Incidenti di percorso: sussurri e grida

  • Scritto da Massimo il 03/04/2022 - 12:32
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La mattina dopo ripenso all’avventura cercando di analizzare gli eventi. L’amante sembrava Luca anche se in realtà la notte prima l'ho sempre visto di schiena e in penombra. Aggiungendo il fatto che ho visto Luca solo due volte e in nessuno dei nostri due incontri mi ha fatto vedere il culo, concludo l’istruttoria togliendo l’uomo dalla lista dei colpevoli e inserendolo nella lista dei sospettati. Devo assolutamente dare una nuova opportunità a Silvia per invitarlo a casa. 

Nel frattempo le sedute di fisioterapia settimanali continuano. 

“Stasera Luca prova a farmi un massaggio nella zona lombare”. In effetti me l’aveva anticipato qualche giorno prima. Diabolicamente astuta e coerente nelle sue bugie… O semplicemente onesta.

"Ok se mi vesto così?” Sta giocando con i miei stessi giocattoli, è consapevole che l’idea di un altro uomo che la tocca mi eccita e forse in fondo neanche a lei dispiace della mia accondiscendenza, spinta al punto di farla bella per prestarla ad uno sconosciuto.

“Metti questo reggiseno. Puoi mettere la tua camicia bianca? La gonna: ok. Pure lo slip ma ti devo sistemare la depilazione.” Andiamo in bagno e le accorcio il ciuffetto sopra il clitoride rendendolo quasi invisibile sotto allo slip. Le labbra e il clitoride sono lisci e glabri. Ha la fica aperta e bagnata, la bacio brevemente con la lingua guadagnando un sospiro e un sorriso.

“Sei sicuro per il reggiseno? E’ trasparente…” 

“Sì, è un problema per te?” Fa un cenno negativo. La bacio e la guardo uscire con la sua camminata decisa, ammiro i piedi imprigionati sui sandali con tacco alto, chissà come riesce a guidare, sicuramente si cambia scarpe appena sale in macchina.

La sera faccio in modo di essere già a casa quando torna. Dopo i soliti convenevoli la invito a non togliersi le scarpe. Ormai lei mi conosce e capisce dove voglio arrivare. Le infilo una mano sotto la gonna e tocco il suo sesso

“Sono sporca, vado a farmi una doccia”. La fermo

“No, va bene così” mi abbasso e le lecco la fica. Lei oppone resistenza insistendo di voler andare a lavarsi, poi cede. In effetti gli odori e i sapori del sesso si mischiano con quelli dell’urina. Ancora una volta sento l'odore di un lubrificante. La donna è ormai rassegnata e quindi asseconda la mia richiesta: si solleva la gonna e si siede su uno sgabello, la schiena inarcata per rendere facile l’accesso alla sua fica da dietro. La prendo accarezzando con le mani la sua schiena ancora unta dell’olio per massaggi. Libero i seni e trovo lo stesso unguento.

Appena vengo lei si divincola elegantemente e corre in doccia.

Dopo cena siamo in divano, un film si dipana in tv ma nessuno dei due lo sta guardando.

“A cosa stai pensando?” mi chiede ad un certo punto

“Niente, è che mi è piaciuto  quello che abbiamo fatto prima”

“Ero tutta sporca, sai che mi sento a disagio se non faccio una doccia. Comunque non è stato male”

“No, no, eri perfetta. Come lo eri venerdì scorso.” La vedo decisamente imbarazzata

“Non mi pare di aver fatto niente di eccezionale” Oh sì che l’hai fatto! E probabilmente non era neanche la prima volta.

“Stavo pensando. Metti che venerdì prossimo io debba rimanere rintanato nello studio a lavorare fino a tarda notte. Il resto della casa sarebbe libera, io sarei troppo impegnato per uscire dalla stanza. Tu ti sentiresti libera di fare quello che vuoi?” Silvia rimane in silenzio e non risponde. Provo a rincalzare in modo più esplicito

“Per me non è un problema, anzi!”

“Non ho programmi per venerdì, puoi fare quello che vuoi”

“Ok, ok, volevo solo avvisarti!” Sorrido e la bacio lievemente sulle labbra. Lei non risponde. Continuiamo a far finta di seguire il film.

Nei giorni seguenti non affrontiamo più l’argomento. Arriviamo a venerdì. Ci troviamo a casa dopo la giornata lavorativa

“Stasera esco” la mia delusione è palpabile ma rimango saldo nella mia posizione

“Io rimarrò a casa, sarò nello studio studio a lavorare” Lei mi guarda in modo inespressivo e annuisce. Aggiungo

“Posso consigliarti qualcosa da mettere per stasera? Andrai in qualche locale?” Lei annuisce per la seconda volta. Entriamo in camera da letto e le propongo un vestitino sobrio, intimo nero abbinato, carino ma classico.

“Che ne dici di questo?” tira fuori dal cassetto un completino da scopata fetish che le avevo regalato qualche anno prima. Il perizoma in pizzo nero è aperto davanti, il reggiseno è a mezza coppa: sostiene i seni da sotto lasciandoli scoperti.

“Dico che non avrei potuto fare scelta migliore”. Sorrido e penso che Silvia sta diventando una vera puttanella. Sta sicuramente cercando di stuzzicarmi per capire fino a dove mi voglio spingere non rendendosi conto che sta facendo il mio gioco… O forse stiamo facendo lo stesso gioco.

Lo indossa e rimango senza respiro ad ammirare il pizzo che borda le labbra lisce. Passo un dito nella fessura per saggiare quello che proverà il suo amante quando tra poche ore la farà sua. Il vestito è decisamente scollato, il seno scoperto e i capezzoli rigorosamente duri e lussuriosi sono pudicamente celati dalla stoffa arricciata. Quando esce di casa io mi dedico a preparare una cena veloce e poi mi rifugio nello studio. 

Poco prima di mezzanotte sono ancora nello studio, ormai rassegnato all’idea che Silvia sia andata a divertirsi da qualche altra parte, quando sento la porta aprirsi. Silvia entra parlando con qualcuno, distinguo il suo caratteristico passo scandito dal rumore dei tacchi sul pavimento. Una voce maschile risponde e sorride. Non riesco a capire cosa si stiano dicendo ma intuisco che si siano accomodati in salotto. Dei rumori dalla cucina, probabilmente Silvia sta offrendo qualcosa da bere all’ospite. Parte la musica e questo rende ancora più difficile capire cosa stiano facendo. Percepisco chiaramente il rumore delle scarpe di Silvia che vengono appoggiate sul pavimento. Per alcuni minuti solo musica “chill out”, è la compilation che metto di solito quando scopiamo, non so se Silvia mi sta mandando un segnale o è solo un caso. 

I due ricominciano a parlare ma il tono di Silvia questa volta è decisamente più caldo, da gatta in calore, la voce dell’uomo a sua volta è bassa e sensuale. Seguono dei rumori che sembrano effusioni, baci, scambi di frasi. Poi finalmente sento l’ansimare ritmato di Silvia: L’uomo è arrivato al perizoma. Ho un folle desiderio di uscire dalla stanza e scendere al piano terra per spiare. No, meglio tener fede a quanto detto, ho la sensazione che Silvia voglia mettermi alla prova per capire se veramente manterrò la parola rimanendo nello studio. Sono abbastanza sicuro che la scelta di farlo in salotto e non in camera da letto, che invece si trova di fronte allo studio, non sia casuale.

Sento dei passi, i due amanti si stanno muovendo nella stanza, forse lui la sta prendendo in piedi, magari da dietro, come avevo visto la settimana precedente. Un rumore di sedie spostate, la sta scopando sulla tavola! Lui sta infierendo dei colpi vigorosi, le gambe della tavola emettono un rumore ritmato strisciando contro il pavimento. L’uomo ansima animatamente, sta venendo. Silvia mugugna per assecondarlo. Sembra che… Sì, ha qualcosa in bocca. Possibile che lui le stia venendo in bocca? Silvia odia il sapore dello sperma, i suoi pompini si interrompono sul più bello, quando il cazzo sta per esplodere e non desideri altro se non riempirle la bocca del tuo caldo orgasmo.

Ho il cazzo di pietra ma non voglio masturbarmi, voglio soffrire di quella folle eccitazione, voglio continuare a godere facendo strusciare sugli slip la cappella fradicia con movimenti del bacino.

Solo musica. Rimango con l’orecchio teso, a tratti mi affaccio fuori dalla porta dello studio facendo attenzione a non fare il minimo rumore. Lentamente, molto lentamente, sento un suono che via via cresce di intensità. E’ Silvia che sta godendo. Prima sospiri lievi, poi scricchiolii del divano, suoni di piacere, gridolini soffocati, parole che sembrano di incitamento, un gridolino strozzato, liberatorio.

Sono passate quasi due ore dall’arrivo a casa di Silvia e dell’ospite, quando sento che qualcuno va nel bagno. Qualche minuto dopo la porta di ingresso si apre e si chiude. La musica si interrompe e sento i passi di Silvia che sta salendo le scale. Mi alzo dalla poltroncina e attendo il suo ingresso in piedi, su un lato della stanza. Lei apre la porta timidamente ed entra. Indossa solo il reggiseno, è spettinata. C’è pochissima luce nella stanza e quindi non riesco a vederla bene in faccia; mi avvicino e la bacio in bocca con passione. Lei asseconda la mia lingua permettendomi di assaporare il piacere del suo amante. Così vicini vedo che sorride con gli occhi soddisfatta. La faccio sedere sulla poltroncina e mi dedico con la lingua alla sua fica provata dalla serata. Il sapore mi inebria, risalgo e la bacio su tutto il corpo. Le parti si invertono e Silvia mi regala un pompino liberatorio.  

Come mi aspettavo nei giorni successivi non parliamo della serata, in parte per un indubbio imbarazzo, di quelli che sorgono un istante dopo che l’adrenalina del momento svanisce, in parte perché stavo ancora elaborando le mie emozioni e penso fosse lo stesso per Silvia.

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