Capitolo 8
“Ciao GianLuca,ti posso chiamare?”
“ Ma certo che lo puoi fare!”
Mi chiamò quasi subito:
“Ciao Gianluca ti devo dire che è successo un gran casino!”
Preoccupato dissi di raccontami tutto ciò che era successo.
Silvia innanzi tutto mi disse che suo marito era arrivato 15 – 20 minuti dopo che io ero andato via.
Mi disse:
“Al ristorante c’era un cliente di suo marito che era seduto abbastanza vicino al nostro tavolo e ci aveva sorpresi mentre ci baciavamo. Lunedì, alla ripresa delle attività lavorative, aveva chiamato mio marito raccontando quanto aveva visto venerdì sera al ristorante. Il marito, alla sera,era arrivato a casa incazzato e arrabbiato e mi aveva chiesto spiegazioni. Io mi sono giustificata con delucidazioni molto vaghe e astratte e suo marito si era arrabbiato ancora di più. Bisticciammo in modo che oserei dire quasi brutale fino a quando io lo minacciai di chiedere il divorzio l’indomani. Continuarono a discutere animatamente per tutta la serata fino a notte fonda e mio marito m’impose d’incominciare a lavorare nel suo studio terminato il weekend della settimana.”
Silvia non era affatto contenta anzi era triste e le veniva da piangere. Lavorare con suo marito significava essere controllata sempre e non avere nessuno spazio per lei. Capii che non l’avrei più rivista e pensai che era una storia troppo bella per poter durare a lungo! Nessuno dei due era innamorato dell’altro ma il nostro continuo frequentarsi avrebbe posto la basi per un innamoramento che sarebbe sicuramente sfociato in una convivenza.A distanza 6 – 8 mesi la rividi in ospedale di sfuggita. Ci scambiammo proprio un saluto molto veloce e fugace. Ogni tanto adesso la rivedo che accompagna qualche suo parente ma ci limitiamo ad un semplice cenno col capo.
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