Il passaparola rende, più di tanto altro.

  • Scritto da Luisa il 24/09/2022 - 18:56
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           ……..gli è stato fatto il mio nome dalla vicina, la zia Concetta, vedova di Piero l’anziano infermiere del palazzo) mi dice “io sono incapace di far le punture, cercavo qualche anima. Dopo avermi specificato il problema…………. Enrica era sdraiata sul letto e stava riposando, ……

 

                           Forse ero mi ero sbagliato, a mezzogiorno via SMS Erminia scrive nel pomeriggio verso le cinque sarebbe venuta a casa mia, l’ostetrica ha fatto mille domande anche personali con l’intervento del medico rd essendo che allattava aveva bisogno di una cura di ricostituente anche a giorni alterni, lui stesso suggeriva delle iniezioni di Complesso B, e per questo lo aveva già acquistato, doveva solo iniziare. --- , il lunedì pomeriggio caldo ero sui libri ripassavo per l’esame orale di maturità, e ripassare per l’altro esame: quello del secondo anno di infermieristica, mamma era appena uscita per il turno pomeridiano; avevo casa libera mi ero messo in libertà solo mutande, prima di uscire mi ricorda che la vicina Anna aveva bisogno di me, (era passato un anno dalle ultime punture, aiutavo il figlio a sistemare i giochini, spesso mi chiamava per sostituire una lampadina cambiare le tende venivo ripagato con qualche veloce visione  “vi lascio immaginare nulla più, solo seghe da parte mia e basta).

                    Dopo una decina di minuti suonano dal portone “il mio pensiero ha dimenticato qualcosa non era la prima volta” mi infilo un paio di pantaloncini e la maglietta apro dall’ascensore esce il passeggino era Erminia (un vestitino leggero bianco traforato che lasciano vedere l’intimo ed un paio di stivaletti) con il figlio che dorme, entrata chiudo mi abbraccia e con le mani mi avvicina la mia bocca alla sua ci limoniamo come ragazzini, tra lei ed il marito ci sono dieci anni di differenza. Aspettavo da tanto tempo questo momento mentre le mie mani cercano la far scendere la cerniera del vestito mi aiuta e cade ai piedi lasciandola con il reggiseno e mutandine, si posano sul sedere la alzo facendo sentire il mio pene sulla pancia, la sua mano destra traffica con la fettuccia dei pantaloncini ci riesce e mi toglie anche gli slip il membro svetta potente lo accarezza salendo con la lingua dai testicoli alla punta esclama con meraviglia:“ è magnifico, enorme! Fammelo ingoiare ! ” Così dicendo si abbassa lasciandomi le mani orfane di quelle culatte bianche. “ E’ più bello di quanto lo abbia pensato mi prende e mi butta sul letto iniziando a farmi un pompino che femmina eccezionale mi sta portando in estasi, “il cellulare squilla per diverse volte nella sua borsa,” alternando il pene tra bocca e tette che secernono latte quando i seni vanno su e giù, china il capo imboccando la cappella avvolgendola con le labbra caldo umide. E’ irresistibile, non ci mette a molto a farmi godere!! … e bere il mio sperma, si stacca corre in cucina il suonare ha anche svegliato il bimbo, sento la conversazione era Antonio che chiedeva dove fosse: candidamente risponde che aveva il cellulare silenzioso per non svegliare il figlio e che si stava preparando per andare a fare la puntura.) Dispiace, è rimasta a becco asciutto ed andiamo in cucina e si riveste mettere il reggiseno ed infila il vestito, da sotto il passeggino prende il pacchetto della farmacia, vado in bagno a prendere l’occorrente “”. Ormai pronto con siringa e cotone, suonano alla porta, apro una signora, capelli castano chiari corti,1,60 una bella terza addosso un abito da casa senza spalline con i bottoni davanti, invito ad entrare, vedendomi con la siringa in mano mi dice: non ho sbagliato a suonare, [Concetta mi ha indicato giusto], se finito salivo, mi dice: Lei al quarto stessa porta. Rientro in cucina Erminia era pronta con le mutandine al ginocchio il braccio sinistro appoggiato al tavolo la mano destra al figlio, Massaggio bene la buco dalla sua bocca neanche un haii, un sospiro quando mi sente massaggiare ed una esclamazione “finito ?” certamente rispondo. Si gira e mi bacia. Si riveste gira il passeggino e l’accompagno all’ascensore con un arrivederci tra due giorni. Prendo le chiavi di casa, dalla dispensa mi metto in tasca due guanti in lattice e vado al quarto piano. Suono, mi viene ad aprire dal cucinino arrivava con la corrente delle porte aperte un odore di camomilla, mi accomodare sul divano, (l’appartamento era stato ristrutturato avendolo ereditato dalla Grazia era la compare di Concetta da giovani erano due coppie inseparabili, i mariti lavoravano nello stesso posto lo zio Piero era infermiere, Mario il marito di Grazia era tecnico di radiologia), e spiega che aveva bisogno di una peretta, non sapendo aveva chiesto a Concetta. Mi alzo a dir il vero io perette non ne avevo mai fatto, ricordo che nonna provvedeva in caso di bisogno in mancanza di Piero. Con Francesca ed Erminia l’avevo fatto con la sacca. Chiedo di poter andare in bagno a lavarmi le mani e lei sulla lavatrice c’è un sacchetto della farmacia portalo, sulla vasca mutande nere e reggiseno bianco, ritornato in cucinino sotto i suoi attenti sguardi chiedo una ciotola per versare la camomilla apro il sacchetto dentro la scatola della pera del 16 una di vaselina ed una di Plasil fiale scarto ed inizio a riempire la pera, la camomilla è ancora calda per farlo, mentre lei va in bagno guardo lo scontrino ***GRZ65A45B429*  ritorna nuda come mamma l’ha fatta con il cellulare in mano che messaggiava (deve ammettere che ha un bel coraggio farsi vedere da una persona che fino a dieci minuti prima non conosceva, era indifferente) non ci è voluto molto, io ero pronto si appoggia al tavolo e ancor prima di iniziare mi dice di volerne fare due, “bene per me, starei tutta la sera a fargli delle perette) Scostai le culatte con molta delicatezza,  e la avvicinai, la inclinai verso il suo buchino che, nel frattempo si era aperto alla luce come un fiore e cercai la giusta inclinazione per sentire la cannula entrare senza fatica, ma per fare questo cincischiai molto sul suo buchetto con la punta della cannula che, nel frattempo, lubrificava il tutto con un pò di vaselina e delle gocce di camomilla che iniziavano a fuoriuscire… “Dai bravo, …coosiii’ …” mi incoraggiava muovendo il sedere… “Sei bravo però, …hai una manina niente male…ohhohhh” in quell’istante la cannula penetrò come risucchiata dentro in modo naturale, la sentivo ansimare (tra di me pensavo questa non ha bisogno veramente lo fa per godere) che ansimando mi diceva: “Ecco… ohoho si…  io: respiri profondamente e lei: tu devi premere sulla pera…da bravo dai…” facendolo il primo schizzo di camomilla entrò negli intestini “Ohoho …eccoooo, …però, bravo…. Ohooohhhhh…” e via cosi’ che ogni fiotto  un mugolio sordo di evidente goduria della che mostrava il suo piacere inarcandosi a più non posso e io esageravo spostandola e roteandola dentro il suo stupendo culetto. Fu una sensazione e una emozione mi impegnai al massimo perché nella peretta non rimanesse neppure una goccia e questo lo gradì moltissimo, promuovendo a pieni il mio operato. “Signora, è finita la peretta…” “Ooohho sei sicuro? …assicurati che nulla rimanga, ..ohoho ti raccomando… “ “No No, è proprio finita” e così dicendo estrassi la cannula, mentre ricaricavo la pera, squilla il suo cellulare; dall’altra parte una sua amica chiede se ha risolto il suo problema, lei vedendomi pronto per la seconda mi fa segno di iniziare, come prima allargo le culatte e dirigo la cannula verso il sedere Graziella ha fatto una radiocronaca alla sua amica dall’altra parte del telefono. Anche con questa peretta viene ripetutamente di seguito, dalla vagina scendevano umori che sembrava una fontana, non potevo fare nulla avevo entrambe le mani impegnate il brutto della pera, con la sacca del clistere una volta inserita la sonda rimane libera, con l’altra massaggiavo la pancia con qualche per nulla sgradita puntatina sulla patata. Un po' di cronistoria lei all’epoca aveva 49 anni attualmente separata con una figlia di 18 anni che abitava con il padre a Milano, aveva chiesto il trasferimento in prefettura, e viveva sola. Certamente l’amica ed aveva anche trovato una persona accondiscendente a risolvere i problemi, soffriva di stipsi e spesso aveva bisogno del Plasil bastava un solo sorso di alcolico per ricorrere alla puntura e non sempre una era sufficiente. Per me era ed è ancora una manna benchè ora ne abbia 57. Dopo averla assistita dopo le perette si è congedata mettendomi in mano venti euro, ed una nuova paziente la sua amica.

 

     Scusatemi per il dilungarmi, voglio che abbiate una visione chiara della situazione.  

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