Dieci piccoli tradimenti (Ep. 6) - Una donna libera scopre l'ebbrezza dell'amore selvaggio.

  • Scritto da Lizbeth il 08/01/2024 - 16:54
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Nella sala regnava il silenzio; nessuno apriva bocca. Lo interruppe la solita voce: “Bene, ora tocca alla moglie, la nostra cara Izzy. Posso dichiarare con la massima certezza che lei sapeva delle avventure omosessuali di suo marito. Come mai posso dichiararlo? Semplice: quando li colsi insieme anche lei era presente. Si nascondeva dietro la siepe che costeggia il giardino. Devo essere sincera, non so bene come si siano svolti i fatti che la riguardano, quindi chiederei alla nostra gentile cameriera di narrare lei stessa il suo tradimento.”

“Va bene, forse è giusto cosi” - Prosegui Isabelle - “almeno mi tolgo qualche sasso dalla scarpa e forse posso fare, finalmente, una rivelazione.

Eh sì, è vero, io sapevo tutto, anche se tu rimani uno stronzo" - guardò suo marito e lo indicò con l'indice, ma non traspariva rabbia nelle sue parole - "Ripeto, sapevo tutto e non potevo più stare con le mani in mano. Sono andata a parlare con il suo amante. Mi feci uno chignon, indossai un abito alquanto austero. Lo trovai in un bar fuori città, dove era solito passare le serate. Era ubriaco, mi sono avvicinata a lui e gli ho detto che sapevo tutto. Non solo mi ignorò, anzi, pagò il conto e se ne andò, senza rivolgermi una parola. Avevo bisogno di avere una risposta. Non so, delle scuse. Forse sarebbe stato meglio lasciar perdere, ma invece..." - Tratteneva a fatica le lacrime.

"Corsi dietro a lui e lo raggiunsi in un vicolo vicino al parcheggio. Lo afferrai per la giacca. Lui mi spinse contro il muro di un condominio. Tornai da lui e iniziai a insultarlo."

“Cosa vuoi da me, razza di puttana – queste furono le prime parole che mi rivolse, si abbassò la lampo, estrasse il pene e con voce rabbiosa – lui da me vuole solo questo, e sapessi come le piace succhiarlo – Si avvicinò, il suo alito puzzava di birra – forse pure alla moglie piacerebbe provarlo – mi leccò la faccia. Cercai di spingerlo via, ma era più forte di me. Il suo cazzo, ormai eretto, premeva contro la mia coscia destra.

Lui mi palpava il seno da sopra il vestito – scommetto che, da quando ci sono io, tuo marito non ti soddisfa più a dovere – alzò il vestito con la sua possente mano e mi accarezzò la passera. Volevo urlare. La sua lingua famelica si intromise, senza chiedere il consenso, dentro alla mia bocca. La intersecò con la mia. Nello stesso momento, la sua cappella raggiunse quello che voleva. La mia vagina.

Come mi ero ritrovata in questo casino, avevo fatto un errore madornale.

Sei proprio una troia come tuo marito – i suoi insulti continuarono – scommetto che sei venuta solo per avere lo stesso servizio che riservo a tuo marito, quindi apri le cosce puttana.

Un calore si propagò dalle mie labbra inferiori, che si aprirono agilmente. Qui capitò la prima cosa stupefacente, appoggiai la gamba destra per accoglierlo meglio. Fece esplodere i bottoni del vestito, liberando il seno che cercava di emergere. Me lo afferrò con disinvoltura, mi leccò entrambi i capezzoli, anzi me li morse e me li tirò. Maledizione mi stavo eccitando.

Il suo cazzo mi faceva sobbalzare contro la parete. Sentivo il suo respiro affannoso, era un selvaggio. In pochi attimi emise un rantolo silenzioso. La sua calda sborra mi riempì la vagina. Mi lasciò sola e abbandonata. Il suo seme mi scorreva lungo le gambe.

Ora ho rilevato il mio tradimento, anche se non del tutto voluto, sicuramente non l'avevo programmato” - Iniziò a piangere senza freni - “Solo che… Solo che… Alla fine mi è piaciuto parecchio, e da allora sogno di avere un'altra avventura simile. Ma” - la voce le tremava - “il vero segreto è che sono incinta e voglio tenerlo”.

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