L’invito a cena di Federico e la conseguente cavalcata tra lui e mia moglie Laura portano finalmente a una gravidanza a lungo cercata. Ovviamente agli occhi di lei io non so nulla del tradimento e così deve restare. Sembra felice. Passano i mesi e la pancia cresce. Non abbiamo più rapporti sessuali, ma non importa adesso. Siamo impegnati con i preparativi. Ci siamo trasferiti in un appartamento in città dove ho avuto un nuovo lavoro più remunerativo. Con l’avvicinarsi del termine della gravidanza, mia moglie inizia a comportarsi in modo strano. La sera spesso si apparta in camera da letto con il telefono. Parla poco. Io penso sia per l’avvicinarsi del termine e perciò non gli do troppo peso.
Arriva il giorno del parto e so che dovrei chiamare Fede, ma non lo faccio. “Al diavolo le sue condizioni!” penso. Laura mi vuole in sala parto, ma non ce la faccio. Le dico che non voglio vederla soffrire e che aspetto fuori. Sono momenti interminabili.
«E’ nato. È un maschio e sta benissimo.».
Mi giro e resto sorpreso. È Fede.
«Sei un uomo di merda, sai? Io ho ingravidato tua moglie e tu nemmeno mi chiami quando nasce mio figlio.».
«Allora cosa ci fai qui?».
«Ho amici in questo reparto. Ma soprattutto ho il coraggio di vedere nascere mio figlio.».
Mi sento colpito nell’orgoglio. Ha ragione.
«Avevo posto una condizione. Dovevi chiamarmi. Volevo vedere nascere il mio figlio che tu crescerai come tuo. Ma non sei stato di parola. Mi conoscevi bene e non sono cambiato. Porto ancora rancore e pagherai le conseguenze della tua disonestà.» mi dice allontanandosi.
Passano i mesi. Laura si è rimessa in forma in un baleno, nonostante il parto e l’allattamento. Io lavoro spesso per avere più soldi con gli straordinari e il bimbo cresce sempre più somigliante al suo vero padre.
Ho dimenticato la minaccia di Fede e vivo serenamente, fino a che le conseguenze arrivano. Ricevo un messaggio di Fede sul telefono. Un indirizzo a cui recarmi. Non ho intenzione di andarci, ma sono troppo curioso. Sono le 18.30. Di solito rincaso alle 20. Esco prima da lavoro e vado all’indirizzo. È una villa con un cancello aperto. Entro. La finestra al piano terra ha le tende aperte, guardo dentro. Mi si spezza il cuore. Vedo mia moglie che ride felice. Fede che gioca con nostro figlio. Capisco qual è la sua vendetta, si è preso la mia famiglia.
Torno a casa. Sono furioso. Quando torna mia moglie inventa una scusa, ma in fondo Fede ha ragione. Sono un codardo. Ricevo un messaggio. “La tua famiglia presto sarà mia, ma non temere tu continuerai a farne parte. Se lo vorrai. Vieni allo stesso indirizzo domani sera!”.
Cosa dovrei fare? Mi sta portando via tutto! Ho deciso. Ci vado e lo affronto.
La porta della villa è aperta. Entro. Sento una voce provenire dalla scala.
«Vieni in taverna!».
Scendo. La sala è bellissima, ma la sorpresa più grande è chi ci trovo.
«Laura! Cosa fai qui?».
«Fede mi ha detto tutto. Il figlio è suo e sarà lui a fagli da padre. Lo so che ti farà soffrire quanto sto per dirti, ma lui è un vero uomo. È quello giusto. Per me, per nostro figlio e anche per te. Ho pulito io le mutande in cui hai sborrato la sera che ho concepito il nostro bambino. Ti sei sentito tradito, umiliato e ti è piaciuto. Io ti amo ancora, ma starò con lui. E se vorrai far parte della nostra vita lo farai, ma come servitore. Di giorno sarai il nostro maggiordomo e la notte il nostro schiavetto ubbidente, pronto a godere a vedermi presa da un vero uomo e ad essere umiliato.».
Non so cosa dire. Ma non serve. Fede entra nella stanza. Si avvicina a me che resto immobile. Mi fa sedere su una sedia e con una corda che non avevo notato mi lega. Laura si avvicina, mi spoglia. Resto con il mio cazzetto al vento che è drittissimo. La situazione mi eccita. Loro lo vedono e mi insultano per questo, facendomi eccitare ancora di più.
«Vedi tesoro, ora stai a guardare. Guarda come un vero uomo mi possiede. Perché io ora appartengo a lui.» dicendo così inizia a limonare con Fede davanti ai miei occhi.
Si spoglia completamente. Il fisico quasi snello come prima della gravidanza. I peli pubici rasati e le tette cariche di latte di due misure più grandi. Uno spettacolo. Ma il bello arriva quando d’improvviso Fede la afferra per il collo, la bacia con violenza e poi la trascina in piedi davanti a me.
Lui si spoglia. Ha il cazzone in tiro. Si avvicina a lei e le inizia a schiaffeggiare una tetta. Diventa rossa e i capezzoli durissimi. Lo fa con entrambe le tette. Si sposta dietro di lei. Vedo il suo cazzo spuntare appena sotto la figa di mia moglie. Lei ferma immobile, ma bagnatissima.
«Vuoi che ti faccia male ai capezzoli?» le chiede.
«Sono tua. Usami per il tuo piacere. Se il mio dolore ti fa godere fammi male.».
«Che donna! Ma come fai ad essere così coglione da lasciare ad altri una donna così!?» dice rivolto a me.
Quello che succede poi è stupendo. Fede non le fa del male. La spinge con le gambe aperte sopra di me. Io seduto ho le sue enormi tette appena sopra la testa. Sono rossissime per le sberle prese prima, ma i capezzoli durissimi. Fede inizia a massaggiarle e a giocare con i capezzoli sensibili. Lei ha un orgasmo dopo pochi minuti. I suoi umori colano dalla sua figa depilata, ma la mia attenzione è rapita dalle tette. Si perché in preda all’orgasmo e alle carezze di Fede, dai suoi capezzoloni iniziano a uscire schizzi di latte che vanno a cadere sulla mia faccia. Lui mi ordina di non sprecarlo e così lecco tutto il latte che ricevo in faccia. Lei gode ogni secondo, ed esplode in un nuovo orgasmo quando lui inizia letteralmente a mungerla su di me. A quella scena vengo anche io, per la seconda volta in vita mia senza nemmeno toccarmi. Le schizzo su una gamba. Lei sorride, ma Fede non è contento.
«Non è più la tua mogliettina su cui puoi schizzare come un adolescente. Lei ora è mia e devi chiedere il permesso per fare qualsiasi cosa con lei.».
La tira a sé. La fa inginocchiare e inizia a farsi fare un bellissimo pompino davanti ai miei occhi. Non sapevo che mia moglie amasse succhiare il cazzo. Con me non lo ha mai fatto. Ma gli lecca l’asta e la cappella come se dipendesse la sua vita da quello. Lui apprezza visibilmente e dopo un po’ inizia a scoparle la bocca. Spinge il cazzo in gola a Laura fino a provocarle dei conati. Lei lacrima e sorride ogni volta che lo toglie. «Ancora!» gli chiede ogni volta. Le piace proprio averlo in gola.
Fede è vicino a venire. Lo toglie dalla bocca di Laura e lei inizia a segarlo.
«Finalmente un cazzo come si deve. Lo adoro.» dice lodando lui e umiliando me.
È al limite. Vedo il cazzo contrarsi e riversare diversi fiotti bianchi sulle tettone di mia moglie. Lei è felice. Prende con un dito alcuni schizzi e se li porta in bocca.
«Che buono!» dice con una faccia da troia mai vista prima.
Se lo spalma sulle tette raccogliendolo sui capezzoli.
Guarda Fede e lui le fa cenno di sì.
Si avvicina a me e mi mette le tette a pochi centimetri dalla faccia.
«Succhiami i capezzoli!».
Io tentenno. Sono coperti del seme di Fede.
«Avanti! Latte e sperma dei tuoi padroni. Ti piacerà!».
Non so che mi prende. Obbedisco. Lecco i capezzoli e mi gusto il seme di Fede. “E’ veramente buono” penso. Poi succhio più forte e bevo il latte delle mammelle di mia moglie. Buonissimo anche quello.
Mi liberano e torniamo tutti nelle nostre case. Ma nei giorni successivi ci trasferiamo tutti nella villa di Fede. Io ho la stanza della servitù. Mio figlio ha il lettino nella camera matrimoniale dove mia moglie dorme con il suo nuovo uomo.
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