Incidenti di percorso: Luca

  • Scritto da Massimo il 03/04/2022 - 09:20
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Silvia è incredula. Mi giro a guardarla e dico

“A quanto pare non è una situazione così rara. L’attore è comunque molto meglio di Luca”

Lei si limita ad annuire

“E poi tu avevi un problema al collo, anche se poi si è propagato più in basso... Lei è partita già dall’inguine!” 

“Spiritoso. Luca ha fatto il suo lavoro. E anche di più.”

“Scherzo! Hai ragione. Vi sentite ancora?”

“Sì. Anzi, adesso che mi ci fai pensare lo devo chiamare per una seduta”

“Ancora il collo?” Indica distrattamente la zona lombare distrattamente mentre continua a guardare la televisione

La vedo isolatanel suo mondo e quindi non vado oltre e torno a seguire il film. La storia è un classico: coppia alla deriva, lui che tradisce lei, lei che intreccia una storia col fisioterapista, le strade si separano per poi tornare a cercarsi. La fedeltà così difficile da rispettare, il pilastro di una relazione. Ma è sempre così? 

La coppia del film è infelice, e la loro situazione sfocia nell’infedeltà; io e Silvia siamo dichiaratamente infedeli ma  a quanto pare, felici. 

Non che sia facile, intendiamoci, qualche volta preferirei non sapere cosa fa, non vederla tornare a casa senza intimo addosso, non dover sentire la sua pelle intrisa dell’odore di un altro uomo. Altre volte invece mi eccita. Mi eccita quando non lo nasconde con banali bugie, quando mi confessa di aver scopato per ore un tizio conosciuto su un sito di incontri, di aver desiderato che fossi lì a guardarla come quella volta... 

Silvia non ha mai ammesso una relazione con Luca, tanto che in certo momenti ho quasi il dubbio di essermi sempre sbagliato. Lei lo ha conosciuto diversi anni fa quando, a causa di un incidente d’auto, le vennero prescritte delle sedute di fisioterapia. Luca ha uno studio privato a poca distanza da casa nostra. Oltre a questo alcuni nostri amici sono suoi clienti storici: la scelta fu quasi naturale. Nel periodo in cui Silvia sistemava il colpo di frusta, andai anch’io da lui per un problema alla schiena e in quel contesto a mia volta lo conobbi. 

Luca è sulla quarantina, fisico asciutto e decisamente muscoloso. Non molto alto, gioca a calcetto. Capelli neri e ricci, occhi marroni, molto loquace ma riservato. Ho avuto modo di provare diversi fisioterapisti e devo dire che lo stile di Luca si distingue per la forza delle sue dita: la sua presa è maschia, le dita penetrano la carne e si insinuano tra muscoli e tendini come dei fendenti. Sono mani nodose, callose, difficile pensare che siano capaci di gesti teneri, di carezze.

Quando vado da Luca per il primo appuntamento, Silvia ha già fatto qualche seduta per il suo problema. Espongo quindi il mio problema e ci mettiamo a parlare mentre lui mi tortura con quelle mani indagatrici. Mentre chiacchieriamo del più e del meno ci mettiamo a parlare del problema di Silvia. Inavvertitamente Luca fa un apprezzamento sui perizomi rigorosamente in pizzo indossati da mia moglie. Si accorge immediatamente dell’errore e cerca invano di rettificare la frase. Fingo indifferenza e assecondo la cabrata mentre misuro mentalmente la distanza tra il collo e le mutande. Tornando a casa ripenso alla frase, allo spostamento recente degli appuntamenti di Silvia dalla mattina presto alla sera: il sospetto di essere tradito col fisioterapista comincia a prendere forma nella mia testa e… Mi eccita! Un incontenibile gonfiore si fa strada all’interno dei boxer, la mente si riempie di improbabili fantasie erotiche. Silvia diventa una inguaribile ninfomane che seduce il mite Luca e lo induce a usare le sue nerborute mani per farsi strada tra le sue cosce. Lui che le strappa le mutande e la prende con vigore da dietro… Arrivo a casa giusto alla fine dell’orgia a tre con la ragazza dell’accettazione. Entro in casa ancora discretamente ingalluzzito e mi masturbo guardando qualche video porno di scopate in “massage room”.

Passano alcuni giorni. Una mattina:

“Perchè oggi non indossi queste?” tengo in mano un perizoma in stoffa bianco decisamente succinto

“mmm . Mi segna i fianchi, meglio questo” e tira fuori una brasiliana in pizzo nero. Insisto ma alla fine cede. Quella sera deve andare a fare la terapia e sono convinto che Luca apprezzerà il cambio di intimo.

Silvia torna poco prima di cena. Appena entra si fionda in doccia senza neanche salutare. Mentre è in camera a vestirsi sgattaiolo furtivo in bagno e recupero lo slip dal cesto della biancheria sporca. Lo annuso: è umido nella zona dove era a contatto con le labbra; l’odore è quello caratteristico della sua fica ma mi pare di notare un fondo dell’essenza dell’olio per massaggi. Torno in cucina appena in tempo. Silvia mi bacia e poi si siede a tavola

“Tutto bene stasera? Quante sedute ti mancano?”

“In teoria un paio ma Luca mi suggeriva di farne altre. Gli ho parlato anche del mal di schiena, la prossima volta prova a farmi un massaggio, vediamo come va”

“Spero che con te ci vada leggero, quando sono andato io mi ha massacrato. Ha la mano pesantina”

“Pesante? No, anzi, mi pare molto delicato”. Non avevo dubbi! Piccola troietta, chissà cosa ti fanno quelle mani, per non dire il resto! E per la seconda volta il pensiero di Luca che le strizza i capezzoli con le sue dita me lo fa diventare duro. Lei se ne accorge

“A cosa stai pensando?”

“Al massaggio che ti farei io se fossi al suo posto…” 

Quella sera abbiamo fatto sesso. Ho esplorato il suo corpo con le mani e la lingua alla ricerca di piacere e di indizi, trovando il primo ma non i secondi. Il suo orgasmo è arrivato rapido e pacato, io ho voluto venire fuori irrorando quelle tette traditrici, quei capezzoli forse ancora memori delle sue mani.

Non so quanto Silvia fosse cosciente del gioco che stavo instaurando, ma accettò senza obiezioni il fatto che sempre più spesso le sceglievo l’intimo da indossare. Scelta che facevo puntualmente quando sapevo che aveva la seduta da Luca. Quel gioco del “so-non so” e il dubbio che lei avesse capito che sapevo, o non avesse collegato le cose, mi eccitava all’inverosimile; tanto che cominciò a insinuarsi nella mia mente il desiderio di vedere Silvia che veniva scopata dal fisioterapista. Non mi bastava più annusare i suoi slip quando tornava a casa o leccarle la fica per pulire l’adulterio appena compiuto: volevo vedere mia moglie posseduta da uno sconosciuto, volevo masturbarmi mentre la vedevo godere sotto ai colpi che le venivano inferti, vederla grondante dello sperma di un altro. Il mio desiderio si realizzò qualche settimana dopo, senza che io facessi niente.

La nostra serata libera è il venerdì. Libera nel senso che i nostri legami coniugali vengono sospesi, siamo liberi di fare e incontrare chi vogliamo, non necessariamente insieme, non necessariamente giustificando dove siamo stati o cosa abbiamo fatto. 

Quel venerdì dunque io esco con gli amici, lei decide di fare dello sport e poi rimanere a casa. Finito il lavoro mi trovo quindi a prendere un aperitivo con gli amici ma, per un motivo che non ricordo, decidiamo di non andare fuori a cena. Arrivato fuori casa vedo la macchina di Silvia e le luci di casa accese: deve essere già tornata. Entro dal garage e sento la musica ad alto volume, cosa strana: lei è più incline all’intimità delle cuffie che al frastuono diffuso da uno stereo. Entro e vedo la porta del bagno socchiusa, appena fuori pantaloncini e maglia sportiva decisamente maschile. La doccia sta andando, del vapore esce timidamente dalla fessura della porta. Mi affaccio con estrema cautela ma non vedo nessuno. Poi scorgo la sagoma di Silvia dietro il vetro opaco della doccia. Mi sembra stia parlando ma il rumore dello stereo non mi permette di capire cosa sta dicendo. Poi lo vedo. Silvia si muove scoprendo una seconda sagoma, sembra che i due si stiano accarezzando o forse insaponando a vicenda. Il balletto di forme prosegue per qualche minuto e poi distinguo chiaramente dei gemiti di Silvia: la sta prendendo da dietro, lei improvvisamente si appoggia alla parete della doccia. Di scatto mi nascondo dietro alla porta socchiusa sperando che non mi abbia visto. Il rubinetto della doccia si chiude: scappo nello sgabuzzino e tendo l’orecchio.

Istintivamente infilo la mano dentro ai pantaloni e saggio il cazzo duro e bagnato. Quasi tremo per le emozioni che mi avvolgono. Rabbia e gioia per il desiderio che si sta avverando: umiliazione ed eccitazione. 

Attendo qualche minuto e poi cautamente rientro in casa. Realizzo che sono saliti in camera da letto, la mia camera! Il letto dove solo ieri sera Silvia mi aveva scopato venendo sopra di me. Le lenzuola ancora intrise degli umori dei nostri sessi, del profumo dei nostri corpi.

Salgo e mi avvicino alla porta della stanza.

“Ecco il cornuto, adesso gli facciamo un bel regalino!”. Silvia risponde ma non riesco a capire quello che dice. Sicuramente stanno guardando le foto di un nostro viaggio sopra il mobile. Quindi mi stanno sicuramente voltando le spalle. Mi affaccio e vedo Silvia con le mani appoggiate al mobile e l’altro di fianco in posizione arretrata. Ha una mano sul culo di Silvia, Lo accarezza, lo strizza, percorre la fessura fino alla fica. Lei istintivamente allarga le gambe lasciando che lui la penetri con le dita. I due continuano a parlarsi mentre guardano la foto, poi lui si mette dietro di lei e la prende con movimenti lenti e profondi. Assisto alla scena attonito, poi all’improvviso i due si spostano per andare sul letto e sono costretto a nascondermi dietro alla porta. Sento gli urletti di piacere tipici di Silvia, Apro la patta e inizio a masturbarmi immaginando la scena a pochi centimetri da me. Vengo con un orgasmo forte e strano. Mi affaccio timidamente alla camera e vedo l’amante che sbatte indomito mia moglie; lei è avvinghiata a lui, lo accarezza; il suo corpo asseconda armonioso il suo movimento. La penetra in profondità, il corpo della donna sembra quasi appeso al cazzo che fa da perno a tutti i movimenti dei due corpi. 

Lei sussurra qualcosa e le mani di lui strizzano una tetta. Riconosco l’orgasmo di Silvia, arriva anticipato da un sospiro, un grido strozzato, i piedi a mezz’aria che si tendono, il tremolio appena percepibile del bacino. Il mio cazzo rinvigorito mi suggerirebbe di rimanere ma il cervello mi consiglia di andare prima che mi scoprano. Scappo.

E’ passata quasi un'ora, sono in un bar della zona ad ammazzare il tempo. Penso sia ora di tornare a casa. Come al solito avviso prima di muovermi. 

“Sto guardando la tv, ti aspetto per andare a letto.” A quanto pare l’altro se ne è andato.

“Tutto bene stasera? La corsetta come è andata?” E’ seduta sul divano, indossa la camicia da notte. Noto che le guance sono ancora arrossate, non si è pettinata

“Sì Sì, tutto bene.” La bacio in bocca e mi sembra di carpire un sapore diverso, forse è una mia impressione, o forse un sottile gioco di Silvia. Chissà se… Mi faccio una doccia e la raggiungo in breve tempo. Indosso solo boxer e una maglietta. Sono visibilmente eccitato

“Sei contento di vedermi?” Sorride. Sto per dirle che l’ho già vista e non solo lei. Sto per confessare il mio peccato ma poi rilancio la palla a centro campo

“Come sempre” mi inginocchio davanti a lei e morbidamente risalgo le gambe fino alla fica. Scosto il perizoma e la lecco. Lei trasale e mi lascia fare. La mia lingua si riempie dei suoi dolci umori, per un istante percepisco forse il gusto del lubrificante, quello dei profilattici. Ancora una volta non so se è suggestione o realtà, di fatto però l’idea che quella dolce fica sia stata penetrata solo poche ore prima da un altro uomo mi manda fuori giri. Le alzo le gambe e la penetro guardandola negli occhi.

“Mmmh, sei molto contento di vedermi” e si lascia fare accarezzandomi il petto. La mia scopata è goffa e violenta, quasi disperata. Penso alle scene viste solo poco prima e vengo.

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