IL RICATTO – seconda parte (2/3)
(ALESSANDRO BARDI)
Eleonora la lasciò fare per alcuni secondi, poi le tolse la mano dalla bocca e gliela rimise in mezzo alle gambe. Potevo vedere il suo braccio muoversi delicatamente, sotto la gonna.
Le sussurrò: “Vedrai quante cose che possiamo insegnarti, io e mio marito.”
“Mmmhhh…”
“Hai voglia di imparare cose nuove?”
“Sì…”
“Brava. E adesso… fagli vedere la fica.”
Lei ubbidì senza esitare. Con entrambe le mani si sollevò la gonna lentamente, fino ad arrotolarsela in vita, come fosse stata una cintura. Poi spalancò le cosce, mostrando la sua intimità oscenamente come non aveva mai fatto.
Gli occhi neri del cinquantenne brizzolato si illuminarono di un fuoco sconvolto quando videro il pelo biondo e corto che copriva il pube di mia moglie, al di sotto del quale le grandi labbra erano gonfie come non mai, visibilmente fradice.
Nel momento in cui si voltò verso il suo uomo, Eleonora le stava accarezzando delicatamente l’interno della coscia destra.
“Edo, guardala. È tutta bagnata.”
Lui era troppo eccitato, per poter parlare distintamente. Emise solo una specie di grugnito.
“Cazzo…”
“È bella, vero?”
“Minchia, è stupenda!”
A quel punto lei si rivolse di nuovo alla Benny, sussurrandole: “Amore, hai voglia di fartela leccare da mio marito?”
“Mmmhhh… sì…”
Feci fatica a riconoscere la voce che le aveva risposto. Era profonda, leggermente ansimante, e sembrava provenire da una dimensione di piacere che fino a quel momento non avevamo mai condiviso.
Si creò un attimo di silenzio, rotto solo dalla musica in sottofondo. Poi l’uomo al quale stavo per concedere mia moglie si alzò. Lo fece lentamente, senza mai toglierle lo sguardo dalla fica, che gli si mostrava aperta e fradicia.
Le si inginocchiò in mezzo alle gambe e piano, come se ancora non credesse al piacere che gli avrebbe dato quella ragazza così giovane e bella, le appoggiò delicatamente le mani sulle cosce e vi si chinò in mezzo.
Le grandi labbra della Benny sparirono alla mia vista, improvvisamente coperte da una testa di capelli brizzolati che cominciò a muoversi ondulando leggermente su e giù, accompagnata da un mugolio caldissimo.
“Mmmhhh…”
Mia moglie aveva spalancato i suoi occhi di ghiaccio e li aveva fissati su quella testa, i cui capelli aveva preso ad accarezzare languidamente con la mano destra, assecondandone il movimento.
Si voltò verso di me e incrociò il mio sguardo stralunato, mise l’altra mano nella mia e la strinse con tutta la forza che aveva, prima di soffiare: “Oddio, amore… è bellissimo… sto godendo tanto…”
Pregai che si stesse rivolgendo a me, e non all’uomo che le stava leccando la fica. E poi mi abbandonai a una sensazione di impotenza e di inadeguatezza, quando la vidi chiudere improvvisamente gli occhi buttando la testa all’indietro e sussurrando: “Oh, sììì…”
Ci misi un attimo a capire, e quando lo feci mi sentii gelare.
Edo era sceso leggermente con la lingua e aveva cominciato a leccarle l’ano, che teneva divaricato spingendone i bordi verso l’esterno con entrambe le mani.
Non ci potevo credere. La donna con cui avevo scelto di condividere ogni cosa stava provando piacere nel farsi leccare il buco del culo da uno sconosciuto di vent’anni più vecchio.
Mi sentivo male, ma il peggio doveva ancora venire. Lo vidi leccarsi il dito medio della mano destra e poi tornare con la lingua sul clitoride, prima di fare una cosa che lei a me aveva sempre negato. Le accarezzò delicatamente il buchino per alcuni istanti, e poi glielo spinse dentro. Lentamente, ma inesorabilmente, la penetrò con il dito nel culo, fino a sbatterglielo tutto in profondità.
Lei inarcò la schiena, strizzò gli occhi e mi stritolò la mano, mentre soffiava parole che non avrei mai dimenticato:
“Oh, sì… così, Edo… così… nel culo, sììì…”
Credevo di morire. Mi accorsi che stavo sudando come un animale, mentre guardavo la mia dolce mogliettina, la donna che mi aveva dato anni di assoluta timidezza, chiusura e rigidità morale, lasciare che quell’uomo le aprisse il buco del culo con il suo grosso dito, troppo grosso per un corpo esile e minuto come il suo.
Mai avrei creduto che mi sarei ritrovato un giorno in quella situazione assurda, seduto sul divano di un Motel a fissarla mentre si concedeva a una penetrazione anale sotto i miei occhi. Ma era tutto vero. Stavo guardando un uomo godere del culo di mia moglie, così come io non avevo mai potuto fare.
Fu ancora la voce di Eleonora a distogliermi dai miei pensieri più cupi.
“Ti piace, Benny?”
“Oh, sììì…”
E poi, come se avesse potuto leggermi nella mente, aggiunse: “Lo fai spesso nel culo con tuo marito?”
“No…”
Le accarezzò il viso e le diede un leggero bacio sulle labbra, prima di sussurrarle: “Questa è un’altra cosa che faremo stasera…”
“Mmmhhh…”
“Amore… ti lascerai inculare da mio marito?”
“Oddio, sì…”
Pensai di morire.
“Ma non subito” le disse ancora Eleonora. “Prima vogliamo giocare un po' col tuo corpo. È vero Edo?”
In tutta risposta quello emise un mugolio. Si allontanò leggermente dalla fica nella quale sembrava che stesse sprofondando e le tolse il dito dal culo.
Sussurrò: “Cazzo, è stupenda…” e poi cominciò a leccarle l’interno della coscia sinistra. Lo fece tenendo fuori tutta la lingua, spalmandogliela sulla pelle.
Lo vidi scendere lentamente, senza mai staccarsi da lei, e lasciando un’invisibile scia di saliva che le arrivò presto fino al polpaccio, e poi più giù.
Le impugnò delicatamente con entrambe le mani la caviglia sinistra e gliela sollevò piano. E mentre io restavo imbambolato a guardare la sconfinata sensualità di quel piede perfetto, con le unghie tinte di rosso fuoco e impreziosito dal sandalo nero apertissimo e con tacco a spillo, lui si mise a leccarle la cavigliera d’argento e il laccetto di pelle che la cingeva.
E quando con la lingua percorse tutto il collo del piede e arrivò alle dita, che prese a leccare e a succhiare con una passione devastante, il mugolio della Benny mi fece capire che stavo per morire davvero.
“Oh, Edo… sei bravissimo… sei bravissimo…”
Il nome di quell’uomo partì dalla bocca di mia moglie e mi trafisse il cuore. Capii che non potevo sopportare oltre e decisi di intervenire. Avrei fermato quella follia, avrei ripreso mia moglie, l’avrei caricata in macchina e l’avrei riportata a casa. L’avrei fatto subito, prima che la situazione potesse degenerare davvero.
Ma appena feci un movimento, come per alzarmi, Eleonora mi bloccò con la sua voce calda e ipnotica: “Tranquillo, tesoro. Poi giochiamo anche con te. Ma adesso goditi lo spettacolo. Hai una moglie stupenda e… caldissima.”
Detto questo si chinò sul suo viso e le sbatté la lingua in bocca con tanto impeto che, pensai, l’avrebbe soffocata.
Mi accorsi immediatamente che lei stava ricambiando il bacio di quella donna, e mi bloccai paralizzato e confuso. Non volevo che la Benny facesse sesso con altri, ma l’orgia di lingue che stava riempiendo il mio sguardo mi aveva completamente bloccato.
Spostavo gli occhi da quelle bocche che sembrava si volessero mangiare reciprocamente, scambiandosi una passione profondissima, a quella dell’uomo che stava ingoiando le dita dei piedi di mia moglie, tornando poi a leccarle il collo e la caviglia, per andare di nuovo giù, lasciando sulla sua pelle litri di saliva che non avrei voluto vedere, ma che mi stavano ipnotizzando.
Ero talmente preso da quella scena che non mi accorsi che lui si era sbottonato la camicia. Si alzò e se la tolse lentamente, stando in piedi davanti a noi.
Le due donne avevano smesso di baciarsi e lo stavano osservando. Aveva un fisico asciutto, tonico. Un folto pelo grigio gli copriva il petto, ma per il resto sembrava il corpo di un trentenne, come noi.
Si muoveva tenendo lo sguardo fisso negli occhi della Benny, evidentemente affascinato da quelle tonalità tanto chiare da sembrare impossibili.
Poi si slacciò i pantaloni e se li sfilò piano. E quando rimase completamente nudo davanti a noi, provai un tonfo al cuore vedendo un cazzo grosso, non troppo lungo ma sicuramente largo e reso duro come l’acciaio dall’eccitazione che gli stava dando il pensiero che di lì a poco sarebbe entrato nel corpo di quella ragazza bionda che lo stava fissando con uno sguardo stralunato.
Al solo vederlo, come seguendo quella stessa immagine, lei cominciò ad accarezzarsi il clitoride con la mano destra, senza mai smettere di guardare quel palo che avrebbe presto accolto dentro di sé.
Non volevo che accadesse. Non volevo che mia moglie si facesse scopare da quel toro maturo che la stava fissando con lascivia. Ma nonostante il tormento che mi assillava e il dolore lancinante che provavo dritto al centro dello stomaco, non riuscii a muovere un muscolo, e rimasi passivo a osservare Edoardo che si stava sedendo solitario sull’altro divano.
Si impugnò il cazzo con la mano destra e si rivolse alla Benny con una voce profonda e sicura.
“Vieni.”
Le disse una sola parola. Una parola che mi vibrò dentro squassandomi l’anima.
Lei non si mosse, ma Eleonora le diede la forza per farlo, sussurrandole: “Dai, vai da lui.”
Non dimenticherò mai il momento in cui la vidi alzarsi in piedi, leggermente incerta sui tacchi. Fece un passo in diagonale, verso l’uomo che la stava aspettando e poi, seguendo un istinto che non avrei mai creduto possibile, si inginocchiò in mezzo alle sue gambe.
Ebbi forte la sensazione che nella camera di quel Motel il tempo si fosse improvvisamente fermato. Il silenzio era assoluto. Sembrava che nessuno stesse più respirando e che solo la musica in filodiffusione, morbida e a basso volume, non si stesse accorgendo di quello che stava succedendo.
La Benny impugnò quel grosso cazzo sconosciuto con la mano destra, e molto lentamente vi si chinò sopra.
Nell’esatto momento in cui lo prese in bocca, a Edo si chiusero gli occhi e a me si chiusero le coronarie. Lo vidi buttare la testa all’indietro, accompagnando quel movimento con un mugolio profondissimo: “Mmmhhh…”
Non riuscivo a sbattere le ciglia e rimasi con gli occhi spalancati a fissare i capelli biondissimi di mia moglie che avevano cominciato a muoversi su e giù, dapprima lentamente e poi sempre più velocemente, percorrendo in tutta la lunghezza quel membro talmente grosso che sembrava la potesse soffocare.
Per la prima volta in vita mia mi ritrovai impotente ad assistere allo spettacolo di mia moglie che faceva un pompino a un altro uomo; un signore cinquantenne che ora le aveva messo entrambe le mani nei capelli e ne assecondava il continuo movimento su e giù. Aveva riaperto gli occhi e stava fissando la testa di quella ragazza che con tanta arrendevole disponibilità si stava lasciando scopare in bocca.
Dopo alcuni interminabili secondi, alzò lo sguardo e lo fissò negli occhi neri di sua moglie e le disse: “Cazzo, Ele… questa succhia che è una meraviglia…”
Cercai di non credere alle mie orecchie e di non pensare al fatto che si stesse riferendo alla donna che avevo sposato.
E mentre combattevo contro la mia gelosia, mi accorsi che la signora che se ne stava seduta alla mia destra si era alzata ed era venuta a mettersi davanti a me.
La guardai dal basso in alto e rimasi affascinato dall’eleganza di quella presenza, dal portamento che accompagnava ogni suo minimo gesto, reso perfetto dall’abito nero i cui pantaloni davano al suo corpo una linea slanciata e tremendamente sensuale.
Mi presi un secondo per ammirarle i piedi, ingabbiati in quell’incrocio di lacci di pelle nera che li percorrevano tutti, dalle dita alle caviglie, e mentre stavo pensando a quando mi sarebbe piaciuto sdraiarmi e leccarglieli, lei anticipò ogni mia mossa e mi si inginocchiò in mezzo alle gambe, esattamente come mia moglie aveva fatto con suo marito.
Allungò le mani sulla mia cintura, che prese a slacciare, dicendomi: “Dai, non essere timido. Fammi vedere quello che mi puoi dare…”
Non riuscii a rispondere e lasciai che mi sfilasse i pantaloni e le mutande, lasciandomi completamente nudo dalla vita in giù.
“Mmmhhh… allora ti piace guardare la tua ragazza che si fa scopare in bocca èh?”
Non c’era nulla che avrei potuto dire a mia discolpa. Non potevo negare il fatto di avere un palo d’acciaio in mezzo alle gambe, e prima ancora che potessi rendermene conto, Eleonora si chinò su di me e prese a leccarmi le palle, mentre la sua mano destra mi impugnò il cazzo e cominciò a muoversi lentamente su e giù.
Il contatto con la sua lingua mi fece precipitare in un vortice di piacere sconvolgente e sconosciuto. Trovai la forza per buttare un ultimo sguardo ai capelli biondi della Benny che continuavano a muoversi in mezzo alle gambe di Edoardo, e poi crollai e mi abbandonai alla donna che mi aveva ingoiato il cazzo e che ora se lo stava lasciando scivolare in gola. Chiusi gli occhi e mi sentii improvvisamente immerso nel bagno caldo di saliva, mentre la sua lingua si muoveva sulla mia pelle come nessuna aveva mai saputo fare.
Non so quanto tempo passai avvolto da quel buio ardente. Immaginai che non sarebbe mai finito, ma mi sbagliavo. Una voce si fece largo nella mia testa e mi svegliò dall’estasi che stavo vivendo. Era la voce di un uomo. Una voce forte che trasmetteva una felicità spensierata.
“Ti piace?”
Aprii gli occhi e mi trovai ad incrociare lo sguardo di Edo. Stavamo condividendo qualcosa di impossibile. Eravamo entrambi seduti su un divano con una donna inginocchiata in mezzo alle gambe che ci faceva un pompino. Sua moglie e me e la mia a lui.
Ero troppo sconvolto per riuscire a rispondere alla domanda che mi aveva fatto, e anche a quella che mi fece un secondo dopo.
“È brava la Ele a succhiare il cazzo èh?”
Continuò: “Anche tua moglie è bravissima. È una pompinara pazzesca… ma adesso la voglio proprio sfondare.”
La Benny era talmente rapita da quello che stava facendo che non so nemmeno se lo sentì. Di certo, però, si accorse che lui le aveva preso entrambe le mani e l’aveva spinta a togliersi il cazzo dalla bocca spingendola ad alzarsi.
“Vienimi in braccio, bambolina.”
Glielo disse con un tono morbido, invitante.
Lei ebbe un attimo di esitazione, che lui sbloccò sussurrandole: “Dai, fatti scopare…”
Quando lei assecondò quell’invito, il mio mondo si fermò improvvisamente. La vidi mettere le ginocchia sul divano e sedersi su di lui, lasciandosi penetrare dal suo grosso membro.
Si appoggiò alle sue spalle e cominciò a muoversi languidamente su e giù, mentre il suo amante le aveva messo una mano sul culo e l’altra dietro la nuca, attirandola a sé e sbattendole la lingua in bocca con una passione caldissima.
Rimasi a guardare il cazzo di quell’uomo che entrava e usciva dalla fica di mia moglie. Vedevo il piccolo e splendido culo di lei che saliva e scendeva in continuazione, con quell’enorme palo in mezzo alle chiappe che appariva e spariva alla mia vista.
Era la prima volta che guardavo la donna che avevo sposato scopare con un altro uomo.
“Ecco” pensai, “l’abbiamo fatto. Abbiamo realizzato il sogno segreto della Benny.”
In un barlume di lucidità, uno degli ultimi che ebbi quella sera, mi resi conto che eravamo arrivati al momento per il quale avevamo messo in piedi tutta quella follia. L’attimo in cui il cazzo di un signore sconosciuto era entrato dentro di lei, nella sua fica, facendole provare quel brivido assurdo che aveva sempre desiderato e soppresso, schiacciato dalla sua cultura perbenista e dalla sua innata timidezza.
E ora che lo stavamo facendo davvero, le nostre emozioni non potevano essere più diverse. Lei sembrava sprofondata in un mare di piacere assoluto. Aveva abbattuto le sue inibizioni e si stava concedendo a quell’uomo con tutta se stessa, mentre io non riuscivo a superare il dolore al petto che provavo ogni volta che la vedevo scendere verso il basso, lasciandosi penetrare ancora e facendo sparire alla mia vista quella grossa e durissima asta.
E questo nonostante il fatto che Eleonora fosse ancora inginocchiata davanti a me e che non avesse mai smesso di succhiarmi l’anima. Credo che nemmeno si accorse che suo marito si stava scopando la giovane ragazza conosciuta quella stessa sera. La sua bocca mi stava regalando brividi devastanti, ma ormai non la guardavo più. Non riuscivo a togliere gli occhi dal culo di mia moglie e da quel cazzo troppo grosso per lei, che appariva e spariva dentro al suo corpo, aprendola tutta.
Era caduta in un evidente stato di trance. La vidi staccarsi dalla bocca che aveva baciato a lungo e buttare la testa all’indietro. Allungò le mani nella selva di peli grigi del petto di lui, e tenendo gli occhi completamente serrati si mise ad ansimare profondamente.
Quando i suoi sospiri si trasformarono in parole sussurrate a tutti e a nessuno, il mio cuore perse un battito.
“Oh, Edo, sììì… dai, scopami… scopami così… dai… dai…”
Volevo morire. Non mi sarei mai abituato a sentire il nome di quell’uomo nella bocca della donna che amavo, soprattutto se accompagnato da quegli incitamenti sconci. Pensai di non farcela, ma rimasi immobile a guardare la Benny che impazziva di piacere facendosi sfondare dal cazzo di quell’uomo, mentre sua moglie continuava a succhiare il mio, senza che questo potesse minimamente alleviare il dolore che stavo provando.
Andammo avanti alcuni minuti, con la mia sofferenza che aumentava a ogni sospiro e a ogni parola che sentivo pronunciare dalla mia dolce metà, e continuammo fino a quando Edo decise che era giunto il momento di andare oltre.
Si alzò con decisione, obbligandola a togliersi dal suo membro. E quando si trovarono entrambi in piedi, uno davanti all’altro, le diede un leggero bacio sulla guancia sinistra e le soffiò: “Tesoro, mettiamoci sul letto.”
Nel momento in cui razionalizzai il fatto che mia moglie era diventata sua, mi sentii immerso in una doccia gelata. Ebbi fortissima la sensazione di averla persa per sempre, ma ancora una volta Eleonora anticipò qualsiasi mia reazione. Si alzò anch’essa, la prese per mano e si rivolse a lei con una voce rotta dall’eccitazione.
“Vieni, Benny. Vieni con me.”
Si diresse verso il letto, tirandosela dietro, e si fermò sul lato sinistro dello stesso. Le fece scivolare l’abito verso il basso, spogliandola completamente. Le tolse anche il reggiseno, lasciandole addosso soltanto le scarpe, la cavigliera e i braccialetti d’argento su entrambi i polsi.
Nient’altro copriva lo splendido e minuto corpo della donna che fino a poche ore prima si era concessa solo a me e a pochissimi altri, prima di incontrarmi. Un corpo che ora si mostrava a due sconosciuti senza il minimo pudore.
“Amore, sdraiati” le disse Eleonora con un tono morbido e caldissimo. E quando lei ebbe ubbidito, le prese le caviglie e gliele allargò dolcemente.
Guardai estasiato mia moglie che se ne stava sdraiata e con le gambe oscenamente spalancate, concedendosi agli sguardi di tutti, mentre la sua amante aveva iniziato a spogliarsi lentamente.
Lasciò cadere per terra la giacca e si sedette sul bordo del letto per togliersi le scarpe. Ci mise diversi secondi per sfilare i piedi da quell’intreccio di lacci neri, e mi godetti ogni istante dei piccoli e languidi movimenti che fece per ritrovarsi a piedi nudi. Si alzò di nuovo e si voltò verso la sua giovane amante, dandomi le spalle.
“Guardami.”
Era un ordine che lei non vedeva l’ora di eseguire.
Restammo tutti a osservare gli elegantissimi movimenti con i quali quella splendida dea si sfilò la maglia semi trasparente, il reggiseno e, infine, i pantaloni e le mutande.
Potei apprezzare un culo sodo e pieno, sicuramente più grosso di quello della Benny, ma decisamente straordinario per una signora della sua età. E quando si voltò verso di me, un fulmine mi colpì negli occhi. Quella donna incredibile aveva la fica completamente depilata. Ne avevo viste solo nei film porno, e rimasi stordito e affascinato dal corpo che si stava offrendo alla mia vista.
Riuscii ad alzare gli occhi sul seno, grosso e invitante, e solo in quel momento capii che la voce che avevo appena sentito era destinata a me.
“Vieni qui.”
Mi mossi come guidato da una mano invisibile e mi avvicinai a lei mentre si rivolgeva al marito dicendogli: “Lasciamela assaggiare.”
Al sorriso di lui, rispose salendo sul letto, e gattonando arrivò in mezzo alle cosce di mia moglie. Non mi ero ancora del tutto ripreso, quando inquadrai il viso di una splendida signora che le si chinava sulla fica. E quando la sua lingua cominciò a muoversi impazzita in mezzo alle grandi labbra che lei le stava offrendo, sentii un brivido pazzesco attraversarmi tutto il corpo.
Fu solo in quel momento che mi abbandonai all’inevitabile e razionalizzai il fatto che, giunti ormai al punto al quale ci eravamo spinti, tanto valeva godersela.
Rimasi alcuni secondi in piedi in parte a Edoardo a guardare sua moglie che leccava la fica della mia, che le aveva allungato le mani nei capelli mentre accennava frasi che mai avrei pensato di sentirle dire.
“Oddio, Ele… sììì… cazzo, sììì… sei bravissima…”
Quella si tirò su leggermente, la fissò negli occhi e le chiese: “L’hai mai fatto con una donna?”
“No… mai.”
“Peccato, non sai cosa ti sei persa. Ma adesso puoi recuperare. Vedrai… ti farò morire…”
Detto questo si rituffò nella sua fica, che riprese a leccare avidamente, mentre il mugolio della Benny si alzava altissimo e riempiva di passione quella stanza anonima.
“Sono bellissime…”
Fu il commento di Edoardo a svegliarmi definitivamente. Fissai gli occhi sul culo della sua signora e capii quello che avrei dovuto fare. Mi tolsi la camicia, che ancora indossavo, e andai in fondo al letto.
Mi ci inginocchiai sopra e mi portai in mezzo alle gambe di Eleonora, che se ne stava alla pecorina. Mi impugnai il cazzo con la mano destra e mi spinsi in avanti, entrando nella sua fica e cominciando a possederla da dietro, lasciando che suo marito se ne stesse lì immobile a guardare.
Le misi entrambe le mani sui fianchi e presi a montarla con forza, accompagnato dal mugolio che lei continuava a soffiare dritto nella fica di mia moglie. E quando le disse: “Amore, tuo marito ha un cazzo stupendo” vidi Edoardo muoversi. Salì sul letto e andò a mettersi sopra la faccia della donna che avevo sposato, che istintivamente aveva socchiuso le labbra. Glielo sbatté dentro con forza, e prese a scoparla in bocca spingendoglielo tutto dentro, fino alle palle.
La sentii gorgogliare, eccitata e soffocata, mentre io continuavo a penetrare Eleonora dandole colpi sempre più forti e profondi.
Andammo avanti a lungo, e quando pensai che sarei venuto da un momento all’altro, la Benny mi anticipò.
Sconvolta dal piacere che la lingua di quella signora le stava dando, cominciò a fremere e a vibrare come se fosse stata colpita da una scossa elettrica violentissima.
Si mise a contorcersi come una pazza, e mentre la sua amante continuava a leccarla cercando di tenerla ferma per i fianchi, lei prese a urlare direttamente sul palo di Edoardo, che non aveva nessuna intenzione di toglierglielo dalla bocca.
“Aaaahhh!!! Aaaaahhh!!! Aaaaahhh!!!”
Rimasi a guardare mia moglie che godeva sulla faccia della donna che stavo scopando, e mi paralizzai col cazzo tutto dentro di lei, nel caldo fradicio del suo corpo.
Avevo entrambe le mani sui suoi fianchi e i leggeri e nervosi movimenti che percepivo mi fecero capire che stava mettendo tutta la forza che aveva per riuscire a tenerla ferma.
La Benny passò diversi secondi contorcendosi come in preda a una crisi epilettica, e quando quel violentissimo fremito cessò, si abbandonò esanime sul letto, ma passò meno di un secondo, prima che il suo amante fece sentire forte e decisa la propria voce.
“E brava la nostra porcellina. Gode sia con le mani che con la lingua. Ma adesso ci penso io a farti godere col cazzo.”
Le uscì dalla bocca e si mise in ginocchio sul lato sinistro del letto. La prese per le mani e la spostò con una facilità che mi lasciò basito. La donna che amavo sembrava leggera come una piuma, nelle braccia forti di quell’uomo.
Il movimento all’indietro di Eleonora, con il quale si tolse dalla fica della Benny, anticipò la sua voce.
“Cazzo, Edo… questa ragazzina mi ha fatto la doccia. Quando gode è una fontana.”
“Ho proprio voglia di assaggiarla anch’io.”
(…continua…)
LA VERSIONE INTEGRALE DELLE 300 PAGINE DEL ROMANZO “IL RICATTO” SONO DISPONIBILI SU: https://www.amazon.it/dp/B099X97JG7
ALESSANDRO BARDI: https://www.amazon.it/ALESSANDRO-BARDI/e/B085J368B9?ref_=dbs_p_ebk_r00_abau_000000
Post New Comment