Nei giorni successivi in casa non parlo con nessuno, mia madre mi chiede cosa ho…Francesco fa il simpaticone ma fa fatica a guardarmi negli occhi. Mi chiede come sto, come mi sento, in realtà sto benissimo, ma lui insieme a XXXXX mi hanno usato come un oggetto, come un divertimento…e la voglio fare pagare sia a Francesco che a XXXXX…Non cago nessuno e rispondo male a tutti, ma…mi cresce la voglia di incontrare di nuovo XXXXX. Lo cerco al telefono, ma non mi risponde e chiedo a Francesco come mai XXXXX sia scomparso. “Paola, cosa credi??-mi dice sorridendo maliziosamente-XXXXX ha la tipa, lui ti ha solo usato, si è voluto togliere uno sfizio che aveva da anni, tutto qua! Fattene una ragione…”Mi sento davvero usata e incazzata, ma al tempo stesso ho di nuovo i miei pruriti, sempre più frizzantini…Mi infilo il mio perizoma più sottile, non mi cambio nemmeno la mia tutona da ginnastica con tanto di zip, ed esco in bici. Voglio andare a trovare sotto casa XXXXX, ma è una pessima idea. Lo vedo arrivare in moto, insieme a una biondina acqua e sapone, che mi assomiglia anche, e…capisco che devo voltare pagina, in realtà di lui non mi frega nulla. Mi ha solo fatto capire che posso grattarmi i miei pruriti, tutto qua. Mi guardo intorno e …visto che sono in giro e non ho voglia di tornare a casa, decido di passare a trovare Mario in edicola. Vi dicevo, Mario è un simpaticone sui 60/70 anni, non so dirvi meglio perché si tiene davvero bene. Alto, brizzolato, non grasso…anzi…ex sportivo di sicuro. Si sa che con la scusa di vendere i giornali nella sua edicola, ci prova un po’ con tutte. Vi ho già raccontato nel mio terzo racconto le pesanti allusioni che spesso mi rivolge… Adesso che ci penso, qualche mia amica, senza andare nel dettaglio, mi diceva che è meglio non stare sola in edicola con lui, e soprattutto, mai rischiare di fregargli un giornalino o una penna…Comunque, arrivo davanti all’edicola e vedo che Mario parla con Pasquale, un vecchio napoletano di settant’anni, sempre in giro a perdere tempo e a guardare noi ragazze. Grasso, tozzo, basso e calvo, insomma, non un bello spettacolo!!!! Appena Mario mi vede, abbozza all’amico con un colpo di gomito e mi fa “Paoletta…come stai? È un po’ che non ti vedo…vieni qua che ti presento il mio amico..” Io mi avvicino alla strana coppia, metto giù la bici e gli rispondo “ Ho avuto un po’ da fare …devo studiare…sempre….” E solo per cortesia allungo la mano per presentarmi a Pasquale. Lui me la stringe forte, quasi non me molla. Mentre gli do la mano, sento l’odore del suo sudore che gli macchia la maglietta nelle ascelle, maglietta che a malapena copre il suo pancione, lasciandolo scoperto dall’ombelico in giù. Finalmente mi molla la mano, e mi cade l’occhio sul suo pantaloncino bianco, oddio…non proprio bianco con tutte le macchie che ha. Mi accorgo, però, che Pasquale deve avere qualcosa in tasca …penso, perché proprio in mezzo alle gambe scorgo una bugna..un rigonfiamento enorme. Vabbé, penso, non può essere che quel vecchio porco sia superdotato, deve avere messo il cellulare o qualcosa di grosso proprio lì. Mentre mi rivolgo a Mario, vedo che Pasquale gli fa l’occhiolino e gli dice “Ok, dai Mario, vi saluto, che avete di meglio da fare” Mario lo congeda ringraziandolo con un sorriso di intesa, dicendogli a bassa voce parole che non riesco a comprendere, ma che fanno annuire il ciccione. Mentre i due, come il gatto e la volpe si salutano, non riesco a resistere e mi infilo in tasca un libro che era esposto, me lo voglio leggere stasera per distrarmi. Senza pagare, penso che sia il caso di rientrare a casa, e mentre inforco la bici saluto Mario, che invece mi fa “ Paola, che fai? Non si fa così eh?”- “ Cosa dici?” gli rispondo… e lui..” Vieni qui da me” e mentre mi attira dentro all’edicola, mi sfila dalle tasche il libro appena fregato. “Paola, ma me lo stavi rubando?...tu e le tue amiche mi derubate continuamente...cazzo!!!”. Io non oso proferire parola e comincio a balbettare frasi sconnesse tipo...”no, ma dai…volevo pagartelo….ecc ecc…” ma sono arrossita e lui capisce tutto, soprattutto capisce di avermi in pugno! “Adesso chiamo i vigili, poi lo vai spiegare tu che me lo volevi pagare….” “Nooooo, ti prego, dai, se lo impara mia madre sono finita!!! Davvero!!!” gli dico. E Lui…non posso, eppoi capisci che magari mi hai rubato anche altro…” Gli dico che non ho preso altro...che mi spiace… E allora Mario prende il telefono e chiama qualcuno…”Pasquale, torna indietro, vieni ad aiutarmi…” Un attimo dopo il porcone entra in edicola, e senza chiedere nulla abbassa la serracinesca e chiude a chiave dall’interno dell’edicola. Mario si siede proprio davanti alla bacheca dei giornali, mentre Pasquale resta in piedi di fronte alla porta, quasi ad impedire ogni vista dall’esterno, e -non so perché-si leva la maglietta, lozza come lui, restando solo in pantaloncini, a torso nudo, col pancione di fuori. “Paola, se non vuoi che chiami i vigili, devo essere sicuro che tu non ti sia nascosto più nulla addosso. Spogliati per favore”. Ora capisco quello che mi avevano detto le mie amiche più grandi…è sicuramente uno schema che i due ripetono con le ragazze che accalappiano. Inizio a levarmi i pantaloni della tuta, restando con il mio perizoma davvero mini, poi…mi abbasso completamente la zip della giacca, lasciando intravedere i miei seni. Vedo Pasquale bagnarsi nervosamente le labbra con la lingua ed infilarsi la mano destra dentro ai pantaloncini. Non oso immaginare cosa si sta toccando. Mario mi guarda avido, e mi dice “Togli anche la maglia, che voglio vederti bene le zinne e vieni qua vicino!”. Appena mi avvicino, mi tira a sé, mi sdraia a pancia in giù sulle sue ginocchia e ridendo mi fa “Adesso stai ferma, che ti sculaccio perché sei una monella…” Mi abbassa il perizoma, sono praticamente nuda sulle ginocchia di Mario, che prende a sculacciarmi sempre più forte…sempre più forte. Sento le chiappe bruciare, finché Mario mi prende il perizoma e me lo strappa di dosso. “Allarga le gambe porcellina, ti divertivi eh a farmela vedere quando ti abbassavi a legare la bici??!!Adesso te lo faccio vedere io..” e inizia ad accarezzarmi la fica tutta intorno, e mi infila due dita in vagina e il pollice della stessa mano direttamente nell’ano, ancora un po’ dilatato dall’inculata ricevuta pochi giorni prima da XXXXX. “ Ohhhh, Pasquale, vieni qua! Questa puttanella l’ha preso da poco in culo, perché lo fa entrare che è una meraviglia!” dice all’amico. Pasquale si avvicina e si mette proprio davanti a me, per godersi lo spettacolo dalla prima fila. Poi, grugnendo qualcosa, si cala i pantaloncini, e le enormi mutandone con macchie gialle dappertutto “ Dai troietta, prendimelo in bocca e suca…” Io giro il volto con disgusto, ma Mario, mollandomi due sonori sculaccioni “Prendilo in bocca e fai un bel servizietto al mio amico, altrimenti a tua madre diciamo che sei una ladra, e pure troia! “ Pasquale mi prende per i capelli e aprendomi a forza la bocca con le mani puzzolenti di piscio e di schifo, mi infila la cappella già bagnata di liquido bianco …Sento un odore nauseabondo, un gusto di pesce marcio che un po’ mi schifa, ma al tempo stesso mi eccita, insieme alla manipolazione che mi sta facendo Mario, nella fica e nel culo ormai oscenamente bagnati. Il grassone mi forza la sua bella asta fino in gola. Ha un cazzo non molto lungo, ma grosso…largo come una lattina di birra. Mi struscia i coglioni sul mento…sento la sua pancia premermi la testa, il tanto pelo del suo cazzo infilarsi ovunque, in bocca e nel naso, lasciandomi un odore di piscia e cazzo che non avevo sentito mai così forte. Mentre l’amico mi sditalina e sculaccia insieme, il porco mi pompa la bocca, finché non lo sento ansimare più forte e respirare con affanno, ….e mi viene in bocca con molti getti di sborra bollente e aspra. Tento di sputare, ma Pasquale mi chiude naso e bocca “manda giù tutto troia!” costringendomi a ingoiare tutto. E’ in quel momento che Mario mi mette in piedi e mi sdraia a pancia in su, direttamente sulla bacheca inclinata dei giornali.
Mi salta addosso e mi infila il cazzo, mi scopa, premendomi il suo corpo non muscoloso ma tonco ed asciutto sul mio bacino, sui seni e pompandomi a ripetizione l’uccello nella vagina, in pochi colpi mi sborra dentro, facendo dei versi di soddisfazione da vero depravato. “Sei davvero una delle più belle scopate fra quelle che mi sono fatto negli ultimi tempi…e ti devo dire che di tue amiche ce ne siamo fatte davvero tante!!!” dice , ridendo forte insieme all’amico ciccione. “Adesso vestiti e va’ a casa, che devo chiudere l’edicola, che se passano i vigili mi multano!!!” Pasquale protesta “Ma Mario, non ci facciamo leccare il culo da questa puttanella, voglio la sua lingua nel mio culo…” “No, è tardi-dice l’amico- prossima volta recuperiamo…sicuro!” Sollevata dal non dovere sottostare a questa ultima angheria, mi rivesto in fretta e scappo da quella coppia di depravati. Mentre rientro in bici, mi rendo conto di essere venuta più volte anch’io, e mi vergogno.
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