Il lupo perde il pelo ma non il vizio-ottava parte

  • Scritto da Porcello55 il 06/07/2022 - 14:19
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La cena era squisita e il vino anche. Drago si era messo a cuccia con un’espressione di chi ha visto svanire l’occasione di una possibile monta. Non disperare amico appena finito avrai la tua occasione, la tua padrona sta per dartela. Così accadde. Ci volle un po' di pazienza, vari tentativi perché Drago era alle prime armi ma andò tutto come avevo sperato. Drago si era messo sulla schiena di Gloria che, a sua volta aveva appoggiato la testa sul pavimento come le avevo suggerito. La stava montando alla grande e Gloria stava impazzendo gridando frasi oscene che non le appartenevano ma in quelle situazioni, succede a tutti credetemi, i freni inibitori svaniscono ed esce l’animale da sesso che è dentro di noi. La stava montando, dicevo, alla grande e chiesi a Gloria se voleva avere dentro anche il nodo, doveva decidere altrimenti l’avrei aiutata a tenerlo fuori. “No no, lo voglio dentro, voglio sentirlo gonfiare dentro di me” era davvero presa da Drago, in tutti i sensi. “Ok, tranquilla, rilassati che quando è dentro ti aiuto io. Tu goditi il suo cazzo e il la sua sborra” e così fece. Drago diede altri due colpi e si fermò ed io fui li per non farlo uscire, cosa che succede spesso specialmente con cani alle prime armi. Passarono oltre quaranta minuti prima che non fosse giunto il momento di farlo uscire. Con un cane simile e le dimensioni del suo nodo era quasi normale tutto quel tempo prima che si sgonfiasse. Alla fine uscì con quel suono che io ricordavo benissimo. L’istinto dei cani è di leccarsi il cazzo per pulirlo ma poi andò verso la fica di Gloria per leccarla e farle capire che aveva apprezzato, ma soprattutto per far si che non uscisse altro liquido prezioso. Gloria sembrava gradire molto queste attenzioni da parte del suo cane e fece di tutto per non fare uscire il seme di Drago. Quando poi fu tutto finito, Drago si mise in un angolo per terminare la toilette e Gloria andò in bagno per lavarsi. Quando uscì era ancora nuda e io ammirai quel suo corpo che teneva nascosto sotto abiti casti. Era veramente bella, un corpo da trentenne nonostante avesse quasi il doppio. “lo sai che sei una bellissima donna Gloria? Dico sul serio”. “Grazie detto da te è un super complimento”. “Guarda che a me piacciono molto anche le donne, solo che non faccio sesso con loro ormai da parecchi anni, da quando ho scoperto altri tipi di rapporti”. Mi si mise accanto e guardandomi mi sussurrò “non lo faresti con me?”. “Gloria, sei una bellissima donna, eccitante ma dovrei tornare a casa e non ho macchina”. Hai impegni domani?”. “No, credo di no”. “E allora, chi ha detto che devi tornare a casa?”. Passammo il resto della notte a giocare e fare sesso. Io riscoprì me stesso come maschio e lei scoprì quella parte di me che era sopita da tempo e lo fece in modo grandioso.

 

La mattina mi svegliai di soprassalto, cosa che non facevo mai. Gloria si stava preparando per andare in ufficio. “Roberto, ti ho preparato la colazione e, conoscendo le tue abitudini, tè con fette biscottate, burro e marmellata..” “di more” conclusi io”. “Si certo. Se vuoi farti una doccia dopo, o prima vedi tu, io scappo, ciao” e mi salutò con la mano uscendo. Era stata una serata e, una nottata, totalmente diversa dal mio solito. Il primo pensiero che mi venne fu quello di non aver avvertito della mia assenza a casa ma forse non dovevano essere preoccupati perché non mi avevano chiamato al cellulare per sapere dove ero. Finito di fare colazione e doccia, mi vestì per uscire a fare due passi, non avevo per niente voglia di tornare a casa, nessuno mi aspettava, almeno fino a sera, così pensai di prendere l’autobus per andare nella mia amata città natale. Giunto in pieno centro mi accorsi di quanto era cambiata nel corso degli anni. Tantissimi turisti in più, negozi che chiudevano ed altri nuovi che aprivano. Una globalizzazione che non faceva tanto bene alla tradizione storica di questa città, nata per essere e restare una città piccola ma ricchissima di arte e cultura. Rimasi li l’intero pomeriggio e, dopo aver pranzato con un primo piatto in un bar, mi fermai in una libreria. Alcune storiche avevano chiuso per la crisi nel settore ma soprattutto perché la vendita di libri cartacei online e in formato digitale, stava lievitando i costi senza pareggiare i conti con le entrate. Quella in cui ero entrato era una specie di centro commerciale del libro, discretamente grande e con altri tipi di articoli oltre che libri cartacei. Io non sono un grande lettore ma vedere questo mi metteva tristezza. Stavo girando fra gli scaffali quando vidi un piccolo manifesto della casa editrice con la quale dovevamo stringere l’accordo domani, sabato che reclamizzava – A breve inizieremo una nuova collana dedicata alla letteratura erotica – e sotto c’erano anche alcune date della presentazione della collana con la partecipazione di nuovi scrittori… era domenica, dopo domani. Non potevo credere ai miei occhi, perché il mio editore non mi aveva detto niente? E chi erano questi nuovi scrittori? Dovevo subito chiamarlo. “Pronto? Si sono Roberto, passami subito l’editore” dissi un po' seccato a Gloria. Certo lei non ne aveva colpa ma ero davvero seccato, molto seccato. “Pronto, Roberto, dimmi”. “Cosa sai della presentazione della nuova collana di quella casa editrice e del fatto che la faranno domenica con la partecipazione di nuovi scrittori?”. “Aspetta, calmati. Primo l’accordo, se lo facciamo, lo firmeremo domani e per secondo, per quanto ne so, non hanno altri scrittori che riguardino la nuova collana, come la chiami tu, se non tu stesso. Credimi. Ma tu come fai a saperlo?”. “Ho visto un piccolo manifesto qui, in libreria.. si quella vicino alla stazione, esatto”. “Allora le cose sono due, o hanno già deciso di chiudere l’accordo, e domani sarà una formalità, oppure hanno una collana con altri scrittori e noi non ne facciamo parte. Io spero sia la prima”. “ma ti rendi conto che domenica dovrei essere in questa libreria, nella mia città natale, a spiegare di quale argomenti tratterà la nuova collana? Io sono uno scrittore di racconti porno, non erotici. E se poi vorranno farmi presentare il mio primo racconto come capo fila della serie? Immagini le domande che mi faranno. Non è così che avevo pianificato di raccontarmi intimamente ai miei lettori, anche se molti già mi conoscono, ma una cosa è leggerlo scritto da chi presenta il libro e un’altra è sentirlo dire dalla voce dello scrittore che è anche l’attore principale”. “Roberto, non hai ammazzato nessuno sei solo una persona che ama fare sesso e lo ama fare in tutte le sue forme, pedofilia esclusa certo. Davvero, sei una bella persona e se te lo dico io puoi stare certo che domenica sarà un successone, vedrai”. Quelle ultime parole dette così, serenamente e fermamente convinte del mio editore, mi fecero capire che negli ultimi quindici minuti mi ero agitato per niente. “Hai ragione,sai che facciamo? Domani al pranzo di lavoro, mettiamo in chiaro che a gestire la presentazione della collana saranno loro ma per quanto riguarda il libro pilota, sarò io e solo io rispondendo a domande e mettendomi a nudo completamente. I mie lettori capiranno e quelli nuovi probabilmente apprezzeranno questo nuovo approccio alla letteratura erotica. Daremo un volto nuovo perché il cazzo si chiama pene solo scientificamente, così come culo e non deretano, o fica invece di vagina e così via. Dovranno confrontarsi con le varie esigenze di fare sesso sia fra gli stessi sessi come pure con trans o animali senza vederli come aberrazioni o sconcezze da depravati”. “Adesso si che ti riconosco. Senti adesso ho da fare, ci vediamo domani, vengo a prenderti io verso le undici va bene?”. “Ok, va bene, a domani” e chiudemmo la conversazione. Mi sentivo molto meglio, la rabbia che prima mi stava montando dentro, era completamente svanita, volevo solo passeggiare e decisi di andare al parco appena fuori le mura. Questo passeggiare mi fece bene, mi rilassò e sedendomi su una panchina, chiusi gli occhi e mi abbandonai alla leggera brezza del tardo pomeriggio. D’un tratto una voce mi fece aprire gli occhi “Buona sera, si sente bene?” era un ragazzo in tenuta ginnica che forse stava facendo joging. “Si si, tutto bene, stavo solo riposando”. “ma, io la conosco. Ma si, lei è Roberto ……. lo scrittore dei racconti. Sa ho letto due dei suoi racconti e devo dire che sono rimasto entusiasta. Ma è vero quello che scrivono nella presentazione?”. “Cioè?”. “Che prende spunto da sue esperienze reali?”. Si, non avrei avuto tutta quella fantasia se non avessi spunti da cose reali. Generalmente lo fanno tutti gli scrittori, anche se poi ci romanzano sopra”. “Forte, quindi solo spunti ma il resto è tutto inventato”. “Veramente no, nel mio caso è tutto vero, solo alcuni nomi di persone, luoghi o locali è inventato mentre il mio è quello dei racconti”. Il ragazzo nel frattempo si era seduto e mi guardava. “Nei racconti, lei descrive il tutto in modo minuzioso, con particolare attenzione ai dettagli, come quando descrive la penetrazione dei cavalli nel secondo racconto. Mi sono eccitato tantissimo che ho sentito il bisogno di condividerlo con la mia ragazza”. “Sono contento per lei”. “Abbiamo pensato di cercare una fattoria di quel genere su internet, per passarci un weekend. Se tutto va come programmato ci piacerebbe fare delle esperienze simile, se possibile”. “Ottimo, se questo è l’effetto che fanno i miei racconti, sono felicissimo di averli scritti. Le auguro una buona gionata”. “Anche a lei. Ah, scusi, potrebbe farmi un autografo? La mia ragazza e i miei amici non crederanno che l’ho conosciuta”. “certo, ma, ha un foglio?”. “purtroppo no, ma firmi pure qui” disse porgendomi il palmo della mano. “Comunque se vuole può venire alla libreria domenica, quella vicina alla stazione, non mi ricordo il nome, faremo la presentazione della nuova collana racconti erotici e presentazione del mio primo racconto”. “Ci conti, non mancherò” e riprese la sua corsa. Era quasi l’ora di rientrare e i miei quattro ragazzi erano quasi sicuramente già tornati, anche perché avevo fatto avere loro i duplicati delle chiavi, quindi li chiamai per dirgli di non preoccuparsi e che sarei stato di ritorno prima di cena.

“Ciao ragazzi, scusate il ritardo” dissi loro appena rientrato. Rimasi bloccato accorgendomi che nessuno aveva risposto, infatti non erano rientrati. Ma dove cavolo si saranno cacciati. Stavo per richiamarli quando sentì armeggiare alla porta. Pensai che fossero dei ladri e mi nascosi in camera sotto il letto. Poi sentì aprire la porta. Non potevano essere ladri, non hanno le chiavi. Sentivo solo passi ma nessuna voce, poi d’un tratto mi sentì afferrare e tirare fuori da sotto il letto. Erano quei quattro mattacchioni che mi avevano fatto uno scherzo. Tre di loro si erano nascosti in bagno completamente nudi e il quarto doveva darmi l’impressione che qualcuno volesse entrare in casa. Conoscendomi, sapevano che mi sarei nascosto da qualche parte ed erano stati fortunati che avessi scelto il letto e non il bagno. Mi avevano sollevato di peso per adagiarmi sul grande materasso del salotto. “Adesso devi pagare pegno, sei stato fuori tutta la notte e tutto oggi, quindi dovrai fare sesso per tutta la notte”. “No ragazzi, tutta la notte non è possibile, domani ho quel pranzo di lavoro e devo alzarmi presto”. “A noi basta poter godere di te tre o quattro volte a testa, il che significa, diciamo, fino alle tre di notte partendo da ora” e mi si gettarono addosso togliendomi tutti gli indumenti in un lampo. Quello che successe ormai lo sapete già, anche se vorrei raccontarvelo ancora, mi piace troppo parlare delle nostre scene di sesso sfrenato e di quanto io sia innamorato dei loro cazzoni. Ma terrò a freno la mia penna, almeno per questa volta.

 

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