I pruriti di Paolina...3

  • Scritto da crisrex il 05/05/2022 - 16:39
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Mentre mi avvicino allo studio medico di XXXXX sono confusa, a metà fra la paura di vivere nuovamente nuove esperienze, che fino a quel momento ho solo immaginato o sentito raccontare dalle mie amiche più birichine, e l’eccitazione nel pensare intensamente a ciò che mi sta aspettando.

Fra l’altro, il pensiero di essere nuovamente l’oggetto del desiderio di XXXXX, della sua grossa verga e, perché no, il pensiero di una non chiara partecipazione di Francesco … mi fa già inumidire lì sotto. Prima di uscire ho indossato una gonnellina in jeans molto corta, arriva giusto una spanna sopra al ginocchio, senza mutandine, anche perché odio le cose inutili, e so bene a cosa sto andando incontro, maglietta bianca che lascia scoperto pancino ed ombelico, senza reggiseno, che tanto non serve. Mi piace andare in bici senza intimo, sentire il sellino puntarmi l’apertura della fica, e i miei seni sobbalzare liberi, facendo strusciare i capezzoli che si gonfiano, diventando ancora più evidenti sotto la maglietta. Spesso vado così anche all’allenamento di pallavolo; mi diverto perché di fronte alla palestra c’è l’edicolante del paese, Mario, che avrà giusto sessant’anni portati bene. Tutte le volte che mi vede arrivare, mi saluta e mi dice di legare la mia bici proprio davanti alla sua edicola, che c’è un paletto di ferro al quale attaccare il lucchetto. “Paolina, Dio ti benedica quanto sei bella..” mi dice…e io apposta, vuoi per la scusa del caldo…vuoi per chinarmi ad allacciare il lucchetto, spesso faccio in modo che la maglietta si alzi un po’, per fargli intravedere anche solo per un attimo le mie tette, o chinandomi in avanti gli lascio intravedere la mia passerina senza niente fino al culetto. Sento che ho i suoi occhi sopra…dentro, e infatti, se non c’è nessuno, mi dice sempre con allusioni “ Paolina, ti pace il paletto?....legaci la tua bici…vacci sopra con la tua micina…” Io faccio finta di non capire e sorrido…mi ripete sempre ”Una volta che hai tempo…entra un attimo in edicola…che ho bisogno di dirti una cosa…” E io gli dico che devo scappare in palestra che è tardi. Vabbé, ma questa è un’altra storia.  Oggi pomeriggio non vedo nessuno per strada, arrivo davanti allo studio di XXXXX, e mettendo al sicuro la bici, mi passo velocemente la mano sotto la gonnellina senza mutandine, tocco appena con due dita le labbra della vulva e…le sento già bagnate… Qui si mette male, penso, e guardandomi intorno entro nella sala d’aspetto dello studio. C’è un caldo pazzesco, e insieme a me c’è solo una signora del paese che attende il suo turno. Mi siedo e mi tranquillizzo un po’…Dopo circa dieci minuti, esce XXXXX, serio, molto professionale e, gettandomi giusto un’occhiata, allunga un foglietto alla signora dicendole “ Ecco Lucia, questa è la sua ricetta, uscendo chiuda la porta, che con questa signorina finisco le visite per oggi, che è tardi..” La signora ringrazia ed esce, lasciandomi sola nella sala d’aspetto. XXXXX chiude a chiave la porta dello studio. Poi, con aria seria e senza nemmeno guardarmi mi fa: “aspetta qui finché non ti chiamo…e rilassati, che ti vedo preoccupata...” Effettivamente, al chiudersi della porta dello studio, ho l’istinto di scappare a casa, poi prevale la curiosità e la voglia di tornare ad essere in balia di XXXXX, della sua lingua e del suo cazzo.

Sento XXXXX sparlocchiare con qualcuno, sento qualche sghignazzo, ma non capisco chi c’è in studio con lui…forse sta telefonando..penso, boh. Poi per almeno dieci lunghi minuti sento solo silenzio…finché mi squilla il cellulare …è Francesco:“ Paola, vieni dentro che ti stiamo aspettando…”.

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