Nella vita succedono situazioni strane, a volte quasi mai pensate o volute.
Prendiamo come esempio Vincenzo, un normale ragazzo di trent’anni, il classico commesso che se ne sta alla cassa e vede centinaia di persone al giorno. Sempre con il sorrisetto finto come richiesto dal capo reparto, un giorno però incontrò per caso - o forse era destino – Clara, una sua vecchia amica delle superiori.
«Assorbenti, pane, banane, lattuga e latte. Sono 12,98 signora».
«Vincenzo non credevo di incontrarti qui e suppongo che tu non ricordi di me».
«Perché dovrei?»
«Sono Clara… La tua ex compagna di scuola».
Da quel momento Clara divenne habitué delle casa di Vincenzo, conobbe la ragazza nonché futura moglie di quest’ultimo ovverosia Cinzia. Le due donne avevano all’incirca la stessa età; la ragazza ne aveva ventinove e l’amica trentuno.
Gradualmente Vincenzo aveva pensieri sporchi, sognava la moglie in situazioni osé con Clara, oppure, sognava di fare sesso a tre, ma mai avrebbe immaginato che un qualcosa di simile stava per accadere.
Successe che un fine settimana di un mese poco importante da narrare, i tre organizzarono una semplice cena così come si fa con gli amici. Il menù prevedeva anatra all’arancia, ravioli di zucca e per concludere un buon vino mediterraneo. Ma qualcosa andò storto e il nostro Vincenzo finì per ben tre volte al bagno mentre le due ragazze parlavano del più e del meno. Al suo ritorno vide quello che forse era il suo sogno, il suo pensiero e il suo avvenire, le due donne stavano limonando sul divano, avvinghiate come due ossesse scambiandosi la saliva l’una dell’altra. Con la coda dell’occhio Cinzia vide Vincenzo ma invece di cercare scuse lo incalzò, perché sì, lei con la coda dell’occhio aveva visto il rigonfiamento dei pantaloni dell’uomo. Così rimise la lingua in gola a Clara, che con molta gratitudine iniziava a esplorare il corpo della donna.
Le dita furono il cavallo di troia che entrò dentro la fortezza che simboleggiava la vagina calda e umida di Cinzia, non chiesero il permesso per entrare ma sfondarono con impeto e vigore all’interno della giovane moglie, che a sua volta si lasciava estasiare da questa nuova esperienza – forse causata dall’ebbrezza del momento o forse un desiderio troppo a lungo assopito -. Nel momento del massimo godimento fu un lamento a spezzare quel silenzio troppo distorto, cupo e pieno di tensione, un semplice «ah…» fu capace di far svegliare la bestia addormentata dentro Clara.
Vedendo la moglie del suo compagno in preda all’eccitamento alzò l’asticella e messa dinanzi alle gambe dell’amante del momento iniziò a leccare quell’oceano, la vagina perdeva umori salati e ancora più eccitata incalzava la sua diabolica fame di sesso.
Dall’altra parte della stanza, anzi davanti a loro c’era seduto Vincenzo che godendosi il momento tolse fuori il suo organo sessuale pronto a darsi piacere guardando il piacere altrui, senza però dimenticare che quella che stava realmente godendo fosse sua moglie, ormai vittima della sua stessa fame e di Clara.
Mentre le due donne ormai erano nude al cospetto di loro stesse, l’uomo non riusciva a capire se quello che viveva era un sogno o se era morto durante il tragitto salotto-bagno, oppure tutto ciò era vero, è lui fortunato si gode il momento. Fatto sta che le due donne ormai stavo per raggiungere il piacere supremo, anzi una delle due cioè Cinzia, non riusciva più a trattenersi, voleva inondare il divano con i suoi umori, voleva squirtare come non aveva mai fatto neanche con Vincenzo. Proprio a lui chiesero la pioggia finale per un momento decisamente perfetto: Cinzia stava a gambe aperte mentre Clara la leccava e penetrava con le dita, si permise pure di metterle un dito, per la precisione il mignolo, dentro l’ano e quella fu la goccia che fece schizzare la donna. Un terremoto di sensazioni diverse si abbatté su di lei, era venuta e con essa il povero Vincenzo che si domandò se quella serata fosse fortunata o no.
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