Quarta ed ultima puntata della serie di storie legate alla mia esperienza in terra inglese. Sono racconti legati ad esperienze di vita vissuta, ma ricordo ai lettori che sono romanzati dalla mia fantasia. Tutti i nomi delle persone e dei luoghi citati nei racconti potrebbero non essere reali, capire ciò che è reale e ciò che è fantasia, lo lascio all’interpretazione del lettore.
Londra 4
L’ultima settimana al Topo Gigio passa veloce, è lunedì, l’ultimo giorno di lavoro, i ragazzi mi festeggiano, niente di speciale, un brindisi con una bottiglia di spumante, ma mi fa molto piacere. Il padrone mi ricorda che posso ritornare quando voglio, la porta per me è sempre aperta. Sono quasi commosso e lo ringrazio.
Il giorno dopo, martedì, arrivo a Dorking col solito treno delle 11, faccio la strada a piedi da solo, Michelle è a scuola e torna fra un paio d’ore. Trovo Daisy ad attendermi, mi apre, il tempo di dire “ciao, come stai” che mi ritrovo la sua lingua infilata in bocca.
Dopo un bacio travolgente con risucchio si stacca: “ok, per oggi basta. Riprendiamo domani mattina quando Michelle è a scuola, oggi sei tutto suo, ma domani sei mio”.
Negli ultimi giorni abbiamo pianificato la logistica e ci siamo trovati d’accordo: mi fermo a dormire da loro per 3 giorni la settimana, i rimanenti giorni torno a Londra a lavorare…… se le gambe mi reggono. Per imparare bene l’inglese non poteva andarmi meglio. Abbiamo concordato che, quando parlo con loro, ogni volta che sbaglio qualcosa mi devono correggere e non lasciar perdere. Un paio di volte la settimana Michelle mi dà degli argomenti sui quali devo sviluppare un tema scritto, che poi lei dovrà correggere e suggerirmi la più corretta sintassi.
Mi è sempre piaciuto cucinare e dietro ai fornelli me la cavo piuttosto bene. Daisy la mattina presto è andata a fare la spesa con la lista che gli ho dettato al telefono, oggi vaglio farle mangiare bene, ho tempo prima che Michelle rientri da scuola. Preparo la base per una bella pasta all’Amatriciana, mentre per cena, branzino al forno in crosta di sale.
Sono impegnato in cucina e Daisy non smette di curiosare e chiedere cosa sto facendo, provo a insegnargli qualcosa, ma mi rendo conto che faccio prima a metterglielo in culo che insegnargli a cucinare, è proprio negata. Ogni tanto non disdegna una palpatina per controllare come stanno i miei gioielli, che voglia di farmi fare un pompino lì seduta stante, ma non posso rischiare, Michelle potrebbe rientrare da un momento all’altro.
“Oggi pomeriggio hai impegni?”, chiedo.
“Ti ho già capito, vuoi rimanere solo con mia figlia senza avermi tra le palle. Già lo sapevo e ho fissato un appuntamento con il parrucchiere e l’estetista. Voglio fare una cosa che spero ti piacerà, mi faccio radere completamente la vagina e, già che ci sono, mi faccio sbiancare lo sfintere. Mi servirà tutto il pomeriggio, rientro per cena …… ti basta per scopare mia figlia?”. È in piedi con le braccia piegate e le mani sui fianchi, sembra un’istitutrice, mi guarda severa e mi metto a ridere, ride anche lei e si avvicina per un’altra strizzatina ai coglioni.
“Smettila, altrimenti va a finire che mi devi fare un pompino qui in piedi e poi non mangi più la pastasciutta perché ti faccio ingoiare un litro di sperma. Comunque, la figa completamente depilata mi piace da matti e quella cosa che vuoi fare al culetto, non so, è più che altro un aspetto estetico, ma credo mi invoglierà a leccartelo ancora di più”.
Michelle rientra puntuale e, appena mi vede, mi butta le braccia al collo, il bacio è leggero, solo sulle labbra, sua mamma ci sta guardando. Poi sente il profumo dell’Amatriciana e sgrana gli occhi, è felicissima. Va a lavarsi le mani e non si cambia neppure la divisa della scuola, vuole mangiare subito.
Sono le 15, Daisy è uscita da pochi minuti per il suo lungo appuntamento dall’estetista, oggi, con Michelle, abbiamo programmato qualcosa che sua mamma considera off-limits per me, vuole farsi sverginare il culo. Devo stare attento ed essere molto delicato, gli chiedo se è andata in farmacia.
“Ho preso tutto, adesso vado in bagno a farmi due clisteri, ho preso anche questi”.
Mi fa vedere un tubetto di gel a base di vasellina e un barattolo di crema lenitiva.
“Chi ti ha consigliato questa roba?”
“La farmacista, ci siamo messe in disparte e gli ho detto cosa volevo fare, mi ha dato queste due cose e mi ha fatto l’occhiolino. Mi ha detto che vorrebbe essere al posto mio, suo marito non ha mai voluto il rapporto anale perché la considera una pratica aberrante”.
“Ha, ok, molto bene. Magari un giorno me la presenti questa farmacista così ci penso io”, rispondo scherzando.
“Non fare lo scemo, io non ti presenterò mai a nessuna donna, so benissimo che altrimenti te le scopi tutte, ormai ti conosco, e poi la farmacista è più vecchia di mia mamma e tu mi hai detto che le donne mature non ti piacciono”.
Sapessi…… penso tra me e me.
Michelle va in bagno in camera sua per prepararsi, io approfitto della doccia in camera di Daisy, poi scendo per un caffè. Dopo quasi tre quarti d’ora Michelle mi chiama e salgo in camera sua. La trovo solo con le mutandine addosso ed un leggero filo di trucco, è davvero bella, la pelle bianchissima, pancia piatta e le forme rotonde dei fianchi e del sedere che invitano a tuffarsi sopra.
“Sono pronta e pulitissima. Ieri sono andata dall’estetista di mamma e mi sono fatta completamente depilare la fighetta, sono sicura che ti piacerà di più leccarmela”.
Non gli dico che Daisy lo sta facendo adesso, capirebbe anche troppo bene il perché sua mamma mi confidi certe cose.
Mi spoglio completamente nudo, il membro già in erezione, lei resta in piedi a guardare, mi siedo sul letto, si avvicina, ho gli occhi all’altezza delle sue mutandine, mi guarda maliziosamente dall’alto e si posiziona a gambe divaricate, lentamente sfila gli slip mostrando la sua fighetta, è depilata, avvicino le mani e con i due pollici delicatamente la apro, le grandi labbra rosa si schiudono, vedo le piccole labbra e il clitoride, la pelle intorno è morbidissima, azzardo una slappata di prova e la guardo, ha un breve gemito: “ti piaccio così depilata?”, chiede.
“Mi piaci un casino, girati che voglio vedere anche il culetto”
Si gira con fare da smorfiosa, si china quasi a 90 gradi e allarga i glutei mettendo in mostra il suo fiorellino, anche quello deve aver ricevuto le attenzioni della sua estetista, perfettamente pulito e mi sembra anche un po’ più chiaro della settimana prima. La prendo per il bacino e l’avvicino, non resisto alla vista di questo ben di Dio, la lecco subito profondamente cercando d’infilare dentro quanto più posso la lingua. È stretto, molto, non so come farò, ho davvero paura di fargli male e, mi conosco, se mi parte l’embolo difficilmente riesco a fermarmi una volta partito.
Glielo dico: “Michelle, sei sicura di quello che vuoi fare? Penso che il mio coso, come lo chiami tu, sia troppo grosso per il tuo culetto, ho paura di farti male, e se poi stasera tua mamma se ne accorge mi uccide”.
“Dopo tutta questa preparazione? Non mi tiro indietro neppure se tu l’avessi come John Holmes. Prendi il gel e usa le dita per allargarlo, forza, dai!”.
Mi ungo due dita di vasellina e faccio per infilare l’indice quando mi ferma: “aspetta mi è venuta un’idea, vieni con me…”
Si dirige velocemente verso la camera di Daisy, la seguo. Apre l’armadio dei vestiti e sotto, seminascosta, tira fuori una valigetta di alluminio, grande più o meno come un trolley, la apre e ……. cazzo! Neppure il sexy shop più attrezzato di Londra ha una collezione così vasta di articoli da inserimento delle più disparate dimensioni, perfettamente ordinati in dei scomparti tagliati nella gomma piuma, sembra la valigia di un fotografo, solo con un’attrezzatura parecchio diversa. Si va dai semplici vibratori, sia piccoli che grandi, ai dildi a forma di pene di varie dimensioni, ce n’è uno nero gigantesco, vedo anche uno stimolatore prostatico, evidentemente riservato a qualche suo amante sporcaccione, penso che, magari, domani mattina potrebbe provarlo su di me. Non manca neppure una specie di grosso serpente in morbido lattice lungo più di mezzo metro, oltre a dei plugs anali di diverse misure e forme. Resto sbalordito con gli occhi sgranati, Michelle mi guarda divertita del mio stupore.
“Te l’ho detto che mia mamma è una mangiatrice di uomini, ma quando gli manca la materia prima si è organizzata con questi. Mi ha detto che, dopo che non sarò più vergine, li potrò usare anch’io, perciò, quale occasione migliore di questa per iniziare? Scegline uno che possa andare bene per allargare un po' il mio culetto prima del tuo coso”.
Più conosco questa famiglia e più mi sconvolgono. Scelgo un piccolo plug semitrasparente, è rigido, ma morbido al tatto. Lo annuso, anche se è stato lavato riconosco benissimo l’odore di culo, glielo dico a Michelle: “questo deve essere l’odore di Daisy, mica male però ….”.
Subito mi arriva un ceffone sulla nuca e mi strappa il plug dalle mani: “sei un porco, te l’ho già detto, tu sei mio, guai a te se sfiori mia mamma, te lo taglio! Dopo che l’avrò usato io avrà il mio odore, così potrai annusarlo quanto ti pare”.
Oltre al plug prendo un piccolo vibratore e il dildo più piccolo che trovo, è a forma di pene e sarà sui 12 cm. Torniamo in camera e ci stendiamo a letto, inizia il ballo.
Michelle rompe subito il ghiaccio infilandomi la lingua in bocca e succhiando a più non posso, è eccitatissima, ho la gamba destra incastrata tra le sue e sento sulla coscia la figa depilata che struscia, è bagnatissima, con la mano mi prende la mazza ed inizia a segarla velocemente, devo rallentarla perché è talmente infoiata che mi fa quasi male: “calmati – gli dico – oggi dobbiamo fare all’amore, non solo scopare, goditi fino in fondo questo momento, non bruciarlo in un attimo”.
Mi guarda, i suoi bellissimi occhi verdi luccicano: “vuoi dire che mi ami?”
So di mentire quando gli rispondo, ma so anche che è quello che vuole sentirsi dire: “certo che ti amo, me ne sono reso conto proprio oggi, ti amo tantissimo”. Mi sto affezionando a Michelle, ma non è certo amore, mi sento molto bastardo dentro.
Mi abbraccia stretto e mi si stende sopra come una coperta, scende con il corpo finché sente che la cappella spinge sulla vagina, si muove un po’ e il cazzo inizia ad entrare da solo nel mare dei suoi umori, adesso spingo io, piano, perché è ancora molto stretta, lei poggia il mento sulla mia spalla e geme piano sul mio orecchio, lo trovo estremamente erotico, sento il suo caldo respiro e i gemiti sussurrati, all’inizio sembrano di dolore, ma poi diventano di piacere e il volume aumenta. Un paio di colpi decisi e sono tutto dentro, la prendo sotto le ascelle e la spingo in su, il cazzo si pianta dentro in profondità, lei butta la testa indietro e grida forte, segue poi un lamento continuo causato dal suo movimento circolatorio come a cercare d’infilarselo ancora più dentro. Fa tutto lei, poggia i palmi sul mio petto e inizia a cavalcarmi, il movimento su e giù è ampio, esce quasi del tutto e poi si lascia andare di colpo impalandosi, sento i muscoli della vagina ancora stretti che scorrono lungo tutta l’asta, la sensazione di piacere che provo è pazzesca, lei ogni volta che si impala lancia un urlo quasi animalesco, mi guarda con gli occhi sconvolti, non capisce più niente, continua in questa azione e io sto per venire.
“Michelle, mi stai facendo venire, sei pazzesca, non resisto più!”
“Siiiiiii, sborrami dentro, ti voglio sentire tuttooooo. Vengo anch’io, ‘come on baby, together’ insieme, haaaaaa, vengooooo”
La sento allagata, vibra tutta, sembra abbia le convulsioni ed esplodo anch’io con un forte gemito, la inondo, lei sbarra gli occhi, apre la bocca, resta immobile con le mani appoggiate sul mio petto, si sta godendo i fiotti che la stanno riempendo. Mi guarda, sembra ancora fuori di sé, riprende fiato e, quando mi sente svuotato, lentamente si fila, senza dire una parola si china sul cazzo, lo guarda estasiata, lo annusa a fondo, “mmmmmhh, adoro questo odore”, la sua bocca si chiude sopra di esso, la spinge in fondo e poi risale lasciando che la lingua percorra tutta l’asta, arrivata sul glande succhia, succhia forte, sento i residui di sperma fuoriuscire, lei ingoia e poi passa a leccare i peli intorno la base dove si sono raccolte alcune gocce. Si siede sul letto a gambe larghe, la guardo, non so cosa voglia fare, si guarda la vagina e vedo che stringe i muscoli, fuoriesce un rivolo bianco di sperma, ride come una bambina, lo raccoglie con le dita e se le porta subito alla bocca, continua così finché non esce più nulla ed ha ingoiato tutto. Gli occhi luccicano di gioia e di libidine: “ho baby, non immagini neppure quanto mi piace il sapore del tuo sperma”. Che porca, e ha solo 17 anni!
Ci stendiamo a pancia in su, ambedue dobbiamo riprendere un po’ fiato, restiamo così per alcuni minuti. È lei la prima a parlare: “non male come riscaldamento, adesso che ho sentito bene la misura del tuo pene dentro di me, penso proprio che mi puoi sverginare il culo senza paura, sono certa che è della mia taglia ideale”, e si mette a ridere tutta contenta.
La lascio supina, gli metto due cuscini sotto la schiena all’altezza dei reni, le gambe sono alte, gli spingo le cosce fino quasi a fargli toccare la faccia alle ginocchia, lei le ferma mettendo le mani dietro e spingendo verso di sé. Sono inginocchiato davanti e ho il suo sfintere bene aperto alla mia portata. Mi chino ed inizio una slappata gustosa e profonda, dopo alcuni minuti di sommessi gemiti di piacere mi rialzo, metto dell’abbondante gel lubrificante sull’indice e lentamente lo infilo dentro, lei non sembra provare nulla: “infila qualcosa di più grosso”, mi dice. Prendo il plug, lo lubrifico per bene e cerco di infilarlo lentamente, fa una certa resistenza quando arriva al culmine della larghezza, ho paura a spingere. Interviene Michelle: “dai spingilo tutto dentro, non temere, non mi fa troppo male”. Procedo, un colpo secco e lo sfintere si chiude su di esso, resta fuori solo una specie di grosso bottone. Mi chino e riprendo a slappare la figa, con il pollice tormento il plug, lei reagisce gemendo. Il gioco dura diversi minuti, ma si stanca, non sembra contenta: “voglio qualcosa di più grosso, infilami il dildo che hai preso prima, quello più grande!”
“Sei sicura Shell? Non vuoi prima abituarti con il vibratore più piccolo?”
“Nooooo, voglio subito quello più grande, ti prego, lo voglio dentro subito!”
Ho qualche dubbio, ma prendo il dildo color carne a forma di cazzo umano, cappella e venature incluse, sarà sui 12/13 cm., ma sicuramente meno grosso del mio cazzo, lo ricopro di gel, tolgo con delicatezza il plug anale, e, prima che lo sfintere si rilassi, inizio a spingerglielo su per il culo. Riesco ad infilare dentro la parte del glande con una certa facilità, ma quando spingo più a fondo Michelle grida: “pianooooo, mi stai aprendo tutta, fai piano!”. Spingo con più cautela, sono lentissimo, inizio un impercettibile su e giù che lei sembra gradire, col pollice della mano libera struscio senza sosta il clitoride, ogni tanto vado con la lingua a raccogliere gli umori che continuano ad uscire e li ingoio con ingordigia, oso di più e, piano, piano il dildo entra sempre più in profondità, dopo quasi 20 minuti è completamente dentro. Inizio allora a pomparla, facendolo uscire poco e spingendolo dentro fino in fondo, sento che i muscoli anali si stanno adattando perché quando pompo percepisco meno resistenza. Michelle sembra non capire più niente, credo abbia perso la cognizione dello spazio e del tempo, continua a gemere ed è in preda ad un continuo e lunghissimo orgasmo. Decido che è pronta, adesso tocca a me.
Per evitare che il dildo esca da solo, la faccio sedere sul letto con questo cazzo di gomma ben piantato dentro, lei si muove in cerchio, vuole sentirlo tutto. Mi guarda, sembra quasi non mi riconosca, è in totale estasi, respira a bocca aperta, poi sembra riprendersi: “ho baby, non hai idea di quello che sto provando, è un piacere indescrivibile, dietro mi piace molto di più che davanti, ho un orgasmo continuo, non riesco a fermarmi, hoooooo, che bello, continuo a godere, haaaaaaa”.
Me ne accorgo dal continuo sbrodolare della figa, in due minuti ha allagato il lenzuolo dove si è seduta. Sono anch’io molto eccitato dalla situazione e gli infilo subito il cazzo in bocca per farlo diventare duro al massimo, lei pompa succhiando i goccioloni che escono dal glande e continua a dondolarsi sopra il dildo che la impala. Ce l’ho durissimo, esco dalla sua bocca e la rigiro in ginocchio sul bordo del letto, la metto a pecora, io mi metto in piedi dietro, prendo il dildo e lo faccio uscire piano, lei spinge ed esce quasi da solo, lo guardo, è perfettamente pulito, non serve che mi metta il preservativo. Ricopro per bene il pene di gel e gli chino un po’ la schiena, la cappella è perfettamente allineata al buco, appoggio e spingo, sento la resistenza dello sfintere, spingo con più decisione e di colpo il glande entra tutto, lei inarca la schiena, un solo forte gemito, ma non sembra di dolore, aspetto un attimo, un attimo troppo lungo che lei non apprezza: “dai spingi, cosa aspetti, lo voglio tutto dentro, spaccami il culo, ti voglio sentire fino in fondo, sverginami il culooooo, sbrigati”.
Porca miseria, sta diventando più troia di sua mamma, ma mi sta facendo impazzire da quanto mi eccita, capisco perfettamente tutte le parole che dice come se stesse parlando italiano, spingo con decisione e mi sento quasi risucchiato, è strettissima, ma vado dentro inesorabilmente, sento il pene avvolto e schiacciato dai muscoli anali, il piacere che provo è incredibile, Michelle urla, un misto di dolore e piacere, poi mi accorgo che è lei a spingere indietro, sono tutto dentro, gli artiglio i fianchi e mi fermo. Lei butta la faccia sul cuscino, le mani dietro ad allargare il più possibile i glutei, continua a spingere verso di me: “Siiiii, che bellooooo, hooooo, lo sento tutto dentro, quanto è grosso e duro, mi stai facendo morire, scopami, scopami forte, dai muoviti dentro di me, ti prego”.
Inizio a pompare piano, appena mi muovo si alza col busto ed inizia una litania che sembra un ululato, non smette più, io pompo sempre più forte, sono convinto che nessuna donna subito dopo sverginata in culo possa sopportare una simile monta senza sentire un male cane, ma Michelle no, lei gode come una matta e non smette più di sbrodolare e squirtare. Sento i rivoli di liquido che corrono sulle mie cosce, il canale anale si è adattato, ma continua ad essere strettissimo, è troppo bello ed esplodo in una sborrata epica. Non riesco a contare i fiotti, ma gli riempio la pancia.
“Siiiiii, sento la tua sborra, è caldissima, mi riempi tutta, che bello”.
Grida gemendo tutto il suo piacere e con la mano va a martoriarsi il clitoride fino a scoppiare anche lei in un violento orgasmo che urla fuori a pieni polmoni. Lo sento, stringe i muscoli intorno al mio cazzo come a stritolarlo, la sensazione che provo è indescrivibile.
Ci lasciamo andare distesi sul letto, siamo disfatti e senza più energia, mi sento completamente svuotato. La carica erotica di Michelle è pazzesca, questa ragazza spezza la schiena a chiunque.
“Shell, non ti dispiace se stanotte dormiamo e basta? Credo d’aver esaurito tutte le munizioni”.
Ha ancora il fiatone e gli occhi sconvolti: “sono d’accordo, mi hai spaccata in due, e poi non credo che mia mamma accetterebbe volentieri le mie urla di quando godo”
Meno male, penso, ho tutta la sera e la notte per recuperare, domani mattina mi aspetta un altro round con Daisy. All’inizio avevo creduto che scopare con Michelle fosse quasi una passeggiata che mi permetteva di risparmiare le forze per quella scatenata della madre, adesso mi rendo conto che lei, in solo due settimane, è diventata quasi peggio della madre. Madonna Santa, che scopate che mi sto facendo!
Daisy rientra giusto per cena, ci sediamo a tavola e loro impazziscono davanti al pesce che ho cucinato: branzino in crosta di sale. Ho avuto culo e la cottura è perfetta, ma la fortuna l’ha avuta Daisy a trovare un pesce freschissimo al mercato, cosa non sempre scontata. Lo Chardonnay del Trentino che ho comperato al Topo Gigio, prima di andarmene, è l’abbinamento perfetto. Passiamo una bellissima serata. Mi rendo conto che qui con loro sto davvero bene e l’apprendimento dell’inglese fa passi da gigante, penso che entro 4/5 mesi dovrei essere ad un livello ottimale, poi me ne andrò in Germania per ricominciare tutto daccapo con la lingua tedesca. Devo solo riuscire a gestire le forze fisiche con queste due assatanate.
Siamo quasi a fine marzo e il clima è decisamente migliorato, l’inverno è stato parecchio rigido. Ormai sono di casa da Daisy e Michelle, dormo da loro non meno di 3 giorni la settimana, ma ultimamente non ho più voglia di lavorare e mi fermo sempre più spesso a Dorking, anche i week-end. Tanto, quando sono tutte e due a casa non si scopa e mi posso riposare. Daisy non può farsi scoprire dalla figlia e Michelle si conosce, quando gode la sentono fino in strada, la madre non sarebbe molto d’accordo!
Durante i fine settimana ci deliziamo con la cucina italiana, le faccio diventare matte, sono sempre alla ricerca di mercati e negozi per soddisfare le mie richieste di materia prima fresca e genuina, ma quando si siedono a tavola restano estasiate, ormai si mangia solo italiano in questa casa, con buona pace della paura di ingrassare, le lunghe e impegnative sessioni di ginnastica tra le lenzuola aiutano perché questo non accada.
In questi ultimi 5 mesi, oltre alla lingua inglese, Daisy mi ha introdotto a tutte le sue notevoli ed incredibili conoscenze sulle pratiche sessuali, non posso dire che sia una ninfomane, ma sicuramente una grande amante del sesso, in tutte le sue forme. Con lei ho sperimentato praticamente tutto, dalla dominazione soft alla sveltina dentro i camerini in un noto grande magazzino di Londra, fino alla scopata a 3 con una sua amica, ancora più porca di lei. Sono rimasto incantato a guardare per un’ora il loro rapporto lesbo e mentre davano fondo a tutti i giocattoli di Daisy inseriti in ogni buco, alla fine mi hanno voluto completamente passivo e sono stato rivoltato come un calzino. Bisogna provarla, almeno una volta nella vita, l’esperienza di due bocche che ti succhiano contemporaneamente, una il cazzo e una il culo, credo di non aver mai sborrato tanto in vita mia, mi ci sono voluti due giorni di sonno per recuperare. Buona parte delle cose che imparavo da Daisy le rifacevo con Michelle, che non si è mai tirata indietro davanti a nulla, anzi, voleva andare oltre, dimostrando d’essere diventata ormai più porca della madre e, lei si, molto vicina ad essere una ninfomane che non gli basta mai.
Mi ero accorto che Michelle godeva di più nel rapporto anale rispetto a quello vaginale, ogni volta andava fuori di testa, e quando potevo, non c’era momento che non ne approfittassi per farla godere. Un venerdì sera siamo riusciti ad avere i biglietti per lo spettacolo del musical Cat’s al Palace Theatre, gli avevo chiesto di uscire in gonna con la scusa che le sue belle gambe devono essere mostrate e non nascoste, dopo un quarto d’ora che eravamo seduti, nel buio della sala piena di gente, ho infilato la mano sotto le sue chiappe, lavorando un po’ sono riuscito a fare un foro nei collant ed ho spostato le mutandine, il dito medio è entrato faticosamente tutto dentro nel culo, lei aveva la mano sulla bocca per non gridare, per fortuna il volume alto dello spettacolo copriva abbastanza, ogni tanto muoveva il sedere per assaporare al meglio l’inserimento. A un certo punto mi ha sussurrato sull’orecchio: “darling, please two, two fingers”. Gli ho subito infilato anche l’indice e, ogni volta che il volume dello spettacolo si alzava, li rigiravo più che potevo e lei si buttava sulla mia spalla per soffocare i gemiti. Siamo rimasti così fino quasi la fine dello spettacolo, credo sia riuscita ad avere almeno un paio di orgasmi. Ogni tanto quello seduto al suo fianco si girava a guardarla perché percepiva i lamenti, ma non credo abbia capito cosa stesse succedendo. Da allora, ogni volta che uscivamo da qualche parte dove bisognava restare seduti, anche solo in una pizzeria o al cinema, portava sempre con sé la collezione di plugs anali, andava nel bagno del locale dove ci si trovava e se ne inseriva uno in culo, ritornava e iniziava un lento e continuo movimento ondulatorio sulla sedia. Quando mi accorgevo che il suo sguardo diventava assente, abbassava gli occhi e tremava, capivo che stava avendo un orgasmo ….. Se indossava i jeans stretti, quelli con la cucitura che struscia sul clitoride e aveva un plug infilato nel culo, durante la cena in un ristorante riusciva ad arrivare ad avere anche a tre orgasmi. Ormai il sesso era diventato la sua droga.
È domenica mattina, mi alzo un po’ prima del solito, Michelle continua a dormire, vado in bagno, ma mi soffermo ad ammirarla, è completamente nuda e il lenzuolo gli copre solo un pezzo della schiena, il sedere è completamente scoperto, che visione, pelle bianca, glutei rotondi e burrosi, si intravede il buchetto. Mi viene voglia di svegliarla infilandogli dentro il cazzo, giusto per continuare la selvaggia cavalcata di ieri sera. Abbiamo approfittato del fatto che eravamo a casa da soli, Daisy ha dormito fuori, da un suo non precisato nuovo amico di colore. Ma non posso, devo andare a Londra, ho un servizio al Claridge’s, un banchetto di 300 persone che viene pagato piuttosto bene. Sono in bagno e mi faccio la barba, immerso nei miei pensieri e su come mi devo organizzare la giornata. Tutto di colpo un flash, come una rivelazione, spalanco gli occhi e mi guardo la faccia ancora mezza insaponata …… mi rendo conto che sto pensando in inglese, da quando mi sono svegliato pensando di scoparmi Michelle, fino a tutte le successive riflessioni, nella mia testa elaboro tutto in inglese, non in italiano. È il segnale che stavo aspettando, devo andarmene, ormai la mia esperienza in terra inglese è arrivata alla fine. Il problema sarà spiegarlo alle mie due donne, speriamo bene.
Già da un po’ sapevo che, comunque, ormai mancava poco e mi sono organizzato. Ho inviato diverse lettere ai migliori alberghi di alcune grandi città in Germania e attendo le risposte, andrò in quello che mi conviene di più. Stavolta però non cerco lavoro come cameriere, voglio fare il salto e passare al ricevimento, anche se la paga è bassa. Ricevo quattro proposte interessanti, alla fine scelgo quella che ritengo la più consona: inizio come facchino ai piani per avere il tempo di imparare il tedesco un po’ meglio di adesso, per poi passare al ricevimento come addetto alla clientela di lingua anglofona. Stipendio, 500 marchi al mese, una miseria, ma tant’è, vado per imparare la lingua e …… scopare un po’ di tedesche, giovani o mature non ha importanza, mi basta scopare. Destinazione Düsseldorf, partenza entro un mese, è il 1982.
Non è stato facile andarmene, per Michelle più che altro. Daisy aveva trovato un altro toy-boy col quale trastullarsi, un giovane ragazzo di colore, mi ha detto che è un superdotato, il primo della sua vita e non riesce ad accoglierlo tutto da quanto è grande il suo cazzo. Michelle invece non smetteva di piangere, ma non potevo farci niente, dovevo partire.
Per quasi due anni ho continuato a tenermi in contatto con loro. Con Michelle è proseguita la nostra relazione, epistolare più che altro, sono andato a trovarla dopo quattro mesi che ero partito, avevo troppa nostalgia di quelle mitiche scopate, anche perché in Germania non ero ancora riuscito a combinare nulla. Va da sé che nei tre giorni che mi sono fermato ho scopato con tutte e due, avendo la conferma che il nuovo toy-boy di Daisy era un superdotato, quando abbiamo fatto l’anale, aveva un buco così largo che il mio cazzo quasi ci ballava dentro. Fortunatamente Michelle si era messa il cuore in pace e aveva trovato un nuovo ragazzo, un inglese. Quando abbiamo scopato l’ultima volta mi ha confessato che, sessualmente è un ghiacciolo, ma la cosa è ricompensata da un cazzo decisamente più importante del mio e riesce a divertirsi quasi come con me. Dopo un anno e mezzo i contatti erano solo telefonici e solo con Daisy, ci si sentiva tutti i mesi. Mi ha detto che i rapporti tra lei e la figlia erano ormai alla rottura definitiva. Dopo aver raggiunto la maggiore età, Michelle era diventata ingestibile, sempre fuori, spesso rientrava a notte fonda sfatta di birra, sempre truccatissima e alla ricerca di un uomo con cui scopare, una drogata del sesso. Un giorno, rientrando a casa, l’ha trovata stesa sul tavolo in cucina che si faceva montare dallo zio di quasi 60 anni. Ha anche mollato il suo toy-boy superdotato perché ha sfondato il culo di Michelle e l’ha dovuta portare in ospedale per farsi ricucire. Passati gli anni, quasi 35, Michelle mi ha trovato e contattato via FaceBook, era il 2015. Mi ha scritto che Daisy era venuta a mancare 10 anni prima e che lei ha avuto una vita piuttosto difficile e travagliata, non si è mai sposata. Ho insistito per avere una sua foto, ma lei si è sempre rifiutata, alla fine si è cancellata da FaceBook e ho completamente perso i contatti.
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