Il maiale che è dentro di me-prima parte

  • Scritto da Porcello55 il 18/05/2022 - 14:24
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Era passata una settimana dal mio ritorno dalla breve ma intensa vacanza alla Fattoria Le Gioie ed avevo avuto diverse cose da fare che non avevo neanche guardato la posta elettronica. Era domenica e mi ero preso un po' di tempo per un relax dagli impegni così guardai se era arrivata posta. Come mi accade spesso, trovai tante di quelle mail che passai quasi un’ora a visionare per rimetterle nelle varie caselle. Poi passai a quelle indesiderate e le selezionai per eliminarle ma ebbi un attimo di esitazione, sentivo che dovevo controllarle prima di farlo. Di solito lo faccio subito ma fu la mia fortuna. Andai indietro nel tempo per controllare se caso mai ci fosse la mail di Arturo, mi aveva detto che avrebbe spedito le foto appena tornato a casa e non avendo visto nessuna mail fra le ordinarie, pensai fosse andata in quelle indesiderate dal momento che non avevo il suo indirizzo. Infatti eccola li, lunedì sera alle ventuno e ventisette. Mi aveva detto di essere sposato e immaginai avesse atteso il momento migliore per essere solo e sicuro di allegarmi tutte le foto che aveva scattato. Aprì il file e vidi gli allegati, erano quattordici e li scaricai senza neanche guardarli, lo avrei fatto con calma la sera a letto. Dopo di che chiusi tutto e andai a prepararmi la colazione. La domenica era il giorno che facevo tutto con calma, svegliarmi, stirarmi, alzarmi, la doccia e naturalmente la colazione. Il resto della giornata la passavo sul divano guardando un film o a giocare con i miei due labrador, che mi stavano sempre addosso e a me non dispiaceva affatto.

Alla sera, dopo aver cenato, andai in camera portandomi dietro il portatile. “Su tesorini miei, salite sul lettone” e loro due non se lo fecero ripetere “adesso state buoni che ho da guardare delle foto ok?” e per tutta risposta ricevetti delle leccate. Accesi il pc e cercai la cartella dove avevo memorizzato le foto con il titolo “vacanza bestiale” un titolo molto appropriato. Le foto che Arturo mi aveva mandato erano bellissime e oltre alle sette che avete già visto, ne aveva mandate altre sette dello spettacolo di quel sabato sera, qui ve le metto.

 

Non saprei dire come mai Arturo avesse scelto queste foto perché nella mail mi aveva detto di averne fatte altre, gli chiederò in seguito che fine hanno fatto e se me le può spedire. Quello che so è che nel rivederle mi era venuta voglia e, mentre i miei due cuccioloni stavano facendosi la toilette serale, mi tolsi il pigiama restando nudo e iniziai a toccarmi il buchetto. Credetemi, bastarono pochi secondi e i miei due volenterosi soccorritori si misero subito all’opera attivando le loro lingue dopo aver sentito il mio odore. Il mio culo diventa terreno di conquista per due guerrieri arrapati come loro e in questo sono maestri nel procurarmi piacere. Feci appena in tempo a chiudere il portatile e riporlo che subiti furono su di me. Tenendomi fermo, con la loro mole, sdraiato di schiena, rimasi esposto alla loro mercé. “Ohhh, Dioooo… che bello sentirvi entrambe, mmmm…” e tutto si protrasse per circa dieci minuti che sembrarono ore. Anche loro si stavano eccitando, il mio culo piace tantissimo sia a King che Rock. Le punte rosse dei loro cazzi iniziarono a far capolino dalle loro guaine e mi bastò allungare le mani per accarezzarli. Il nostro non è un semplice rapporto di padrone e cani e neanche di amicizia, ma di amore, amore vero con tanto di passione e godimento sessuale. Li avevo presi da cuccioli e già dopo i sei mesi avevano mostrato il loro interesse per le mie gambe. Non gli avevo proibito di farlo, almeno quando eravamo soli, solo in pubblico o in presenza di altre persone dovevano restare al loro posto. Quando però eravamo soli in casa, concedevo loro di farlo fino a quando a circa un anno, decisi che avrei dovuto concedergli di più e feci loro il primo pompino e così da allora sono diventato la loro cagna e ne sono felice. Non passa giorno, se siamo soli, che io non mi conceda, loro mi vengono intorno, saltellano e, se io glielo permetto, di comune accordo mi montano. Anche quella sera King e Rock si stavano prendendo cura del mio buchetto voglioso leccandolo tutto come io mi stavo prendendo cura dei loro cazzi che erano già fuori per metà. Le goccioline che stavano uscendo era il segno che entrambe erano pronti per qualcos’altro. Mi voltai e, appoggiandomi sul letto con gomiti e ginocchia, attesi che uno dei due mi venisse dietro per terminare la lubrificazione del buco. Fu King il primo a tuffarsi mentre io chiamai Rock a me “Dai su, vieni qui che a te ci penso io. Lo sai che poi tocca a te” e presi a leccargli la sua punta rossa. Non aspettava altro. King nel frattempo mi aveva bagnato il buco ed aveva iniziato a saltarmi sulla schiena dando due o tre colpetti schizzando per poi scendere di nuovo e riprendere a leccare. Poi di nuovo sopra e così via come fosse un rituale che io conoscevo benissimo. Il cazzo di Rock era quasi tutto fuori, e il nodo aspettava il suo turno quando senti King trovare la strada e affondare colpi più decisi, precisi, mirati direttamente al mio buco e prese a montarmi spingendo a fondo sempre più velocemente. Ormai anche il nodo di Rock era fuori e il pompino che gli stavo facendo, leccandogli anche quei due rigonfiamenti, lo portarono a mimare la monta scopandomi in bocca. King affondava il suo cazzone nel buco del culo mentre Rock lo stava affondando tutto nella mia bocca. Con gli ultimi colpi fecero entrare anche i nodi ed io li accolsi con tutto me stesso. Si fermarono quasi all’unisono ed io non ebbi neanche bisogno di trattenerli tanto erano addestrati. Mi schizzavano, sia in gola che nell’intestino, tutta la loro sborra caldissima, tanta, ed avevo imparato a conoscerli bene col tempo, sapendo che si sarebbero presi il loro tempo per svuotarmela dentro. Dopo un’ora circa fecero uscire i loro cazzi dai miei buchi, sempre con quel suono che mi piaceva tanto, lo stappo di una bottiglia di spumante. Restai alcuni minuti a godermi la quiete che aleggiava sempre quando terminavamo i nostri rapporti, Sentivo solo le loro lingue mentre si pulivano ed io mi mettevo a guardarli, erano così amorevoli. Mi misi in mezzo a loro due e li abbracciai “venite qui amori miei” e li baciai proprio come si fa con il proprio amante, solo che io ne avevo due e molto speciali. “Tranquillo Rock, domani sera è il tuo turno per visitare il mio buchetto, promesso”. Poi dissi loro di spostarsi un po' che mi era venuto sonno. Guardai l’orologio ed erano le ventitre e cinquanta. Andai sotto le lenzuola e salutai Rock e King “notte cuccioloni a domani”. Spensi la luce a presi sonno quasi subito.

L’indomani mi svegliai deciso di rispondere alla mail di Arturo per ringraziarlo, cosa che feci dopo i soliti riti mattutini. King e Rock li avevo mandati in giardino per giocare un po', ne avevano bisogno per mantenersi attivi e sani. Presi il portatile e lo misi sotto carica mentre mi preparavo la colazione. Era una giornata grigia ma calda e carica di umidità, cosa che non mi entusiasmava per niente e gli impegni che avevo erano di una noia mortale. Appuntamento con un arredatore, poi pranzo veloce al bar e di nuovo appuntamento con editore perché, come avrete notato, mi ero specializzato in racconti erotici e dovevo mantenere le relazioni e cercare nuovi spunti per i miei brevi ma eccitanti racconti. Avevo il tempo per colazione, prepararmi per gli appuntamenti e scrivere la mail ad Arturo. Quindi, prima di uscire la scrissi. “Ciao Arturo, prima di tutto ti ringrazio per avermi scritto ed avermi spedito le foto, sono davvero belle. Mi chiedevo però se fossero tutte, oppure ne hai altre? Se si potresti mandarmele? Grazie” e premetti invio. Spensi il pc ed uscì.

Al mio ritorno, Rock e King erano in casa, distesi nelle loro cucce, ma appena mi videro rientrare vennero subito a farmi le feste scodinzolando e saltellando come facevano sempre. “Allora amori miei, vi sono mancato? Su, da bravi lasciatemi almeno togliere questi abiti e poi sono da voi”. Ubbidirono subito perché sapevano quando era il momento di stare al loro posto e se ne tornarono nelle loro cucce. Andai in camera, mi tolsi gli abiti e ne indossai altri più comodi ma senza i boxer, in casa preferivo non indossarli perché coprivano parzialmente l’odore delle mie parti intime. Presi il portatile sedendomi sul letto e aprì la posta. C’erano alcune mail ed una di Arturo. L’aprì. “Ciao Roberto, sono contento che le foto ti siano piaciute. Devo dirti però che le foto che mancano non le ho spedite perché sono andate perdute. Non so come ma è così, mi dispiace. Non ricordo neanche quali fossero, ricordo però che erano quelle fatte con te e Stallion, forse le ho cancellate maldestramente quando ci siamo denudati tutti per la seconda parte dello spettacolo. Volevo rivederle prima di iniziare a scattare le altre e ho premuto il tasto cancella invece di rivedi. Ero talmente in confusione che mi sono maledetto per averlo fatto. Comunque sono stato ripagato dalle forti emozioni che mi hai dato durante la tua performance che la coppia di cavalli. Ti prometto che se dovesse esserci un’altra occasione mi farò perdonare. Scusami ancora. Un bacio, Arturo”. Che peccato, mi sarebbe piaciuto tanto vedere quelle con Stallion, in fondo ero andato a quella fattoria proprio per verificare se fosse lui lo stallone di quel video. Pazienza, avevo comunque le altre.

Il trillo del cellulare mi distolse da quei pensieri.”Pronto chi è?”. “Salve, sono Sam la padrona della Fattoria le Gioie”. “Salve, che piacere sentirla”, al momento della registrazione avevo lasciato loro sia l’email che il cellulare per contattarmi caso mai ci fossero eventi alla fattoria “mi dica”. “Mi dispiace non volevo disturbarla ma volevo informarla che a fine mese facciamo una festa qui, la saga del maiale, con cena vegetariana, musica, danze e intrattenimento. Se volesse partecipare sarei felice di ospitarla”. “Al momento non saprei mi faccia controllare”. Presi la mia agenda elettronica per controllare. “Quando è il giorno?” chiesi. “Sabato ventotto di questo mese, fra due settimane. Se vuole può venire la mattina e restare fino a domenica”. “Per il sabato avrei un impegno ma lo potrei rimandare mentre la domenica sono liberissimo. Facciamo così, la ricontatto per la conferma diciamo, domani?”. “Va benissimo a domani allora”. “A domani” e riagganciai. Questa si che era una bella sorpresa e avevo due settimane per prepararmi. Una festa alla fattoria, la saga del maiale con cena vegetariana, musica, danze e intrattenimento. Ci sarebbero state altre persone allora, non credo che la facessero solo per me. Dovevo solo rimandare l’impegno del sabato ventotto e confermare l’invito per un altro fine settimana eccitante.

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