I racconti di Giò – 4 In ufficio con Riccardo e...

  • Scritto da Gioia Fanì il 07/06/2020 - 13:36
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Venerdì sera di inizio primavera, ho diciannove anni e tanta voglia di divertirmi. Oggi ho appuntamento con Riccardo al nostro abituale punto di ritrovo fuori paese, penso di andare lì direttamente perché non mi va di passare al pub come faccio di solito prima di trovarmi con lui.

Frequento questo uomo da qualche anno, è parecchio più grande di me ed è sposato, per cui la nostra è una relazione clandestina.

Usciamo principalmente nei week end ed evitiamo di farci vedere assieme in pubblico anche se più di qualcuno ormai ne è al corrente. Sinceramente la cosa mi sta un po’ stretta però non ho ancora preso la decisione di chiudere, in fin dei conti è lui che rischia più di me.

Mi sono fatta la doccia, ho già asciugato i miei lunghi capelli color mogano e ora vado in camera a finire di prepararmi. Mi sfilo l’asciugamano che lascio cadere sul letto, apro il cassetto dell’intimo e prendo un completino bianco che risalta sulla mia pelle già abbronzata per le lampade che faccio anche d’inverno. Lo indosso e mi guardo allo specchio.

“Mi fa proprio un bel culo!” Penso tra me.

In effetti è una delle parti del mio corpo che preferisco: alto, sodo, da far invidia a tante. Sono sincera, tutto il mio corpo fa invidia a molte, anni di ballo lo hanno reso bello tonico. Mi piace molto anche il mio seno, non tanto grande ma decisamente sodo e dalla forma perfetta, inoltre questo reggiseno sembra fatto apposta per me.

Apro l’armadio prendo una minigonna nera aderente e corta ma non “giro passera” come indosso quando lavoro in discoteca perché questa sera voglio mettere anche le calze autoreggenti. Come pezzo sopra opto per una camicia rossa. Non metto spesso camicie ma oggi mi stuzzica l’idea e decido di seguire il mio istinto.

Indosso tutto in pochi minuti poi passo al trucco. Resto sui colori che ultimamente uso di più: tonalità di marrone con leggera sfumatura dorata e rossetto sensuale ma non volgare.

Giacca di cotone pesante nera, stivali tacco 13 che arrivano sotto al ginocchio neri con zeppa e borsetta abbinata completano il tutto.

Sono pronta per uscire, saluto i miei ed in pochi minuti sono in auto diretta all’appuntamento. Riccardo è già lì che mi aspetta, scendo dalla macchina e salgo sulla sua, mi da un bacio, mette in moto e parte.

Il mio entusiasmo per la serata in pochi attimi si spegne bruscamente quando capisco che invece di andare in qualche locale si sta dirigendo verso il suo ufficio.

“Un’altra serata passata a cazzeggiare con qualcosa da bere e qualche spinello chiusi tra quattro mura. Che palle.” Penso tra me.

In breve tempo arriviamo, parcheggia la macchina vicino all’ingresso e scendiamo. Io seguo Riccardo mi precede apre la porta, accende le luci e poi entriamo.

L’ufficio è abbastanza ampio da ospitare due grandi scrivanie ognuna con una sedia da un lato ed altre due dal lato opposto. Alle pareti laterali sono addossati un paio di armadi contenenti dei documenti. Di fronte a dove siamo entrati, dietro alle due scrivanie, vi sono un altro paio di armadi ed in mezzo c’è la porta che dà sul bagno. Sulla sinistra un’altra porta conduce agli altri uffici ed al magazzino.

Riccardo si siede ad una scrivania ed accende il computer. Prendo la sedia dietro all’altra scrivania e mi metto di fianco a lui. Iniziamo a chiacchierare raccontandoci gli eventi della settimana appena trascorsa ed in particolare com’è andata al lavoro. Mentre parliamo avvia il browser e va su internet a cercare immagini porno.

Visualizza diverse immagini di pompini, scopate e sborrate, prima con un solo uomo, poi anche con più uomini che vengono immortalati in diverse posizioni ma vedo che sembra principalmente interessato a doppie penetrazioni nella fica e nel culo. Qualche volta commenta ma per lo più è silenzioso mentre guarda le immagini.

Ora inizio a rompermi veramente.

Questa non è proprio la serata che avevo in mente, vedere immagini di sesso spinto non mi fa schifo ma sinceramente preferirei farlo invece di vederlo e basta.

Per il momento però lui sembra più interessato a guardare che a fare.

«Vuoi una birra?» Mi chiede ed io con sollievo accetto.

“Almeno si beve qualcosa!” Penso mentre si alza ed esce dalla stanza andando verso l’altro ufficio dove so che c’è il frigorifero.

Ma anche in questo caso le mie speranze si spengono presto perché dopo poco torna con in mano un cartone di Ceres. Mi fa schifo la Ceres, so che è una delle sue preferite ma per me proprio non piace.

Apre le bottiglie e me ne porge una che inizio a tracannare sperando che almeno mi faccia effetto l’alcool. Riccardo si siede nuovamente e riprende a guardare immagini di sesso con più uomini.

Dopo diversi minuti quando io ho quasi finito la mia Ceres vedo che infila una mano in tasca e tira fuori un pacchetto di cellophane contente una “sasso” bianco. So benissimo cos’è. Cocaina.

Non serve che gli chieda dove e quando l’ha presa, tanto lui ha i suoi agganci, ma sa benissimo che non voglio se la porti dietro quando ci sono io, già più volte abbiamo rischiato che ci beccassero.

Una sera i Carabinieri ci sono andati davvero vicinissimi.

Dopo poco che lui aveva fatto un tiro mentre eravamo accostati al ciglio di una strada secondaria poco trafficata ci si è affiancata una pattuglia per un controllo. Lo hanno fatto scendere e uno dei due si è messo a controllare il lato guidatore.

Il Carabiniere ha controllato sotto al sedile poi ha notato le mie gambe quasi nude, per via della minigonna cortissima e, continuando a guardarmi le cosce mi ha chiesto se era tutto apposto. Io prontamente gli ho risposto di sì e mi sono sporta verso di lui per attirare maggiormente la sua attenzione su di me in modo da sviarla dal portaoggetti dove si intravedeva ancora un po’ di polvere bianca. Alla fine ce la siamo cavata per un pelo, ma quella volta mi sono incazzata di brutto, finire in galera per colpa sua non mi va minimamente e glielo faccio notare anche questa sera.

«Sei il solito! Te l’ho detto mille volte che non voglio salire in macchina con te quando hai quella roba dietro!»

«E tu sei la solita rompipalle! Tanto lo so che due piste te le vuoi fare anche te!»

In effetti ha ragione, lui sa che difficilmente dico di no ad una pista e lui gioca su questo. Prende un pezzo di carta rigida, bancomat o carta di credito non so di preciso, e su un piattino d’acciaio lucido prepara quattro strisce, due a testa. Arrotola una banconota e fa il primo tiro. Si stropiccia un attimo il naso e fa anche il secondo prima di passarmi la “cannuccia”. La infilo nel naso, mi abbasso sul piattino e faccio il primo tiro.

Sento subito bruciare e pizzicare, ma non ci do minimamente peso e faccio il secondo tiro. Anche io mi stropiccio il naso alleviando un poco il fastidio in attesa di sentire “la botta”.

Riccardo srotola la banconota e la batte sul piattino, con la carta rigida raggruppa la polvere rimasta e prepara altre due piccole strisce che raccoglie bagnando di saliva due sigarette e passandocele poi sopra. Me ne porge una, l’accende, poi accende la sua ed iniziamo a fumare.

La sigaretta “corretta” mi dà sempre un po’ di fastidio all’inizio ma passa velocemente man mano che la coca inizia a fare effetto.

Riccardo si rimette a guardare immagini porno, adesso la sua attenzione si sposta su eiaculazioni di ogni tipo: in faccia, in bocca, sul corpo ma soprattutto dentro fica e culo da cui poi cola fuori.

Continuiamo a parlare e più di una volta fa dei commenti su quello che vede nelle immagini studiando la mia reazione ma io cerco di non dargli soddisfazione. Stasera mi ha fatto abbastanza incazzare anche se la coca ha un po’ smorzato la voglia di prenderlo a pugni.

TOC! TOC!

Bussano alla porta, lui si alza subito e va ad aprire.

Per un attimo ho il terrore che possa essere un controllo della vigilanza o delle forze dell’ordine ma subito mi rendo che è una cavolata, hanno di meglio da fare che venire a controllare un ufficio al venerdì sera. Infatti quando apre la porta vedo spuntare Nicola e Luca, due suoi amici che ho già avuto modo di incontrare in passato una delle rare volte che siamo andati in qualche locale.

Si salutano, Riccardo li fa entrare e chiude la porta a chiave. Quando i due suoi amici mi vedono mi salutano quasi distrattamente e la cosa mi innervosisce ancora di più anche se ricambio cortesemente i loro saluti.

«Venite, sedetevi! Volete una birra?»

«Si, grazie.» Rispondono mentre si accomodano e Riccardo porge loro due Ceres prese dal cartone.

Fanno un brindisi ed iniziano a chiacchierare del più e del meno ma soprattutto di persone che io nemmeno conosco.

Alla noia pare non esserci più fine e mi muovo sulla sedia sperando che la serata passi in fretta perché mi sto davvero rompendo.

Probabilmente Riccardo, che intanto si è seduto nuovamente al computer vicino a me, se ne rende conto perché ad un certo punto propone: «Ci facciamo una canna?»

«Si, meglio!» Rispondo subito io con fare un po’ seccata.

Anche i suoi amici acconsentono di buon grado così Riccardo rolla il primo spinello, lo fa girare e va a prendere altri cartoni di Ceres. Tra una bevuta e l’altra ci fumiamo almeno altri tre spinelli, forse quattro, o magari cinque.

Non lo so più.

Tra coca, birre e fumo sono completamente fatta ed inizio ad avere davvero caldo. Solo ora mi rendo conto di indossare ancora la giacca così me la sfilo a l’appendo allo schienale della sedia.

Mi volto ed osservo un po’ meglio lui ed i suoi amici. Tutti e tre non sono molto alti, circa 1.70. Nicola ha capelli neri lunghi fino alle spalle, occhi azzurri, indossa pantaloni e camicia neri. Luca ha i capelli castani tenuti corti, occhi castani, indossa una maglietta girocollo bianca e pantaloni neri. Mentre Riccardo è moro, capello corto ed occhi scuri, questa sera indossa una camicia bianca e pantaloni neri.

Li sto studiando e pensando che forse il più “carino” dei tre è proprio il mio uomo quando lui si alza e va verso la porta del bagno, accende la luce e spegne quella dell’ufficio così che siamo avvolti dalla penombra.

Lo guardo perplessa, lui mi fa alzare dalla sedia e tenendomi per mano mi porta al centro dell’ufficio. Nicola e Luca si alzano, mi vengono vicino, il primo mi si mette davanti, l’altro dietro, mentre Riccardo lascia la mia mano ed esce dalla stanza.

Prima che me ne possa rendere conto Nicola inizia a baciarmi il collo, Luca mi scosta i capelli e mi bacia appena sotto la nuca.

Sarà lo stupore, saranno le droghe e l’alcool o la voglia di scopare che ho quasi perennemente, fatto sta che non oppongo la minima resistenza.

Sento le loro mani su di me, quello davanti inizia a sbottonarmi la camicia, quello dietro scende lungo i fianchi, si infila sotto la minigonna ed in breve tempo inizia a stimolarmi la fica da sopra il perizoma strappandomi dei sommessi sospiri di piacere.

Nicola in breve tempo libera tutti i bottoni della camicia e me la sfila lungo le braccia iniziando ad armeggiare con il reggiseno mentre Luca mi sfila la minigonna. I loro movimenti sono precisi, esperti, affamati di me.

Anche il reggiseno viene sganciato rapidamente e gettato a terra assieme al resto dei miei vestiti così ora mi ritrovo con addosso solo perizoma, autoreggenti e stivali zeppati

Mi sento le loro bocche sul collo e sulla schiena mentre le mani continuano ad accarezzarmi, esplorare la mia pelle, palpeggiarmi ora il culo ora le tette.

Nicola inizia a scendere lentamente baciandomi prima un seno e poi l’altro ma vi si sofferma poco e scende ancora. Passa sopra al mio ventre facendomi fremere forte, poi ancora più giù, afferra il perizoma e me lo sfila.

Luca intanto mi strizza le tette stando sempre dietro di me, con le dita mi tortura i capezzoli e con la bocca continua a baciarmi il collo, le spalle e la nuca.

Nicola liberatosi del perizoma che getta a terra assieme al resto della mia roba, mi fa allargare un po’ le gambe ed inizia a dedicarsi alla mia fica. Con le dita mi massaggia prima il clitoride su e giù, poi mi apre le grandi labbra muovendosi avanti e indietro variando la pressione ma senza entrare.

Nel frattempo rientra nell’ufficio Riccardo che sposta una sedia e si accomoda in modo da godersi lo spettacolo proprio mentre l’amico inizia a leccarmi il clitoride su e giù. Mi stimola con la punta della lingua diverse volte poi sento due dita spingere per entrare e in un attimo scivola dentro di me iniziando subito a scoparmi veloce.

Mi fanno ansimare sempre più forte davanti al mio uomo scopandomi con le dita, leccandomi la fica, torturandomi le tette e baciandomi il collo. Non so quanto duri tutto questo, ma sicuramente un bel po’ e la mia eccitazione cresce a dismisura di pari passo mia alla voglia di cazzo.

Poi Nicola si sposta e si allontana così ora è Luca a venire davanti a me. Mi bacia le tette, succhia e mordicchia i capezzoli, mi infila una mano tra le cosce per massaggiarmi un po’ la fica, entra con due dita ed inizia subito a scoparmi con forza.

La sua bocca scende lungo il mio ventre e poi anche lui, come l’amico, si inginocchia davanti a me. Mi apre per bene con le mani facendomi allargare nuovamente le gambe così da potersi dedicare al clitoride con la lingua. La sento andare su e giù diverse volte e le gambe quasi mi cedono. Poi si ferma, con la punta mi da dei colpetti e poi riprende a leccarmi con foga mentre entra nuovamente nella fica con due dita riprendendo subito a scoparmi forte.

Mi sottopone a questo trattamento per alcuni lunghi minuti che mi portano ad ansimare sonoramente. Poi si ferma, si stacca da me, si alza e si allontana.

Mi vengono di fronte Riccardo e Nicola che nel frattempo si sono spogliati completamente. I due cazzi che mi trovo davanti sono già parecchio duri, quello del mio uomo lo conosco bene, non troppo lungo ma grosso e ben curato, l’altro è bello lungo grosso e soprattutto completamente depilato come piace a me.

Mi fanno subito inginocchiare e mentre li guardo negli occhi li prendo entrambi in mano ed inizio a segarli senza smettere di guardarli.

Li sento pulsare e diventare sempre più duri, mi avvicino alla grossa cappella di Nicola che inizio a leccare per bene. Il sapore è molto buono e mi piace parecchio percorrerla con la lingua e sentirla pulsare forte. Mi sposto e scendo lungo l’asta fino alle palle, sento le vene rigonfie pompare il sangue in quel cazzo sempre più duro. Vado su e giù con labbra e lingua più volte gustandomelo tutto per bene.

Ora però voglio sentire la mia bocca piena di cazzo, la fame che ho è troppa. Salgo nuovamente fino alla punta, prendo la cappella in bocca e la succhio forte facendolo gemere sonoramente. Poi scendo stringendo le labbra e leccando l’asta che mi scorre sulla lingua. Arrivo quasi in fondo e riprendo a salire succhiando ancora forte.

Lo sento ansimare ed inizio a spompinarlo con foga andando su e giù velocemente aiutandomi con la mano.

«Ohhh cazzo... mmmhhhhhh... non smettere...» Mi incita ed io accelero nei movimenti stringendolo forte con la mano.

«Mi fai impazzire... mmmhhhhhh... continua così...»

Lo sento pulsare in bocca con la cappella che mi arriva quasi in gola, lo ricopro per bene di saliva e lo sento ansimare sempre più sonoramente. Continuo per alcuni intensi minuti variando il ritmo e la pressione delle dita, della lingua e delle labbra.

Poi mi stacco, lo faccio uscire e voltandomi verso Riccardo prendo il suo uccello duro in bocca di colpo. Lo succhio un paio di volte, poi lo faccio uscire e lecco la cappella gonfia avvolgendola con la lingua.

«Ooooohhhh... sìììì... non fermarti...»

Io non ci penso nemmeno a fermarmi ed inizio a leccargli tutta l’asta per bene su e giù usando labbra e lingua. Poi scendo fino alle palle e mi ci dedico leccandole con gusto, le prendo in bocca, prima una e poi l’altra e le succhio forte.

«Brava... mmmhhhhhh... così...»

Le faccio uscire e lecco di nuovo l’asta salendo su fino alla cappella per poi prenderlo nuovamente in bocca iniziando a spompinarlo per bene.

«Ooooohhhh... sììì... brava... succhia così... ancora... ooooohhhh...»

Per diversi lunghi minuti continuo a succhiarlo con foga facendolo ansimare forte mentre lui continua ad incitarmi.

Dopo poco si aggiunge a noi anche Luca che nel frattempo si è spogliato completamente. Mi stacco da Riccardo e mi giro verso di lui, il suo cazzo non è nulla di speciale, di dimensioni normali ma completamente depilato.

Lo prendo e lo stringo forte in mano sentendolo pulsare. Mi avvicino con le labbra ed inizio a dare colpetti alla cappella che lo fanno subito fremere. Lo lecco con movimenti circolari della lingua, il sapore non è per niente male ed inizio a percorrere tutta l’asta su e giù più volte per poi salire alla cappella che prendo in bocca succhiando forte.

Lo sento trattenere il fiato mentre si gonfia tra le mie labbra poi appena inizio ad andare su e giù succhiando e leccando tutto il suo cazzo inizia ad ansimare davvero sonoramente.

«Ohhh... sì, brava... succhiami tutto...»

Mentre scendo lo stringo con le labbra per poi succhiarlo forte mentre risalgo, mi aiuto con la mano ed accelero progressivamente il ritmo.

«Succhiami così... mmmhhhhhh... non ti fermare... mi ecciti...»

Io continuo dandogli sempre più piacere con la bocca fino a quando si avvicinano anche gli altri due ed io mi ritrovo tutti e tre i loro cazzi pulsanti davanti con le cappelle a pochi centimetri l’una dall’altra.

Le lecco tutte e tre a turno passando la lingua tra le cappelle pulsanti. Lecco e succhio un cazzo dopo l’altro con foga e passione dedicandomi a tutti senza trascurarne nessuno. Ansimano e fremono sempre più forte ed anche la mia eccitazione cresce a dismisura.

Continuo così per diversi intensi minuti fino a quando si staccano da me. Nicola mi fa alzare e va a stendersi facendomi cenno di salire sopra di lui a cavalcarlo. Non me lo faccio ripetere e subito salgo su di lui con una gamba piegata al suo fianco e poggio il piede dell’altra a terra.

Mi posiziono sopra la sua cappella e scendo. Lo sento scivolare dentro di me duro come il marmo e la voglia di cavalcarlo forte è davvero tanta ma Riccardo mi tiene ferma per i fianchi, mi fa piegare leggermente in avanti e prima che me ne possa rendere conto mi sbatte il suo uccello pulsante dentro al culo fino alle palle.

Una fitta lancinante mi fa quasi gridare ma non è solo dolore, è un misto di piacere ed eccitazione. Dopo un attimo realizzo di avere la fica e il culo completamente pieni di cazzo: la mia prima doppia penetrazione.

Il solo pensiero mi fa andare letteralmente via di testa e quando i due iniziano a muoversi velocemente scopandomi con forza il dolore sparisce lasciando il posto ad un intenso piacere mai provato prima.

Li sento ansimare e ben presto iniziano ad incitarmi.

«Dai, Giò, muovi ‘sto culo!» Mi dice Riccardo.

Io muovo il bacino andando incontro ai due cazzi che scorrono veloci dentro i miei buchi vogliosi che si dilatano e pulsano nell’accoglierli.

«Ti piace? Eh... Ti piace?» Mi chiede lui.

«...Sì...» rispondo io ansimando e gemendo.

«Mi ecciti... continua così...» Mi incita Riccardo.

«Voglio sentirti godere sul mio cazzo...» Dice Nicola e, dandomi alcuni colpi più forte, aggiunge: «Voglio scoparti per bene!»

Li sento scorrere veloci dentro di me, uno affonda, l’altro arretra, il mio culo ormai ben dilatato mi trasmette solo intense sensazioni di piacere. Ho già preso il cazzo di Riccardo nel culo altre volte ma nella doppia il piacere che mi procura è indescrivibile.

La mia voglia aumenta a dismisura e proprio in quel momento mi si piazza davanti Luca che me lo poggia sulle labbra. Non serve che dica nulla, sono così affamata che lo prendo subito in bocca iniziando a spompinarlo con una foga che non credevo possibile.

Sono piena di cazzo in ogni buco: fica, culo e bocca!

Mi pompano con forza mentre io succhio e spompino l’uccello che stringo tra le labbra con tutta la voglia e la passione di cui sono capace in questo momento. L’eccitazione che sto provando mi fa perdere ogni freno inibitorio, mi sento una gran “troia” e scopro che la cosa mi eccita a dismisura.

Li sento ansimare e gemere forte, forse mi incitano ancora, non lo so di preciso, la mia mente ormai è persa nel piacere che mi monta nelle viscere e che dopo poco libero gridando. Nonostante il cazzo di Luca che mi riempie la bocca il mio urlo riempie l’ufficio mentre il mio corpo è scosso da fremiti di piacere. La mia fica cola abbondantemente sull’uccello e l’inguine di Nicola che commenta: «Cazzo! Sei colata sul mio cazzo! Lo sento! Cazzo!»

Proprio in quell’istante, mentre ancora faccio fatica a riprendere il controllo di me stessa, Riccardo esce dal mio culo, lo sento ansimare e, dopo un attimo, mi riversa sul culo e sulla schiena una discreta quantità di sborra calda.

Il mio uomo finisce di svuotarsi per bene le palle ed ora è il turno di Nicola che mi fa alzare da lui e poi inginocchiare a terra con lo sperma di Riccardo che mi cola tra le chiappe. Un paio di colpi di mano ed inizia a schizzarmi tutta. Anche lui mi riversa addosso una gran quantità di sborra calda che mi imbratta per bene le tette e poi cola giù lungo il ventre fin in mezzo alle cosce.

Ora tocca a Luca che viene a prendermi e mi fa alzare. Mi porta vicino alla scrivania e mi fa sedere sul bordo con le gambe aperte.

Senza alcun preambolo me lo sbatte dentro di colpo iniziando subito a fottermi forte.

Sento il suo cazzo scorrere dentro di me e le sue palle sbattermi sul culo mentre lui ansima sempre più forte. A causa della sborra di Riccardo che mi ricopre le chiappe devo reggermi con le mani al bordo della scrivania per non scivolare indietro sotto i forti colpi che mi sta dando Luca e, nonostante l’intenso orgasmo appena provato, sento crescere il piacere dentro di me ad ogni suo affondo.

«Ti piace essere scopata così?» Mi chiede gemendo.

«...Sì...» A malapena riesco a rispondere mentre il mio ventre si contrae sempre più forte e galoppa nuovamente verso un altro violento orgasmo.

«Voglio sentirti godere!» Mi incita dandomi ancora colpi forti.

Io non resisto più e vengo urlando di piacere col cazzo che mi fotte con una violenza incredibile.

«Ti sento colare! Stai colando tutta!»

Mi da altri tre o quattro colpi così forti da togliermi il fiato poi esce, si sega velocemente e, rantolando, riversa la sua sborra su di me come hanno fatto prima gli altri due.

Una copiosa serie di schizzi mi ricoprono per bene pancia, inguine e fica prolungando enormemente il mio intenso orgasmo.

Una volta svuotatosi completamente si allontana e va verso il bagno.

Nicola e Riccardo nel frattempo si sono ripuliti.

Il mio uomo mi si avvicina e mi aiuta a scendere dal tavolo. Mi sento la sborra dei tre che mi imbratta per bene davanti e dietro, dalle scapole al culo, dalle tette alla fica e poi cola giù lungo le cosce. Riccardo mi porge delle salviette e mi aiuta a ripulirmi alla meno peggio.

Poi ci rivestiamo tutti ed andiamo a sederci alla scrivania, beviamo un’altra birra e fumiamo un altro spinello.

I tre uomini commentano la serata e Luca, ad un certo punto, mi chiede: «Allora, Giò, ti è piaciuto?»

«Sì, moltissimo!» Rispondo io e quasi mi stupisco della mia risposta, ma sinceramente a questo punto mi frega poco di cosa possono pensare.

Dopo circa una ventina di minuti i due amici decidono di andare via mentre io e Riccardo restiamo ancora un po’ per finire di risistemare l’ufficio in modo che nessuno possa accorgersi di nulla.

Una volta fatto usciamo anche noi, saliamo in macchina e partiamo in direzione del parcheggio.

«Ti è piaciuta la sorpresa?» Mi chiede Riccardo ed ormai sono sicura che aveva organizzato tutto in anticipo.

«Sì mi è piaciuta molto...»

«E la doppia?» Incalza.

«Sì, mi è piaciuto moltissimo farla e sentirmi così piena...»

«Bene, ne sono contento!» Aggiunge sorridendo sornione.

Arriviamo al parcheggio, ci salutiamo con un bacio e mi avvio verso casa. Per strada abbasso il finestrino e mi accendo una sigaretta.

“Questa serata era iniziata proprio di merda.” Penso tra me. “Ma alla fine è andata decisamente meglio di quello che pensavo! Ho provato la mia prima doppia... e cazzo... mi è proprio piaciuta!”

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