LA CHAT - Episodio 9

Il qualche modo riuscii a tornare a galla da quell'oceano di sensazioni travolgenti e tornare in me. O almeno, nella nuova me, schiava, puttana e ninfomane. Estrassi prima il pennarello, stavolta pulitissimo, e lo odorai profondamente. Aveva un odore diverso dalla mia vagina, ma non era odore di escrementi. Mi faceva comunque girare la testa, era odore di sesso. Non sapevo che il culo scopato avesse quell'odore. Lo avevo anche sulle dita, ed era buono. Poi cautamente estrassi la banana, che era grossa e lunga, provando brividi inarrestabili mentre usciva. Non vedevo l'ora di servirne metà a Luigi e metà mangiarmela.

Ancora esausta prendevo fiato da alcuni minuti, godendo della mia nudità, quando arrivò la risposta del padrone. “Ma bene, puttana. Allora ti piacciono due dita in culo, vero? Cominci a dilatarti. Adesso vediamo se continua a piacerti violarti il culo” cominciavo a sospettare che il resto del testo sarebbe stato sconvolgente, anche perché io avevo avuto già una buona razione di piacere, e cominciavo a sentirmi appagata. O almeno pensavo. “prendi i pennarelli che ti ho comandato di comprare, e fai un bel gioco per me. Mettine in culo uno, e fai una foto. Poi aggiungi un secondo, e questo è forse il punto che verrà meno naturale. Devi farlo entrare a fianco del primo. Fai di nuovo una foto, con due pennarelli.” Oddio, ecco perché la scatola di pennarelli. Mi chiedevo perché farmene comprare 24 se ne aveva usato solo uno... “poi divaricali, e tra i due inserisci il terzo, e fai la foto. Noterai che appena messo il terzo si muoveranno da soli assumendo la forma di un triangolo” - Presi fiato. Faceva sul serio, mi avrebbe rotto il culo... “poi metti il quarto, nel centro del triangolo. Formeranno un quadrato da soli. Foto, poi un pennarello aggiunto in centro, e così via. Devi arrivare al massimo che il tuo culo può contenere sentendo anche dolore. Non mi interessa se soffri, devi continuare. Il minimo che accetto è sette, che saranno un esagono con il centro pieno per ospitare il settimo. Da otto in su cominceranno le lodi. Ricordati, il dolore fa parte della prova. Alla fine devi farmi la foto con tutti i pennarelli con accanto al culo un foglio con scritto 'grazie di avermi rotto il culo alphamaster', poi estrarli tutti insieme lentamente tenendo il culo rilassato perché lo sfintere resti aperto e farmi una seconda foto con lo stesso cartello”

Tremavo di paura. Avrei sentito dolore, perché Lui me lo aveva Comandato. Ma ancora più di questo mi umiliava il cartello dove lo RINGRAZIAVO per avermi rotto il culo. Forse era il momento di smettere, chiudere la mail e non tornare mai più sul sito. Presi un foglio dalla stampante e scrissi il cartello, preparandomi mentalmente per dolore e umiliazione, poi mandai una risposta che a Lui sarebbe piaciuta: “Eseguo, grazie Padrone”

Nella mail non si specificava dove dovevo eseguire l'ordine, quindi andai in camera da letto. Pensai un po' a come posizionarmi, ed il modo più degradante mi parve il migliore. Mi misi a pecora, con i piedi raccolti contro il sedere, viso in basso e culo e fica ben esposti. Mi avrebbe lodato per la scelta? Lo speravo.

Il primo pennarello fu semplicissimo, ormai ero abbastanza allargata, ed anche il secondo, anche se farlo penetrare accanto al primo non fu così immediato, andò più o meno liscio come l'olio. Decisamente due davano una sensazione migliore di uno solo. Sempre facendo le foto misi il terzo in mezzo ai due precedenti, e mi sentii allargare mentre entrava. Appena passò la barriera dello sfintere però i tre corpi estranei si mossero velocemente come spinti dalle dita di qualcuno, formando un triangolo e facendomi provare un brivido. OK, per ora era ancora molto piacevole, anche se cominciavo a sentirmi bella piena. Il quarto entrando nel centro del triangolo fu agevole, anche se arrivando all'altezza dell'ingresso prese spazio in modo quasi arrogante. Mi piaceva molto la sensazione del sedere che si dilatava. Sentivo stiracchiare, ma niente di grave. Era il momento di far entrare il numero cinque. Lo spinsi al centro del quadrato, e quando cambiarono posizione mettendosi a pentagono ebbi un brivido. Cominciavo a provare fastidio e voglia di godere.

Pensai mentalmente alla mail, e no... non mi aveva ordinato di non sgrillettarmi. Quindi mi accarezzai fica e buco del culo stiracchiato, ero bagnatissima ed eccitata, di nuovo, malgrado avessi goduto fino ad essere esausta. Sfiorandomi il clitoride feci montare l'eccitazione e l'attesa, come la troia che avevo dentro voleva, e sentendo il culo tirato intorno ai piccoli cilindri di plastica impazzivo. Mancavano due pennarelli come minimo, ed il culo già mi stava comunicando che era pieno e non avrebbe accettato altro. Lo mandai a quel paese ed inserii il sesto nel centro del pentagono. Stavolta si, cominciavo a sentire dolore. Mi fermai di nuovo, facendo risalire il piacere toccandomi la micia come una vera esperta. Il culo si contraeva, muovendo i pennarelli nel mio intestino e stimolandomi la vagina nel contempo. Lo sfintere mi lanciava piccoli lampi di dolore, ma dovevo andare avanti. Cominciai ad insultarmi da sola con parole come troia e puttana, dicendomi di andare avanti. Misi il settimo, e per fortuna cambiò abbastanza poco la sensazione. Ero al minimo richiesto, e potevo finalmente fermarmi.

Come spinta da una febbre e contando sul fatto che da sei a sette fosse rimasto tutto più o meno sotto controllo misi dentro il numero otto. CAZZO! Ora si che la sensazione era cambiata. Il culo mi doleva, stavolta sentivo bruciare l'anello di muscoli, stiracchiato fino oltre il suo limite. Presi in mano un altro pennarello, e lo guardai. Volevo davvero farlo? Si, porca puttana, volevo essere troia e volevo che mi dicesse brava. Lo misi dentro, e stavolta il dolore fu forte. Avevo in culo un mazzo di pennarelli. Mi toccai la vagina, mossi i pennarelli ed aspettai fino a che il dolore e le contrazioni non calarono, e misi il numero dieci. Stavolta ero senza fiato, faceva malissimo, ma ero orgogliosa di me. Feci la foto con il cartello con il Suo marchio che portavo con orgoglio, e poi lentamente, respirando a fondo e cercando di stare rilassata estrassi il mazzo intero. Feci subito la foto, tenendo il culo ben aperto, e la guardai. DIO MIO! Avevo un cratere al posto del culo. Era enorme! La fica mi colava e la stanza profumava di sesso così forte da farmi girare la testa.

Presi la banana e me la infilai su per il traforo ferroviario che avevo al posto del culo adesso. Entrò senza alcuna resistenza. Fui squassata da un orgasmo che non mi aspettavo, non credevo si potesse godere dal culo. Cominciai a pompare la banana e schizzare liquidi dalla fica, mi colavano sui talloni, sulle piante dei piedi e sui polpacci. Mi sentivo una cagna, una vacca da monta. Fu l'orgasmo più lungo della mia vita fino a quel momento. Stetti in paradiso per un tempo che non saprei quantificare, mi sembrarono ore, anche se era forse un paio di minuti. Comunque mai nella vita avevo provato qualcosa del genere. Feci un paio di scatti anche con la banana, compreso uno con il biglietto. Poi mi accasciai, la banana era diventata un fastidio ora che il piacere era finito, ma la volevo tenere ancora dentro. Mi raggomitolai sul letto e mi addormentai, esausta.

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