” Era il giorno del mio quindicesimo compleanno......Avevo appena finito l'allenamento di tennis, e mi diressi verso lo spogliatoio per una doccia" Cominciò a raccontare Giorgio, mentre lappava il grosso cazzo d Nikolai, e quello di Ivan gli sconquassava lentamente le viscere. "Dovevo sbrigarmi, mio padre mi sarebbe venuto a prendere dopo neanche mezz'ora, per portarmi alla mia festa. Mi ero attardato sul campo per scaricare la rabbia che il mio migliore amico Francesco mi aveva causato, dandomi buca per la mia festa solo qualche ora prima all'uscita da scuola. Ero venuto quindi al centro sportivo anche se quel giorno di solito non mi allenavo per cercarlo e parlargli. Ci conoscevamo da bambini e avevo capito subito che c'era qualcosa che non andava. Mi aveva fermato fuori dalla classe per dirmi che non sarebbe venuto alla mia festa, e quando gli aveva chiesto perché se ne era andato balbettando qualche scusa.
Così ero andato al campo perché lui si allenava sempre il martedì. Non c'era nessuno a quell'ora e lo spogliatoio era silenzioso, ma quando passai vicino alle docce private del personale sentii dei lamenti, incuriosito entrai e avvicinandomi distinsi due diverse voci, Una era solo un singhiozzo, l'altra invece seppur ansimante era familiare, ne ebbi la conferma quando guardano dallo spioncino della porta vidi nella doccia di fronte, sotto lo scroscio dell'acqua calda, il retro di un corpo nudo e muscoloso. Sulla nuca aveva una "M" tatuata e riconobbi il tipo come Mattia, L'istruttore di tennis del centro, che si muoveva avanti e indietro, confuso guardai meglio e notai un altro paio di gambe insieme alle sue! Ora era chiaro, l'istruttore si stava facendo qualcuna. Giravano voci nel centro per le quali, Mattia si scopasse ogni allieva che fosse giovane o matura senza difficoltà; tutte sedotte dal suo corpo statuario di trentenne, l’aria da cattivo ragazzo e, sempre come riportavano le voci, dal suo grosso randello. Eccitato dalla situazione, pensai che non c'era meglio di una rapida sega per sfogare l'incazzatura, così tirai fuori il mio cazzo e cominciai a toccarmi come mi piaceva. Il vapore cominciava a rendere difficile la visuale, e in un attimo di stupidità, decisi di provare a aprire un poco la porta per vedere meglio.
Ripresi a segarmi furiosamente, e mi accorsi che ora distinguevo molto meglio le voci, L'istruttore mentre pompava ansimando, sciorinava improperi anche pesanti:" Ahhh...zoccola! Uh lo senti come entra? Ormai è sfondato, ci entrerebbe un treno...ahh, neanche il lubrificante è servito vacca che non sei altro! Godi, eh? Lo sento da come mi stringi col culo, uh...ah...avanti rispondi! " Se la stava inculando! Intanto l'altra voce continuava a singhiozzare, e Mattia disse:" Ah già non puoi parlare così…hai la bocca tappata! Ahhh il mio lo conosci bene, ma chissà se ti piace anche il sapore della figa di quella puttana! Ora te le tolgo e tu rispondi, chiaro?" Fece un movimento col braccio e lanciò qualcosa dietro di sé, arrivò vicinissimo a me. Lo guardai e vidi che si trattava di un paio di mutandine da donna, erano ovviamente bagnate, ma comunque distinsi delle macchie giallastre e secche, dopo tutti i boxer che avevo lordato, sapevo riconoscere bene della sborra quando la vedevo.
Uno schiocco seguito da un rantolo mi riportò con gli occhi sulla coppia, compresi che Mattia mentre la fotteva doveva aver sculacciato la sua preda; "Rispondi troia! Ti piace il cazzo nel culo?" E giù un altro sculaccione. L'altra voce mando un nuovo gemito e finalmente rantolò: “Ahh...ti prego basta, ahhh...per favore...ah…" fu interrotto da un nuovo colpo e dal tono furioso dell'istruttore " Basta? Ma basta cosa…lurida troia mi dici di smettere e intanto vieni indietro col culo! Che c'è, ti brucia? Nessun problema, finiamo come l'altra volta, avanti inginocchiati!" Si sfilò e si fece da parte finalmente potei vedere la "troia", raggelato vidi un volto familiare, arrossato e con gli occhi di fuori, il volto di un maschio, il volto del mio amico Francesco. Fu una cosa breve, infatti le mani dell'istruttore subito lo spinsero giù per le spalle, vidi quello che ormai sapevo essere il mio migliore amico inginocchiarsi senza fare resistenza e sparire dalla mia visuale. Subito dopo si cominciò a sentire un rumore di sciaquettio, che non aveva nulla a che fare con la doccia, accompagnato dal sospiro soddisfatto dell'istruttore che con una mano scese ad accompagnare la testa di Francesco e con l'altra si reggeva allo sportello della doccia. Prese ad insultarlo nuovamente:" Ahhh così bravo, lo so che ti piace tanto succhiare mio bel pompinaro…ahhh si! Dio lavorate tutti bene di bocca in famiglia! Quella troia di tua madre non se lo levava più dalla bocca! Anche dopo che le avevo allagato la gola di sperma...uh...ha continuato a succhiare tanto che mi è rimasto duro...Fermo! Non la difendere e succhia!" Così dicendo bloccò la protesta di Francesco, afferrandogli la testa con entrambe le mani e prendendo a muoversi nella sua bocca. " Ora ti fotto la gola così come le ho scopato quella fichetta stretta! Per due ore l'ho montata, ahhh che goduria! È venuta qui piena di boria ingiuriandomi perché le avevo sverginato quel frocetto del figlio e....ahhh l'ho rimandata a casa senza mutande e con la passera piena di sborra…ahhh" E giù a pompare in quella bocca. Io dal canto mio, stavo con gli occhi sulla scena con la mente annebbiata.
Mi distrassi sentendo un gemito uscirmi dalla bocca e un liquido bagnarmi la mano, guardai in basso e mi accorsi di essere venuto. Mi ero masturbato per tutto il tempo. Troppo tardi mi resi conto di poter essere udito, sollevai lo sguardo e se Francesco era troppo impegnato per accorgersi di qualcosa che non fosse la fava che aveva in gola, Mattia invece mi guardava fisso con un ghigno. In preda al panico scappai tirandomi su i pantaloni, inseguito dall'eco del ruggito dell'istruttore che veniva in bocca al mio amico. Quella sera alla mia festa ero stralunato e distante, troppo sconcertato per quello che avevo visto, ma soprattutto per essermi masturbato guardando due maschi fare sesso. Me ne stavo a bere una birra con un paio di amici quando vidi arrivare Francesco, mi bloccai a fissarlo e lo seguii come un automa quando mi chiese di parlare, mi disse che sapevo di cosa. Andammo nel garage, dove dopo qualche attimo di imbarazzo, mi guardò e cominciò a raccontarmi tutto di getto. Mi spiegò di come una sera due settimane prima stava facendo la doccia e similmente a ieri a tarda ora non c'era nessuna, aveva sentito un rumore e si era girato vedendo l'istruttore Mattia entrare nelle docce comuni perché come gli disse, l'acqua calda in quelle dello staff era rotta. Poi mi disse che lo aveva visto spogliarsi ed era rimasto ipnotizzato dal fisico di marmo di Mattia, e dal grosso uccello che gli pendeva tra le gambe: Fu così che capii che il mio amico era gay. Mi raccontò di come l'istruttore si fosse accorto del suo sguardo, gli si era avvicinato, e senza sapere come si era ritrovato a fargli un bocchino. L'uomo lo aveva sedotto e sverginato senza pietà. Lo aveva montato a lungo incurante dei lamenti di dolore di Francesco, che sentiva l'ano bruciare, apostrofandolo con i peggiori epiteti, finché non gli aveva riempito le viscere di sperma. dopo averlo sfilato era andato sotto la doccia lasciando il mio amico distrutto sulla panca dove lo aveva piegato. Il tempo di riprendersi ed era scappato via dopo essersi rivestito.
Mi disse che il sedere gli aveva fatto malissimo durante il viaggio di ritorno sul bus, la sensazione di umidità dietro lo teneva con la mente all'amplesso che aveva subito e che gli era piaciuto. Tornato a casa si fece un’altra doccia lavandosi bene l'ano dolorante dallo sperma che continuava a fuoriuscire. Nei giorni successivi più volte l'istruttore lo aveva cercato e con sempre meno resistenze lui si era concesso facendosi fottere ovunque e con sempre maggior goduria nell'essere trattato da zoccola. Aveva bevuto litri di sperma, e preso il cazzo di Mattia in svariate posizioni ormai schiavo di quella situazione. Poi il disastro, la madre vedova quarantenne, che dopo aver visto le sue mutande sporche di sperma dal lato sbagliato e qualche volta anche di sangue, quando veniva scopato più volte di seguito.
Le inspiegabili assenze accampate con delle scuse di impegni di studio e amici, quando invece andava a prendere cazzo e sborra in bocca e culo.
Avevano portato a un interrogatorio dove alla fine aveva spiattellato tutto. La donna per difendere il suo unico figlio, era andata da quello che considerava un aguzzino per minacciarlo di denuncia. Tanto fece che si ritrovò a subire una violenta scopata. l'uomo forte della sua sicurezza l'aveva travolta, riconoscendo in lei la stessa natura da vacca del figlio. Aveva tirato fuori il cazzo, glielo aveva messo in mano, in bocca e infine, dopo averla sgrillettata, nella figa; l'aveva trombata selvaggiamente e restando sordo alla sua richiesta di tirarlo fuori al momento dell'orgasmo perché ancora fertile, l'aveva infilzata fino alle palle riempiendole la passera di sborra. Poi l'aveva cacciata via ancora stordita dagli orgasmi, tendendosi però le sue mutandine che aveva usato per pulirsi il cazzo.
Questo, mi disse Francesco, lo aveva saputo direttamente da lui, quando il giorno successivo lo aveva preso fuori scuola e portato in camporella dove lo aveva scopato e filmato per punirlo. Dopo avermi rivelato tutto finimmo le birre e ci salutammo. Mi masturbai tutta la notte fantasticando di essere al posto di Francesco, fatto che mi turbava, ma non potevo farne a meno. Ero talmente irretito dalla situazione, che quando incontrai l'istruttore a chiusura del centro il giorno dopo, non feci nulla per sottrarmi a quello che successe.
Stavo andando nello spogliatoio quando mi chiamò, Mi portò nella sala ristoro e iniziò a circuirmi:"Allora ti ho visto l'altra sera, ti è piaciuto lo spettacolo? So che ne hai parlato con la troia, o pardon con Francesco...ti menavi il pisello mentre il tuo amico a due metri da te faceva la puttana......ma dimmi cosa avresti preferito scopargli la bocca o succhiare questo...?" E così dicendo si slacciò i pantaloncini e cacciò fuori il suo arnese. A quella vista rimasi pietrificato, nonostante tutto non immaginavo fosse così grosso, mi balenarono in mente due pensieri: il mio in confronto spariva, e come poteva Fra prendere quel mostro in bocca e culo fino alle palle come gli avevo visto fare? Le mie riflessioni furono interrotte da una mano che afferrò la mia e la mise su quella trave guidandomi in una sega, in uno stato di torpore presi a masturbare quel randello come fosse il mio, guadagnandomi l'approvazione dell'istruttore che si calò completamente i pantaloncini e li sfilò per stare più comodo.
Mi trascinò ad uno dei divanetti e fattomi sedere mi trovai davanti al viso una cappella viola e dura che iniziò a premere sulle mie labbra, ripresi il controllo delle mie azioni e tentai di sottrarmi ma una mano sulla nuca e una sul naso fecero in un attimo sparire un terzo di quel randello nella mia bocca. La sensazione, il sapore e o l'odore di quel cazzo mi ipnotizzarono e senza più oppormi mi lasciai guidare nel primo pompino della mia vita che si concluse con una doppia sborrata. Una nella mia bocca che fui "costretto" ad ingoiare e un altra nei miei pantaloni causata dalle mie carezze. Dopo quell'esperienza lasciai il centro sportivo. Ai miei dissi che dovevo concentrami sullo studio. Ruppi i rapporti con Francesco, ma rimasi ossessionato da quanto successo…umpfh…"
Fu interrotto Giorgio dal cazzo di Ivan che scambiatosi di posto col fratello prese a fottere quella bocca fantastica…" Dopo ci racconti il resto ma ora vogliamo sborrare!"
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