente nudo, le sta piantato col ventre contro il culo maestoso; dagli specchi intorno, può agevolmente vedere che un cazzo di gran bella stazza, di poco inferiore al suo che gode fama di essere eccezionale, è saldamente piantato nel culo della donna e dalla figa evidentemente provata già da scopate gocciano umori di orgasmo.

Il primo istinto è di correre a prendere la pistola che tiene, regolarmente registrata, in cassaforte e di fare una strage; poi si ferma, ragiona un attimo e decide di procedere cinicamente; va nello studiolo ed attiva tutte le web cam della camera, fatte installare ufficialmente contro intrusioni illecite, in realtà per filmare i loro incontri amorosi; a questo scopo, il meccanismo di registrazione è in grado di riprendere tutto, nei particolari e da ogni angolazione.

Decide di lasciare fare; ‘Vediamo ‘sti stupidi dove vogliono arrivare’ gli viene in mente, da una famosa gag di Totò; ed avvia la registrazione della grande scopata; mentre si toglie giacca e cravatta e si mette in libertà, lancia occhiate al video e si gode tutta la scena nei particolari; Dolly da fondo a tutte le sue abilità per farsi entrare la mazza fin nel profondo dell’intestino e accompagna l’inculata con sollecitazioni verbali spesso volgari; i riferimenti al povero cornuto si sprecano, da tutti e due.

Il partner la monta a lungo nel culo, facendo continuamente schioccare il ventre sulle natiche sode; lei gode, geme ed urla con orgasmi squassanti e frequenti; non lo lascia sborrare; quando avverte che l’altro sta per venire, di colpo si strappa il cazzo dal culo, chissà con quanto dolore!, e lo blocca; si stende supina e si masturba a lungo; Dario ha la possibilità di vedere fin dentro la figa arrossata, dilatata e allagata di umori che deve avere prodotto a litri.

Poco dopo, si piega sul ventre di lui e imbocca la mazza tornata rapidamente vivace; il mostro le sparisce in gola in un attimo; deve averlo già succhiato e leccato a lungo; lo rianima e lo porta a diventare una barra dura come il ferro, con un’asta grossa e lunga sormontata da una cappella a fungo; lecca tutto, dai coglioni alla radice del cazzo, lungo la mazza fino alla cappella dove si sofferma giocando con la punta della lingua; l’altro geme e quasi soffre mentre lei gode da matti.

Quando lo vede bello pronto, si stende, allarga le cosce e solleva le ginocchia; lui si sistema su di lei e comincia a spingere; Dario osserva il cazzo entrare deciso nella vagina fino all’utero; una rabbia sorda lo prende e ancora una volta è tentato di diventare all’improvviso violento, disumano, e di sparare a tutti e due; se la caverebbe con poco perché è evidente la violazione di domicilio, essendo lui uno sconosciuto e non essendoci rapporti formali con la donna.

Si fa forza e si calma ancora una volta; alla fine dei conti, si tratta solo di una scopata; la caccerà via e dimenticherà rapidamente una stronza che ha sfruttato il benessere che lui le offriva per fargli un po’ di corna; è nell’umano ordine delle cose; si rimette le scarpe e va verso la camera; spalanca la porta ed appare all’improvviso agli amanti.

“Troia, che cazzo stai facendo nel mio letto’ E tu, chi sei?”

“Dario, perché te la prendi così; ti volevo fare una sorpresa … “

“E me l’hai fatta, grande puttana; mi hai messo le corna a casa mia, nel mio letto, in un momento che sapevi che ti avrei trovata a farti scopare da uno stronzo qualsiasi!”

“Ma che dici? Io ti volevo solo sorprendere. Non eri tu che parlavi sempre di un rapporto a tre?”

“Grande stronza, imbecille, deficiente, puttana, troia, questo lo chiami scopare a tre? Voi due state scopando; io sto facendo il cornuto che stava per spararvi perché avete violato il mio domicilio.”

“Scusa, ma tu non sei cuckold?”

“Ma che cazzo ti viene in mente? Quando avrei dichiarato di essere cornuto contento? Quando ti avrei detto che volevo guardarti scopare un altro e poi, chissà, leccarti anche la figa imbottita della sborra di questo stronzo?”

“Ma i tuoi amici … “

“Di quali cazzo di amici parli? Chi sarebbero questi amici che mi considerano un cuckold?”

“Tutti quelli del bar hanno detto che sei impotente, omosessuale e soprattutto cuckold, mi hanno suggerito che se mi trovavi a scopare saresti stato felice …”

“E tu, grandissima puttana deficiente e incapace, ci hai creduto? Non sono potente con te? Quando mi hai visto prendere dei ragazzi per farmelo mettere nel culo?”

“Su questo, lo sapevo che scherzavano; ma sul fatto del cuckold ci ho creduto perché spesso, quando scopiamo, tu parli di rapporti a tre … “

“Certo, io tu e tua madre; io tu e tua sorella; io tu e tua zia; io, tua madre e tua zia. A tre, per me significa io con due donne; non tu con due maschi ed io alla fine a leccare la sborra del tuo amante!!!!!”

“Oh, dio, mi hanno presa per culo e ci sono cascata … “

“Già, perché hai un gran culo e nessuna testa; adesso ti vesti e te ne vai; qui non c’è più né casa né carte di credito per te!”

“No, amore, non puoi fare così; io davvero avevo creduto di farti una bella sorpresa … “

“Già … e la sorpresa me l’hai fatta con questo caprone … A proposito, ma tu non sei un mio operaio, quello con la madre malata di Alzheimer?”

“Si, ingegnere, non sa come mi vergogno; mi avevano pagato per fare uno scherzo; ma mai avrei pensato che la vittima potesse essere Lei; lo sa che la stimiamo molto ed io in particolare … “

“Aspetta un poco; ti hanno pagato per scoparti Dolores? Chi è stato?”

“Mi perdoni, ma è andata proprio così; è stato il marito di quella bellissima signora industriale … “

“Mario, il marito parassito di Lucilla … Ma come posso credere a questa cosa?”

“Ho in tasca un assegno, se può valere qualcosa; non avevano contanti; ma non posso incassare l’assegno senza garanzie … “

“Fammelo vedere!”

Si riveste e trae il foglietto dai pantaloni; ha la firma di Lucilla ed è intestato a lui.

“Facciamo così; io ti do i contanti; tu giralo a me e firma.”

“Dice davvero? Io vengo a offenderla, senza volerlo, mi creda, e lei mi cambia l’assegno che ho avuto per questa vigliaccata?”

Ha preso dalla cassaforte i soldi e lo paga, gli firma la girata; gli dice di andare e di tacere; l’altro si sente in dovere di chiarire.

“Ingegnere, mi creda, nessuno voleva offenderla; credevamo di essere entrati in un gioco che le sarebbe piaciuto; non sia cattivo con Dolly; ha sbagliato per ingenuità; forse sono più colpevole io, che non mi sono informato su chi era la vittima dello scherzo; lei era convinta di recitare un ruolo imposto dai suoi amici.”

Lo invita ad andare con un gesto perché sta telefonando.

“Ciao, Dora; devi venire immediatamente a casa mia … no, forse faremo l’amore, ma dopo; prima ti devo parlare di una cosa assurda e devo prendere delle decisioni; ho bisogno dell’aiuto dell’amica, prima che dell’amore della donna.”

“Dario, che devo fare? Davvero vuoi cacciarmi via? Lo sai che non ho un centesimo, non ho un lavoro e non ho un posto dove andare? Vuoi che vada alla stazione e mi butti sotto un treno?”

“Non essere melodrammatica; lavati e vestiti; resterai in questa casa finché avremo risolto; ma l‘amore non c’è più; è evaporato appena ti ho visto.”

“Il mio è intatto; per cinque anni sono stata la tua fedele compagna; ho commesso un errore stupido per la cattiveria dei tuoi amici; ma il mio amore non c’entra; è stato solo sesso; l’amore è un’altra cosa … “

Bussano alla porta; è arrivata Dorotea, Dora per gli amici, psicanalista che lavora con lui; hanno avuto una bella storia e sono rimasti grandi amici; quando capita, non respingono la possibilità di passare belle ore d‘amore; è senz’altro la persona migliore per parlare di quel ch’è successo; Dolores si precipita ad abbracciarla, piange sulla sua spalla e le racconta confusamente gli avvenimenti, caricandosi eccessivamente di colpe e responsabilità.

“Come ti spieghi questa stupida storia?”

“Mi sa che, al fondo, c’è una gelosia rancorosa e un prurito di corna presunte … “

“Che vuoi dire?”

“L’assegno porta la firma di Lucilla; ma è stato pagato da Mario; mi sa che è invidioso e geloso.”

“Geloso di che? Ti sei scopato le mogli di tutti, anche se lo sappiamo solo noi tre e le interessate; con Lucilla non ci sei mai andato a letto; perché dovrebbe essere geloso?”

“Dora, quante volte le hai sentito dire che è attratta da me?”

“Lo dice spesso, anche davanti a suo marito … “

“Appunto! Queste per lui sono autentiche corna; ha voluto ricambiarmele incastrando la povera Dolores che non è stata capace di intuire la trappola in cui stava cadendo; è stato coinvolto anche il povero operaio che, alla fine, si trova solo ad avere scopato con entusiasmo una bellissima donna.”

“Dario, stai dicendo che sono stata così allocca da farmi incastrare insieme al ragazzo?”

“Si, cara Dolores; hai commesso solo un gravissimo errore; per farti capire che stavano imbrogliando hanno messo insieme tante bugie, l’impotenza, l’omosessualità e l’essere cuckold; tu ti sei fatta abbagliare, hai ricordato a modo tuo le cose dette da me e non hai capito che ‘a tre’ poteva essere anche, e sarebbe solo quello, quel che sta succedendo adesso, fare l’amore io tu e Dorotea; fra noi c’è amore, non ci sarebbe stato solo sesso; hai voluto essere più brava di me, perché anche a te piacerebbe vedermi umiliato; alla fine la sorpresa l’hai fatta a te stessa e potrebbe costarti cara.”

“Tutto vero; sei grande, come sempre; ma io non sono invidiosa, come pensi tu; io volevo solo fare un gioco amoroso che rafforzasse il nostro amore; e l’ho distrutto, per imbecillità; adesso vorrei solo sapere se posso continuare a stare con te o se devo cercarmi altre soluzioni.”

“Te l’ho già detto; non caccio via nessuno, specialmente una donna con cui ho vissuto anni lunghi e meravigliosi; ma dobbiamo trovare il modo di liberarti dalla dipendenza, perché non è bello che tu viva parassitariamente; l’amore totale non riesco più a provarlo, perché l’errore indica una debolezza pericolosa; insomma, da domani cercheremo le soluzioni.”

“Cosa pensi di fare, adesso?”

“Dora, ti avevo chiamato pensando che fare l’amore mi avrebbe scaricato; ma abbiamo tempo; per ora, vorrei andare a guardare in faccia gli imbecilli; ti va?”

“Se andiamo tutti e tre, mi sta bene un aperitivo …. “

“Chiaro che andiamo tutti e tre; se proprio ti interessa, visto che rientra nelle tue competenze professionali, ho già largamente perdonato una scopata qualsiasi; non riesco ancora a dimenticare certe scene che restano impresse e ci devo lavorare un poco; l’amore è incrinato; non so se riuscirò a provarlo come era prima; ecco, questo è il mio stato d’animo.”

“A me sta benissimo; anche Dolly deve essere serena, perché la tempesta è passata e si devono solo valutare i danni; cominciamo dall’amicizia; mi sa che la vendetta arriverà, e dura anche.”

“Quindi, mi hai perdonato e speri di dimenticare e di ricostruire l’amore tra noi?”

“Ho detto qualcosa di diverso? Andiamo!”

Ci sono tutti al bar, i mariti cornuti a loro insaputa e le mogli quasi tutte amate da Dario e attratte da lui; naturalmente, brilla Mario per l’arroganza e la presunzione; i sorrisi sornioni si sprecano; Dorotea va diretta da Lucilla e le chiede come mai ha pagato un operaio con un assegno da cinquecento euro; non ne sa niente e guarda con meraviglia verso suo marito; chiede a Dario se è disposto a riconsegnarglielo; lui le risponde che si informi perché è stato staccato.

Uno dei presenti interviene per dire che si è trattato solo di uno scherzo; Dario avverte che stiano attenti agli scherzi, specie se vengono da quelli ai quali lui ne ha fatto nel corso degli anni; Dalila, una delle amiche, quasi lo zittisce.

“Non è da te, amico, parlare di certe cose!”

“Ti prego, Dalila, credevo mi conoscessi come un gentiluomo che sa dosare le sue cose; nessuno avrà mai motivo di lamentarsi dei miei comportamenti.”

“Scusami, non volevo offenderti; ma i tuoi scherzi potrebbero avere avuto protagonisti che non vogliono essere ricordati.”

“Dolcissima amica, posso chiamarti così?, sai bene che non succederà mai; non sono come certi vermi che usano i miei operai per mettermi in cattiva luce sperando che lo scandalo tocchi il mio lavoro!”

Lucilla prende da parte Dorotea e le chiede conto; parlottano a lungo; poi la psicologa va dall’amico, lo avverte che prende da Dolores le chiavi di casa ed esce con Lucilla; se lui vuole amarla, hanno solo un’ora; detto fatto, si allontana con l’amica dopo aver preso la copia delle chiavi da Dolly; lui finisce di bere e si prepara ad andare; la ragazza si avvia con lui.

“Dolly, hai capito che cosa sta per succedere?”

“Si, stai andando a fare l’amore con Lucilla; posso guardarti anche io come hai fatto tu?”

“Bada che si soffre da star male!”

“No, io sono felice di vederti felice; questa donna la desideri da sempre e al massimo mi masturberò a lungo mentre l’amerai come sai fare tu; voglio esserci e ripensare ancora a quanto sono stata stupida. Come farai con la tua collega?”

“Le chiederò di vederci domani sera e di fare l’amore anche tutta la notte.”

Le due amiche sono andate a casa di lui; Dorotea l’accompagna alla porta, l’avverte che dopo un’ora le manderà un messaggio e passerà a recuperarla, le augura un’ora di felicità e va via; poco dopo arrivano Dario e Dolores; la luce nella camera è accesa, la porta è accostata; lei va nello studio dove attiva le web cam e lui entra in camera; lei lo aspetta seduta su una poltrona, lo guarda con desiderio, lui si avvicina e le avvolge le spalle, l’aiuta ad alzarsi in piedi e l’abbraccia.

“Pensi che sia una follia?”

“Lucilla, se non sei convinta, fermiamoci qui; parliamo anche a lungo, se vuoi, davanti a un caffè; non è di sesso che abbiamo bisogno, ma di sentimenti, di parole, di conoscenza reciproca; se ti va, conosciamoci anche biblicamente; se no, parliamo; per me sarà il paradiso, comunque … “

“Per me il paradiso comincerà quando me lo farai toccare tu, se è vero quel che mi hanno detto … “

“Si dicono molte fandonie, su di me … “

Non può completare, lei lo ha avvolto in un bacio di sensualità unica; lui le spinge la lingua tra le labbra e comincia a scoparla in bocca, con la lingua, mentre il cazzo va a premere la figa da sopra i vestiti; lei sente gli umori scorrere dalla vagina e si abbandona languidamente al bacio di lui che ha già mosso le mani a palparla tutta, dalla schiena perfetta ai seni matronali, per spingersi fino alla figa e afferrarla a piene mani; Lucilla comincia a gemere, lui si eccita al suono dei lamenti, il cazzo preme.

“Ti amo, stupido maledetto; ti amo e devo rubare quest’ora perché la mia coscienza cede fino all’adulterio ma non arriva al divorzio.”

“Amore, sta’ zitta, adesso, lascia che parlino i corpi; il mio ti desidera tutta, vuole il tuo e vuole compenetrarsi; stiamo zitti e amiamoci.”

Lucilla è in difficoltà di fronte a un uomo così esperto e così abile a vivere e lasciarle vivere quel momento; un vago senso di colpa ancora la opprime … fino a che la bocca di lui si poggia su un capezzolo che ha tirato fuori dal vestito; mentre lui succhia lei sente scivolarle dalla figa il desiderio, la passione, quella che considerava pura attrazione e che sente adesso come amore vero; ha quasi paura che il matrimonio sia in bilico, in quel momento; vuole quel corpo, vuole l’amore che le dà.

Dolores è stata costretta a denudarsi, per titillarsi i capezzoli, mentre vede il gioco libidinoso delle lingue che si inseguono e i capezzoli di lei che bucano il vestito tanto sono gonfi di piacere; il cazzo di lui è una vela spinta contro l’inguine; avrebbe tanta voglia di prenderlo in mano, di masturbarlo lentamente, fino a torturare quel suo maledetto uomo; non vede l’ora che si spoglino e che il cazzo diventi protagonista; arriva ad un primo orgasmo che i due non si sono mossi dal bacio.

Quando lui si stacca dal capezzolo, Lucilla afferra decisa il cazzo da sopra il pantalone e si lancia e sganciare il bottone e la cerniera; il sesso le appare ancora coperto dal boxer, ma è già enorme per lei che ne ha conosciuto un paio da ragazza e, dopo il matrimonio, solo quello del marito da quando l’ha sverginata; si chiede se riuscirà a prenderselo dentro o sentirà troppo male e non sa come rispondere a lui che certamente farà cose a lei sconosciute; non sa quanto sappia essere delicato Dario.

Mentre lui le sfila delicatamente la camicetta, sgancia il reggiseno e accoglie nelle mani i seni morbidi e meravigliosi, lei gli sfila quasi con frenesia la camicia e mette a nudo il torace, si fionda sui capezzoli e prende a succhiarli alternativamente; Dario deve farsi forza per reagire alle fitte di piacere che le labbra gli scatenano; Lucilla fa scendere la mano verso il boxer, afferra il cazzo a mano piena e si scioglie al sentire la mazza viva, pulsante; si chiede se ce la farà a prenderlo in figa.

“Dario, non mi farai male con questo arnese?”

“No, amore, non ti farò nessun male; avrai solo tanto piacere.”

“Allora prendimi immediatamente; non ce la faccio più, voglio sentirti dentro di me, voglio essere tua, completamente … “

“Ne mia né tuo; io ti prenderò, ma sarai tu a catturare in te la mia essenza di maschio; io sarò tuo quanto tu sarai mia!”

La spinge delicatamente e la fa stendere al centro del letto; le cava via gonna e slip, insieme; a malapena si ferma un attimo a guardare la figa meravigliosa, depilata tranne un ciuffetto in cima; lascia cadere a terra pantaloni, boxer e calzini; monta sul letto; la avvolge tutta fino a coprire il corpo intero; accosta la cappella alla figa e le chiede di spingere; lei lo fa e sente la mazza violare il canale vaginale vergine a quella stazza; assapora lentamente la penetrazione.

Dario se ne sta fermo, lascia che il cazzo scivoli lentamente verso l’utero; ma è Lucilla a spingere verso l’alto finché sente la punta urtare la cervice; si accorge che i muscoli vaginali catturano il cazzo, lo assorbono e lo titillano stringendolo con gioia; gli umori le sgorgano spontanei e gode infinitamente; l’orgasmo le esplode improvvisamente; si ferma un attimo, gli gira le gambe intorno alla vita e va ad intrecciare i piedi dietro la sua schiena, spinge e si accorge che i testicoli battono contro le grandi labbra.

“Sei tutto dentro di me e non mi hai fatto male; amore, è meraviglioso sentirti così dentro; è vero, sono io che ti posseggo; ma adesso voglio sentirti maschio montarmi come la tua femmina; sei il mio uomo, in questo momento, e voglio dimostrarlo facendomi possedere fino all’orgasmo; vieni dentro di me, non ho problemi.”

Lui capisce che lei desidera davvero sentirsi posseduta e comincia a cavalcarla, dolcemente ma continuamente e con forza; lei gode ad ogni spinta e non conta più gli orgasmi; al momento di massima intensità, squirta e teme di avere bagnato il letto; lui la accarezza dolcemente sul viso e le sussurra di non badare, è amore quello che sta esplodendo dal suo corpo; la cavalca a lungo, con passione, e sente l’orgasmo montargli irresistibile; la avverte che sta per venire e sborra.

Lei sente il ventre esploderle, ha la sensazione di accecare di colpo e di emergere di nuovo in una luce eterea, celestiale; suoni angelici le riempiono le orecchie e cade in deliquio perduta nel piacere che sta provando; ci mette un poco a riprendersi; lui è rimasto piantato dentro di lei, col cazzo che perde lentamente forza e volume; quando vede che il respiro torna regolare, che lei si è totalmente rilassata, si sfila delicatamente, si sdraia e tiene una mano ben ferma sulla figa, quasi a frenare il piacere.

“Ho veramente sentito gli angeli e visto il paradiso. E’ sempre così, fare l’amore con te?”

“Lucilla, le emozioni sono solo tue; sei tu a decidere come e fino a dove vuoi godere; io ci metto solo l’amore che posso.”

“Si è fatto tardi e non ho avuto che una piccola parte dell’amore che mi puoi dare; lo voglio tutto; ora molte cose cambiano e non rinuncio più a te; te la senti di amarmi ancora, in condizioni migliori?”

“Lucilla, so che non si può parlare con te di sempre o di mai; hai la tua morale e già l’hai strappata; se tu potessi liberarti, sarei disposto a cambiare la mia vita a fianco a te; questo non sarà, lo sappiamo; ma, tutte le volte che vorrai, io ci sarò per te; ti darò tutto quello che posso, che non è il miracolo che credi tu, ma solo quel poco di amore che riesco a dare a una donna meravigliosa come sei. Chiamami quando vuoi.”

Riesce appena in tempo a darsi una lavata e a rimettersi in ordine, che Dorotea avverte che sta passando a prenderla; al momento di salutarla, alla portiera della macchina, lui l’avverte che l’indomani dovrà decidere su una commessa; se si presenterà suo marito, non può assicurare che sarà sereno con quel vigliacco.

“Dario, tra i tanti errori commessi, c’è quello di avere dato fiducia a Mario che non la merita; ti confesso che quella firma sull’assegno è completamente falsa e dovrei denunciarlo; da stasera, lo privo di incarichi e di accesso ai conti, ma non voglio e non posso lasciarlo; domani verrò io e sarò sempre presente a rappresentare la ditta; se mi sarai vicino anche come consulente, potrò solo essertene grata.”

Dorotea gli chiede se andrà al bar con Dolores; lui dice che preferisce restare a casa a cenare.

“Non credo che sia il caso di venire da te, stasera; sei troppo pieno d’amore … “

“Hai ragione; domani sera mi tengo libero per te, fino a dopodomani mattina, se ti va … “

“Mi va … mi va … dio se mi va!”

Dolly non se la sente di uscire ancora per andare a cena, dopo una serata così scoppiettante; riesce ad organizzare un tete a tete con toast e birra, sperando anche che serva a placare gli animi ed aiuti il recupero della fiducia ormai frantumata; le dice chiaramente che l’ora d’amore con Lucilla non consente spazio ad altre situazioni, amorose o sessuali; neppure accetta di dormire insieme a lei nel letto dove lo ha mortificato con l’amante occasionale; dorme nello studiolo.

Non c’è tempo, la mattina seguente, per affrontare un problema grosso come la loro crisi; deve andare a lavorare e, prima del tramonto, non se ne parla; lei riesce comunque a fargli presente che ci sono alcuni dati di cui tenere conto, innanzitutto la sua autonomia economica e l’ipotesi che possa desiderare di fare sesso fuori del rapporto, specialmente se l’amore è venuto meno; poiché sa che ci penserà a lungo e troverà una soluzione, gli chiede di tenere conto di quei due fattori.

Effettivamente, nel corso della giornata si trova spesso a meditare sui possibili risvolti della vicenda e degli elementi che si intrecciano, dalla fine dell’amore con Dolores all’esplosione del rapporto con Lucilla, dall’incidenza del ruolo di Dorotea e delle varie amanti fino, soprattutto, al destino dell’attuale compagna, per la quale deve cercare un’attività che le consenta di uscire dal ruolo della parassita per diventare una persona libera soprattutto economicamente.

Ne parla, quasi inevitabilmente, con Dorotea in un momento di stasi, che lei trascorre, come sempre, nel suo ufficio a parlare dei massimi sistemi; gli chiede quali siano i talenti di Dolores e dove potrebbe orientare la ricerca per ottenere risultati adeguati e desiderati; l’unica cosa che sente di poterle rispondere è che Dolores ha varie volte indicato una boutique di alta moda dove le sarebbe piaciuto lavorare, grazie anche alla sua formazione artistica vicina al design.

Naturalmente, Dorotea trova che un posto da commessa in quella boutique non è difficile da ottenere, nella sua posizione; gli tocca allora farle presente che l’ambizione di Dolly non è limitata al ruolo di commessa; sa che la proprietaria ha delle difficoltà economiche e il sogno sarebbe entrare in società, al cinquanta per cento, e impegnare le giornate in quel lavoro; poiché non conosce il problema, le deve precisare che per rilevare la quota occorrono duecentomila euro.

Dolly sa di questa clausola ed ha anche sognato che lui spendesse la somma, di cui può disporre, per farle un regalo enorme che, fino a due giorni prima, era anche disposto a fare; adesso, non se la sente assolutamente; in pratica, la stupidaggine di una scopata le preclude anche la possibilità di attivare un lavoro che le piace e che sarebbe sufficiente forse anche a garantirle di vivere senza dipendere totalmente da lui.

Dorotea gli chiede se non potrebbe dare in prestito la somma a Dolly e farsela restituire, nel tempo, senza interessi, nel nome dell’amore che c’è stato e che non è affatto morto per una scopata particolare; gli basta poco a dimostrarle che, se dovesse impegnarsi totalmente nell’attività della boutique, le possibilità di restituire i soldi e diventare autonoma economicamente non esistono; il reddito dell’attività, che già è ai limiti, consente la mera sopravvivenza.

“Visto che le piace fare sesso, si prostituisca!”

“Ti prego di non scherzare; ma, per continuare sulla tua ipotesi, se deve fare la puttana, non può occuparsi della boutique; se vuole fare bene la modista, non può fare la puttana che nel poco tempo libero; non ci sono i margini per badare a due padroni che succhiano sangue; però, forse dalla tua battuta un’ipotesi concreta si può ricavare.”

“Cosa altro ti frulla per la testa?”

“Hai presente Loredana?”

“Quella che dirige quel bordello mascherato da circolo privè, che mi pare che si chiami ‘Arcobaleno’?”

“Sei feroce! Intanto, io sono socio paritario di quel bordello, visto che ti piace definirlo così; io preferisco ‘casa di piacere’; sia come sia, quel locale ha varie attività, il bordello con puttane, ma tutti di alto bordo, professioniste e ospiti, con garanzie estreme, dall’igiene al decoro alla tutela della privacy; ma c’è anche il privè vero e proprio per la pratica libera del sesso in tutte le declinazioni; soprattutto, però, Loredana gestisce un’agenzia di escort di livello internazionale.

Tieni presente che a tutti i meeting internazionali che le industrie realizzano in regione lei è chiamata a far intervenire alcune di quelle ragazze, in proporzione agli invitati che lo desiderino; e bada che si tratta di accompagnatrici vere, che possono offrire, eventualmente, anche servizi sessuali solo se ne sono richieste, se sono d’accordo e se ne vale la pena; a tua ulteriore informazione, ti preciso che anche la nostra ditta ha fatto operazioni di quel genere.”

“Questo cosa potrebbe comportare?”

“Per esempio, Loredana potrebbe convocare Dolores solo per incontri dove non sia facile incontrare gente conosciuta a rischio di mettere in difficoltà la sua moralità, anche se di quella ormai dubito anche io; potrebbe coinvolgerla in operazioni più redditizie, per periodi non lunghi e per iniziative di qualità; insomma potrebbe inquadrarla in un gruppo di prima categoria anche se non ne ha tutti i requisiti.”

“Cosa è necessario, oltre ad essere bella e brava a letto?”

“Intanto si devono conoscere le lingue, perché i meeting migliori sono quelli internazionali dove l’inglese è lingua dominante; per fortuna, Dolly parla fluentemente inglese e se la cava anche con lo spagnolo e forse col francese; non credo che avrebbe difficoltà sui problemi di comportamento, di stile, perché è una donna di classe ed è molto intelligente; le manca la preparazione su temi come storia locale e cultura del territorio, ma si fa presto a leggere le guide e imparare le cose che servono.”

“Insomma, pare proprio il percorso ideale per lei; di giorno si occupa della boutique e cerca di farla fruttare; ogni tanto se ne va in vacanza a scopare con qualche convegnista e ci ricava soldi; ti restituisce il prestito e in pochi anni diventa autonoma e più ricca di te.”

“Ma resta intatto il quesito principale; dove va a vivere? Resta a casa mia e figura ancora come la mia compagna che mi fa cornuto con l’attività da escort? Insomma il problema resta chi siamo io e lei.”

“Ma tu, te la terresti in casa, a certe condizioni?”

“Solo se lei rispettasse la prima condizione, lealtà e chiarezza ad ogni costo. Per la tua esperienza professionale, è credibile?”

“Ieri sera, le avrei concesso tutta la mia fiducia, nonostante la stupidaggine commessa; fammela incontrare ancora stasera e vedremo; noi non abbiamo un appuntamento per tutta la notte?”

“Certo che abbiamo appuntamento; anzi, se puoi, vieni via con me a fine orario di ufficio, chiamiamo anche Loredana e valutiamo complessivamente insieme le ipotesi.”

Escono insieme e si dirigono a casa di lui; Dolores non si sorprende di vederli insieme; sa che avrebbe dedicato la serata e la notte alla sua amica; è anche abituata a vederlo passare le notti con altre donne e, in quel caso, a ritirarsi nello studiolo; si limita a chiedere se deve imbastire qualcosa in casa, se si cena fuori o se pensa di ordinare alla trattoria qualcosa da far portare a casa; le dice che aspettano un’altra signora.

Piuttosto ingenuamente, gli chiede se per caso avesse deciso di passare la notte con due donne, come aveva spiegato in risposta alla sua stupidaggine di intendere l’amore a tre come un rapporto suo con lui e con un altro uomo; le risponde con malgarbo che devono parlare di cose molto serie, prima che la serata si avvii, e che le scelte sul loro futuro sono assai più importanti di una possibile scopata a due a tre o a quattro.

Arriva Loredana, che Dolly non conosce, e si siedono al tavolo della cucina, visto che sono tutti in grande confidenza; telefona alla trattoria ed ordina la cena per quattro; Dolores appronta il tavolo nella sala grande; mette su il caffè, loro cominciano l’analisi che ha in mente; chiarisce a Loredana che il rapporto con Dolores si è deteriorato e che lei avrebbe bisogno di sganciarsi dalla dipendenza economica a lui; le chiede se ha la possibilità di inserirla in un gruppo qualificato di escort.

Lei osserva a lungo la ragazza, quasi la radiografasse; poi ammette che, con qualche piccolo suggerimento da professioniste esperte, potrebbe senz’altro affrontare il ruolo; gli chiede se si rende conto che dovrà essere disposta a fare sesso con alcuni sconosciuti; è implicita la domanda se lui non se ne turbi; le ribadisce che non intende cambiare la struttura del rapporto ma che Dolly ha bisogno di quel lavoro presto; piuttosto che prostituirsi, meglio la escort con certe cautele; Dolores è la più sconvolta.

“Stai decidendo che io debbo prostituirmi? Come ti permetti?”

“Io ho raggiunto una certa conclusione ragionando; non decido niente; ti farò una proposta e sei libera di rifiutare.”

“Posso sapere quale sia il ragionamento e il perché di questa conclusione?”

“Io dovrei cacciarti via perché sei stata sleale e mi hai cornificato mortificandomi; se esercito il mio diritto a cacciarti dalla mia vita e dalla mia casa, come finisci?”

“Tu cacciami; cosa fare lo decido da sola … “

Dorotea la prende per mano e la fa sedere.

“Dolly, cerca di stare a sentire e non prendere cappello a sproposito. Per come sei stata sleale, non contano gli anni vissuti insieme, Dario ha tutto il diritto a cacciarti via; dopo quello che è successo con Lucilla, non può più parlarti di amore assoluto, ma sta cercando una mediazione. Se non ti interessa dialogare, esci da quella porta e finirai sul marciapiede; non hai un centesimo, non hai un lavoro, non hai una casa. Non pensi che sia più opportuno discutere di una soluzione e di affidarti a chi ha ancora a cuore il tuo bene ed è in grado di offrirti prospettive? Bada che non hai nessun diritto su niente, qui, ed hai sciupato troppo.”

“Posso cercarmi un lavoro e vivere la mia vita.”

“Senti ragazza, io per professione tratto questi casi; facciamo l’ipotesi che tu adesso, cacciata via, esci da quella porta; che fai, a chi ti rivolgi, dove vai, a chi chiedi aiuto?”

“Ho passato sette anni con lui; mi deve aiutare, ma non a fare la puttana di professione … “

“Cosa dovrebbe fare?”

“Lo sa che vorrei lavorare nella boutique di Martine … “

“Quella che sta per fallire?”

“La compra e io aiuto a rilanciarla … “

“In quanto tempo? Dove vai, intanto? Dove abiti? Chi ti mantiene?”

“Se mi ama, lo fa lui … “

“Torniamo all’inizio? Ti ha già detto che l’amore è evaporato; ti ho precisato che la scopata con Lucilla è stata determinante; non ti vuole in casa e non hai nessun diritto a reclamarlo. Perché dovrebbe investire duecentomila euro per comprare la boutique che piace a te?”

“Se faccio la puttana, risolve qualcosa?”

“Dolly, vuoi pazientare o mi spazientisco io e ti lascio alla tua arroganza stupida? Hai già sbagliato ad interpretare delle parole; vuoi continuare a farlo anche stasera?”

“No, Dora, no; scusami, mi sono spaventata ed ho reagito male; scusami anche tu, Dario; continua pure; giuro che starò zitta fino alla fine.”

“Lo prendo come un impegno e spero che lo rispetti; se interferisci ancora a sproposito, ti caccio via e mi dimentico di te.”

“Su, Dario, non esagerare anche tu; continua a illustrare la proposta.”

“Loredana, ho bisogno di tutta la tua pazienza, con questa signora che non vuole ragionare; Dolly vuole possedere almeno in società la boutique di Martine; ci vogliono duecentomila euro che lei non ha; io potrei tirarli fuori, ma solo come prestito da recuperare senza interessi; intanto, Dolly avrebbe bisogno di guadagnare abbastanza da mantenersi, per diventare autonoma dalla mia ricchezza e uscire dal ruolo di parassita in cui si è beata fino ad oggi.

Deve anche restituirmi i duecentomila che non voglio regalarle perché non merita nessun regalo, soprattutto così oneroso; per farlo, deve avere un’attività che le produca un reddito consistente; ma può usare solo pochi giorni alla settimana per lavorare; il grosso lo deve dedicare alla boutique, farla diventare attiva e produrre al massimo; la mia ipotesi è che si dedichi cinque giorni, dal lunedì al giovedì, al lavoro in negozio ed alla ricerche di idee e novità; è in gamba e ce la può fare.

Pensavo che, visto che ha dimestichezza col sesso e che le piace scopare, potrebbe avere i fine settimana per partecipare a qualche operazione che tu fai, possibilmente lontano da qui, per evitare gente che la conosce, e meglio ancora, se è possibile, con clienti che possano pagare profumatamente le sue prestazioni; hai la possibilità di inserirla in un gruppo che lavori in questo modo?”

“Scusa, Dario; ma dove vivrei e a che condizioni?”

“Resteresti qui e saresti la mia compagna, con l’impegno che le uniche corna me le faresti come escort non come Dolly; non è un problema se scopi con altri; se lo so prima o lo suggerisco io, è evidente che non faccio nessuna obiezione; però quando sei qui mi fai il favore di tornare ad essere la mia donna; anzi, mi lasci anche libero di scopare con altre, se mi va, visto che il fine settimana di diverti a modo tuo.”

“Stronzo, la tua proposta è di lavoro, senza nessun divertimento; sarebbe solo sesso brutale; a casa mi limiterei ad amarti come ti ho sempre amato e come ti amo ancora, anche se tu ti sei disimpegnato dai sentimenti con me.”

“Accetteresti una soluzione di questo tipo?”

“Diventare socia di Martine, lavorare nella moda per cinque giorni a settimana e per un paio di giorni andare a scopare per fare soldi? Sì; se mi lasci qui con te, dormi con me e mi fai fare l’amore, tranne quando hai qualcun'altra nel letto, io sono disposta a fare quello che chiedi, che poi è anche quello che sogno, compreso scopare contro di te!”

“Dario, si può fare; se trovo le situazioni giuste, non è neanche necessario che si impegni tutti i fine settimana; se è brava, posso utilizzarla solo coi grossi clienti, diciamo una o due volte al mese; avrebbe il tempo che le serve e guadagnerebbe abbastanza per sopravvivere e restituirti il prestito; nel giro di qualche anno potrebbe diventare autonoma e liberarsi di te o liberarti di lei, come preferisci.”

Loredana si mette d’accordo con Dolores sul modo di incontrarsi per approfondire la conoscenza di certi comportamenti da tenere e per fissare la data di una prima prova e si appresta ad andare via; chiede a Dorotea se si ferma e l’altra le risponde che lo fa per tutta la notte; Loredana gli rimprovera che va da lei solo per incassare le quote, ma non le ha mai concesso qualche oretta per farle sentire il suo amore; Dolores sembra scoprire un’altra verità.

“Ma allora tu sei socio di Loredana nel privè?”

“Ragazza, io ho molte attività e molti redditi; sei tu che per sette anni non sapevi nemmeno da dove arrivassero i soldi per il tuo shopping compulsivo, per i viaggi e i divertimenti; sappi che io lavoro e tu non hai mai cominciato … “

Si siedono a cena e Dolores è sempre tesa e dura con lui; Dorotea capisce che ancora non è risolto il dissidio e cerca di essere conciliante, ma non ci riesce, perché la ragazza non ha mandato giù la scopata con Lucilla né l’idea di dovere adesso farsi da parte e lasciare spazio all’altra per tutta la notte; quando hanno preso anche il digestivo, Dora lo prende per la mano e si avviano verso la camera; d’un tratto, afferra la mano di Dolly e la porta con loro.

“Credo che sia il caso e il momento di dimostrarle cosa intendevi parlando di sesso a tre.”

Preso in mezzo tra le due, si ritrova in un attimo nudo al centro del letto, incapace di qualsiasi reazione; Dora si lancia famelica sul cazzo e con abili linguate lo porta al massimo dell’erezione; fa cenno a Dolly di sedersi sulla faccia e di dargli la figa da leccare; l’altra impiega un lampo a spogliarsi e a sedersi sul viso offrendo la figa già bagnata; se ne sta ferma immobile in attesa della carezza della lingua sul clitoride, operazione che predilige.

Intanto Dora si è staccata per poco e si è spogliata; viene a sedersi sopra di lui, di faccia alla ragazza, e si impala sul cazzo con un gesto brusco che probabilmente le da anche un poco di fastidio, se non un vero dolore quando la cappella urta con violenza la testa dell’utero; sistematasi per bene, afferra la testa di Dolly e la bacia voluttuosamente sulla bocca infilandole rapidamente la lingua in bocca; l’altra ha un momento di esitazione, poi risponde con gioia e foga.

Comincia una sarabanda che non ha previsto, nella quale Dora da fondo a tutta la sua esperienza per insegnare all’altra le basi dell’amore saffico a cui Dolly non è abituata, non essendole mai capitata nel letto un’altra donna; si trova ad un tratto ad essere una sorta di strumento erotico sotto due donne accese di voglia e di determinazione a scoparlo come a loro piace, mentre si scambiano amore e sesso, con le bocche che si inondano di baci e leccate e le mani che si esplorano dappertutto

Lecca con intensa voluttà tutto il sesso di Dolores percorrendo figa, perineo e ano fino a far entrare la lingua profondamente in figa e nel culo; spingendo dal basso verso l’alto, chiava Dora quasi con rabbia; con un movimento brusco, le fa rotolare sul lenzuolo e si butta addosso alla collega, stesa supina, in una missionaria succosissima; Dolly ne approfitta per baciarlo con grande desiderio e tanto amore; prende la mano e se la porta sulla figa per farsi titillare.

Più che una scopata, ha l’aria di una battaglia a tre in cui occupare una posizione è determinante; la ragazza lo sbalza dalla scopata e si sistema a sessantanove sull’amica; si sposta verso il viso che bruca fra le cosce di Dora, stesa sopra di lei; le appoggia il cazzo davanti alla bocca e lo fa ingoiare per tre quarti, fino a soffocarsi; sfila lentamente la mazza dalla bocca e sposta la punta verso il perineo; resta per un attimo incerta, lecca a lungo il culo poi vi dirige il cazzo.

Facendo lo sulla sua lingua lo appoggia al culo e lascia che lui spinga dentro; Dora reagisce con orgasmi continui che facilitano la penetrazione e si trova alla fine con il cazzo piantato per tutta la sua lunghezza nel ventre; comincia a scoparla con gusto; Dolly accompagna con la lingua il movimento leccando l’asta mentre esce dal culo o dedicandosi alla figa anche per attenuare la durezza dell’inculata.

Trattiene l’orgasmo, perché non vorrebbe concludere prematuramente una notte di amore e di sesso che si preannuncia di particolare interesse; infatti, la ragazza è decisamente coinvolta dalla novità e si dedica appassionatamente a far godere l’amica che sta inculando; quando decide che ne vuole anche lei, lo fa sfilare dal culo e rovescia le posizioni per essere lei di sopra; l’altra capisce e lascia fare; mentre viene leccata sapientemente, prepara culo e figa dell’altra alla scopata.

Appoggia la punta del cazzo tra figa e culo e Dora, abilmente, sposta la punta verso la vagina; infila la ragazza con violenza quasi e la sente godere intensamente e versare in bocca all’altra uno squirt infinito; afferra le belle natiche di Dolores e spinge a fondo, con forza, cercando il massimo del piacere; dopo un ulteriore arresto della sborrata, lo spingono a fianco a loro e si dedicano avidamente alle fighe che leccano, succhiano, mordono, titillano con libidine animalesca.

Si ferma a guardarle provando spaventosi orgasmi mentali che gli tengono il cazzo duro; Dora lo prende e non lo masturba, ma si accontenta di sentirlo grosso, decisamente vivo e palpitante; si abbandona alla lussuria della vista e alla sensazione di piacere che la mano gli sa dare; chiede se per caso vogliono qualcosa che le aiuti, come un ortaggio falliforme; dicono di no, specialmente Dolores che scopre il piacere di scoparsi in culo e in figa un’altra donna.

“Avevi ragione, maledetto; questo è scopare a tre, e con tanta gioia; mi dispiace.”

Tra una scopata e l’altra, con ciascuna delle due o tra di loro, diversi modi di incularle, pompini estenuanti e manipolazioni delle fighe, le ore scorrono allegramente fino a che non decidono di chiudere la partita perché comunque si deve pur andare a lavorare; per colmo di iattura, alla fine viene spedito nello studiolo e lascia le due che si leccano e si succhiano le fighe ancora evidentemente non soddisfatte.

Quella scopata risulta però quasi taumaturgica, per Dolores almeno, che in quella stessa settimana si da da fare quasi con impeto e riesce ad ottenere tutte le autorizzazioni per effettuare l’acquisto del cinquanta per cento della boutique, con evidente soddisfazione anche di Martine che vede nella nuova socia l’elemento discriminante per cambiare le sorti della sua bottega; Dolly mette al servizio della struttura la sua notevole creatività.

Riesce ad aggirare anche la protervia nei suoi confronti e si fa scopare quasi ogni sera, mettendo un velo sull’accaduto; incontra varie volte Loredana e ragazze del suo team che le risultano utilissime per migliorare i suoi atteggiamenti, arricchire la sua cultura e diventare insomma una perfetta escort; per verificarne l’efficienza, la socia le fissa un incontro professionale per il venerdì di qualche settimana dopo.

Per evitare di restarsene a casa a girarsi i pollici o a spararsi seghe all’idea di quel che faceva la sua donna, invita Dorotea ad andarsene al mare; lei gli chiede se non avrebbe preferito portarci Lucilla, ma la celia è fin troppo evidente, considerate le difficoltà della donna a sganciarsi anche per una sola sera dalla gelosia stupida di suo marito; ma le chiede di parlare all’amica perché si organizzi in qualche modo, quanto meno spedendo in giro per lavoro il coniuge.

Il fine settimana con Dora è decisamente piacevole ed interessante; donna di cultura, di vari interessi e molto disponibile, è la compagna ideale per visitare una città interessante come Ravenna; ma la maggior parte del tempo la passano nei lidi vicini dove si godono il sole di una tarda primavera, quasi estate, e riescono davvero a lasciarsi alle spalle tutte le incombenze; per due giorni pieni sono ragazzini con libertà di ammirare paesaggi e monumenti; per tre notti scopano a volontà.

Non rivede Dolores prima del lunedì sera, perché è rientrata direttamente alla bottega e lui ha lavorato mattino e pomeriggio, prendendosi qualche residuo di piacere ‘rubato’ dalla collega psicologa che ancora ha nel cuore le sensazioni del mare di Ravenna; a casa, trova una Dolly fanciullescamente entusiasta che non resiste alla voglia di raccontare nei particolari la sua prima esperienza come escort; la rassicura che anche la descrizione dei particolari non lo avrebbe turbato.

Durante la cena, si lancia a raccontare passo passo gli eventi; le suggerisce di riservare le parti piccanti a quando saranno a letto, per non interrompere la cena; capisce le intenzioni e ne è felice, perché spera di recuperare il rapporto amoroso - sessuale; gli racconta quindi di questo gruppo di industriali di mezzo mondo riunito in un hotel a cinque stelle dove si è proposta nella maniera più brillante e affascinante possibile, riscuotendo unanimi approvazioni.

In questa fase ‘tiepida’ gli dice solo degli incontri ‘tecnici’ tra imprenditori, in cui la funzione maggiore è di interprete; poi della parte turistica, avendo accompagnato la comitiva in visita a monumenti e musei; accenna ai pranzi luculliani con tanto cibo e tanto vino, anche per abbassare le voglie e la tenuta degli ospiti; alle bellezze del luogo e delle camere d’albergo; gli dice che Loredana le ha assegnato un grosso e danaroso imprenditore americano abbastanza avanti negli anni.

Appena sul letto, si spogliano in fretta, lei afferra il cazzo, lo succhia abbastanza da portarlo al massimo dell’eccitazione; poi, frenata da lui, comincia a raccontare della personale vicenda con l’americano; c’è stato un certo feeling sin dall’incontro e lui era felicissimo che gli fosse toccata la più affascinante delle ragazze; abbracciandolo con affetto, ha sentito un cazzo non grosso e si è rasserenata.

Lo ha coccolato sulle indicazioni di Loredana e gli si è attaccata come una cozza; ha fatto in modo che bevesse alquanto, non smodatamente, perché fosse al limite della coscienza, al momento opportuno; il venerdì sera, in camera, l’ha spogliato con grande gioia di lui, si è denudata mandandolo in solluchero; con un sapiente pompino, tutt’altra cosa di quelli che fa a lui, l’ha eccitato e lui si è fiondato a scoparla; ha goduto solo al ricordo delle scopate con lui.

Si è addormentato di colpo, felice, abbattuto dal vino, dalla stanchezza e dalla scopata; il sabato mattina, dopo la doccia e le normali funzioni gli ha proposto un altro pompino, da concludere stavolta; ma l’urgenza degli incontri li ha costretti a scendere in sala e, per tutto il giorno, è stato lavoro e cibo; solo a sera si è profilata l’ipotesi di scopare; lui ha bevuto poco o niente, per non cedere di colpo come la sera prima, e si è proposto più agguerrito.

Ha cominciato l’opera di ‘demolizione’ con uno dei suoi pompini stratosferici; il cazzo non grande non la stimola gran che ma la memoria delle kermesse con la bocca sul suo uomo, la possanza del cazzo che la obbligava a fermare i rigurgiti e i principi di soffocamento l’ha eccitata al punto da avere orgasmi continui; l’altro, avvertendoli, si è eccitato allo spasimo e ha sborrato rapidamente; dopo un breve riposo, ha voluto scoparla a pecora ed ha sborrato assai rapidamente.

Ha provato un’inculata ed è riuscito ad infilarlo nell’ano; ma l’emozione l’ha tradito ed ha sborrato quasi appena entrato; poi è crollato addormentato; lei si è masturbata con nella mente le loro inculate epiche; mentre racconta, si è accorta che si eccita terribilmente immaginandola sotto l’altro; gli monta addosso e continua il racconto scopandosi alla cavallerizza; ha almeno tre orgasmi rapidi, prima di esplodere; sborra con lei, eccitato da lei e dal racconto.

Anche la domenica è fuggita via tra visite e preparativi per la partenza; solo a sera l’ha scopata altre due volte; un pompino ha chiuso la vicenda la mattina del lunedì, prima di salutarsi; Loredana l’ha avvertita che avrebbe ricevuto un migliaio di dollari per ‘l’avventura’; è felice dell’esperienza; un poco si preoccupa per la sua possibile gelosia; le chiede se si è divertita; onestamente dice di si; le garantisce che, se è stata bene, ne è felice.

“Capisci che scopare a tre è anche questo; tu sei stata con un altro, ma onestamente mi racconti tutto ed io godo dei tuoi orgasmi e della tua felicità. Ce la fai a mantenere il rapporto su questo livello?”

Lo bacia, si stringe a lui, si gira di schiena, spinge il culo contro il cazzo e, mentre si addormenta, gli sussurra.

“Cerca di non eccitarti fino a scoparmi ancora; vorrei riposare, finalmente, da stasera sono tutta per te, se sei libero … “

Le cose prendono la piega voluta; Dolores viene chiamata da Loredana un paio di volte al mese e, quando succede, lei torna sempre più felice e innamorata, racconta le sue scopate e si sbizzarriscono insieme; gli dice spesso che a lui chiede amore, dopo il sesso a pagamento che le serve per tenere in rotta la boutique, per rimborsare il prestito e per attrezzarsi a vivere da sola, se lui dovesse trovare un nuovo e più caldo amore.

Il riferimento è chiaramente a Lucilla che si è affacciata di nuovo nella sua vita; forse per suggerimento di Dora, riesce a spedire qualche volta il marito in missione per l’azienda, certa che andrà soprattutto per portarsi dietro e scoparsi un’assistente scelta tra le sue favorite; alcuni dei week end di Dolly come escort, Dario riesce a passarli con lei a casa sua o in una qualche città interessante; raggiungono facilmente un’intesa anche nel sesso, che la intriga sempre di più.

La nuova disponibilità di Dolores facilita anche altri incontri, specialmente con Dorotea, sempre ferma alla convinzione di respingere qualsiasi ipotesi di convivenza ma abbastanza innamorata da proporre o da accettare incontri tete a tete che sono sempre suggestivi e ricchi di fascino perché a letto trovano una grande intesa, da soli o anche con la presenza di Dolly che ha imparato ad amarla e a scopare in trio con lei.

L’episodio culminante della vicenda avviene il giorno che Lucilla riceve l’invito ad un meeting che si svolgerà nel fine settimana in un albergo ad un centinaio di chilometri; meravigliandolo non poco, propone a Dario di accompagnarla nella veste ufficiale di consulente economico; esattamente in coincidenza, Dolores ha accettato un nuovo incarico di Loredana per qualcosa di simile; decidono di trasformare un’occasione formale in una vacanza privata; e vanno.

Lucilla si fa accreditare nella sua effettiva funzione di proprietaria dell’azienda e lo presenta come tecnico accompagnatore chiedendo l’anonimato per segreto industriale; trascorrono il pomeriggio, dedicato all’apertura dei lavori, nella camera che è stata assegnata, non come amanti adulti e collaudati ma come giovani alle prime esperienze, in piena tempesta ormonale che per la prima volta si trovano con le loro irrefrenabili voglie in un posto meraviglioso, lontano dal mondo.

Effettivamente, per la particolarità della situazione, si sentono come ad un primissimo incontro, travolti dalla bellezza del posto, dalla delicatezza della situazione e soprattutto dal desiderio di darsi completamente; Lucilla è più entusiasta e determinata; lui non fa in tempo a chiudere la porta che si sente avvolto da un abbraccio tentacolare; sente con particolare intensità le sue mani sulle natiche che spingono i ventri a congiungersi e il seno premere sul torace sensualmente.

Reagisce spingendo il pube e la mazza, che è balzata di colpo contro quello di lei, si struscia sul corpo e cerca la libidine in tutte le parti che si incontrano, dalle braccia alle gambe, ma soprattutto dal seno contro il torace agli inguini che quasi dolgono, tanto sono spinti l’uno contro l’altro; sistema il cazzo all’altezza della figa, e la scopa fra le cosce, da vestiti, come due ragazzini che stanno pomiciando e cercano l’orgasmo nelle mutande.

La sposta verso il letto, la fa sedere e spinge la schiena sul letto; si abbassa accosciato e le solleva la gonna, solo davanti, fino a raggiungere il perizoma che sottolinea, senza coprirla, la figa adorata; si piega in avanti e appoggia le labbra sul monte di venere; fa scivolare la lingua verso la vulva e sente che lei comincia a colare piacere e gioia; cerca le grandi labbra e le carezza con la lingua; Lucilla spinge in giù il perizoma e porta alla vita la gonna offrendosi tutta dalla figa in giù.

Dario lecca golosamente il ventre, dall’ombelico alla figa; scende in basso e parte dalle ginocchia, per l’interno coscia, e lecca fino alle grandi labbra; sente che in lei l’eccitazione diventa irresistibile; sfiora soltanto le piccole labbra e lambisce il clitoride già ritto e duro; avverte un primo orgasmo, direttamente sulla lingua, e assapora con gusto gli umori che esplodono; gioca un poco con le piccole labbra e lecca avidamente tutta la figa, dall’esterno all’interno, finché infila la lingua in vagina.

Lucilla si sente esplodere il ventre e vorrebbe tirarlo su, baciarlo e farsi penetrare; lui le ferma le braccia e la obbliga supina a ricevere le sue leccate; le porta le gambe in alto, lei lo favorisce afferrando i polpacci ed aprendosi tutta alla sua leccata; la lingua che gioca nella vagina come un piccolo cazzo la manda in deliquio; geme e borbotta impedendosi ad ogni costo di urlare, per timore di essere sentita da fuori.

Sfruttando la posizione, Dario si dedica ai fori vicini e lecca la figa e il buco del culo, giocando a far entrare ed uscire la lingua da ciascuno, alternativamente; succhia il clitoride con foga, finché lei non si lascia sfuggire un urlo e squirta sulla bocca e sul volto; lui beve avidamente e golosamente tutto, rassicurandola con lo sguardo che non ha smesso di tenere fisso nei suoi occhi per vivere con lei quel momento di infinita lussuria.

Di colpo, lei si divincola, lo spinge via e lo sbatte letteralmente a fianco a sé sul letto; sfila quasi con violenza pantaloni e boxer fino alle caviglie, si accoscia lei ai piedi del letto ed afferra a due mani il cazzo ritto come un obelisco.

“Adesso tocca a te startene fermo e buono; fammi gustare la tua mazza, lascia che mi faccia soffocare, se mi va; fammi prendere da te tutto il piacere che puoi darmi!”

Dario scherzosamente alza le mani in segno di resa; si spoglia in un attimo e si stende al centro del letto; Lucilla è nuda ancora prima di lui e si è inginocchiata a fianco, piegata con la testa sul suo inguine; afferra il cazzo con una mano e porta l’altra a raccogliere i testicoli sfregandoli dolcemente; mentre inizia una leggera masturbazione, va a leccare le palle, una per volta, e più volte ne infila una in bocca per titillarla con la lingua; sposta le labbra sull’asta e la percorre.

Arrivata alla cappella, stringe a forzarle le labbra che la seguono amorosamente; poi la lingua la accarezza tutt’intorno e la guida contro il palato, verso l’ugola; una mano manipola l’asta fuori dalle bocca, l’altra scivola tra le cosce ed afferra il clitoride; masturba contemporaneamente tutti e due, mentre succhia con devozione il cazzo sulla punta; lui sente l’orgasmo montargli e l’avverte che, se continua così, lei riceverà un fiume di sborra in bocca ma lui avrà difficoltà a ricominciare.

Lucilla si ferma, senza mollare la presa né sul cazzo né sulla figa; si sdraia al suo fianco, tenendo la bocca sul cazzo e porta la figa al viso di lui, che ruota su un fianco e prende a leccare lei, tra le cosce e sulla figa; allentano così la tensione e, nella voglia di leccarsi reciprocamente, si riempiono di piacere; ma la doppia funzione impedisce gli orgasmi; Lucilla non vuole fermarsi e, blocca la fellazione, lasciando spazio a lui che la lecca entusiasta dall’osso sacro al monte di venere.

Quando si rende conto che lui si è rilassato abbastanza per riprendere, blocca la testa fra le cosce e si dedica amorosamente al cazzo che lecca e succhia interamente, dalla cappella alla radice; il piacere che ne riceve è per lei nuovo e infinito; sente gli orgasmi accavallarsi e inseguirsi fino a che esplode in uno molto violento che lui assorbe e beve interamente, con enorme soddisfazione; lei si ferma, si stacca e giace inerte.

“Sei arrivata agli sgoccioli?”

“Maledetto, sai quante volte mi hai fatto venire?”

“Non sono un ragioniere; ho sentito che godevi e sono più che felice se sento che godi del mio amore e del tuo … Cosa pensi di fare adesso?”

“Adesso il tuo mostro mi divora il corpo dall’interno, fino al cuore e al cervello; anzi, sarò io a succhiarmelo dentro e a farmi divorare tutta finché entrerò dentro di te e saremo un solo corpo … “

“Non ci sono mostri, qui; solo amore; non c’è nessun cannibalismo; adesso ci fondiamo in un unico indissolubile di amore e di desiderio, se ti va.”

La stende supina sul letto, le monta addosso e si appoggia col corpo intero; lei prende il cazzo e lo porta alla figa; lui non si muove, quasi a sfidarla; Lucilla allarga le gambe e appoggia la cappella alla vagina; lui le prende le gambe e le porta sulla schiena; lei intreccia i piedi, fa forza sulla schiena e si spinge verso l’alto; sente il cazzo che scivola lentamente nel canale vaginale; ha chiara la sensazione di essere lei a penetrarsi col membro che ama.

Quando sente che oltre non può spingerlo perché la cappella urta la cervice dell’utero, si rilassa e si appoggia sul letto, lui la segue e restano uniti, senza muoversi.

“Non vuoi esercitare il diritto del maschio alfa a montarmi con tutta la violenza del caso?”

“Perché!?!? Mi pare che la tua figa faccia benissimo la sua parte; mi stai portando in paradiso; perché dovrei cavalcarti?”

“E’ vero, amore; sto impazzendo, probabilmente, mi sento persa in una nuvola strana … no, sono in un cielo azzurro e sento musiche celestiali … sto godendo , amore, vieni con me, ti prego, godiamo insieme … si ecco, stai spruzzandomi dentro il tuo amore … ti amo … Daaariiiiiiio … ti amo … godo … insieme a te …. È meraviglioso!”

Stanno godendo insieme, effettivamente, ed entrambi hanno la sensazione di sprofondare in un abisso di miele; il languore che li coglie è assai simile alla ‘piccola morte’ di cui si parla; giacciono svuotati e inerti per qualche minuto; poi lei si riprende e va in bagno.

“Ci fermiamo?”

“Per ora sì, amore; mi hai fatto godere non so più quante volte; se mi dai ancora un orgasmo, non riesco più a muovermi da questo letto; là fuori ci aspettano per gli impegni ufficiali; già ne abbiamo saltato uno … “

“Va bene, padrona; ai suoi ordini; abbiamo un intero fine settimana davanti, ancora due giorni e soprattutto tre notti da dedicare al lavoro ma soprattutto all’amore; non credere che mi accontenti; voglio ancora prendermi tante cose che sono mie e dartene altrettante che sono tue di diritto … “

“Dario, mi fa persino paura pensare che stiamo sempre più entrando nella spirale di un amore maledetto; io ho promesso indissolubilità davanti al prete; ho già calpestato la lealtà, la fiducia e la fedeltà; ti prego solo di non forzarmi la mano fino al divorzio …. Ti amo così tanto che ne ho paura … “

“Andiamo a cena, rientriamo nella civiltà e vedrai che sarai più calma e piena di buonsenso; io spero di reggere alla schizofrenia; non sai quanto ti amo, adesso … “

Sarebbe oltremodo sconveniente, in un meeting di industriali riuniti soprattutto per progettare nuovi contratti, chiedere la cena in camera; devono necessariamente scendere nella sala comune; Lucilla però, con qualche elegante sorriso, riesce ad ottenere dal direttore di sala un tavolo appartato che viene subito offerto, complice l’atmosfera di innamoramento che anima i volti sazi d’amore e di sesso; individua, ad un tavolo grande, Loredana e capisce la coincidenza delle sedi.

Quella che non vede è Dolly, che appare all’improvviso accanto alla sua sedia, in compagnia di un uomo tra i quaranta e i cinquanta anni, al cui braccio è attaccata.

“Ciao Lucilla, anche tu qui? Tu sei con lei, immagino.”

“Dolly, tu non mi hai visto; Lucilla è con un impiegato che non conosci; lei è ufficialmente invitata ed io sono l’impiegato che l’accompagna. Chiaro?”

“Perfetto. Nessun problema. Lucilla, ma tu sei la titolare della ditta …. ?

“Si, non lo sapevi? Perché me lo chiedi?”

“Perché il mio accompagnatore, o vuoi che dica cliente?, sta cercando proprio te.”

“Intanto, Dorotea mi ha spiegato tutto di voi due, sono felicissima che hai preso in mano la boutique e mi complimento per come la stai portando in alto; so anche del secondo lavoro; accompagnatrice mi sta benissimo; mi dispiacerebbe se tu parlassi di Dario come del mio amante clandestino; preferisco accompagnatore; usiamo questa locuzione e va bene per tutti. Ti ha per caso detto perché mi cerca?”

Lei parla in inglese col suo partner, indicando Lucilla; lui le risponde e lei traduce e commenta.

“John è AD di una grande impresa edilizia per lavori di enorme impatto nel mondo; ha per le mani un progetto difficile e delicato nel Sud Est asiatico, ha bisogno di fare joint venture con una impresa italiana e gli hanno indicato la tua come affidabile; è venuto per conoscerti e per farti delle proposte operative. Vuoi vedere il progetto e consultarti col tuo ‘consulente’?”

“In linea di massima, posso starci; ma vorrei appunto vedere di che si tratta. Poi davvero Dario mi darà dei consigli e li valuterò con estremo interesse … “

“Stai attenta, perché quest’uomo ha doti enormi ma alla fine può ridurre te a sua subalterna!”

“Già, come i miei consigli alla mia donna su boutique e agenzia di escort … !”

“Scherzo, stupido; se io sono la tua donna, lei chi è?”

“Lo sai che non posso sperare nel suo divorzio per prenderla con me e sposarla; sarà sempre e solo la mia dea; sei gelosa?”

“No, mio caro; piuttosto felice per le borse che vi vedo ostentare con tanta gioia; lo sai che sono felice se tu stai bene!”

Si è rivolta in inglese all’altro, che accenna a muoversi.

“John sta andando a prendere una bottiglia per brindare. Guardati il progetto; ci sono molti che farebbero carte false per entrarci … “

“Perché non mi dici qualche cosa del tuo accompagnatore? Stai bene? E’ adatto a te? Ci sa fare?”

“Lucilla, tappati le orecchie per qualche parolaccia che questo maiale strappa sempre. E’ un gran bell’uomo, ben dotato e scopa bene; anch’io mi sono presa qualche anticipo; sarà un bel meeting … a due naturalmente; è divorziato due volte e paga fior di alimenti alle ex mogli, gli piacciono le italiane e si proclama innamorato di me; potrei anche sposarlo, divorziare e farmi passare gli alimenti … “

“Perché non lo fai? Ti sistemi per la vita!”

“Primo, non lo amo e non sposo uno che non amo; secondo, ho due legami che mi tengono lontana dall’America e da lui, uno sei tu che resti il mio amore vero e lo sai bene; finché la dea sarà Lucilla, la spartizione è la soluzione migliore; l’altro è la ‘mia’ boutique; grazie, Lucilla, per quello che hai detto; io non mollo e il mio futuro è in quella bottega; poi ti parlerò del mio sogno.”

“Ancora un sogno?”

“Sta’ zitto; te ne parlerò quando avremo tempo; per ora c’è lui che torna con lo champagne.”

Dario guarda sul computer la commessa a cui si fa riferimento e si rende conto che è un progetto faraonico; Dolly fa presente che aveva avvertito sulla dimensione del lavoro di John; è chiaro che il progetto fa gola anche a Lucilla, ma lui non sa se ha i macchinari adeguati e quanto costi farli arrivare sul posto; glielo dice; anche lei ha delle forti perplessità; di colpo, di fianco a loro, si alza un personaggio accompagnato da una bellissima ragazza che saluta Dolly.

“Dario, lei è Lilly, una mia amica più o meno nella mia situazione; Lilly, lui è il ‘mio’ Dario di cui già sai.”

“Scusatemi, io sono l’ingegnere …. “

“Quello delle costruzioni?”

“Vedo che mi conosce, ingegnere … “

“Come sa che sono ingegnere?”

“Stava parlandomi di lei Lilly che l’aveva individuata … “

“Che mi stava dicendo?”

“La mia impresa di costruzione ha le macchine che vi servono già nel Sud est asiatico; se accettate la mia partecipazione alla joint venture, per il venti per cento, le mie macchine sono lì a vostra disposizione.”

“Dolly, per favore, illustra al tuo John la situazione; io intanto chiarisco qualcosa con Lucilla.”

“Dario, il ‘tuo’ John non ha niente a che fare con me; io sono la proprietaria della boutique che vive con te e non ti molla.”

Mentre lei parla con il suo partner occasionale, lui spara diritto a Lucilla.

“Senti, amore, qui rischio di far avverare quello che Dolly minacciava prima; te la senti di assumere un impegno che tuo marito ti ruberà alla prima occasione?”

“Che vuoi dire?”

“Se accetti per la tua ditta, stai certa che farà carte false per entrare e dirigere tutto; ti andrebbe di azzardare una nuova avventura?”

“Parla … “

“Certamente hai un conto garanzia in Svizzera o da qualche altra parte; io ho la mia riserva segreta; che ne dici di mettere su, io e te, una nuova società che entri nella joint venture al posto della tua attuale? Il tuo nome fa da garanzia; i soldi li mettiamo noi due insieme; per i macchinari, aggreghiamo l’ingegnere e a Mario lasci qualche altra cosa … “

“Di quanti soldi parli?”

“Non so; c’è bisogno di un esperto … “

“Mio caro, si dà il caso che John sia accompagnato da un personaggio strano, un maneggino che gli combina gli affari; vuoi parlargli?”

“Spia, hai sentito tutto?”

“Non ho la camera vicina alla vostra e non ho il sistema video che ho a casa; quindi non ti sto spiando; ho capito che stai progettando qualcosa di grosso; stavolta non mi freghi, come hai fatto con Loredana nel mio interesse, e stai certo che ho imparato a darti tutta la mia leale fiducia.”

“Chiama il maneggino.”

“Credo che viva ad Amsterdam e che i suoi maneggi facciano capo là … “

“Meglio ancora; una ditta con sede legale in Olanda non è controllabile … “

Dolly accompagna al tavolo un avvocato, che gode della fiducia dell’americano; questi chiede l’ammontare del capitale sociale dell’impresa di Lucilla; obietta subito che è pochino per una impresa come quella progettata; valuta in seicentomila il minimo del capitale versato; lei dice che alla metà ci arriva; lui le assicura che è in grado di coprire l’altra metà; parte un’operazione che mai avrebbero ipotizzato.

L’avvocato presenta una serie di documenti prestampati con cui viaggia, chiede gli estremi necessari e assicura che in pochi giorni sia la nuova società che la joint venture saranno realtà, compresa l’adesione dell’ingegnere; a lui il venti per cento e il quaranta paritario alle altre due; sede ad Amsterdam; nuovo nome Luda dalle prime sillabe dei loro nomi; Lucilla si limita a dire che ha totale fiducia in lui; Dolly l’abbraccia.

“Dolly, mi parli adesso del sogno o lo farai a casa?”

“No, te lo dico adesso, perché forse può aiutarmi anche Lucilla; sto disegnando nuovi modelli e vorrei lanciare una sfilata con le mie proposte in una location di qualità; mi potete aiutare?”

“Senza nessun dubbio; sarò felicissima di esserti vicina; è un’idea meravigliosa e devi puntarci tutto; sei brava e devi farti valere per quello di cui sei capace non solo perché sei bella e affascinante.”

“Scusatemi, ma visto che amo e mi amate tutte e due, non dovreste essere almeno rivali, se non nemiche?”

“Se ami davvero tutte e due, non ci possono essere problemi; sarebbe terribile se amassi una e la tradissi con l’altra.”

“Lucilla, sei convinta dell’azzardo che facciamo?”

“Amore, quanto sto azzardando solo per essere qui con te?”

“Quanto meno, so che stai tradendo i tuoi principi morali.”

“Ecco; se hai bisogno di altre prove d’amore, dimmelo pure; ma non intendo divorziare.”

“Quindi sei condannato ad amarci tutte e due e a sostenere i nostri sogni. O credi che lei non stia realizzando un sogno antico, lanciandosi in un’avventura da far morire d’infarto chiunque? Suo padre lo fece creando l’azienda attuale; lei lo fa azzardando con te un progetto sovranazionale; se ho imparato qualcosa da Dorotea, tutte e due abbiamo bisogno di te per recuperare l’amore paterno; devi solo accettare che sono la figlia più capricciosa e più irruenta … “

“Il tuo partner non ha bisogno di coccole? Io ne ho già in abbondanza … “

“Ho visto le mani intrecciate sotto al tavolo; dimentichi che l’ho vissuto? Vi amo tanto, tutti e due. Lucilla, ricordati che devi portare dei risultati per tuo marito; questo satana ti ha fatto fare un azzardo; ci sono molti che vogliono relazionarsi con te; dimentica per un poco l’amore, vai a lavorare e, come ho fatto io, preoccupati della tua realtà, per sgradevole che sia … “

“E’ vero, Dolores; grazie per avermelo ricordato; tu hai già scontato la meschinità di mio marito … “

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