"Allora, vi state divertendo? Io inizio a prenderci gusto."
Molti sembravano nervosi, alcuni si erano tolti un peso, e altri aspettavano con curiosità le storie degli altri sprovveduti.
"È ora che si dica la verità su uno di voi, una verità nascosta da anni. Vero signor Oliver Fitzgerald, il nostro stimato maggiordomo con lo sguardo duro."
Arrivò subito la protesta: "Non è vero, non ho fatto nulla!" - e sbatté il pugno contro il muro. "Ebbene, il nostro servitore, il nostro grand'uomo, frequenta da qualche mese il nostro caro autista Max Speedwell. Alcuni di voi lo conoscono. È quel uomo rude con gli occhi profondi che ha accompagnato alcuni di voi alla villa."
"Stai zitta, figlia di puttana" - la nostra vittima designata era visibilmente alterata.
"Ho visto di persona i nostri focosi amanti amoreggiare nel garage, vi chiedo scusa, non fu uno spettacolo edificante. Io arrivai tardi, perché i due avevano già estratto le loro possenti spade e si stavano masturbando a vicenda. Si fissarono intensamente negli occhi, competendo su chi poteva dimostrare una passione più ardente, fino a quando si scambiarono un bacio. So che i gusti sono soggettivi, ma personalmente provai un brivido di disagio. Si spogliarono completamente Oliver appoggiò le mani sulla carrozzeria della mia macchina, maledetto, e il suo amante gli accarezzo l'ano con due dita, poi lo penetrò con decisione. La cappella si introdusse duramente e il penetrato strinse gli occhi. I colpi erano violenti e decisi. In questo caso provai un po' di invidia.
Il nostro Fitzgerald si menava il cazzo con maestria, mentre il suo amante gli stringeva i testicoli con la mano destra. Oliver si girò e si sedette sul cofano, il giorno dopo feci lavare la macchina.
Max afferrò il cazzo, gli sollevò le palle e lo penetrò ancora. Oliver gli mise le gambe intorno i fianchi del suo muscoloso amico. I loro corpi erano palesemente sudati, mentre lo penetrava gli strattonava il pene, sembrava che lo volesse staccare.
L'autista rallentò il ritmo, sembrava stanco. Estrasse il suo pene, si fissarono negli occhi. Si accarezzò la cappella con due dita ed esplose il suo sperma addosso le palle dell'altro.
Era tutto finito, certo che no. Il nostro maggiordomo bugiardo doveva ancora raggiungere l'orgasmo. Spinse Max sul pavimento lurido, che si trovò a pancia in giù. Gli montò sopra, era il suo turno per divertirsi e spennellò il pene rigido sulle chiappe, sputò sull'ano e introdusse l'attrezzo in quel foro pronto a essere abusato. Dopo qualche secondo di avanti e indietro, lo estrasse. Diete uno schiaffo sul culo e lui si mise a quattro zappe, gli prese in mano il pene, soffiò sulla cappella, poi lo succhiò. Da esperta direi un ottimo pompino e in aggiunta gli infilò pure due dita nell'ano. Un ultima leccata e la boccia di champagne venne stappata, lo sperma venne versato sul pavimento, come se non fosse abbastanza sporco.”
"E' tutto finto, non è vero nulla, E tu” - indicò il televisore - “Ora ho capito chi sei, lurida tr...” - Si interruppe di colpo. Fu raggelato dallo sguardo di sua moglie e rimase immobile e non parlò più per tutta la serata.
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