Finalmente una domenica di sole. Io e Silvia partiamo con destinazione Jesolo per godere di una giornata di relax a bordo mare, giusto per non partire pallidi per le vacanze.
Siamo in ritardo sulla tabella di marcia perché lei ha impiegato un sacco di tempo per scegliere il costume da indossare. Alla fine, ignorando i miei consigli, ne ha scelto uno di qualche anno fa. Poco prima, mentre si guardava allo specchio, avevo commentato.
“Ti è diventato piccolo, il reggiseno stringe le tette al punto che sembrano scoppiare.” È ingrassata di qualche chilo negli ultimi mesi. Non una cosa fastidiosa, il ventre e il viso non ne hanno risentito; le parti morbide, invece, lo sono diventate ancora di più. Ha risposto stizzita.
“Ti spiace?” “No. Ho paura che ti dia fastidio. Ci devi passare dentro una giornata.”
“Mi va ancora bene. E non mi stringe!” Cocciuta e permalosa. Peggio per lei. In viaggio, mentre guido, ogni tanto butto l’occhio per ammirare quel balcone rigoglioso. Ha indossato un vestitino leggero leggero, molto scollato, al punto che sento montare l’eccitazione sotto i boxer da mare. Lei se ne accorge.
“È per il costume? Allora ho fatto bene a metterlo.” Poi si ricorda una cosa e rovista nella borsa da mare. Infine, tira fuori un anklet in argento con motivi marini. “Destra o sinistra?” Sorrido e lei annuisce sconsolata.
“Sono due anni che me lo fai mettere sulla caviglia destra per vedere se qualcuno legge il messaggio e ci prova con me. Forse faremmo prima a iscriverci a qualche sito di incontri.” Non sa che le sue foto con relativo annuncio sono presenti in rete da anni, e che ricevo costantemente offerte di incontri che valuto e puntualmente butto nel cestino: il mondo degli incontri online è pieno di leoni da tastiera, la maggior parte perditempo.
“Forse non succederà mai, ma se accadrà, dovrà essere improvviso e poco ragionato.”
“Una ceretta.”
“Esatto, magari più piacevole.” L’ho guardata indossare il braccialetto sulla caviglia destra e l’erezione, a quel punto, è arrivata a fine corsa. La sua manina sinistra la sfiora, accarezzando il tessuto dei boxer sul quale inizia a vedersi l’alone degli umori che fuoriescono dal glande. “Se ti serve una mano …”
Un poco mi vergogno della mia debolezza. Mi piacerebbe accostare e abbassare il sedile lasciando che lei dia sollievo alla mia libidine con la bocca, accarezzare i suoi capelli lunghi mentre la testa si muove tra le mie gambe, ma non sono della zona, non conosco un posto appartato per parcheggiare. Sono proprio un codardo …
“Tra poco passa. Magari stasera.” Ecco, questo sono io. Masochismo allo stato puro, il piacere più grande è quello che mi procuro da solo, immaginando Silvia con un altro.
Approdiamo in spiaggia alle dieci e prendiamo un ombrellone in terza fila. Non c’è molta gente, in quella zona ci siamo solo noi e un'altra coppia nell’ombrellone di fianco. Butto l’occhio alla donna: topless dignitoso, mutanda del costume nera e sgambata, a metà dei quaranta, bionda con occhialoni neri, rossetto messo di fresco, fede al dito. Sta leggendo un libro cartaceo, al suo fianco c’è un ragazzo che valuto intorno ai quaranta, ha le dita spoglie e un tatuaggio astratto che gli prende tutto il braccio destro. È steso e dorme con il viso rivolto dalla nostra parte.
Silvia si spoglia e si stende sullo sdraio più vicino ai due, poi inforca le cuffie e si aggiusta il reggiseno del costume per evitare che i capezzoli facciano capolino. In quel momento, come se il movimento di mia moglie avesse prodotto un rumore assordante, l’uomo si sveglia di soprassalto e si mette seduto a fissarla. Lo vedo passare per diverso tempo da lei a me e viceversa, senza alcuna remora, poi torna a stendersi e non molla un secondo lo sguardo da mia moglie. Non è la prima volta che accade una cosa del genere: nel suo metro e sessanta ben distribuito, Silvia è una trentottenne piacente e curata; la cosa che però mi provoca un guizzo è la mano del tizio che di lì a qualche minuto scende sul sesso per aggiustarlo. Indossa un costume a slip intonato a quello della donna al suo fianco, e sono pronto a scommettere che prima del nostro arrivo il contenuto era molto meno voluminoso. Rimango a osservare la scena stupito che lei non si accorga di nulla e sento di dover rompere quella situazione di apparente stallo. “Andiamo a bagnarci?"
“Ok, vai avanti, passo un attimo ai servizi e ti raggiungo.” Mi avvio verso la riva girandomi un paio di volte verso il tizio che nel frattempo si è seduto e guarda il culo di mia moglie che scodinzola verso la casetta dei servizi igienici. Subito dopo si alza e cammina nella mia direzione. Mi giro verso il mare e avanzo fino ad avere l’acqua alle caviglie, ho il cuore che batte all’impazzata per la situazione assurda che si è creata, al punto da trasalire quando si affianca e mi dice.
“È una tua idea?”
“C… come scusi?”
“La cavigliera sulla destra, è una tua idea, vero?” In quel momento mi sento come un naufrago che vede arrivare la nave dei soccorsi, col capitano che mi consegna la bottiglia nella quale ho infilato la richiesta di aiuto e si congratula per l’idea che ha permesso il mio ritrovamento. Non riesco a trovare una risposta che non sia la verità.
“Sì.” Annuisce e si guarda dietro, nel frattempo al suo fianco compare la donna in topless.
“Voglio vedere le tette. Fa in modo che si tolga il reggiseno. Al resto ci pensiamo noi.” Senza aspettare la risposta procedono verso il largo. Quando Silvia mi raggiunge sono ancora inebetito dalla scena surreale.
“Andiamo?” La seguo come un automa. Ho la mente vuota e l’eccitazione tipica dei momenti decisivi della vita, quelli in cui ci si trova davanti a un bivio che cambierà in modo sensibile il resto della giornata e forse oltre. Quando, poco dopo, torniamo all’ombrellone, la richiesta del tizio mi sta ossessionando. Mi butto.
“Togli il reggiseno, almeno finché non sarà asciutto.” Confido che, se già da asciutto le dà fastidio, da bagnato deve essere un supplizio, cosa che dovrebbe rendere allettante la mia richiesta.
“No, meglio che lo tenga.”
“Ma dai, siamo praticamente soli. E poi anche la vicina è in topless.”
“Sì, ma il suo compagno già così non mi toglie gli occhi di dosso. Non te ne sei accorto?”
“No. E comunque è al guinzaglio, non ti fare problemi.” E la bacio mentre le sgancio la bretella, poi sfilo il capo fradicio con delicatezza e lo appoggio sul mio sdraio, al sole. L’altra coppia torna dal bagno proprio mentre Silvia si sta spalmando la crema solare sui seni pallidi, e la scena infiamma ancora di più la situazione già rovente. L’uomo si asciuga con un telo visibilmente felice del dono che gli ho fatto, e poco dopo la donna si avvicina a Silvia e attacca bottone.
Ci presentiamo: si chiamano Maria e Ivano, Silvia ci presenta e si copre con un pareo semitrasparente che, però, produce l’effetto contrario di renderla ancora più eccitante anziché sedare la libidine. I due sono molto affabili, io rimango un poco indietro e lascio che siano soprattutto Ivano e Silvia a interagire, notando che anche Maria sta facendo altrettanto. Sembra quasi una spalla e per la prima volta penso che quella fede che lei indossa ma lui no, nasconda una storia. A questo punto siamo asciutti e abbiamo avvicinato gli sdraio per parlare da stesi, Silvia è carponi con il viso girato verso Ivano che, seduto, si sta spalmando la crema sulle spalle e poi guarda Maria e le propone.
“Ne vuoi anche tu? “ È il trucco più vecchio del mondo, ma cazzo se ci sa fare quell’uomo! Lo dice in modo disinvolto, con l’innocenza di un bambino e la persuasione di un venditore porta a porta navigato. Silvia all’inizio rifiuta l’offerta.
“No, l’ho messa prima.”
“Ne ho troppa sulle mani, se vuoi, volentieri. Sempre se Francesco è d’accordo.” Un altro bivio, un altro passo verso il mio destino. Deglutisco e sbarro gli occhi, ho la gola secca al punto che il mio sì sembra un rantolo. Silvia non è stupida, ha capito e mi lancia uno sguardo eloquente, poi scosta i capelli per scoprire il collo e appoggia la testa sul bordo dello sdraio. L’imbarazzo di Silvia se ne va velocemente, grazie anche ai movimenti di Ivano sul corpo di mia moglie per niente maliziosi. Vanno comunque a segno: la vedo sciogliersi, poco alla volta, al punto che sembra quasi delusa quando Ivano scorre le gambe evitando accuratamente le zone erogene, e poi termina.
“Ecco fatto.” Subito dopo Silvia mi stupisce. Si gira lasciando il pareo sul lettino e si siede.
“Me ne spruzzi un po' sul petto?”
“Se vuoi faccio io.” Per la prima volta lo vedo sorridere. Ha i denti storti, Ivano, ma quel sorriso mi fa capire che è lui quello giusto.
“No grazie.” Raddrizza il busto sparando fuori i seni, mostrando senza pudore i capezzoli sporgenti e duri, e lascia che l’altro spruzzi la crema solare a pochi centimetri da lei.
“Magari un'altra volta.” Mi manca l’aria, il pene mi si è indurito da fare male. Mi stendo carponi e rimango estasiato a osservare mia moglie che improvvisa uno spettacolino davanti a uno sconosciuto. Ivano non si vergogna della sua erezione, il gonfiore del costume ormai scorre sotto la bretella di stoffa estendendosi fino all’anca destra. Rimane seduto in ammirazione con le gambe divaricate e i gomiti appoggiati alle ginocchia.
“Hai dei seni stupendi.” Quella frase detta con calore e desiderio, ha per Silvia lo stesso effetto dello schiocco di dita di un ipnotizzatore. Mia moglie rinsavisce all’istante e si stende rimettendo il pareo sopra i seni. Ivano coglie lo scivolone e vi pone subito rimedio.
“Perché non venite a pranzo a casa nostra? Abbiamo l’appartamento in quel palazzo.” Partono le solite schermaglie di cortesia. Io tentenno, anche perché Silvia, quando è certa di non essere vista, mi lancia delle occhiatacce eloquenti. Ha paura perché vede avvicinarsi il momento che, dava per scontato, non sarebbe mai arrivato, quello in cui avrebbe soddisfatto la mia fantasia e si sarebbe concessa a un altro. Ivano capisce che è lei quella da convincere e si muove con maestria, in modo persuasivo ma non invadente.
“A noi farebbe piacere, un boccone in compagnia, per conoscerci meglio.” E il dorso di una mano sfiora un ginocchio di Silvia. Poi allenta la morsa.
“Ma e avete altri progetti, non ci offendiamo.” E la ritrae. Sorrido e faccio un cenno col capo, tremando per l’emozione. Lei alza gli occhi al cielo. Una oretta dopo seguiamo la coppia tenendoci per mano. Sono io a rompere il ghiaccio.
“Penso sia l’estetista che cercavamo.” Mi guarda senza capire. Chiarisco.
“La ceretta … l’attimo da cogliere.” Fa un sospiro ma non risponde, poi mi stringe la mano forte. “Sarà solo un amichevole pranzo con dei perfetti sconosciuti.” La bacio, poi fischietto 'Easy like sunday morning' una canzone vecchissima che lei coglie al volo, sorride e si unisce al fischiettio poco prima di essere rapita dall’altro uomo, lasciandomi nelle retrovie del gruppo, mentre Maria fa strada, davanti a tutti. Ivano si gira spesso a guardarla, dicendole cose che non riesco a sentire, poi riprende a fischiare il motivetto che avevo intonato poco prima … e lei lo segue!
È imbarazzata la mia Silvia, si guarda spesso i piedi e morde il labbro inferiore. Alla fine sorride, si gira a guardarmi per un breve istante, poi prende la mano dell’altro. Quel contatto scatena un’insana energia dentro di me. Eccitazione, rabbia, frustrazione, umiliazione, amore. Emozioni che sento nello stomaco e che mi tolgono il fiato; quello che sognavo da anni è qui, davanti a me. L’appartamento di Ivano è piccolo ma accogliente. L’arredamento è in stile moderno, i mobili dozzinali, tipico delle dimore che non sono abitate per tutto l’anno. Maria si mette subito ai fornelli, al che Silvia dice.
“Serve una mano?” È Ivano a rispondere.
“Certo! Ti mostro dov’è il bagno, per lavare le mani.” E si mette a cavallo del disbrigo, in attesa. Silvia mi lancia una occhiata e si morde nuovamente il labbro inferiore. Siamo al terzo bivio, il decisivo, tra qualche minuto Silvia verrà posseduta da un altro uomo e questa immagine allo stesso tempo mi nausea e mi attira in modo irresistibile. Faccio un cenno di assenso quasi impercettibile mimando lo strappo di una ceretta inguinale. Lei fa un breve respiro, ha gli occhi lucidi per l’emozione; poi, imbarazzata, lo segue. Mi siedo sul divano e incrocio le gambe, l’eccitazione è diventata insopportabile. Simulo male indifferenza per quanto sta accadendo, e inizio una conversazione banale con Maria.
“Cosa ci prepari di buono?” Lei prende da un armadietto un pacchetto di fazzoletti di carta e me lo lancia addosso. Prendo l’oggetto al volo.
“Vai.”
Santa donna! Scatto come una molla e mi avvio verso la zona notte senza chiedermi che relazione ci sia tra i due ospiti. La porta del bagno è aperta, vedo Silvia davanti al lavandino, Ivano è al suo fianco che si asciuga le mani mentre lei ostenta le sue sotto il flusso d’acqua, in attesa che accada qualcosa. Non deve attendere molto, l’uomo, infatti, ripone l’asciugamani e si mette dietro di lei. Il cuore mi batte all’impazzata, senza guardarmi alza la gonna del prendisole e infila una mano sotto il costume. Lei inarca subito la schiena e si immobilizza, sembra paralizzata. Lui si prende tutto il tempo che serve, non ha fretta ma è determinato, ammiro il modo con cui riesce ad essere persuasivo senza dover tediare per ottenere quello che vuole. Silvia sospira quando lo slip del costume scende fino alle caviglie. Indossa dei sandali estivi con zeppa alta, solleva con naturalezza un piede per liberare le gambe, poi le allarga e appoggia i gomiti sul bordo del lavandino. Accecato dal bisogno impellente di masturbarmi, abbasso anch’io i boxer e inizio a toccarmi. Ivano abbassa il suo costume e finalmente vedo cosa penetrerà la vagina di mia moglie, il primo pene dopo il mio, da quando siamo fidanzati. Mi permette di assistere mentre infila il preservativo, quindi socchiude la porta. Faccio un altro passo in avanti, a questo punto sono a un paio di metri da lei, la fessura della porta mi permette di vederla dalla testa ai fianchi. Le mani del suo amante sciolgono il nodo delle bretelle che gira intorno al collo denudando il seno; quindi, la accarezza e le strizza con spasmodica meticolosità. La sento ansimare, quando le mani si appoggiano ai fianchi emette un gridolino e la vedo irrigidirsi facendo un piccolo balzo: è entrato dentro di lei. Silvia si gira e mi guarda, sento di amarla più di sempre, più del momento in cui la baciai per la prima volta, più di quando le infilai la fede al dito davanti all’altare. Mimo parole di amore con le labbra mentre mi masturbo in modo forsennato, travolto dal piacere e lei risponde allo stesso modo, sussurrando mentre ansima in modo strozzato; quindi, si volge verso lo specchio per guardare il riflesso dell’amante dietro di lei. Non riesco a resistere oltre: esplodo schizzando sul pavimento, poi pulisco tutto con i fazzoletti e mi ricompongo senza perdere di vista la coppia in bagno. Poco dopo lui viene emettendo un grugnito profondo, quindi spalanca la porta e assito mentre esce da mia moglie e sfila il preservativo pieno di liquido bianco. Sono attonito, ipnotizzato, per la seconda volta è la voce di Maria a farmi tornare alla realtà.
“È pronto! Venite a tavola.”
[Tratto da 'Cronache dalla spiaggia' di Massimo Nilaz - Kindle store]
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