Il pranzo della domenica - 4 - The end

  • Scritto da sensoo il 05/05/2020 - 00:30
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Mi manca ancora qualcosa per entrare definitivamente nel mondo dell’Eros.

E l’occasione non si fa attendere: sono al supermercato con mia madre ed incontriamo mia zia. “Sei fortunata tu ad avere un figlio così grande che ti aiuta a portare la spesa: io devo arrangiarmi sempre da sola!”. Mia madre, considerando che doveva prendere poche cose, ed ignorando tutto ciò che finora c’era stato con mia zia, le dice: ”Se vuoi, approfitta pure di lui. Io posso tornare a casa da sola”. Lei mi guarda, per un istante brevissimo si passa la lingua sulle labbra e mi sorride come solo lei sa fare e: “Affare fatto: andiamo, vieni via con me!”.

Salutiamo mia madre, mi prende sottobraccio e via verso il reparto frutta e verdura. Mia zia cura molto il suo aspetto ed il suo abbigliamento. Anche quando va al supermercato. Il mio sguardo, al solito, cade subito sulle sue gambe per sbirciare che calze indossa oggi e con che scarpe. Noto subito che quando piega la caviglia, si formano le grinze tipiche delle calze: quindi oggi niente collant ma calze con reggicalze, i miei preferiti. Scarpe eleganti e provocanti che lasciano intravedere bene il piede. Compra di tutto, il carrello è strapieno ed il mio cazzo è… straduro! Lo nascondo dietro al carrello, lei fa finta di nulla. Al reparto pescheria, guardando le ostriche, mi dice: ”Ti piacciono? Sai, sono afrodisiache e per mangiarle devi succhiarle, un po’ come si fa con la figa…”. Inizio a sudare, lei gode del mio imbarazzo e finalmente si dirige verso le casse. Paga e le manca una monetina: “Hai per caso 20 cent? Poi te li restituisco. Ti piacerà molto come ti pagherò gli interessi!” Sono al settimo cielo, non riesco ad immaginare cosa mi regalerà ancora.

Entriamo con il carrello in ascensore, siamo soli. Le porte si chiudono e con grande naturalezza poggia un piede sul carrello un po’ in alto e si solleva la gonna. Sposta il bordo del perizoma nero e si apre la figa. Mi guarda negli occhi e mi ordina: ”Leccala!” E’ ben rasata, ha lasciato solo una riga di pelo nero che parte da sopra il clitoride e sale per qualche centimetro. E’ bellissima, penso all’ostrica di prima e affondo la mia lingua tra le sue grandi labbra. Spingo la punta della lingua dentro di lei, il suo sapore mi avvolge tutto. Lei si apre bene e mi dice: “Succhiami il clitoride”. E’ duro, sbuca fuori dal suo cappuccetto. Inizio a tormentare il suo clitoride con la punta della lingua, lei trema quasi, si agita. Poi…. l’ascensore rallenta e “Basta così, aiutami a caricare la spesa in auto”.

Cerco di ricompormi, ho il viso pieno del suo piacere liquido, il cazzo mi esplode. Incrociamo una coppia di sessantenni che mi guardano in modo un po’ strano, poi  abbassano lo sguardo verso il basso e notano il mio pacco gonfissimo, sgranando gli occhi e spalancando la bocca e per un pelo non perdono la dentiera!

Montiamo in auto e lei parte, ma invece di imboccare la rampa di discesa, sale verso il piano più alto del parcheggio: ”Zia, stai sbagliando direzione!” le dico, ma lei mi sorride e: “Caro, sei ancora mio ostaggio…”

Si ferma all’ultimo piano del parcheggio che è quasi deserto, parcheggia e mi invita sul sedile posteriore. Ci sediamo uno di fronte all’altra, lei si stende un po’ sul sedile. “Sfilami le scarpe”, mi chiede. Io non aspettavo altro. “Odorale, so che ti piace tanto ed abbassati i calzoni” Io eseguo inebetito, mentre impazzisco di desiderio. Il profumo di lei, dei suoi piedi, del cuoio delle scarpe mi manda in estasi. “Ora massaggiami i piedi, lentamente”. Io però non mi limito a questo, li annuso, li accarezzo, li maneggio sensualmente. Metto il mio cazzo durissimo tra le piante dei suoi piedi ed inizio a segarmi. Lei mi ferma e mi allarga bene le gambe, abbassa il suo viso ed inizia a baciarmi l’interno delle cosce. Sento la sua lingua calda e morbida che si avvicina al mio piacere. Mi lecca i coglioni, prima lentamente, poi sempre più intensamente. Mi tiene le mani per evitare che io mi masturbi. E fa bene, perché ho una voglia infinita di sborrare. Mi solleva le palle e continua a leccare. Capisco che vuole spingersi ancora oltre e mi sollevo un po’. Arriva a spalmarmi la sua lingua sul mio ano, mi sorprende il piacere che provo. Poi con la lingua risale verso la mia asta sempre più dura ed inizia a massaggiarmi il buchino con le dita insalivate. Non capisco più nulla. La punta della sua lingua percorre tutto il bordo della mia cappella, raggiunge il prepuzio e lo massaggia con passione, finchè non solleva la testa per arrivare ad ingoiare la punta del mio cazzo. Lo ingoia tutto, sento che le riempie la gola. Succhia forte, tutta la sua bocca aderisce alla mia cappella. Ma sento anche che il suo dito è penetrato nel mio culo e spinge su un punto speciale all’interno, che amplifica e sublima le mie sensazioni. Si muove sempre più velocemente, ormai non riesco più a resistere e voglio il massimo del piacere che non smette di aumentare. Voglio sborrare!!!!

“Aspetta, voglio  farti l’ultimo regalo” Si sgancia il reggicalze, si sfila una calza velatissima e la infila sul mio cazzo che trema dal piacere. La fa aderire come un preservativo ed inizia a leccarmi la cappella velata. La sua lingua umida accarezza il mio cazzo, mai prima così duro e, finalmente, lo infila fino in gola e sento la mia cappella annegare nella sua bocca piena del mio sperma.

Mi contorco dal piacere smisurato. Mia zia fa ricadere tutta la mia sborra sul cazzo ancora avvolto nel nylon mentre continua a massaggiarmi con due mani, spalmando il mio seme sulla cappella. Sfila la calza piena di sborra e la succhia tutta  per assaporare il mio liquido. Lo ingoia tutto, raccogliendo con la punta della lingua ogni minima goccia rimasta sulla mia cappella ancora gonfia. Infine  mi bacia, avvolgendo la sua lingua voluttuosa intorno alla mia.

Questo, è l’inizio della mia vera vita.

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