Enrica, ed il suo lato "B"

  • Scritto da Luisa il 02/06/2021 - 08:39
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    ………………..Enrica aspetta il mio rientro a casa.
Uno squillo di telefono per avvisarla, mentre salgo le scale l’ascensore si ferma al quarto piano, suppongo che sia Lei, lascio le mie chiave appese alla porta e preparo un asciugamano grande sul mio lettino per non bagnare di acqua e sapone di Marsiglia Bio, (Enrica, è incinta da sette mesi la gravidanza benissimo, unico problema di molte signore con l’aumentare del peso del bimbo/a, l’intestino è diventato pigro) bisognava aiutarlo per evitare, le pomate sono state un valido aiuto fino al settimo mese, regolarmente Enrica mi chiamava per l’applicazione,  ci fosse presente Paolo, non ha mai voluto imparare, anche perché non lei voleva, non aveva la mano leggera. Bussa ed apre la porta, toglie le chiavi e le poggia con le sue ed il cellulare sul mobiletto dell’ingresso, viene in soggiorno e si siede, io armeggiavo con il sondino vaginale da avvitare (decisamente più comoda per permettere di far defluire il liquido); finisco e con il braccio destro mi blocca, sospira: “sono stanca, e devo ancora aspettare due mesi”. Dai; il caldo sta per terminare. Aspettando che si raffreddi l’acqua passiamo dieci minuti conversando, chiede:”dove lo facciamo”- io: ”ho preparato camera mia”, aiutandola a togliersi lo scamiciato, per velocizzare non ha le mutande, reggiseno non lo porta stringe, sotto canotta vedo i seni sono  turgidi, i capezzoli pronti a dispensare il latte. Nuda dall’ombelico, il pelo della phica in bella evidenza. un sedere che farebbe resuscitare anche un morto; senza dir nulla si distende sul fianco sinistro passo un cuscino da mettere in mezzo alle gambe, con la mano allargo le chiappe per riuscire a mettere un po’ di detergente sulla rosellina e con l’indice destro la penetro con delicatezza (sentendola sospirare) togliendolo al suo posto metto la cannula, ho dovuto faticare non poco per farle assorbire tutta l’acqua saponata. Lei con la mano si massaggiava la pancia anche perché il bimbo/a, che era dentro la pancia continuava a scalciare. Mentre il liquido entrava e soli, mi dice: ”devo chiederti una cosa, non mettiti a ridere e non lo dici a nessuno” – io”dimmi”- lei:”Vorrei dare il buchetto a Paolo, ho paura di sentir male e che quando chiedo di smettere lo faccia”- io:”dopo questo potrebbe essere il momento giusto” nel mentre la sacca si svuota, chiudo la chiavetta. Con la sonda dentro cerchiamo di stare ancora qualche minuto sul letto, non riuscendo più a trattenerla va in bagno come si siede sulla tazza, e butta acqua e feci a non finire, soddisfatta lei: ”ci voleva proprio”. Nel mentre io lavo con cura il tutto. Mi chiede di lavarsi, le passo il sapone intimo ed un asciugamano mi avvio in cucina, nel giro di qualche minuto arriva con a sola canotta, mi abbraccia all’orecchio mi sussurra: ”provi te a metterlo dietro?” Rimango a dir poco fulminato ed io balbettante “sei sicura, sicura” lei” da parecchi giorni voglio farlo” non avendo vaselina in casa cerco in bagno una crema per le mani quella usate da mamma, Enrica seduta in soggiorno su una sedia, mi avvicino inizia ad armeggiare con la cintura dei miei pantaloni la molla, il suo telefono squilla essendo in piedi per prenderlo mi cadono e rimango in slip, il gigio è in tiro, lo passo a lei che con una mano risponde e con l’altra me li toglie, lei; risponde a Paolo che vuol sapere
come va, “tranquillo ha quasi finito” e chiude, prende il mio gigio il tubetto della crema lo spalma bene, si alza si gira ed appoggia al tavolo, mettendo in mostra il suo sedere faccio io metto un pò di crema sul buco e lo appoggio, alla prima un piccolo segno di lamento ed entra, e a piccoli colpi senza esagerare veniamo insieme, Lei in men che si dica a ricevuto due clisteri al prezzo di uno. Va ancora una volta in bagno e le passo lo scamiciato che lo indossa e mi saluta mettendomi la lingua in bocca, augurandomi un buon sabato e ringraziandomi. Alla prossima volta.  

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