Mi chiamo Anna, ho ventisette anni, sono bionda, alta 1,70, un po' rotondetta, ma abbastanza carina. Ho una buona terza di seno ed un culo che reputo un po’ grosso, ma che, in ogni caso, piace molto. Anche la bocca è bella larga e questo mi permette di far dei bocchini favolosi. Da due anni son sposata con Michele. Lui è un bel ragazzo, molto robusto, grandi braccia e muscoli davvero notevoli. Fa il muratore e, spesso, è fuori casa anche per più giorni. Ha un bel cazzo, non troppo lungo, ma grosso, che mi ha subito fatto innamorare di lui. Dopo due anni di fidanzamento, durante i quali mi scopava abbastanza regolarmente, ci siamo sposati. La vita matrimoniale aveva un andamento con alterne vicende. Per esigenze economiche, siamo andati a vivere con i suoi genitori. A me il sesso piaceva sempre di più e, intanto, mio marito mi scopava sempre meno e non ne capivo il perché. Ero sempre stata una porcellina prima di stare con lui e adesso ne avvertivo la mancanza. Per suscitare il suo interesse, mi vestivo piuttosto provocante, a letto ero sempre più porca, ma lui, nulla, quando aveva voglia mi scopava e, poi, si girava dall'altro lato, senza preoccuparsi se avessi goduto o meno. Abitando con i suoi genitori, a volte giravo per casa con quasi niente addosso, ma questo, ai miei suoceri, sembrava non dar fastidio. Più volte, al mattino, mi trovavo in cucina con addosso una vestaglia abbastanza trasparente, che non nascondeva il perizoma che avevo sotto ed il seno florido, ma senza reggiseno, sopra. È capitato più di una volta che Pietro, mio suocero, ancora un bell'uomo, si trovasse anche lui in cucina e faceva finta di non vedermi. Io ammetto che un pensierino su di lui lo avevo fatto e più d'una volta l'ho sorpreso che mi guardava, ma, da vera troia, lo stuzzicavo con le mie evoluzioni molto provocatorie. In fondo ero in calore e suo figlio non mi scopava. Mia suocera Carmela, invece, mi adorava. Di bell'aspetto anche lei, non disdegnava, anche lei, di girare per casa in accappatoio con sotto nulla, proprio come me, e questo piaceva molto anche a lui. Un lunedì mattina, mi alzo e scopro che io e lui siamo soli. Mio marito era partito per eseguire un lavoro in un cantiere molto distante da noi, per cui dovrà rimar fuori sei giorni e mia suocera aveva deciso, all'improvviso, di andar a trovare i suoi anziani genitori, che abitano molto distanti, in un’altra regione. In pratica siamo in casa io e mio suocero. A pranzo, cucino io, indossando una camicetta trasparente senza reggiseno, visto che non lo uso e pantaloncini stretti, senza perizoma, che mettevano in risalto la mia fica nuda e ben stretta nel tessuto. Lui naturalmente si accorge che sono decisamente provocante e che, con le mie movenze, lo stuzzicavo. Avevo anche sbottonato ancor più la camicetta, in modo da metter in mostra i miei seni, di cui ero particolarmente orgogliosa. Avevo la fica in fiamme ed avevo una voglia forsennata di scopare. Dopo il pranzo, condito da tante battute e doppi sensi, lui si offre di aiutarmi a riordinare. Io lavavo i piatti e lui asciugava, poi, ad un certo punto, lasciò cadere una posata, mi piego a 90° e non faccio in tempo a raccoglierla, che mi sento dietro un coso duro da far paura. Mi giro, lo guardo e lui, con un’aria alquanto incerta, si scusa.
«Scusami, ma non ne potevo più', mi stai facendo morire. Sei cosi prorompente che non riesco a resisterti.»
Lo guardo e gli sorrido felice.
«Anch’io ti voglio! Son davvero affamata di cazzo! Tuo figlio non mi scopa più come una volta ed io dovevo decidere se uscire a far la troia per strada o farmi scopare da te.»
Lui mi guarda quasi incredulo. Mi strige a sé e mi bacia con impeto e passione. Le nostre lingue si sono subito intrecciate, la camicetta è volata via in un attimo, mi ha afferrato i seni, baciando e succhiando i capezzoli, ormai duri come la pietra. Ho afferrato il suo cazzo da sopra i pantaloncini corti che indossava e l’ho tirato fuori: era enorme! Nulla a che vedere con quello di mio marito, suo figlio! Lo guardo stupita, lui mi sorride e mi invita a prenderglielo in bocca.
«Dai, succhiamelo, che poi te lo pianto tutto dentro. Questo è un vero cazzo, non come quello di quella mezza sega di tuo marito.»
Lo guardo incredula, ma lui mi fa inginocchiare e comincio a prenderlo in bocca con una certa difficoltà, sebbene la mia bocca sia abbastanza ampia: lui me la riempiva tutta. Lo succhio e mi bagno come una fontana. La fica mi colava al punto di sentire il cavallo dei pantaloncini completamente inzuppato. Lui geme e poi mi solleva, mi poggia sul tavolo, mi toglie i pantaloncini e mi scruta famelico. Si inginocchia fra le mie gambe e subito sento la sua lingua che passa tra le labbra fradice della mia fighetta. Ero un lago! Non capivo più niente, nemmeno da mio marito mi ero mai sentita leccare a quel modo.
«Sì, dai, continua. Cazzo, sei stupendo! Dai, che vengo. Pietro, mi fai venire!»
Continua a farmi impazzire ed io a godere. Poi si solleva, mi alza le gambe fin sopra le spalle ed appoggia la cappella sulla fica. Spinge con calma e, in un primo momento, avverto di esser troppo stretta per il suo cazzo, che sembra aver difficoltà ad entrare: è troppo grosso! Lui mi guarda, sorride e, alla fine, ci riesce.
«Sei così stretta che mi sembra di sverginarti! Adesso però, ti faccio godere all'impazzata.»
Incomincia a pomparmi e subito sono al settimo cielo. Mi sbatte con forza il suo cazzo tutto dentro e, anche se all’inizio non riuscivo a prenderlo tutto, lui, con affondi sempre più decisi e profondi, alla fine fa aderire il suo corpo al mio. Cazzo, ce l’ho tutto dentro ed al solo pensiero inizio subito a godere.
Urlo, vengo e lo incito a sfondarmi tutta.
«Più forte! Ancora più forte! Dai, che vengo! VENGO!»
Lui mi sbatte, poi mi guarda ed io capisco che è giunto all’apice. Lo esorto ad inondarmi la fica perché sono protetta. Mi sbatte ancora un po’, poi esplode alla grande dentro di me. Lo sento che mi riempie con il suo liquido caldo. Lo sento colare giù per le cosce. Scendo dal tavolo, mi abbasso davanti a lui e gli prendo il cazzo in bocca. Nonostante abbia sborrato abbondantemente, è ancora molto duro. Lo lecco e succhio come posso, in bocca mi entra solo la punta e, intanto, lui è sempre duro come l'acciaio. Mi solleva, mi bacia in bocca, mi succhia la lingua, poi mi gira e comincia a lubrificarmi il culo.
«Adesso, ti spacco, il culo! Lo so che tuo marito non ti scopa come vorresti, a lui, ora, piacciono i cazzi, piuttosto che le fiche. L’ho scoperto per caso e, poi, c’è anche un’altra cosa che devi sapere. Lui non è proprio mio figlio: quella zoccola di mia moglie si era fatta ingravidare da un mio amico.»
Resto basita e, in un attimo, mi riescono chiare tante cose, ma non ho il tempo di pensarci più di tanto, perché sento che mi lubrifica il mio buco del culo, poi appoggia il cazzo sul buco, pronto ad affondar dentro, quando, dalla porta che dà sul patio, vediamo entrare Paolo, il suo miglior amico, che resta immobile e ci guarda stupito.
«Cazzo, Pietro, ti scopi questa vacca di nuora!»
Un attimo di imbarazzo generale ed io, ormai troppo eccitata dalla scopata appena fatta e dall’idea di poterlo avere anche nel culo, lo guardo e lo invito ad unirsi a noi. Lui guarda mio suocero, che gli sorride e annuisce.
«Dai, scopami anche tu! Oggi voglio sentirmi completamente troia!»
Non ha avuto un attimo di esitazione. Mi son allungata sul tavolo ed ho iniziato a prenderglielo in bocca, mentre mio suocero mi faceva il culo. Avrei voluto gridare per il dolore/piacere che stavo provando, ma avevo la bocca piena del cazzo di Paolo. Pietro mi sfondava con colpi durissimi che mi slargavano il culo e mi facevano impazzire di piacere. Ero fuori di testa da quanto godevo e lui mi urla tutto il piacere che provava nel farmi il culo.
«Sei una troia, puttana, ti spacco in due, così mio figlio impara a scoparti! Ti sfondo questo culo meraviglioso che, da due anni a questa parte, mi sventolavi ogni giorno davanti alla faccia! Adesso ti faccio diventare una vera zoccola, rotta in culo!»
Mi pompava come un pazzo scatenato. Poi però Paolo ha chiesto, a sua volta, di scoparmi il culo e, a quel punto, ho suggerito di metterci comodi, andando in camera da letto. In un attimo mi sono ritrovata a succhiare mio suocero, mentre Paolo mi faceva il culo anche lui.
«Che troia! Te lo dicevo che era una bella puttana tutta da sfondare! Dai, Pietro, che la facciamo impazzire.»
Si godono i miei buchi per un po’, poi mio suocero si distende supino e io lo cavalco. Mi sento il cazzo entrare davanti e spingere contro il fondo della fica, quasi a volermi sfondare. Paolo, nel frattempo, mi fa distendere sul petto di Pietro e, lentamente, mi penetra di nuovo il culo. Impazzisco stretta fra due cazzi che mi sfondano contemporaneamente, da vero delirio! Non riuscivo a gridare dal dolore e piacere provato. La mia mente era totalmente protesa al grande piacere che stavo provando. Non avevo nessun altro pensiero nella mente, se non quei due cazzi che mi stavano sfondando. Deliravo e li incitavo a sbattermi sempre di più.
«Sono la vostra troia! La vostra puttana! Sfondatemi tutta! Più forte! Scopatemi come una cagna! Una zoccola! Mi sento la vostra zoccola!»
Ero proprio fuori di testa. Mi hanno scopato per tutto il pomeriggio. Non so quante volte che abbiamo goduto. E, per tutta la settimana, abbiamo scopato sempre, molto intensamente. Al ritorno di mia suocera, Pietro l’ha messa al corrente che mi aveva scopato tanto e bene. Lei mi ha abbracciato e baciato in bocca, felice e contenta.
«Benissimo! L'ho fatto di proposito a lasciarti sola con lui, perché lo volevo anch’io che chiavassi con mio marito. Da quando ha scoperto che mio figlio è frutto di un corno fatto con un suo amico, ho deciso che lui aveva il diritto di pareggiare il conto scopando te, che sei sua moglie. Inoltre, come ti avrà detto mio marito, il tuo si è invaghito di un suo amico gay, che se lo scopa fino allo sfinimento, e non volevo che tu rimanessi senza cazzo. Se vuoi lo puoi scopare ogni volta che ne hai voglia e, se poi lo fai assieme a me, sarà ancora più bello.»
L’ho abbracciata commossa e subito ci siamo baciate. Pietro ci ha scopate entrambe. La sera, quando è tronato mio marito, l’ho affrontato davanti a loro.
«Ho scoperto che mi tradisci con un altro uomo, ma io non te ne faccio una colpa, anzi, se ti piace davvero tanto, portalo qui con noi, così lo puoi avere senza troppi sotterfugi. Io, però, mi faccio scopare da chi voglia e questo lo devi tenere in conto, perché non voglio divorziare.»
Lui, dopo un attimo di imbarazzo, mi ha sorriso e mi ha abbracciato. Dopo di che, ha chiamato il suo amore che ci ha raggiunti, poco dopo. Quando è arrivato Roberto, gli ho detto che per me potevano stare insieme e non ero gelosa, ma sarei stata felice di vederlo godere con lui davanti a noi, mentre ovviamente avremmo scopato a nostra volta. Da allora la famiglia si è allargata di molto. Ho partorito un maschio, figlio di? Boh! Non lo so con precisione, perché da quando ha smesso di usare le precauzioni, mi hanno riversato tanta sborra dentro, che non so chi sia il padre: mio marito, Roberto o Pietro, uno di loro di sicuro, ma questo a noi non importa. La sola cosa che ci interessa è che andiamo d’amore e d’accordo e ognuno di noi è felice e questa è la sola cosa che conta per noi.
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