La curiosità costa cara al mio amante

“Ciao amore, come stai?”

“Adesso che ti vedo, sto bene. Come mai così in ritardo?”

“Lascia stare. Se te lo dico, poi stai male, così preferisco non raccontarti niente.”

“No, dai. Dimmi…”

“Come vuoi, ma poi non pentirtene… Questo pomeriggio mi ha scopata due volte.”

“Che porco tuo marito! Come mai tutta questa libidine?”

“Il fatto è che sta diventando geloso.”

“Posso comprenderlo. E oggi, cosa ti sei inventata?”

“Che sarei uscita con una amica.”

“Vestita così?”

“Eh, lo so che non l’avrà bevuta. Ma pazienza, tanto sai che con lui non ho segreti, per cui, appena tornerò a casa, gli dirò che ci siamo incontrati.”

“Gli dirai anche che abbiamo fatto sesso?”

“Certo. Anche perché gli sarebbe difficile credermi se gli dicessi che non l’abbiamo fatto, con me vestita come una prostituta d’alto bordo…”

“Come pensi che reagirà?”

“Vorrà che gli racconti tutto nei minimi dettagli: vorrà sapere cosa ci siamo detti, dove siamo andati prima, il posto dove ci siamo fermati, come abbiamo iniziato, dove mi hai messo le mani, come ti ho fatto venire e via così, con i dettagli più pornografici. Alla fine, vorrà scoparmi ancora.”

“E tu, lo farai scopare?”

“Che domanda! Certo, è mio marito. Lo amo tantissimo e devo solo ritenermi fortunata se mi concede qualche distrazione, in cambio solamente dei miei racconti e di un po’ di sesso che, comunque, piace molto anche a me.”

“Sono geloso!”

“Sono cazzi tuoi!”

“Sei sicura di aver voglia di scopare, dopo le due che ti sei appena fatta?”

“A dire il vero, non è che ne abbia un granché voglia, ma non vorrei lasciarti a secco proprio oggi. Quindi, vedrò di soddisfarti ugualmente: non sarà certo un sacrificio per me.”

“Come vuoi tu amore. Tutto ciò che mi concedi, per me, è oro.”

“Ok, allora andiamo.”

“Nel frattempo, ti va di raccontarmi cosa avete fatto oggi?”

“Tu e mio marito avete almeno una cosa in comune…”

“Il pisello grosso e la sborrata che annaffia?”

“Sì, anche quelli, ma anche la passione per come vi racconto le porcellate che faccio.”

“Allora amore, soddisfa la mia curiosità.”

“E va bene. Dopo pranzo, sono andata in piscina e mi sono sdraiata a leggere all’ombra del pergolato, poi mi sono assopita per un po’.

Verso le sedici, mi sono messa al sole e ho risposto ad alcuni messaggi di una mia amica. Lui è arrivato poco dopo e si è disteso vicino a me. Sapevo che aveva parecchia voglia di fare sesso. La mattina, appena svegli, aveva iniziato a tampinarmi, ma siamo stati interrotti dall’arrivo dell’elettricista che deve farci dei lavori in giardino.

Siccome stasera dovevo vedere te, pensavo di rimandare il sesso con lui a domani, ma non c’è stato niente da fare. Ha iniziato ad accarezzarmi il pancino, poi i seni, fino a quando non ho posato il cellulare e mi sono lasciata fare. Poi, ha spostato la mano verso il mio costume…”

“Quale indossavi?”

“Quello sottile, in lycra blu elettrico.”

“Mmm…”

“Ha iniziato a toccarmela con un certo vigore, prima con un solo dito nel mezzo, poi con due, passandole ai lati del solco e, infine, con quattro, ravanandomela di brutto. Ovviamente, mi stavo scaldando, così gli ho messo una mano tra i capelli e, con l’altra, gli ho stretto il pacco, come sto facendo a te.

D’un tratto, si è alzato, mi ha presa in braccio e mi ha buttata in acqua. Si è tuffato anche lui e mi ha raggiunta, mi ha sollevato le gambe, facendomi mettere nella posizione ‘del morto’, poi ha portato la testa tra le mie cosce e me le ha fatte appoggiare sulle sue spalle. In quel modo, aveva la mia patatina in primo piano davanti al viso e non ha tardato ad incollarci la bocca, succhiandomela e lappandomela come un forsennato. Ho tentato di trattenermi, ma non ho potuto evitare di avere un orgasmo che mi ha fatta sbrodolare parecchio miele, che lui ha leccato avidamente.

Quindi, mi ha sfilato il tanga, mi ha spinto verso la scalinata sommersa, mi ci ha fatta appoggiare con i gomiti, mi ha divaricato le gambe e me lo ha infilato fino alle palle.

Ha iniziato così un deciso e vigoroso martellamento che io assecondavo muovendo il bacino, mentre guardavo il suo pistolone che affondava dentro di me.

Mi ha chiesto se volevo venire ancora e gli ho risposto di sì. Ha continuato imperterrito a scoparmi, fin quando non ha percepito le mie prime violente contrazioni, quindi, si è lasciato andare anche lui, scaricandomi dentro un’incredibile quantità di sperma che è uscito tutto alle sue successive pompate.

Alla fine, lo ha tirato fuori, si è portato davanti al mio viso e me lo ha dato da succhiare per ripulirglielo. Poi è andato a farsi una nuotata, lasciandomi sul bordo della piscina, mentre mi toglievo la sua crema dal volto e dalla bocca.”

“Accidenti che scena! E, dopo una porcellata del genere, ha avuto la forza di farsene una seconda?”

“Sì. Dopo un paio d’ore, sono andata a prepararmi. Ho fatto la doccia, mi sono vestita e ho iniziato a truccarmi. Pensavo che rimanesse in piscina, invece è venuto in bagno ad assistere alla mia preparazione.

Mentre mi mettevo l’ombretto, stando piegata un po’ in avanti per avvicinarmi allo specchio, inevitabilmente gli ho offerto la visione delle mie gambe leggermente divaricate e del mio culo, al che mi si è piazzato dietro, mi ha appoggiato il pisello in mezzo ai glutei e ha iniziato a toccarmi ovunque.

Tentavo di continuare a truccarmi, ma ho dovuto desistere. Ho appoggiato le mani sul lavabo per tenermi in equilibrio, dato che indossavo i tacchi a spillo e le sue toccate erano così energiche da farmi barcollare, ma pensavo che prima o poi avrebbe smesso.

Macché! Da dietro, mi ha spostato il tanga e mi ha infilato due dita nella vagina. Sentendola ancora umida dal rapporto precedente, non ci ha pensato due volte e me lo ha messo nuovamente.

Mi sono piegata di più per agevolargli la penetrazione e così mi ha chiavata ancora. Sai che, di solito, non uso il termine ‘chiavata’, che dà l’idea di qualcosa di molto crudo e animalesco, ma è proprio quello che ha fatto.

Mi ha fatto allargare maggiormente le gambe, mi ha assestato una ventina di colpi molto decisi e profondi, tanto che ho dovuto metterci tutta la mia forza per contrastare gli affondi che rischiavano di farmi sbattere il viso contro lo specchio, poi mi ha sborrato dentro, ha finito di svuotarsi per bene e lo ha tirato fuori, mi ha baciata e guardata con dolcezza, quindi se ne è andato.”

“E tu, come ci sei rimasta?”

“Ti sembrerà strano, ma mi è piaciuta molto questa sua insolita brutalità, ed è questo che mi ha fatto decidere di lasciarti. Sì, amore, ti lascio. Non avertene a male, ma non conoscevo questo lato di mio marito e, ora che sono consapevole che lo ha, non ho più bisogno di te.”

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