INTERVISTA CON ALPHA MASTER

Scrivo questo piccolo riassunto di me stesso perché grazie ai miei piccoli lavoretti di "letteratura erotica" (posso chiamarli così, anche se sono quello che sono, e non certo capolavori che faranno la storia?) ho avuto tantissimi contatti (sia di uomini che di donne) ed per un buon 80% le domande e le richieste erano sempre quelle. Quindi ecco a voi una presentazione, realistica, impietosa, che spero che soddisfi le vostre domande.

Si, esisto davvero, e davvero sono un master. Lo sono stato in passato nel senso vero del termine, di persona, ma da molti, molti anni ho cessato la mia attività reale, che mai più riprenderà. Ho 56 anni, fisicamente non sono malaccio ma non sono certo più quello di quando praticavo sport a buon livello. I capelli grigio ferro dicono tutta la mia età, qualche ruga dice tutta la mia storia, ed un po' di occhiaie dicono tutta mia stanchezza per una vita alla quale mai mi arrenderò ma che mi costringe a lottare ogni giorno con i suoi problemi, come del resto moltissimi altri italiani. Non sono un gigante, ma anche oggi che come tutti invecchiando ho perso qualche centimetro sono ancora un metro e settantatré. Dalle arti marziali ho ereditato pazienza, autocontrollo, ancora oggi una notevole forza fisica ed una poderosa artrosi cervicale. Ho ereditato anche qualche altro problemino da altre vicende di vita, ma niente che si veda all'esterno (non mi manca nessun pezzo, tranquilli) e niente che mi impedisca di vivere perfettamente a mio agio con il mondo e le mie passioni, di fare ancora un po' di attività sportiva leggera godendomi il mondo esterno (DPCM permettendo, ovvio).

Quando ho scoperto di essere master è una altra domanda molto, molto ricorrente. Bene, che io abbia memoria è stata la mia prima fantasia sessuale, quando ero così piccolo da non sapere cosa fosse il sesso, come fosse fatta una donna e che io avrei potuto anche darmi piacere da solo. La sera per addormentarmi mi immaginavo di incatenare donne nude (che vi confesso che “sotto” erano ben strane, non avendone io mai vista una) a pareti di pietra, di frustarle o di umiliarle con bisogni corporali. Non so neanche da dove potessero uscire certe fantasie. Non c'era internet, dove oggi un genitore distratto può far navigare un figlio lasciandolo in balia di siti porno di vario tipo. Letteralmente, non lo so. Non credo nella reincarnazione, ma se ci credessi direi che in una vita passata ero un inquisitore spagnolo, come minimo.

La mia attività di “Master online” è cominciata oltre una decina di anni fa (e forse pensandoci bene mi viene il dubbio che siano anche una ventina, dato che non credo di avere resistito più di cinque anni senza questo lato di me), con periodi di intervallo e periodi piena immersione. Inizialmente era difficilissimo avere una foto di controllo per sapere chi si aveva davanti, al massimo arrivava qualche sgranata foto buia ed a bassissima risoluzione presa da quella sorta di sferette che erano le prime webcam, e comunque neanche sempre. E se come me dai per scontato che davanti potresti tranquillamente avere qualcuno che ti prende in giro la situazione era abbastanza precaria nel praticare la dominazione online.

Poi sono arrivate le fotocamere digitali e qualcosa cominciava a poter essere effettivamente inviato da chi ne avesse una. Da prima poche ragazze e donne potevano mettere le mani su una, ma pian piano si diffusero, e le cose cominciarono a migliorare davvero sensibilmente.

Alla fine arrivarono gli smartphone. Ora chiunque ha in mano per 24 ore al giorno una fotocamera che pochi anni fa avrebbe fatto piangere di gioia qualsiasi reporter di giornale. Oggi se qualcuna rifiuta di mandarmi una foto dove non inquadra il volto o lo censura, dove è vestita e dove c'è uno sfondo anonimo o particolari sullo sfondo censurati con una spalmata di colore (quindi una foto perfettamente “sicura” ed anonima) do per scontato che sia un “qualcuno” e non una “qualcuna” e sa che io l'ho “sgamato”. Oppure è una donna, ma vuol comunque prendere in giro, quindi ben venga che non me la mandi e che la cosa finisca li..

Mi chiedete quasi sempre “quanto c'è di vero nei racconti”. Parecchio, ma non tutto e non in tutti nella stessa maniera.

“LA CHAT” ha un buon 75% di episodi realmente da me richiesti ed effettivamente completati, ma non dalla stessa donna. La protagonista è una summa, un tributo a tutte le donne giovani o mature che negli anni mi si sono spontaneamente offerte, mettendo il loro godimento nelle mie mani, e che io ricordo TUTTE con affetto. Ma anche li, ci sono delle cose che sono “licenze poetiche”, e servono per dare forza e struttura al racconto.

“LA VILLA” ha due delle ragazze che sono persone realmente esistenti, consenzienti e che in effetti si eccitano e... hem... fanno le birichine con se stesse leggendo cosa fanno le loro controparti letterarie. Due per ora, ma non escludo che su un totale di 12 di cui gran parte ho lasciato volontariamente “in bianco” possa uscire qualche altra amica che mi dice che vorrebbe vedersi nel racconto per eccitarsi e masturbarsi vedendo se stessa fare e subire certe cose.

“IL MIO ESIBIZIONISMO” e “Due sorelle molto complici” sono due racconti “quasi” completamente di fantasia. Ho esplorato con questi due raccontini due generi per vedere che reazioni avreste avuto. Mentre LA VILLA e LA CHAT hanno mosso commenti in maggioranza da un pubblico femminile, i secondi due in maggioranza dai maschietti. Ovviamente con qualche eccezione, ad esempio qualcuno che mi ha commentato dicendo che gli erano piaciuti tutti, o qualche maschietto a cui i primi due hanno mosso più le corde dei secondi due (e viceversa).

Mi chiedete “ma come funziona” in tanti. Le donne perché stanno cercando di capire se la cosa potrebbe essere di loro interesse, i maschietti in gran parte invece non tanto per curiosità ma per cercare di “imitare”. Beh, è semplice. Comincio con la famosa foto che voglio con il cartellino del mio nome in mano. Perché il cartellino del nome? Perché senza quello mi faccio un giro su google immagini o su Facebook e mi prendo un selfie di qualcuno dove sono qualsiasi cosa, maschio, femmina, bianco, asiatico, nero, ricchissimo perché il selfie è fatto dentro una Ferrari... non c'è limite a quello che si può trovare online.

Dopo la foto faccio una valanga di domande. Devo sapere da dove parto, perché il gioco è spingere la mia controparte giusto fuori dalla comfort zone, appena fuori dal suo confine, e farla ballare nel suo percorso da dentro a fuori e poi di nuovo dentro. Non sono io che la spingo sempre più oltre nel gioco, è il confine che gradualmente si sposta con la fiducia, la complicità e l'abitudine. Quanto oltre mi spingo? Sempre entro i limiti che ho stabilito fin dall'inizio e che non tradirò. Non faccio danni permanenti ne al corpo ne alla mente ne alla vita pubblica e privata. Non faccio perdere affetti, il lavoro, le opportunità della vita. E' qui che l'autocontrollo delle arti marziali mi è utile, perché io proteggo lei anche da se stessa. Lei è la mia pecora (a volte letteralmente!) ma io non sono il lupo. Io sono il cane da pastore. La spingo, la mordo se serve, ma tra il lupo e lei ci sono sempre io.

Ma come esegue i miei ordini una donna che magari ha marito e figli? Beh, ovvio, anche io ho moglie ed una figlia. In segreto. Se non può avere la sua privacy uscirà fuori nelle famose domande, e le darò compiti da fare da sola in bagno, da fare quando esce a fare la spesa, da fare in momenti che è al lavoro – anche al lavoro si va in bagno! - o comunque con la formula “Non appena possibile”. (a volte invece la privacy possono avere, magari hanno intervalli temporali dove la famiglia non c'è, a volte hanno una loro stanza che è sacra e possono farci dentro di tutto in tranquillità). Magari dormono sole, e gli do ordini da eseguire la notte. Per la maggior parte degli ordini chiedo la prova fotografica, o proprio un “servizio fotografico” completo. Senza faccia, sempre, ma occhio che se fotografare le vostre zone private - anche in modo non riconoscibile - vi risulta impossibile non potremo giocare insieme.

Poi per chi ha periodi in cui può liberamente godersi se stessa c'è la chat, io uso 5chat.it che è anonima e senza registrazione. Li si usano i tempi al meglio, c'è molto più scambio e coinvolgimento.

Infine c'è il Roleplay, che è materialmente un gioco puramente testuale che faccio con le donne che giocano con me. Si fa in chat, ma non ci sono azioni fisiche richieste (ammesso che riusciate a tenere le dita lontane dalle vostre zone erogene, e non lo garantisco. Ma non sono io a chiedervelo, in caso). Io invento una storia di cui voi sarete personaggi, e periodicamente vi chiederò di prendere delle scelte. “Succede questo, cosa fai?” In base alle vostre scelte la storia cambia. Non è un libro, non è un film, ma qualcosa di dinamico che coinvolge molto la mente e la fantasia. Alcune scelte potranno avere automaticamente successo, altre volte deciderò io, altre ancora potrei lanciare una moneta od un dado - “Provo a fuggire correndo via!” per esempio. Non è detto che ci riusciate, ma non è detto che sia impossibile. Le sessioni di Roleplay stanno avendo interesse, ed adesso ho due adesioni più almeno un paio di interessate. Ovviamente vi riunisco in una unica chat, e “giochiamo” tutti insieme, altrimenti non ho vita sufficiente per creare storie a tutte.

Qualche domanda c'è sul perché io scriva. Mi è sempre piaciuto scrivere, inventare storie. L'ho fatto anche per altri tipi di storie, molto diversi da questi, ed ovviamente con un altro nome (quello vero). E no, non ho intenzione di dirvelo mai. Non ho intenzione di farmi vedere. Non ho intenzione di incontrarvi (anche se per qualcuna delle ragazze che mi hanno contattato in questa mia ultima incarnazione di master la tentazione è forte, ma resisterò). Troppe cose si possono scoprire da internet con un nome. Quindi evito e mi tengo il mio ruolo di uomo misterioso e senza volto.

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