Continuo con le storie legate al mio peregrinare in giro per l’Europa volto a studiare le lingue e costruirmi una carriera in ambito alberghiero. Corre l’anno 1982 e sono in Germania, a Düsseldorf. Sono racconti legati ad esperienze di vita vissuta, ma ricordo ai lettori che sono romanzati dalla mia fantasia. Tutti i nomi delle persone e dei luoghi citati nei racconti potrebbero non essere reali, capire ciò che è reale e ciò che è fantasia, lo lascio all’interpretazione del lettore.
Prima di leggere questo capitolo consiglio la lettura dei capitoli precedenti relativi la Germania, altrimenti si fa fatica a comprenderne la trama.
Germany 4
Oggi ho fatto il turno di mattina e domani sono di riposo, Daniela finisce alle 16, l’aspetto fuori e, insieme, andiamo a fare un giro in Altstadt, sono i primi giorni di ottobre, ma l’estate non sembra ancora finita, belle giornate di sole e una temperatura piacevole, facciamo una passeggiata tra i negozi e i tipici locali tedeschi, ancora pieni di turisti, mangiamo un hamburger, ci beviamo una scura Altbier e gli chiedo se stasera vuole venire a dormire a casa mia.
“Dormire? Se è solo per quello, dormo meglio nel mio letto”, risponde.
“Ok, allora, che ne dici delle porcherie che mi hai promesso l’altro giorno?”
“Mmmmh, e mi farai provare quella cosa durissima che mi hai fatto tastare?”
“Garantito, ovunque tu la voglia, sopra, sotto, davanti e dietro”.
“Non esageriamo, dietro mai. Forse davanti, ma non te lo garantisco, io sono abbastanza lunatica e selettiva. Comunque, vedi che io non prendo la pillola, se proprio deve succedere, procurati prima dei preservativi, anche se io pensavo solo a un po’ di buon sesso orale. Però non ingoio, che sia chiaro! Dai, andiamo”.
“Ok, hai il libero arbitrio”, rispondo.
Ma come! Dopo tutta la fatica che ho fatto, me la vuole solo far annusare? Mah, staremo a vedere.
Vicino a dove ho parcheggiato c’è un distributore automatico di sigarette e preservativi, una moneta da 5 marchi e mi ritrovo con in mano una scatola di 10 goldoni multicolore, penso che stasera, se me la dà, userò quello rosso.
Dopo i 156 scalini per arrivare nel mio appartamento la vedo col fiatone.
“Vai in bagno a rinfrescarti, così riprendi fiato”, gli dico. Ritorna dopo 10 minuti, mi trova seduto sul divano, indossa una t-shirt e solo le mutandine dalle quali escono dei peli ricci. Sotto niente reggiseno e i capezzoli premono come due chiodi. Davanti ad una tale immagine io mi eccito sempre, mi controllo e vado anch’io a rinfrescarmi.
Finito, torno in soggiorno, non c’è, vado in camera e la trovo stesa a letto, è completamente nuda, ginocchia alte e gambe aperte. La sua vagina è pelosissima, peli chiari e ricci, il fratellino si mette subito in attenti, non riesco a distogliere lo sguardo da quella fonte del piacere che lei, maliziosamente, si sta accarezzando. La sua voce è da ragazzina smorfiosa: “ti va di continuare ciò che avevi iniziato l’altro giorno? Voglio godere ancora, ma stavolta voglio venire nella tua bocca finché me la lecchi, fallo, ti prego”. Così dicendo se la apre con le dita, vedo sbocciare un fiore rosa, il clitoride, ben visibile, è più scuro e turgido.
Mi stendo e infilo subito la mia testa in mezzo le sue gambe, la lingua a leccare, è già bagnata, sento il sapore dei suoi umori, l’odore e il gusto mi fanno impazzire, sono eccitatissimo, se solo mi sfiora adesso sono sicuro di venire. Insisto con la lingua sul clitoride, ci giro intorno, lo prendo tra le labbra e succhio, Daniela geme sommessamente, stringe il lenzuolo, inarca la schiena, continuo leccando tutto intorno, infilo dentro la lingua più che posso, raccolgo i suoi liquidi e li ingoio, ritorno sul clitoride e raspo forte, sento che sta per venire e mi fermo.
“Noooo, cosa fai, continua, ti prego”.
Non gli dò retta, così viene troppo velocemente e poi gli cala la libidine, io invece voglio tirarla a vibrare come una corda di violino. Si bagna tanto, ma non gli permetto di venire, mi abbasso e arrivo a leccare l’ano. Chiude le gambe come se volesse allontanarmi, ma la mia lingua profana inesorabilmente il fiorellino, la sento gemere forte, gli piace, riapre le gambe e, con le mani, si allarga i glutei per farsi leccare meglio. Con una mano si accarezza il clitoride, gliela tolgo, si lamenta: “cosa fai? Mi fai diventare matta, devo venire, ti prego, fammi venire”.
Trema e si dimena, vuole venire, ma ogni volta che ci è vicina la blocco, è stravolta. Adesso sì che posso fare quello che voglio, è arrapata al massimo.
Bagno per bene il medio nel fiume dei suoi umori, mi chino e riprendo a leccare furiosamente, la sento godere, il suo gemito cresce sempre più forte, è il momento e infilo il dito nel suo culetto, nello stesso istante ha una violenta scossa ed emette un forte gemito, inarca la schiena e io affondo il mio dito che entra fino alla radice.
“Hooooooo, haaaaa, cosa stai facendo? Dio che bello, vengo, vengoooo, ti vengo in bocca, bevi tutto, beviiiiii”.
Continua a godere, forse non ha ancora realizzato di avere un dito in culo e inizio a pompare velocemente.
“Fermati”, mi dice, a malincuore mi interrompo e tolgo il dito. Si gira e si mette col culo per aria. “Ecco, adesso riprendi, non credevo mi piacesse così tanto”. Quasi non ci credo, riprendo a leccare a fondo la figa ancora grondante e poi passo al culo. Lei da sotto si tormenta il clitoride e riprende ad ansimare, la ditalizzo per lubrificarmi e provo con due dita, infilo e geme, ma non si lamenta, la sento stretta ma rilassata, entro abbastanza facilmente e pompo su e giù con decisione. Daniela inizia a godere come una matta, continua a masturbarsi e non riesce a stare ferma, fino all’esplosione del suo secondo orgasmo con un grido soffocato sul cuscino.
Si butta di schianto sul letto a pancia sotto, sembra senza fiato, ma cazzo, a me non la ancora neanche toccato! La rigiro di forza e gli metto un cuscino sotto la testa, un gridolino, mi guarda con occhi interrogativi e apre la bocca per dire qualcosa, non gliene do il tempo e gli infilo il mio cazzo in bocca, non se lo aspettava e cerca di spingermi via, gli stringo il viso tra le cosce, la prendo a due mani e la spingo ad ingoiare profondamente. Mi guarda con occhi spaventati, me ne frego e la scopo in bocca, la sento scalciare, mi graffia le cosce, mi fermo solo quando la vedo lacrimare e fa fatica a respirare.
Non voglio dargli tregua, sono infoiato, questa ragazza mi eccita al solo guardarla in faccia, mi diventa duro guardando le sue labbra quando parla, adesso voglio scoparla e basta. Di nuovo la rigiro con forza, gli alzo il bacino e la prendo da dietro, lei cerca di opporre resistenza, ma, con mia sorpresa, mi rendo conto che è poco convinta. In un attimo di lucidità penso che dovrei indossare il preservativo, ma so che se lo faccio finisce tutto, non posso fermarmi, però devo darmi una calmata e controllarmi, non posso venirgli dentro. La penetro, entro dentro senza troppi riguardi, è stretta, ma talmente bagnata dei suoi vischiosi umori che non faccio molta fatica.
Pompo forte, veloce e a fondo, lei subisce godendo e gemendo, da questa posizione gli vedo bene il culo, un invitante fiorellino bruno e rotondo, mi piacerebbe, ma non voglio esagerare e rovinare tutto, sarà per un’altra volta. La sto artigliando per i fianchi, ad ogni colpo sento lo schiaffo sui suoi glutei, lei è sempre più in preda al piacere e continua a gemere, all’improvviso mi dice che sta venendo, sento che si bagna ancora di più e grida forte, ha un orgasmo lunghissimo, continua a gridare dentro il cuscino, io pompo a fondo con colpi di reni potenti. Aspetto fino all’ultimo, quando sto per esplodere esco di colpo, mi fiondo davanti, la butto sul fianco e gli ficco il cazzo in bocca. Sono stato così veloce e improvviso che non si rende neppure conto di cosa succede. Il primo fiotto entra tutto, fino in gola, continuo a tenerla per la nuca e finisco di sborrare riempiendogli la bocca. Lei ha gli occhi sbarrati, mi guarda disperata come a chiedere perché gli faccio questo, quando ho finito esco dalla sua bocca e la rialzo seduta. Ha la bocca aperta, capisco che vuole sputare, ma gli metto una mano sotto il mento e una sulla testa, la costringo a chiudere la bocca e ingoiare: “ingoia, manda giù tutto di colpo, vedrai che non fa schifo”, gli dico.
Esegue, anche perché altrimenti non riuscirebbe a respirare, deglutisce e finalmente la lascio andare.
Mi aspetto la sua violenta reazione, ci sta, visto come l’ho trattata, ho completamente disatteso tutte le sue raccomandazioni, invece no, mi guarda, ha lo sguardo torbido, sembra stia gustando una caramella e invece ha la bocca ancora con dei residui di sperma che assapora per bene.
“Sei un porco. Come facevi a sapere che a me piace così? Non ho mai permesso a nessuno di scoparmi duro come te, anche se è una delle cose che più desideravo, non ho mai avuto il coraggio di farlo. Ho sempre sognato un uomo che mi trattasse come una puttana e mi scopasse forte come hai fatto stasera. Sei un porco bastardo, ma mi hai fatto godere da matti. Cazzo, che scopata!”.
Tiro un sospiro di sollievo: “lo speravo, sei troppo calda e sensuale per limitare la tua sessualità al solo rapporto orale, avevo immaginato che c’era qualcosa che ti frenava. E poi, quando una donna mi dice che devo limitarmi a fare solo ciò che vuole lei, mi parte l’embolo”.
“Sei anche riuscito ad infilarmi un dito nel culo, non avrei mai immaginato che mi piacesse così tanto”.
“Veramente erano due dita e le ho infilate fino in fondo. Ti dimenavi come una matta, da quanto ti piaceva”.
“Due ditaaaa? Davvero? Non me ne sono resa conto “.
“Bene, significa che hai una buona predisposizione per l’anale. Se sei d’accordo sarà la nostra prossima porcata. Che ne dici?”.
“Non lo so, forse, devo pensarci, è un passo importante per me, mi piacerebbe lasciare qualcosa di vergine al mio futuro marito, quando mi sposerò. Oltretutto, hai un pene forse un po’ troppo grosso per il mio culetto e so che mi faresti malissimo”.
“Sarei dolcissimo, ma comprendo il tuo punto di vista. Vedi però che la prossima volta che scopiamo, non so se riuscirò a controllarmi, stasera la vista del tuo buchetto mi ha infoiato da matti e non so neanche io come ho fatto a resistere”.
Abbiamo sfogato la nostra libidine con una scopata scatenata, adesso siamo più rilassati e ci dedichiamo a coccolarci. Ci scambiamo il primo bacio, è la prima volta che la bacio da quando ci siamo conosciuti. Incredibile, abbiamo scopato prima di baciarci. Mi dedico ad esplorare con dolcezza tutto il suo corpo, ci baciamo e ci accarezziamo, facciamo ancora all’amore, fino a stancarci. Che donna calda, adesso che si è sbloccata non vorrebbe più smettere.
E Lorenzo? Ha si, aveva un impegno da bull e tornerà solo a notte fonda. Casomai si metterà a dormire sul divano.
Alla fine Daniela si è tenuta la sua verginità e con me non hai mai voluto fare l’anale. Un mese dopo che stavamo insieme mi dice che aveva preso una sbandata per un altro, un tedesco che lavora in amministrazione e, di punto in bianco, mi scarica. Vabbè, sono cose che succedono, ci resto male per un po’, ma poi me la faccio passare. Siamo rimasti amici per tutto il periodo che lei si è fermata a Düsseldorf e, più di una volta, l’ho avvista di stare in campana: “quel tipo sarà sicuramente un bravo ragazzo, ma secondo me è anche parecchio imbranato”.
Non c’è stato niente da fare, al punto che dopo 15 giorni lui l’aveva già presentata ai sui genitori, anche se lei era contraria. Troppo presto, diceva, tutto troppo velocemente. Dopo meno di due mesi che sono insieme lei decide che avevo ragione, quel tedesco non fa per lei, troppa differenza culturale e di costumi, lo molla, ma, purtroppo, la sua fissazione di non prendere anticoncezionali la frega.
Quando si rende conto d’essere rimasta incinta, l’aveva lasciato da due settimane, ma lui non ha neppure voluto incontrarla. Ha detto a me di dirgli che è solo una puttana e che non riconoscerà mai il bambino, perché potrebbe essere di chiunque. Ho cercato di spiegargli che il feto era di 6 settimane, e perciò concepito durante la loro relazione, ma non ha voluto sentire ragioni ed ha mandato a fanculo anche me.
Alla fine Daniela ha deciso di tenere il bambino ed è tornata a casa. Ogni tanto ci siamo sentiti per telefono, so che poi si è sposata e vive ancora a Brescia, ma poi i contatti si sono persi e non ho più saputo nulla. Era una ragazza che mi piaceva parecchio e ho spesso pensato che, se non fosse stato per quel tedesco per il quale sono mollato, magari il figlio l’avrebbe avuto da me e la mia vita sarebbe stata completamente diversa.
Col senno di poi, mi dico, meglio, molto meglio così!
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