IL RICATTO (parte 3 di 3)

IL RICATTO – terza parte (3/3)

(ALESSANDRO BARDI)

 

Il movimento all’indietro di Eleonora, con il quale si tolse dalla fica della Benny, anticipò la sua voce.

“Cazzo, Edo… questa ragazzina mi ha fatto la doccia. Quando gode è una fontana.”

“Ho proprio voglia di assaggiarla anch’io.”

E mentre diceva così, la fece sdraiare nel letto in parte a noi e le si mise sopra. Le appoggiò entrambe le mani sotto le cosce, spingendola ad allargarle e ad alzarle leggermente, e poi si lasciò cadere dentro di lei, penetrandola in profondità.

I loro sospiri si unirono in uno solo, caldissimo e carico di eccitazione.

Ero ancora paralizzato, immerso nel lago caldo della mia cinquantenne, quando vidi suo marito che cominciava a muovere il bacino avanti e indietro, accompagnato dal respiro della Benny che si faceva sempre più affannoso.

Improvvisamente la vidi spalancare i suoi occhi azzurri e piantarli in quelli neri dell’uomo che la stava montando. I due rimasero a guardarsi a lungo, e si fusero anche con lo sguardo. Poi lei gli mise una mano sul culo e una dietro la nuca. Lo attirò a sé e lasciò che la sua lingua le entrasse di nuovo in bocca. Ripresero a baciarsi appassionatamente, mentre lui non smetteva di entrare e uscire dal suo esile corpo.

Mentre il culo di quell’uomo faceva su e giù in continuazione, non riuscivo a smettere di pensare che in quel momento il suo grosso cazzo era tutto dentro al corpo di mia moglie, e che si stava muovendo con forza dentro di lei, dentro la sua fica che, ne ero ormai certo, si stava bagnando completamente e stava schizzando su di lui i suoi umori più caldi.

Fu la voce di Eleonora a distogliermi da quei pensieri e a farmi riportare lo sguardo sulla sua splendida schiena nuda e sui suoi capelli lunghi e tanto neri quanto i tormenti che mi stavano assillando.

“Dai, tesoro, prendimi… fammi tua…”

Aveva tolto lo sguardo dalla coppia che stava alla nostra sinistra, e che negli ultimi minuti aveva catturato anche la sua attenzione. Si era voltata verso di me, come per caricare le sue parole di maggiore enfasi, e per farmi sbloccare definitivamente cominciò a muovere il culo avanti e indietro, guidando la mia reazione.

Seguii l’istinto, e per un po' mi dimenticai della Benny. Cedetti al fascino di quella meravigliosa tentatrice, e presi a scoparla con forza, spingendomi dentro di lei e lasciandomi definitivamente sedurre dai suoi sospiri, che erano andati ad aggiungersi a quelli sempre più profondi dei nostri consorti.

Fu in quel momento che percepii sulla pelle in modo assoluto la sensazione viva dello scambio di coppia. Stavo facendo qualcosa di incredibile. Tenevo le mani sui fianchi di una donna che avevo conosciuto solo qualche ora prima e della quale non sapevo praticamente nulla. Bloccavo con forza i suoi movimenti e la sentivo fremere calda sotto le mie mani. Avevo il cazzo dentro la sua fica, e a ogni spinta che le davo in avanti lo sentivo sempre più immerso nei suoi liquidi vischiosi.

Ma mi bastava spostare leggermente lo sguardo verso sinistra per riempirmi gli occhi della vista di mia moglie che se ne stava sdraiata in quello stesso letto, a pochi centimetri da me, con le cosce spalancate e con un uomo brizzolato che le stava sopra, penetrandola con la lingua in bocca e con il membro in mezzo alle gambe.

I nostri respiri affannosi erano un’orgia di suoni sconvolgenti. Conoscevo bene il fremito dell’affanno della Benny, ma non riuscivo ancora a credere che questa volta quel suo mugolio, a me tanto familiare, fosse rivolto a un altro uomo. Al cinquantenne del quale non riuscivo a vedere il viso, ma che in quel momento si stava godendo il suo corpo ricambiando la passione con la quale lei gli aveva concesso tutta se stessa.

E ai loro sospiri, come in una sinfonia proibita e impossibile, si sommavano quelli della donna che stavo facendo mia, e che invece di essere rivolti al marito, così come avrebbero dovuto essere, arrivavano dritti al centro del mio cervello, che stava ancora cercando di accettare il fatto che fossero davvero dedicati a me.

Scopai Eleonora alla pecorina quasi senza rendermene conto, ubriacato dai mille contraddittori pensieri che mi stavano riempiendo la testa, fino a quando la voce sconvolta della Benny mi raggiunse e mi attraversò il cuore.

“Oh, sì… Edo, così… dai, toccami… toccami così… mmmhhh…”

Ridiedi razionalità al mio sguardo e lo spostai sulla coppia alla mia sinistra. Lui si era tirato un po' su, staccandosi dalla bocca di lei, e aveva iniziato ad accarezzarle l’ano con la mano destra, senza mai smettere di sfondarla.

Lo vidi sputarsi un grosso fiotto di saliva sul dito medio e sull’anulare, e poi tornare a infilarli sotto le palle, arrivandole sul buchino.

Rifece quel gesto squallido e volgare diverse volte. Poi, accompagnato da un improvviso gridolino acuto di lei, le mise il dito medio nel culo, spingendoglielo in profondità.

Continuavo a montare Eleonora come un automa, ma tutta la mia attenzione era catalizzata da quella mano, che vedevo muoversi avanti e indietro sempre più velocemente.

“Cazzo, Edo… sììì…”

La voce di mia moglie arrivava direttamente da un’altra dimensione. Era talmente sconvolta dall’eccitazione che non riuscivo nemmeno a riconoscerla.

“Ti piace nel culo… èh, bambolina?”

“Sì… oh, sììì…”

Non riuscivo a crederci, ma dovetti arrendermi a una realtà nella quale non avrei mai voluto trovarmi.

L’uomo che stava al mio fianco fece un leggero movimento all’indietro e uscì dal corpo che stava possedendo. Sentii la sua voce, e istintivamente chiusi gli occhi sperando in questo modo di non capire il senso delle sue parole.

“Adesso ti inculo…”

“Oh, sì… Edo, sì… fallo...”

I miei occhi si socchiusero senza che lo volessi, come seguendo un istinto primordiale. L’azzurro chiaro come il ghiaccio delle pupille di mia moglie era carico di una luce sconvolta che non le avevo mai visto. Era completamente fuori di sé.

Mi sentii gelare dal freddo di quel ghiaccio quando vidi il suo amante allargarle l’ano con la mano sinistra, mentre con la destra si era impugnato il cazzo, pronto per sfondarglielo.

La rosellina che a me non si era mai concessa si aprì appena, e quando sparì alla mia vista, coperta dalla cappella di lui che le si era appoggiato sopra delicatamente, un pensiero mi devastò il cervello. Quel cazzo era troppo grosso per entrare nel culo di mia moglie. Il suo corpo era esile, minuto, troppo piccolo per poter ospitare al proprio interno un palo come quello. Era impossibile che il suo ano potesse dilatarsi tanto da consentire a un membro così largo di entrarle dentro. Troppo estrema la differenza delle dimensioni. Ero sicuro che se avesse provato a penetrarla, gliel’avrebbe slabbrato completamente. Mai come in quel momento l’espressione “romperle il culo” ebbe per me un significato tanto concreto, e dalla mia bocca uscirono parole senza che io gliene avessi dato l’autorizzazione.

“Edo, prendila piano nel culo. Lì è vergine.”

Lui si fermò un istante. Non mi degnò neanche di uno sguardo, e sotto gli occhi miei e di sua moglie, che come me si era fatta risucchiare dall’intensità di quel momento, fissò la Benny come se le volesse scavare nell’anima, e le regalò un sussurro.

“È vero?”

Lei gli rispose soffiando tra un sospiro e l’altro, mentre la sua respirazione si era fatta affannosa come non mai, tanto che pensai potesse avere un infarto da un momento all’altro.

“Sì.”

“Lo vuoi?”

“Sì…”

Lui non aspettò un secondo di più. Mosse leggermente il cazzo sul suo buchino, come per accarezzarglielo, e poi le dedicò un altro sospiro.

“Vuoi che sia io il primo a prenderti dietro?”

“Oh, sì… Edo, sverginami, ti prego…”

Il mio cuore si fermò quando il bacino di quell’uomo fece un leggero movimento in avanti. Fu un attimo terribile, che non dimenticherò mai.

Vidi la grossa cappella di lui spingere, fare forza per entrare in un pertugio troppo piccolo. E poi la vidi sparire, come assorbita, improvvisamente risucchiata nel culo di mia moglie, che accompagnò quel momento con un grido acuto e straziante.

“Ah! Ah! Cazzo, aaaahhh!”

Lui fece forza per spingersi ancora più dentro, e il suo grosso membro avanzò di qualche centimetro, lentamente, faticosamente, mentre le pareti grinzose del piccolo ano della Benny si stavano aprendo sempre di più.

Lei si mise a urlare come se la stessero scannando, e forse era proprio così.

“Aaaaahhh!!! Aaaaahhh!!! Cazzo che male!!!”

Edo esitò un secondo, e le sussurrò: “Vuoi che mi fermi?”

“No! Cazzo, no! Vai avanti. Aprimi… cazzo, aprimi il culo!”

Non credevo alle mie orecchie, così come cercai di non credere a quello che stavo vedendo, ma dovetti assistere impotente al lento e progressivo avanzare di quel palo nel buchino di mia moglie, che aveva strabuzzato gli occhi e, fissando il vuoto davanti a sé, continuava a gridare in modo straziante.

Centimetro dopo centimetro, molto lentamente, il grosso cazzo di Edoardo entrò tutto nel culo della Benny. Lei aveva appoggiato entrambe le mani sulle sue spalle, come per essere pronta a respingerlo nel caso in cui il dolore di quella penetrazione estrema si fosse fatto insopportabile. Ma questo non avvenne, e si lasciò possedere da quell’uomo, che fermò la devastante discesa nelle sue viscere solo quando si ritrovò con le palle appoggiate sul corpo di lei.

Il soffio che le rivolse era talmente soffocato dall’eccitazione del momento, che quasi non lo sentii.

“Brava… brava. Sono tutto dentro… ti ho sverginata.”

“Oh, sììì… aaahhh… aaaahhh…”

Le accarezzò delicatamente la guancia sinistra e, senza mai togliere il suo sguardo da quello impazzito di lei, le disse: “Adesso tieniti aperto il buchino. Metti le mani sotto… così… brava.”

Mia moglie aveva eseguito immediatamente quello che lui le aveva detto di fare e aveva allungato entrambe le mani sotto il culo, che stava cercando di tenersi aperto il più possibile, tirando le pareti dell’ano verso l’esterno, nel tentativo di favorire la penetrazione.

La voce di lui era l’unico suono che aveva qualcosa di umano, immerso nei sospiri miei e di sua moglie, e nelle urla disperate della mia.

“Brava tesoro, così. Cerca di tenerlo aperto mentre ti inculo… va bene?”

“Aaaaaahhh… sìììì… aaaahhh…”

Lui fece forza sulle mani, che aveva piantato sul materasso, e molto lentamente cominciò a percorrere a ritroso il movimento di poco prima. Vidi il suo cazzo uscire piano dall’ano della Benny, un centimetro alla volta, mentre lei sembrava non voler smettere di gridare.

“Brava… così…”

E poi cominciò a spingersi di nuovo dentro, questa volta con più decisione, più velocemente.

I suoi movimenti si fecero sempre più convinti, e in pochi secondi mi ritrovai a guardare quell’uomo che sfondava ripetutamente il culo di mia moglie muovendosi in continuazione dentro e fuori.

L’ano e le pareti del retto di lei dovevano evidentemente essersi dilatate a dismisura, perché la penetrazione si fece via via sempre più veloce, fino a quando divenne frenetica, profonda, sconvolgente.

Sembrava che la stesse scopando normalmente, ma la consapevolezza del fatto la stava violando dietro e non davanti, mi diede una scarica di adrenalina che non avrei mai immaginato.

Senza nemmeno rendermene conto avevo ricominciato a possedere Eleonora dandole colpi fortissimi nella fica, che si stava bagnando all’inverosimile, tanto da darmi la sensazione di avere il cazzo immerso in una caverna sottomarina completamente sommersa da un liquido caldo e vischioso.

Avevamo entrambi lo sguardo puntato negli occhi celesti della Benny, che lei teneva spalancati lanciando nel vuoto una luce allucinata e impazzita. Sono sicuro che in quel momento non stesse vedendo niente e nessuno, totalmente assorbita dal dolore e dal piacere che la sua prima penetrazione anale le stava scaricando addosso.

Le sue grida vennero coperte solo per un istante dalla voce di Eleonora.

“Dai, amore… masturbati. Goditi la tua prima inculata.”

Non so come fu possibile, ma la sentì, e guidata dalle parole di quella donna, sicuramente più esperta di lei, tirò fuori la mano destra da sotto il sedere e prese a toccarsi forsennatamente, massacrandosi il clitoride mentre il suo uomo la sfondava senza sosta.

Si abbandonò a un sospiro che mi fece morire.

“Oddio, Edo… sììì… scopami nel culo… scopami nel culo…”

Non resistetti oltre. La sua voce così sofferta, carica di libidine e di piacere devastante, mi fece esplodere una bomba nel cervello.

Non feci in tempo a controllare il fremito che mi attraversò tutto il corpo e aggiunsi il mio grido al suo.

 Schizzai nella fica di Eleonora una valanga di sborra con tanto impeto che, pensai, le stesse arrivando dritta al cuore, inondandolo e avvolgendolo completamente.

Per alcuni lunghi istanti non mi accorsi più di niente. L’orgasmo al quale quell’incredibile situazione mi aveva portato era stato talmente violento che ebbi la percezione di aver perso conoscenza.

La prima cosa che sentii quando riuscii a far tornare l’ossigeno nei polmoni e a riprendere lentamente il contatto con me stesso fu la voce della bellissima donna che avevo appena riempito di sperma.

“Oh, sì, tesoro… sììì… godi… godi…”

Non sarei riuscito a dire nulla neanche si mi avessero dato mezz’ora per riprendermi. Mi paralizzai con gli occhi chiusi e lo sguardo fisso in alto, sul soffitto che non potevo vedere.

Mi accorsi a fatica che la mia amante aveva fatto un movimento in avanti, lasciando uscire il cazzo dal suo corpo. E quando ridiedi luce alla vista, me la trovai di fronte, luminosa. Non so quale fosse il suo segreto, ma riusciva a emanare eleganza anche in un momento come quello. Si era sdraiata davanti a me, a pancia in su, appoggiando la schiena sulla testata del letto. Si era praticamente seduta sul cuscino, e mi guardava con quei suoi occhi neri e profondissimi, mentre le gambe spalancate mi consentivano di ammirare ancora una volta la sua fica depilata, dalla quale stava facendo capolino un rivolo di liquido bianco.

Mi lanciò un sorriso carico di malizia, e poi si voltò a guardare la Benny. Solo in quel momento mi accorsi che il mio orgasmo aveva attirato l’attenzione di mia moglie e del suo amante, che si era fermato tenendole il cazzo nel culo per metà

Eleonora allungò la mano destra sul seno di lei, molto più piccolo e sodo del suo, e prese ad accarezzarglielo delicatamente. Le stava sfiorando il capezzolo sinistro, quando le disse: “Amore, il tuo Vale mi piace un sacco.”

Poi spostò lo sguardo sul marito e completò la frase: “Cazzo, Edo… ha sborrato tantissimo. Sono tutta piena…”

In quel momento la Benny ebbe una reazione che non avrei mai immaginato. Smise di masturbarsi e piantò entrambe le mani sul petto villoso del suo uomo, spingendolo indietro con tanta forza che quello fece un movimento repentino e le uscì tutto dal culo.

Per un istante potei vedere l’ano di mia moglie dilatato come non l’avevo mai visto. Era un enorme buco nero, largo quanto la fica, tanto da darmi la sensazione di trovarmi a fissare una donna con due vagine, larghe uguali, facilmente penetrabili entrambe.

Ma fu un momento che svanì rapidamente. Lei si tirò su e, così come aveva fatto con lui, fece con me. Mi mise una mano sul petto e mi allontanò. Mi spostai leggermente a destra, mentre prendeva il mio posto.

Meno di un secondo dopo la vidi piegarsi velocemente sul corpo di Eleonora. Si tuffò in mezzo alle sue cosce, e rimasi rapito a guardarla mentre allungava la lingua sulla fica depilata di lei, infilandogliela in profondità e cercando di riempirsi la bocca del mio sperma, che si era ormai mischiato ai suoi umori.

Avrei definito elegante e raffinato anche il sospiro che quella signora ci regalò, mentre appoggiava le mani nei capelli corti e biondi della Benny, abbandonandosi al piacere della sua bocca.

“Oh, sììì…”

Restammo muti e immobili a guardare le nostre donne fare l’amore fra di loro. Passarono diversi minuti in quella posizione, con Eleonora sdraiata a gambe larghe, gli occhi chiusi e la bocca spalancata in un’espressione di piacere infinito, con le mani abbandonate sulla testa della ragazza che le stava leccando la fica come se non avesse desiderato altro in tutta la sua vita.

Anche Edoardo si era bloccato. Le fissava con il fuoco negli occhi, mentre continuava a toccarsi lentamente quel palo grosso e duro che così tanto a lungo aveva tenuto nel culo di mia moglie.

Ancora una volta fu la voce calda e profonda di Eleonora a rompere quel delicato equilibrio fatto di sospiri appena accennati.

“Amore, dai… leccami dietro.”

La Benny non se lo fece ripetere due volte. Si spostò velocemente in basso e le infilò la lingua nell’ano, mentre con entrambe le mani glielo tenne aperto, così come aveva fatto fino a poco prima con il suo.

“Cazzo, sììì… amore, cosììì… cazzo, sei bravissima… così… cosììì…”

Eleonora si era completamente consegnata alla lingua della giovane donna che aveva incontrato solo poche ore prima, e i suoi sospiri sbloccarono improvvisamente il marito.

Edo si riscosse come risvegliandosi da un sogno profondo e bellissimo, andò a mettersi dietro alla Benny, le mise le mani sui fianchi e senza dire una parola le sbattè il cazzo nella fica, completamente aperta e fradicia.

Rimasi immobile a guardare ancora una volta quell’uomo maturo e brizzolato che prendeva possesso del corpo di mia moglie, penetrandola con forza e in profondità.

Restai alcuni minuti a godermi l’onda impazzita delle emozioni che quella scena provocava in me. Non potevo resistere alla sensualità estrema del corpo nudo della ragazza che avevo sposato, che se ne stava in mezzo a quei due signori lasciandosi scopare da lui e leccando il buco del culo di lei, che continuava a masturbarsi sulla sua faccia, e fu esattamente in quel momento che mi venne quella folle e stupidissima idea.

Soltanto tempo dopo avrei capito che stavo per fare l’errore più grave della mia vita, ma in quel momento l’adrenalina che avevo in corpo mi impedì di ragionare come avrei dovuto.

Guidato da un istinto sconosciuto e irresistibile, mi alzai dal letto e andai a cercare i pantaloni che avevo lasciato per terra. Dovevo essere impazzito quando estrassi il telefono cellulare da una tasca, e ancora più fuori di testa dovevo essere quando attivai la funzione fotocamera e lo puntai sul trio che stava scopando sul letto.

Inquadrai la Benny al centro dell’obiettivo, al centro dei miei desideri e delle mie fantasie, e in modo irrimediabile cliccai il pulsante di scatto.

Quando Edo si accorse delle mie intenzioni, avevo già fatto almeno una ventina di fotografie, e la sua reazione non mi stupì per nulla.

“Bravo Vale… dai, facci una foto mentre ci scopiamo tua moglie.”

Anche Eleonora si voltò verso di me. Il sorriso che immortalai non era secondo a quello della Gioconda. Ancora una volta mi chiesi come fosse possibile che una donna potesse trasmettere tanto charme con movimenti appena accennati, e poi ripresi a scattare come un pazzo.

Sembravo un drogato. Giravo e rigiravo intorno a quei tre cercando sempre una nuova inquadratura, nel tentativo di rendere eterni quegli sguardi carichi di passione, quelle espressioni di piacere assoluto che non avrei mai smesso di osservare e di fotografare.

E quando sentii che l’uomo che stava possedendo mia moglie aveva iniziato ad ansimare pesantemente, fissai l’obiettivo su di lui, sul suo viso.

Fece in tempo a dirmi: “Dai, fammi una foto mentre te la riempio” e poi si mise a urlare a squarciagola, accompagnando con quel grido gli schizzi di sperma che le stava riversando nella fica.

Non so quanti scatti feci a quell’uomo mentre godeva dentro la Benny, ma quando smise di urlare e occupò la stanza con i suoi sospiri mi ritrovai col telefono in mano a domandarmi cosa diavolo stessi facendo.

Mi sedetti sul bordo del letto confuso come non mai, e la mia confusione divenne totale quando Edo fece un movimento all’indietro e le tolse il cazzo dal corpo.

Quello che mi gelò fu il fiotto di liquido bianco che vidi uscire dalla fica della donna che fino a quella sera avevo percepito come solo mia, e che prese a colarle sulle cosce. Avevo visto quella stessa scena soltanto alcuni minuti prima, a parti invertite, ma guardare mia moglie che pisciava fuori lo sperma di un altro uomo, mi fece un effetto completamente diverso.

Mi sentii irrimediabilmente perso, e sprofondai in uno stato di allucinata tensione, dal quale mi riscossi solo quando sentii la voce di Eleonora, che mi spinse a togliere lo sguardo dal culo della mia dolce metà per voltarmi verso di lei.

“Cazzo, sì… amore, sì… così… dai… dai che mi fai godere… cazzo, sììì… cosììì, sììì… aaaahhh… aaaahhh… aaaahhh…”

Le esplose in faccia un orgasmo violentissimo, che lei accolse tutto in bocca. Smise immediatamente di leccarle il buco del culo e le spostò la lingua in mezzo alla fica, nella quale si lasciò sprofondare completamente.

Eleonora non cessò mai di masturbarsi. Anzi, mentre godeva, il movimento della sua mano sul clitoride si fece ancora più impazzito.

La Benny andò avanti a leccarla a lungo e tanto in profondità che, per un attimo, pensai le sarebbe caduta nella fica con tutta la testa. E quando si tirò su, dopo un tempo che mi parve infinito, vidi che aveva la faccia bagnata, completamente coperta di umori caldi.

Furono attimi di assoluta pazzia. Io seduto sul bordo destro del letto col telefono dimenticato in mano. Edoardo appoggiato in fondo che accarezzava delicatamente i piedi di mia moglie, mentre ammirava la splendida linea del suo culo e della sua fica fradicia, e lei che se ne stava chinata in mezzo alle gambe di Eleonora, continuando a leccarla come per volersi riempire ancora di più del suo sapore.

Per diversi minuti restammo tutti immobili. Gli unici movimenti erano quelli delle mani di Edo sui piedi della Benny e della lingua di lei nella fica di sua moglie.

Poi Eleonora si riscosse dal piacere profondissimo in cui era precipitata e soffiò: “Oddio, amore… vieni qui.”

La sua giovane amante le ubbidì immediatamente, come se non avesse potuto fare diversamente. Lasciò che le mani di quella meravigliosa cinquantenne le accarezzassero il viso e la guidassero verso di sé, portando i suoi occhi azzurri a pochi centimetri da quelli neri di lei.

Le due donne si penetrarono con lo sguardo per alcuni secondi. Poi Eleonora aprì la bocca, e la sua lingua prese a leccare il viso di mia moglie, cercando ovunque i suoi stessi umori per riempirsene, completando così la loro folle unione.

E non appena ebbe finito di leccarla, le lasciò scivolare la lingua in bocca. Il bacio che si diedero durò a lungo e fu il momento di fusione più morbido e più caldo che avessi mai visto.

Quando si staccarono, dopo un tempo che mi sembrò non finire mai, la Benny si voltò verso di me, ma se pensai che soltanto allora si fosse ricordata che ero presente anch’io in quella stanza, la dolcezza dell’espressione che mi dedicò mi fece capire che non era così.

Allungò una mano sulla mia, e con quel piccolo gesto mi trasmise un senso di unione matrimoniale che mi parve impossibile.

Nei suoi occhi, celesti come non mai, lessi un senso di gratitudine infinita, come se avesse capito quanto mi fosse costato l’aver assecondato quel suo assurdo desiderio.

Mi sorrise, si voltò verso la donna che le aveva appena goduto in faccia e le rivolse parole cariche di una sicurezza che non le conoscevo.

“Ele… grazie. Anche tu, Edo… grazie. È stato bellissimo.”

“Amore, sei stupenda.”

Eleonora ci mise meno di un secondo per tornarle sulle labbra e per riprendere a baciarla. E quando pensai che non si sarebbe più staccata da lei, lo fece per venire da me. Si sedette sulle mie ginocchia e mi regalò la sua bocca, nella quale mi lasciai sprofondare definitivamente.

Con la coda dell’occhio vidi che la Benny si era sdraiata nel letto e che Edo non aveva perso l’occasione per mettersi sopra di lei e per farle quello che sua moglie stava facendo a me.

Andammo avanti a lungo, lasciando che le mani esplorassero corpi sconosciuti, scambiandoci alcuni sorrisi e molti baci, prima che subentrasse in noi, inaspettato come il sole d’inverno, l’istinto di rivestirci.

Lo facemmo molto lentamente. Sembrava che nessuno volesse che quella serata terminasse, ma questo nostro desiderio si stava inesorabilmente infrangendo contro la consapevolezza che in ogni minuto che passava, la razionalità vinceva una nuova piccola battaglia contro l’inconscio.

I nostri amanti ci proposero di fare la doccia lì, con loro, ma la Benny fu irremovibile. Eravamo sudati e la nostra pelle emanava un intenso e sconvolgente odore di sesso. Ci sentivamo sporchi e bagnati, ma la presa di coscienza di noi stessi era tornata padrona delle nostre menti, e il desiderio di andare a casa ebbe il sopravvento su tutto.

Ci proposero di scambiarci i numeri, ma dopo esserci uniti in uno sguardo fugace, rifiutammo.

“Stasera è stato bellissimo” disse loro la Benny. “Per me è stato un sogno. Ho avverato una fantasia che avevo da tanto tempo, e che nemmeno riuscivo ad ammettere a mio marito. Ma non voglio che questa diventi una relazione fissa… non so se capite cosa intendo.”

Le rispose lui, che parlò d’istinto.

“È chiarissimo. Non ti preoccupare. E poi, chissà… magari ci incontreremo di nuovo…”

Il sorriso con il quale gli rispondemmo gli disse chiaro che non ci saremmo mai più rivisti.

Salimmo in macchina e passammo i tre quarti d’ora più silenziosi della nostra vita. Le luci dei lampioni scorrevano veloci sia a destra che a sinistra, tracciando il percorso che la nostra auto stava seguendo, e fu solo quando parcheggiai davanti a casa, che i nostri occhi si incrociarono di nuovo.

Accolsi con piacere il bacio che ricevetti sulla guancia, e feci finta di non sentire l’odore pungente degli umori di Eleonora.

“Grazie” mi disse. E con quella parola, pronunciata nel buio di una notte pazzesca come mai avevo pensato che potessero essercene, mi trasmise il senso di tutto il suo amore.

Quella nei cui occhi mi stavo perdendo era una giovane donna che aveva passato tutta la sua vita chiusa in se stessa, tenendo per sé i suoi pensieri e i suoi desideri più irrazionali. Quelli che lei stessa aveva fatto fatica ad accettare.

E ora, giunta a una fase di maggiore maturità e consapevolezza, aveva deciso di superare tutte le paure che l’avevano attanagliata e frenata. Aveva buttato il cuore oltre l’ostacolo, fatto un grande respiro e condiviso con il marito quella fantasia assurda, proibita ed estrema, correndo il rischio che lui potesse non capire, non condividere.

Quell’ammissione avrebbe potuto mettere in crisi la relazione che ci univa, ma le cose erano andate diversamente.

Sapeva perfettamente che non ero riuscito ad accettare quel suo desiderio, ma per amore avevo deciso di lanciarmi insieme a lei e di condividere quella fantasia trasformandola in realtà.

E ora che quella notte impossibile stava per concludersi e che tutto sarebbe tornato alla normalità, con una sola parola quella ragazza timida e introversa aveva saputo completare la nostra incredibile complicità.

“Grazie.”

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