La vita sessuale con mio marito è cambiata dopo circa 20 anni di matrimonio. Senza un perché in particolare. Quelle che erano state solo fantasie trasgressive, hanno trovato un improvviso compimento nella vita quotidiana.
Questo cambiamento fu favorito da una serie di circostanze casuali: se fossero capitate in un’altra fase della nostra vita, probabilmente non le avremmo colte. Ma arrivarono sinceramente inaspettate. Forse è vero che la fortuna aiuta gli audaci o che il maestro giunge quando l’alunno è pronto.
E’ come se io e Carlo avessimo rimandato per anni la spensieratezza edonistica dell’adolescenza la quale, da sposati, fa quasi sentire in colpa perché c’è prima il lavoro, il mutuo, i figli, la cena da preparare. Un continuo rimando per sbrigare tutte le angosce della vita, prima di concedersi nuovamente al piacere: perché infondo il sesso è questo, insieme ad un parrucchiere costoso o ad una vacanza oltreoceano.
Tutte cose non necessarie e senza le quali si può tranquillamente vivere. Ma le uniche per le quali, infondo, vale la pena vivere dopo aver cresciuto con responsabilità i figli. E noi lo avevamo fatto. Sempre. Ci si può sentire davvero stupide a mettersi un reggicalze per tuo marito, o a usare un paio di manette nel letto, dopo aver accompagnato a scuola Francesco e a calcio Fabio (i nostri figli).
Il piacere, qualsiasi esso sia, ha bisogno di tempo e di mente sgombra.Arriva un’età nella quale, piano piano, non si ha più ne’ l’una ne’ l’altra.
Tuttavia, se ti sei ben organizzata, ad un certo punto la vita comincia a restituire un po’ di tempo. Se si è conservato ancora dell’entusiasmo, può succedere di riprendersi quanto sospeso nel tempo: magari col proprio marito, non a sua esclusione. Il tempo non lo restituisce più nessuno e dopo i quarant’anni la cosa diviene lampante.
Questo fu chiaro a me e Carlo.
Mia cugina tornò dopo tanto tempo ospite a casa nostra: lei ha la mia stessa, identica età. Quarantadue ben tenuti. Per ben tenuti, non intendo dire che siamo delle top-model fissate per palestra e botulino. Principalmente è la testa ad essere ancora giovane: e quando è così, il corpo di solito la segue, pur se non sottoposto a continui accorgimenti e manutenzioni.
Diciamo che risultiamo giovanili più che avvenenti fatalone.
Mia cugina: capelli biondi e ricci, con carnagione un po’ lentiginosa e una seconda di seno sopra un fisico piuttosto esile. Quella sua struttura poco prorompente era sempre stata un limite per lei: ma adesso, in età avanzata, diveniva un valore aggiunto, garantendole misure molto controllate e apprezzabili. Io, al contrario, con le mie tagli forti di gioventù (quarta di seno e culo a mandolino) faticavo non poco a mantenermi in misure contenute. Ma per il momento, un ventre sotto controllo, evidenziava qualche chilo di troppo solo in punti assai graditi agli uomini della mia età.
Carlo era andato a giocare a calcetto e i ragazzi erano già a letto. Io e Rachele ci mettemmo in camera a vedere un film sul lettone. Prese dall’euforia di due amiche che non si confidano da tanto tempo, affrontammo qualsiasi tipo di discorso: ben presto ci trovammo a parlare della sua ennesima relazione, da poco terminata.
Rachele mostrò parecchio interesse al rapporto ventennale tra me e Carlo, chiedendomi se fossimo reciprocamente fedeli e come facevamo a salvaguardare un’intesa sessuale dopo tutto quel tempo. Io spiegai a Rachele che dopo tanto tempo è necessario evolversi, anche come coppia, magari con qualche fantasia che ravvivi il rapporto.
Mia cugina, con tono molto confidente, volle indagare su quali fossero queste fantasie: io, inizialmente, provai a rimanere piuttosto abbottonata.
"Mah, le solite cose ... immaginare un tradimento, fantasticare su un rapporto a tre, qualche penitenza…”
Mi accorsi che l’atmosfera era diventata assai confidente. Eravamo entrambe coi pigiami e con le fasce per i capelli sulla fronte, dopo aver messo la crema viso: molto informali. Quando Rachele mi fece quelle domande, mi cadde l’occhio sui suoi seni, lasciati liberi sotto il sottile pigiama: i capezzoli erano così duri da far intravedere le aureole, confermando che l’argomento non la lasciava per nulla indifferente.
Ed infatti le domande di Rachele si fecero sempre più specifiche:
"Ma per esempio, qual è una penitenza che fai fare a Carlo?”
Inizialmente tergiversai, poi ridemmo, poi confessai.
“Be’, anche senza bisogno di penitenze, qualche sera capita che siamo sul divano a guardare la tv, un po’ pigri. Allora gli dico di cominciare a toccarselo!”
“E tu?” sorrise Rachele interessata …
“E io, cosa !?” Risposi
“E tu cosa fai?!”
“Eh, dipende!”
Rachele voleva sapere proprio i particolari: io glieli avrei pure detti. Ma almeno doveva avere l’impudenza di chiedermeli nel dettaglio. Non avrei parlato io per lei, togliendola pure dall’imbarazzo. Lei lo comprese e non si censurò:
“Insomma, tu te la tocchi o cosa fai?! ”
“Sì a volte me la tocco” risposi
“E se non te la tocchi, cosa fai?
“A volte continuo a guardare la tv chiedendo a Carlo di dirmi quando sta venendo”
“E poi?”
“E poi lo guardo mentre eiacula abbassando il volume della tv!”
Insomma, avevo detto abbastanza ma Rachele proseguì con i suoi dubbi morbosi:
"E non fai mai nient’altro ?!"
"E cosa dovrei fare, Rachele! Dipende ti ho detto. A volte, dopo che Carlo è venuto, capita che me lo metto in bocca mentre me la tocco. Altre cominciamo a fare l’amore. Ma tu piuttosto, non hai mai avuto nessuna fantasia coi tuoi uomini?"
A quel punto Rachele capì che non avrei più parlato se non cominciava a dirmi qualcosa pure lei:
“La fantasia che avevo con Gabriele era immaginare rapporti a tre: con qualche mia amica o con qualche suo amico”
Mi venne spontaneo confermare che era una fantasia piuttosto ricorrente tra me e mio marito. Rachele ne approfittò per spararla grossa, senza mezzi termini:
"Avete mai immaginato che Carlo facesse qualcosa con me?"
Era ovviamente una domanda molto imbarazzante, perché poteva ripercuotersi sulla vita reale. Pensai allungo sul come rispondere, ma poi decisi di dire la verità:
“Sì”.
“E cosa avete immaginato che facevamo?!”
Le risposi di chiederlo a Carlo, se aveva il coraggio. Il terreno diventava troppo scivoloso. Così spensi la luce e accesi la tv per tagliar breve. Il discorso finì lì. Ma il diavolo ci mise le corna e anche la coda: in un’atmosfera già surriscaldata da quei discorsi, incappammo in un film del tutto insospettabile. Dopo circa una mezz’ora di visione, ci fu una lunga scena altamente erotica nella quale, l’attraente protagonista donna, si concedeva al figliastro e al suo giovane amico del cuore.
In stanza c’era massimo silenzio, ma percepivo Rachele deglutire coinvolta.
Da sotto le coperte feci scivolare la mia mano nelle mutandine e cominciai a sfiorarmi dolcemente. Inizialmente mi preoccupavo che il movimento non si notasse: man mano che mi eccitavo, pensavo che, per quanto dettoci con Rachele, infondo non stavo facevo nulla di troppo compromettente.
Mi chiedevo se anche la mano di Rachele fosse scivolata nei suoi slip poiché la sua postura pareva assai simile alla mia.Ma la coperta non permetteva di vedere di più.
Sul video, la protagonista, era adesso sottoposta ad una doppia penetrazione: a cavalcioni sopra il figliastro, con dietro l’amico. Nulla di esplicito, il film non era pornografico: ma proprio per tal motivo, la scena risultava ancora più coinvolgente.
Il calore tra le mie gambe era cresciuto. La mia mano accelerò finché decisi di rendere manifesto il movimento delle mie dita: seppur sotto la coperta, ora era visibilissimo l’andamento della mano, che andava su e giù. Mi eccitava moltissimo pensare che mi stavo toccando la fica vicino a mia cugina: come fosse una cosa naturale tra amiche. Stile liceo: anche se in realtà non lo avevo mai fatto neppure da adolescente.
Tuttavia sapevo di mie conoscenti che, all’epoca, trovavano naturale farsi una sgrillettata alla presenza di un’amica, se ne avevano voglia: e questo, magari, con l’amica che non si scandalizzava per nulla, continuando ella a studiare sul libro di storia.
Io non avevo mai avuto quella disinibizione e complicità con un’amica: neppure con mia sorella. Mi piaceva quindi provarla. Stava capitando e basta. Nessuno sarebbe morto.
Mia cugina, proprio come nella mia fantasia, non disse una parola neppure dopo che si era accorta del movimento della mia mano, rimanendo concentrata sul film: dopo qualche minuto, però, anche lei cominciò a rendere visibile il movimento della sua mano fra le gambe, senza che nessuna delle due parlasse.
Ambedue ci stavamo masturbando davanti la tv.
Iniziammo ad ansimare. Le mie fantasie, ora, non erano più rivolte al film: mi chiedevo se di lì a breve, io e Rachele, ci saremmo scoperte per guardarci le rispettive fiche.
Ma mia cugina rimaneva impassibile a fissare il teleschermo: forse per imbarazzo, forse per non far accadere altro.
Io invece guardavo più Rachele del film, tornando a fissarle i seni che restavano coperti dal sottile pigiama ma fuori dalla coperta: potevo quindi vedere come si muovevano su e giù, accompagnando l’andamento del braccio e della sua mano. Avrei voluto infilarle una mano nella scollatura, per arrivare a toccare i capezzoli grossi e turgidi.
Ma non ebbi il tempo perché in pochissimi attimi entrambe ci lasciammo andare ad un inteso orgasmo. Appagate, ci guardammo e sorridemmo. Rachele rimosse il piumone per andare ad addormentarsi in camera sua: l’odore delle nostre fiche, si librò nell’aria.
La serata finì lì ma il mattino seguente non riuscimmo a far finta di nulla e, come logica conseguenza, immaginammo una fantasia da consumare con Carlo. Pensavo che io e Carlo fossimo ormai pronti; e mia cugina era l’ideale per una prima fantasia. Discreta, riservata e di fiducia.
Rachele era rimasta molto colpita dal fatto che mio marito avrebbe fatto qualsiasi cosa per me. Non mi nascose che le sarebbe piaciuto vedere Carlo farsi una sega davanti a noi, anche per apprendere come traslare la fantasia col suo prossimo uomo.
Io accettai, ma solo a condizione che Lei, non appena nuovamente fidanzata, avrebbe chiesto al suo uomo di fare altrettanto davanti a me. Affare fatto. Quindi procedemmo, volevo accontentare Rachele.
Io avevo visto tante volte Carlo masturbarsi e volli rendere più intrigante la cosa. Chiesi a Rachele di farsi fotografare la scollatura; i suoi seni duri; il suo culo; la sua fica aperta. Carlo si sarebbe masturbato guardando le sue foto. Rachele, seppur con un po’ di imbarazzo, si prestò ad essere la mia modella. Mi eccitava molto vedere mia cugina che, pur di vedere il cazzo di mio marito, era disposta a fare ciò che le richiedevo. Mi sentivo la dominatrice di uno e dell’altra. Così le feci togliere la maglietta e il reggiseno: le sue mammelle erano nude davanti ai miei occhi; le dissi di stuzzicarsi un po’ i capezzoli per farli diventare turgidi. Ubbidiente Rachele eseguì. Poi era il momento ti togliere le mutandine per fotografarle il culo. E facemmo anche quello.
Infine dissi a Rachele di sedersi sulla sedia e aprire le gambe. Lì, mia cugina, ebbe un attimo di resistenza. Ma ci pensai io:
"Dai Rachele, vuoi vedere Carlo che se lo tocca davanti a te e tu non vuoi neppure mostrargli la tua passerina in foto?"
Rachele aprì le gambe: ora potevo guardarle per la prima volta la fica. Aveva la peluria piuttosto corta, con il clitoride ben in vista. Le chiesi di bagnarsela un po’, per far eccitare di più Carlo. Rachele cominciò a sgrittellarsela davanti a me fin quando i suoi umori non furono ben visibili. Fotografai con un bel primo piano la fica aperta e bagnata.
Forse Rachele si aspettava che a quel punto io le mostrassi la mia o che sarebbe successo altro. Ma ero io la padrona. Quindi mi alzai e uscii dal bagno, dicendole con un sorriso “se vuoi puoi finire da sola”. Da quanto ella ci mise a raggiungermi in cucina, penso proprio che mi prese in parola.
Carlo tornò verso le 20 di sera: i bambini, poco dopo furono nel letto.
Carlo aveva notato che io e Rachele eravamo abbastanza su di giri. Mentre prendevamo l’amaro sul divano, io e Rachele facemmo cadere l’argomento sulla sera prima, alludendo a quanto ci fossimo divertite.Ovviamente aspettavamo che Carlo ci chiedesse perché: non appena lo fece, rispondemmo.
"Ci siamo toccate insieme davanti ad una scena erotica per TV"
A quel punto Carlo intuì che la serata non sarebbe finita andando a dormire: eccitato e spaventato. Aveva compreso che quella sera le nostre fantasie sarebbero diventate realtà. Rachele voleva accelerare i tempi:
"Eleonora mi ha detto che davanti a lei faresti qualsiasi cosa …"
Mio marito annuì. Era quindi il momento giusto, non lo lasciai scappare:
"Rachele vorrebbe che tu facessi davanti a noi, quello che fai per me! Lo fai vero?"
Carlo sorrise, fece passare un attimo e poi disse “certo”. Quindi continuai:
"Allora mettiti in piedi difronte a noi e togliti i pantaloni"
Rachele era visibilmente eccitata e fissava in mezzo alle gambe di mio marito. Carlo rimase in slip con una evidente erezione nelle mutande.
"Ora togliti le mutande " disse Rachele.
Mi fece molto eccitare che mia cugina decise di esercitare un suo dominio surrogato. Carlo si tolse le mutande, coprendosi l’asta con la mano:
“Via la mano, amore!” Lo ammonii, divertita.
Quindi Carlo la spostò, mostrandoci il suo cazzo già duro e quasi totalmente scappellato.
"Ora toccatelo Carlo, lentamente: vai fino infondo che voglio che Rachele te lo veda tutto di fuori!”
Mio marito cominciò ad eseguire, mentre mi infilavo la mano nelle mutande per toccarmela. Rachele, senza alcun imbarazzo dopo la sera precedente, non ci pensò un attimo ad imitarmi. Ci stavamo toccando le fiche nei pantaloni, non più davanti un film erotico, ma guardando mio marito che si masturbava per noi. Io avrei resistito di più, ma Rachele dopo qualche sgrillettata già ansimava impaziente.
Certo, non avrei fatto finire tutto lì, al primo orgasmo di Rachele: dissi a mio marito che avremmo fatto il gioco della verità, che lui conosceva bene. Rachele mi domandò cosa fosse. Glielo spiegai:
"Ora tocchiamo il cazzo a Carlo molto lentamente e gli facciamo alcune domande per capire quanto è porco: vedrai che viene da solo!”
Rachele sembrò eccitatissima. Così domandai anche lei:
"Vuoi vedere Carlo che sbrodola a terra per noi? Te lo avevo promesso!"
Rachele rispose sì, ridendo compiaciuta. Così mi avvicinai a Carlo e gli presi il cazzo fra le mani, tirandoglielo tutto fuori e dandogli qualche colpo lentamente:
"Allora, ci avresti voluto vedere ieri sera mentre ci toccavamo le fiche sotto il piumone?"
"Sì" rispose mio marito
"E cosa avresti fatto?"
"Avrei tolto il piumone per guardarvi le fiche!" rispose ancora
"E ce le avresti volute leccare?"
"Sì"
"Prima a Rachele?"
"Sì"
"E poi ti saresti scopato Rachele?"
"Sì"
"E come?"
"Prima nella fica poi nel culo!"
Sentivo la vena di Carlo già pronta per sborrare, quindi gli tirai fuori la cappella, fermandomi:
"Non venire già maiale! Aspetta …"
Carlo ansimò profondamente per trattenersi.
"Ho fatto delle foto alla tette e alla fica di Rachele, vuoi vederle?"
Carlo naturalmente disse di sì. Quindi mi voltai verso Rachele:
"Vieni, continua tu che io prendo il cellulare"
Rachele si avvicinò a Carlo: vidi la sua mano impugnare il cazzo di mio marito. Era la prima volta che vedevo l’asta di mio marito tra le mani di un’altra. Rachele sembrava ipnotizzata dalla cappella di Carlo e non perse tempo per continuare il gioco:
"Ti sei mai fatto una sega pensando di scoparmi ?"
Carlo rispose di sì.
"E dove mi venivi?"
"Nella fica …"
Non potevo perdere l’occasione e presi la parola:
"Quindi ti fai le seghe pensando di schizzare nella fica di mia cugina?"
"Sì" rispose ancora Carlo. In realtà io già lo sapevo. Che porco.
"E adesso vorresti scoparla davanti a me?"
"Sì"
"Maiale. Ma non te la faccio scopare! Accontentati di guardare le sue tette".
Mostrai a Carlo il cellulare con la foto dei seni nudi di Rachele: lui guardava lo schermo con avidità.
"Ora ti faccio vedere anche la sua fica bagnata …"
Cambiai foto: Carlo difronte alla fica aperta di Rachele stava per esplodere.
"Rachele non ce la fa più, se ti mette una mano nelle tette viene subito".
Quindi mi rivolsi a Carlo
"Se ti facciamo palpare le tette di Rachele, ci fai vedere come vieni subito?"
Carlo disse sì.
Quindi invitai Rachele a sbottonarsi la camicetta e a togliersi il reggiseno. Mia cugina mostrò le sue tette a Carlo che con una mano cominciò a palparle forte. La mano di Rachele continuava a tenere fuori la cappella di Carlo che cominciò a zampillare da sola.
"Eccolo che sbrodola il porco!"
Io e mia cugina sorridemmo compiaciute mentre non ci perdevamo un solo schizzo! Vidi la sborra di mio marito sporcare la mano e le tette di Rachele che istintivamente sporse il petto per raccogliere tutti gli zampilli. Carlo quasi cedeva sulla ginocchia, tra piacere e sofferenza.
Rachele non riuscì a resistere e, col viso così vicino a quel cazzo, decise di metterselo in bocca per assaporare ciò che rimaneva del piacere di Carlo. Spinse quattro-cinque volte la cappella fino in gola, arrivando fino alla base del cazzo: nel mentre si dava qualche sgrillettata da sopra i pantaloni per venire. Ora godeva anche lei.
Bene. Ero l’unica a non essere venuta. Certamente non sarei rimasta così. Mentre mio marito cercava di ricomporsi, mi tolsi le mutande e divaricai le gambe sul divano. Cominciai a toccarmela, dopodiché ordinai a Rachele di leccarmela:
“Fammi venire!”
Rachele sembrò perplessa ma non osò dire una parola. Si avvicinò alla mia fica e cominciò a tirare fuori la lingua per qualche colpo sul clitoride. Le misi una mano sulla testa per farle capire che pretendevo di meglio dopo quanto avevo fatto per lei. E a quel punto Rachele ruppe gli indugi affondando la lingua e il viso nella mia fica bagnata. E mi mostrò di avere una certa dimestichezza: chissà a chi l'aveva leccata dopo quella falsa reticenza.
Guardavo Carlo e il suo piacere cosparso ancora su parte del pavimento. Dopo qualche attimo ebbi un orgasmo fortissimo nella bocca di mia cugina.
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