Elmira

  • Scritto da Violet il 12/05/2021 - 16:08
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Partecipavo a una classica festa per i diciotto anni, in discoteca. Oltre gli amici della festeggiata il padrone aveva fatto entrare i frequantatori abituali del locale.
I due gruppi erano rigorosamenti separati. Io che non mi sono mai trovato bene con i miei compagni e m'ero avventurato verso l'altro gruppo, venni gurdato con sospetto, qualcuno mormorò, con sarcasmo: il signorino...
Una ragazza attrasse la mia attenzione, era minuta, con i tratti del viso delicati, con due occhi azzurri, umidi e sognanti, un corpicino veramente delizioso.
Mi avvicinai per invitarla, quando sntii dire a brevissima distanza da noi:
"Ecco quella puttanella di Elmira"
Sentii e sentì anche lei, la vidi smarrita e confusa.
Mi avvicinai lo stesso e le chiesi di ballare: accettò.
Si avvinghiò a me strettamente, sentii i suoi capezzoli duri e il suo pube che premeva contro il mio, risvegliando la mia eccitazione.
Parlava in dialetto e la sua voce era monocorde e un  po' infantile.
Mi disse:
"Hai visto come sono cattivi, io faccio tutto quello che vogliono, ma è inutile"
Continuò:
"Io non so dire di no, è che ho voglia, sempre voglia, tanta voglia... "
Proseguì:
"Tu sei carino, vorrei fare all'amore con te, se ti piaccio un pochino"
"Anche tu sei molto carina"
La sua voce si rianimò lievemente e disse:
"Veramente, mi trovi carina?"
Intanto si stringeva a me sempre di più.
Ci baciammo a lungo, lei disse:
"Andiamo via, voglio fare l'amore con te... Stasera"
"Si andiamo, saluto i miei comapagni... "
mi avviai verso il gruppo dei miei compagni, portai con me Elmira, cosa che provocò accesi sguardi di disprezzo per tutti e due"
Accompagnai la ragazza alla mia auto nuova e partimmo.
Fu lei a guidarmi verso una piccola radura, che  raggiungemmo lasciando la strada asfaltata.
Elmira cominciò a togliersi gli abiti e disse:
"SpogliatI anche tu"
Mi aiutò a liberarmi dei pantaloni, mi accarezzò l'uccello eretto. Si chinò sul mio grembo e me lo prese in bocca.
I colpi della sua lingua mi arrivavano direttamente al cervello.
Poi si tirò indietro e, quasi implorante, disse:
"Scopami"
Mi posi su di lei, che mi prese l'uccello, e mi aiutò a penetrarla.
Le pareti della sua vagina si muovevano intorno al mio sesso, aggiungendo un nuovo piacere a quello del rapporto.
Mi trattenni finché non mi resi conto che stava per godere, quando la percepii scossa dalle convulsioni , moltiplicai l'energia della mie spinte e la sentii gridare di piacere. 
Mi abbandonai anch'io a un godimento, diretto, intenso, dolcissimo.
Lo facemmo non so quante volte, sempre bello e dolce.
Tra un rapporto e l'altro l'accarezzavo, la ricoprivo di baci e la sentivo implorare :
"Ancora... Ancora... "
A notte inoltrata, sembrava che la nostra passione si fosse esaurita.
Quando ripresi a farle qualche carezza, disse:
"Così, mi fai tornare la voglia... "
E il desiderio tornò anche a me.
Fu un rapporto lungo. con movimmenti lenti che finì in un piacere struggente.
Restammo lievemente storditi, quando ci riprendemmo, lei mi disse:
"Sono brava, vero... Mamma dice che dovrei farmi pagare, ma io non sono capace... "
Imbarazzato, non trovai di meglio da dire:
"Che altro ti dice tua madre?"
"Che se non sono capace di fare la puttana, dovrei trovare un fesso che mi sposi... Tu sposeresti una come me?"
In quel momento sentivo che avrei voluto passare accanto ad Elmira, ogni istante della mia vita, ma non risposi nulla e mi limitai a baciarla.
Ci rivestimmo, lei mi disse la strada in cui abitava, impostai il navigatire satellitare, e partimmo.
Per tuto il viaggio Elmira non disse nulla, rimase con la testa appoggiata sulla mia spalla, forse dormiva.
Giungemmo, in periferia, al casermone grigio e umido, dove abitava.
Lei scese, mi indirizzò un bacio con la mano e disse:
"Tu si che mi capisci"
Il giorno dopo, il pensiero di Elmira il desiderio di lei, mi riprese.
Affronatai tutti gli impegni della giornata, e finalmente potei chiamarla.
Prima mi complimentai con me stesso, per aver impostato, mentre lei sembrava dormire, col suo cellulare, il mio numero, così da poter memorizzare il suo.
La chiamai, lei sul momento sembrò non riconoscermi, poi:
"Veramente, mi vuoi rivedere?"
Passai a prenderla, al portone di casa, poco dopo che fu salita, mi disse:
"Allora, ti piaccio veramente?"
Risposi:
"Ti adoro!"
"Sei gentile!"
Appoggiò di nuovo la testa sulla mia spalla e andammo verso la nostra radura.
Data l'ora diversa, c'erano altre macchine con altre coppie.
Ci fermammo da una parte e ci abbracciammo e prendemmo a spogliarci.
Elmira prese ad armeggiare col mio uccello, già eretto allo spasimo. Stava leccando e succhiando, quando si staccò, e guardadodomi dal basso, disse:
"Ti piace metterlo nel culo alle ragazze?"
Prima che rispodessi, riprese:
"Mi piacerebbe tanto, che tu lo facessi con me"
Si girò e mi mostrò le sue natiche.
Io avviciani la lingua al suo orifizio per lubrificarla, alla meglio, quel contatto così intimo mi diede un sovrappiù di tenerezza.
La penettrai con tutta la deicatezza di cui ero capace, lo sfintere cedette facilmente e presi a muovermi nella sua calda cavità.
Mi accorsi che si stava masturbando e aggiunsi la mia mano alla sua.  Godemmo.
Quando ci staccammo, lei mi ripulì l'uccello con la lingua, provocandomi una nuova erezione.
Prima di penetrarla, la baciai sull bocca.
Lai volle che mi distendessi sul sedile, salì su di me. fece scivolare il mio pene nella sua vagina e prese a sollevarsi e abbassarsi, mentre io mi muovevo dentro di lei: godemmo. uscii da lei, ma noi ci accarezzammo e ci ricoprimmo di baci. L'eccitazione ritornò e facemmo di nuovo all'amore, tre, quattro, cinque volte.
Alla fine, completamante sfiniti smettemmo.
Mentre la riaccompagnavo a casa, prima di appoggiare la testa sulla mia spalla e rinchiudersi nel suo mondo di sogni, disse:
"Mi piace il tuo cazzo"
Sul punto di scendere, disse:
"Vorrei tanto che tu mi cercassi ancora!"
prima di infilarsi nel portone, mi inviò un altro bacio con la mano.
Non ci fu momento che non la desiderassi e non volessi stare con lei.
Un giorno, dopo una lunga serie di orgasmi, le dissi:
"Elmira, ti voglio bene!"
Lei:
"Veramente mi vuoi bene?"
"Si!"
"Anch'io te ne voglio... Non ti dispiace, però, se vado anche con gli altri ragazzi".

 

 

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