Capitolo 6
Arrivai in parcheggio verso le ore 13:40 e trovai Silvia ad aspettarmi come ogni volta che andavo a lavorare. Scendemmo dall’auto,ci baciammo. Silvia era come al solito splendida. Indossava un robe manteau con spacco sul davanti che lasciava intravedere le gambe. Entrammo in ospedale e timbrai il badge e mi andai a cambiare; stessa cosa fece Silvia. Ci ritrovammo in corridoio, prendemmo l’ascensore e salimmo in reparto. Verso le ore 14:30 iniziammo a lavorare e come ogni volta spiegai a Silvia le mansioni che quel giorno dovevamo a erogare ai pazienti. Iniziammo subito con un ricovero di un politrauma e spiegai a Silvia quali erano le prestazioni assistenziali che ci accingevamo ad erogare al paziente. Spiegai quali sintomi dovevamo monitorare nel caso il paziente avesse delle complicazioni dovute al trauma. Il pomeriggio passò in modo del tutto normale; facemmo ancora altre due ricoveri prima della fine del turno. Poi Silvia uscì alle ore 21:15 mentre io terminai verso le ore 22:15; raccontai ciò che era successo durante il pomeriggio ai colleghi del turno di notte e andai a cambiarmi timbrai col badge e uscii dal nosocomio e vidi Silvia che mi stava aspettando. Facemmo la strada insieme; mi disse quella sera non potevamo stare insieme in quanto doveva andare a casa subito in quanto suo marito la stava aspettando.
“Peccato Silvia! Eri veramente bella stasera e avevo voglia di stare un po’ con te!!”
“Sarà per un’altra volta GianLuca! E poi domani notte lavoriamo insieme!”
“Verissimo Silvia! Ma lavorare in ospedale non è come stare insieme.”
Ci baciammo in modo passionale e se ne andò via. Il giorno dopo ero di notte e Silvia era di notte con me. Normalmente l’Operatore Socio Sanitario non lavora di notte ma in realtà come ad esempio case di riposo oppure altri ospedali privati è prevista tale figura nel turno notturno. Quindi durante il tirocinio di un allievo Operatore Socio Sanitario è previsto che lavori una o due notti tanto per far capire quali sono le mansioni che si svolgono durante il turno. Ci trovammo in parcheggio verso le ore 21:40 e come ogni volta mi baciò. Lei era sempre splendida come ogni volta che la vedevo.
“ Hai riposato questo pomeriggio?”
“ No! Ho avuto da fare con i miei figli” rispose
“ Non ti preoccupare, se il reparto è tranquillo ti farò dormire qualche ora!”
“ Ma sei gentilissimo!”
“Dormi pure qui:ci penso io alreparto!”
“Grazie Gianluca sei così gentile. Sei un tesoro.”
Mi baciò romanticamente. Improvvisamente mi disse:
“Ma vieni a vedere se dormo?”
Non capii a fondo la domanda e le dissi:
“ Ma certo!”
Risposi a diverse chiamate di pazienti bisognosi; poi andai a vedere Silvia se stava dormendo. Si era messa sottoun lenzuolo e una coperta che le avevo portato. Era sul fianco destro:mi avvicinai e notai che aveva gli occhi chiusi le diedi un piccolo bacio sulla guancia. Mi abbracciò girandosi e mettendosi in posizione supina. Ci guardammo intensamente e capii che aveva voglia di fare l’amore ma ahimè non era il luogo più adatto e consono per fare ciò.La baciai ancora,stavolta in modo passionale e lei mi mise le braccia al collo.
Avrei voluto continuare a baciarla ma un paziente bisognoso aveva richiesto un mio aiuto e quindi uscii dalla stanza con dispiacere. Oltre alla chiamata di un paziente ne risposi adaltre 3 - 4e poi ritornai da Silvia dopo mezz’ora. In assoluto silenzio mi avvicinai a Silvia che aveva gli occhi chiusi e le diedi un altro baio sulla guancia. Lei mi abbracciò ancora e mi baciò appassionatamente. La voglia di fare l’amore iniziava a salire pericolosamente in entrambi. Poi non so come ma Silvia allungò la mano sul mio cazzo e iniziò a toccarmelo con molta dolcezza. Rimasi basito del gesto di Silvia ed io infilai una mano sotto le lenzuola e rimasi anch’io, esterrefatto in quanto mi accorsi ben presto che non indossava i pantaloni della divisa. Tolsi la coperta e il lenzuolo e notai che Silvia indossava solo un succinto perizoma. Coprii Silvia in quanto aveva freddo,infilai una mano sotto le coperte e iniziai a toccare la figa sopra il perizoma. Tutti e due erravamo consapevoli che una scopatanon era possibile farla in quanto assai rischioso per entrambi quindi continuammo a masturbarci.
Infilai una mano dentro al perizoma arrivando a toccare il folto pelo; il piacere che Silvia stava provando salì paurosamente; la sua mano chemi stava masturbando s’infilò dentro aiboxer prendendomi in mano il cazzo e iniziando una lenta sega. Bruscamente Silvia interruppe il dolce lavoro di mano che stava facendo al mio organo sessuale, infilò le mani sotto le copertee si sfilò il perizoma. Wow!Pensai! Allora ripresi a masturbarla. Al tatto trovai il frenulo del clitoride,misi sopra due dita e le feci ruotare attorno al clitoride esercitando una leggera pressione, con una velocità molto lenta. Era la prima volta che masturbavo Silvia in questo modo. Aumentai la velocità e Silvia ebbe un orgasmo. Mi buttò via la mano, le gambe si chiusero e divennero tese e le caviglie si accavallarono: un fremito molto simile alle clonie pervase tutto il corpo. Terminarono dopo alcuni secondi, Silvia si girò sul un fianco e rimase per diverso tempo; io mi chinai e la baciai sulla guancia. Si riprese e mi baciò in modo passionale poi mi prese il cazzo e iniziò a segarmelo in maniera molto veloce. Eiaculai subito dopo; 5 – 6 fiotti di sperma finirono sul lenzuolo. Ci baciammo ulteriormente; Silvia si rivestì e andò a lavarsi le mani sporche del mio sperma mentre io mi ripulivo il cazzo con dei fazzoletti di carta. Silvia ritornò a letto. Ci baciammo e ci abbracciammo a lungo; la passione e l’ardore si attenuarono molto molto lentamente; nessuno dei due, però, era completamente soddisfatto. Ma nel posto in cui eravamo era il massimo che potevamo fare. La baciai ancora e le dissi:
“Buonanotte. Ti sveglio io tra qualche ora.”
Uscii dalla stanza e Silvia prese sonno.
Verso le ore 06:30 entrai nella stanza e con tanti piccoli baci svegliai Silvia che dopo aver aperto gli occhi mi baciò e mi disse:
“Ma che bel risveglio Gianluca. Ci vorrebbe anche a casa mia qualcuno che mi svegliasse in questo modo!”
Non risposi all’affermazione di Silvia in quanto una replica avrebbe implicato un discorso lungo ed ampio. Verso le ore 07:00 arrivarono i colleghi che iniziavano il turno di mattina e dopo avere raccontato quello che era successo di notte e durante il pomeriggio me ne andai a casa in quanto il turno era terminato. Mi andai a cambiare e stavolta fui io ad aspettare Silvia che arrivò poco dopo. Facemmo la strada insieme,arrivati alle rispettiveauto ci baciammo e ce ne tornammo a casa. Me ne andai a letto e mi svegliai verso le ore 12:00;guardai il cellulare e Silvia mi aveva inviato un messaggio:
“ E’ stata una notte stupenda. Ho lavorato benissimo con te.”
Risposi:
“Vorrei sempre lavorare con una donna come te. Andare a lavorare quando ci sei tu non è un obbligo ma un piacere.”
“Ma grazie Gianluca!”
“Ma domani ci vediamo oppure non è possibile?”
“Mi piacerebbe ma devo andare via con mia figlia, devo portarla a Padova all’università per uno stage all’ateneo di Giurisprudenza.”
“Ah peccato.” risposi.
Terminammo di messagiarci e mi riposai tutto il giorno. Il giorno dopo mi alzai piuttosto tardi, i tanto non dovevo fare nulla e poi Silvia non mi dovevo vedere. Verso metà mattinata inviai un messaggio a Silvia
“ Buona giornata”
Ma lei neanche mi rispose.
Il giorno successivoero di mattina e anche Silvia,quindi verso le ore 06:40 parcheggiai l’auto nel solito parcheggio e c’era Silvia ad aspettarmi. Mi venne incontro e mi baciò intensamente e mi disse:
“ Avevo voglia di vederti!”
“Anch’io !!” risposi
Mi raccontò che il giorno prima era andata a Padova con sua figlia; era stata una giornata noiosa e alquanto pesante. Tutto il giorno ad aspettare sua figlia nell’atrio dell’ateneo. Io invece raccontai che ero stato a casa a leggere e a studiare ma mi ero annoiato anch’io. Avrei preferito di gran lunga la sua compagnia. Poi le chiesi:
“ Ma quanto ti manca per dare l’esame?”
Pensò un attimo e poi mi disse:
“Due settimane!”
“Se vuoi ci vediamo qualche altra volta per ripassare?” dissi
“Mi piacerebbe ma vediamo se sono sola a casa! Se sono sola a casa certamente.”
“Ad esempio oggi pomeriggio sei sola a casa? ” chiesi
“Non lo so,quando arrivo a casa te lo dico!”
Entrammo in ospedale , timbrai il badge ed andai a cambiarmi; la stessa cosa fece Silvia; mi aspettò in corridoio e salimmo in ascensore per accedere al reparto. Verso le ore 07:30 iniziammo a lavorare:stavolta non spiegai nulla a Silvia in quanto doveva essere così preparata da capire quali attività assistenziali si svolgevano di mattina. Devo dire che Silvia lavorò con buon profitto ricordandosi quanto le avevo spiegato nei giorni precedenti. Terminata la pausa caffè iniziammo a lavorare insieme e mi congratulai con lei in quanto si rammentava quanto le avevo insegnato. Questo per me era motivo d’orgoglio e significava che quanto le avevo insegnato io lei lo aveva recepito e metabolizzato e non era solo un ricordo mnemonico. Verso le ore 12:00 andai nella cucina di reparto per mangiare ciò che mi ero portato da casa e Silvia fece altrettanto. Si sedette al mio fianco e pranzammo insieme. Mi fece il caffè e mi lavò le posate e il bicchiere che avevo usato per consumare il pasto. Finimmo tutte quelle attività assistenziali che si erano protratteoltre mezzogiorno. Arrivò il cambio turno e come ogni volta raccontai ai colleghi ciò che era successo durante la mattinata e quello che avrebbero dovuto fare durante il turno pomeridiano. Il turno era finito e mi andai a cambiare e la stessa cosafece Silvia. Ci trovammo all’entrata del nosocomio e facemmo la strada insieme per andare a prendere l’auto. Arrivati all’auto Silvia mi baciò lungamente, poi le chiesi:
“Ma allora oggi pomeriggio ci vediamo?”
“ Eh non lo so fammi arrivare a casa e poi ti saprò dire!”
“Va bene. Però fai di tutto per vederci. Ho voglia di stare con te Silvia.” dissi
Mi sorrise e mi baciò ancora; poi salii in auto e se ne andò a casa ed io feci la stessa cosa.
Tornai a casa mi riposai; la mattinata era stata decisamente pesante e ne sentivo il bisogno. Dopocirca un’oretta mi arrivò un messaggio da parte di Silvia che mi diceva
“No Gianluca oggi non possiamo vedercie neanche domani, in quanto ho i due figli a casa.”
“Peccato!” dissi
“Ma ti prometto che posdomani che siamo di pomeriggio vedo se riesco ad organizzarmi epassiamo la mattinata insieme!”
“ Va bene. Baci !” risposi
Il giorno successivoero di mattina e come ogni volta parcheggiai l’auto:c’era Silvia ad aspettarmi, ci baciammo prima d’entrare in ospedale e lavorammo davvero bene. Poi consegne e poi tornammo a cambiarci;ci aspettammo fuori dal nosocomio Efacemmo al strada insieme come tutte le altre volte. Allora le chiesi:
“Ma domani mattina ci vediamo oppure non puoi?” dissi
“In linea di massima sì ma fammi capire che cosa fa mio marito e poi ti so dire!”
“ Va bene!” risposi
Andai a casa; ero decisamente stanco e mi buttai a letto e presi sonno. Mi svegliai dopo un’ora e mezza abbastanza riposato. Guardai il cellulare e c’era un messaggio di Silvia:
“Per domani mattina ci possiamo vedere. Mio marito sta via tutto il giorno e torna a casa verso sera; i figli sono a scuolae possiamo studiare.”
“ Wow! Son proprio contento di stare qualche ora con te.”
“Ma a che ora posso venire da te?”
“Verso le 09:00 circa.”
“Bene. Sarò puntuale. Baci e buon pomeriggio.”
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