La mia vicina 3 – La primavera

  • Scritto da Cactus il 11/05/2020 - 11:56
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Si sa che durante la primavera tutto si risveglia. Gli alberi, i fiori, il tempo che si scalda fa aumentare in tutti noi la voglia di stare fuori di casa e godersi la vita. E ovviamente anche gli istinti animali si risvegliano dopo il buio dell’inverno, portandoci a sfruttare ogni occasione ci capiti sotto mano o sotto qualcosa d’altro! Gli abiti succinti causa caldo, risvegliano in noi passioni sopite durante la stagione fredda.

L’altro giorno visto il caldo quasi estivo decidiamo di pranzare in giardino.

Anche i nostri vicini decisero a nostra insaputa di fare lo stesso.

Verso fine pranzo ci accorgiamo ambedue di aver avuto la stessa idea.

Sarà stata la concomitanza ma appena la nostra vicina, Valentina, se ne accorge, o almeno credo, decide di andare a controllare un’aiuola di fragole nel loro giardino.

Per farlo fattivamente, si abbassa a gambe dritte, accertandosi di essere nella direzione giusta per farsi vedere da me, mostrandomi una posizione inoppugnabile di una fantastica pecora!!

Tra l’altro viste le temperature estive, un corto e morbido paio di short, mettevano in mostra il suo fantastico di dietro che però purtroppo per me questa volta metteva in mostra anche una fantastica mutandona da castigatissima suora facendomi sembrare tutta la situazione ancor più surreale.

Ma come, fai attenzione di metterti bene in mostra nella mia direzione vestendo uno short abbastanza audace e un mutandone (bianco) che spiccava in quella calda domenica?????

Boh. Incomprensibile ma ad ogni modo mi godevo lo spettacolo!!! Una bella pecora con short bianchi a righe nere e un underwear simile mi destavano un misto di voglia di…..qualcosa di buono assieme ad un mezzo sorriso.

Rimane così una buona decina di minuti poi complice il fatto che non potendo darle seguito visto che ero si in giardino ma assieme alla mia famiglia e quindi riuscivo solo a darle di sfuggita un’occhiata ogni tanto, ad un tratto, si rialza e viene a chiamarmi dalla staccionata del giardino. Soliti convenevoli di ordinanza, due chiacchere e sento i suoi che le chiedono “vieni a fare un giro con noi in bici?” e lei che mi fa, “scusa un attimo” e risponde” no, dai. Ho un sacco di cose da mettere a posto. Andate voi…” e voltandosi verso di me mi fa un occhiolino che solo io e lei potevamo vedere.

Nel frattempo i miei, complice il caldo, erano rientrati in casa e in attesa che rientrassi anche io. Chi era andato a dormire e chi a guardare la Tv. Insomma…un classico pomeriggio domenicale di tarda primavera piuttosto sonnacchioso.

Non ero sicuro di cosa avesse voluto dirmi con quell’occhiolino ma di sicuro, sentivo che qualcosa di strano era nell’aria.

Rientro anche io e aspetto che si calmino le acque. Visto che in casa mia era tutto estremamente tranquillo, giusto per perlustrare mi invento di andare a portare fuori i rifiuti.

Raccolgo tutto, esco sul pianerottolo e…..ti vedo la porta di casa della mia vicina socchiusa. Boh…penso tra me e me. Non avrà controllato bene. Mi faccio gli affari miei e vado da basso a portare i bidoni della differenziata che essendo tanti, mi portano via un po' di tempo.

Ripasso dopo qualche minuto dal pianerottolo e, da buon vicino premuroso, provo ad aprire per avvisare chi ci fosse dentro di chiudere. “permesso…” Valentina risponde” vieni pure avanti”.

Continuo….”avevi lasciato la porta aperta”. “Che sbadata che sono. Grazie per avermelo detto. Hai visto che belle quest’anno che sono le fragole?” Tra me penso, beh, proprio quelle no ma un bel culo da urlo, quello si. Ma le rispondo “si. Bellissime. Ma come avete fatto ad averle così belle?” “Niente” risponde lei e continua “ho dovuto far la marmellata per evitare che si rovinassero. La vuoi assaggiare?” Subito dopo pranzo della domenica, ovvio che li per li stavo per risponderle un bel “no grazie” ma vedevo una luce strana nei suoi occhi che non era proprio quella di essere orgogliosa per la buona marmellata. Le dico allora ”Si, dai. Sono curioso….”.

Si avvicina a me con un barattolo, lo apre, intinge un dito e me lo passa sotto il naso “senti che profumo….”

Eh si che lo sento il profumo ma anche li sotto qualcun altro sente il profumo. Non di fragole però!!!

Complice l’emozione, sbaglio a muovermi e lei col dito mi sporca tutto il labbro di marmellata. “oh che sbadata. Aspetta che ti pulisco…” e comincia a leccarmi ripulendomi la marmellata dal labbro. La lascio fare. Non mi muovo impietrito da quella situazione che non mi sarei mai aspettato. Lo so, lo so…..il 99% degli ometti, al mio posto avrebbe fatto ben altro ma io sono un pò come un diesel. Fatico ad avviarmi….

Finisce. Si stacca. Gli sguardi si incrociano. Io la guardo ed esclamo “Si ma non me l’hai ancora fatta assaggiare!!!”.

Allora Valentina intinge un altro dito nella marmellata e me lo avvicina alle labbra. La scintilla si accende. Comincio piano con la lingua a tastare il suo dito prima di infilarlo tra le labbra e succhiare come se mi avesse offerto il miglior nettare al mondo. E’ andata!

Comincio a fare quello che a ruoli invertiti sarebbe un fantastico pompino. Trasposto al suo dito però e la vedo che socchiude gli occhi. Chissà a cosa starà pensando. Se pensi a quello che sto pensando io, a breve ne vedrai delle belle!!!!

Continuo a succhiare e faccio entrare tutto il dito nella mia bocca. Lei rimane passiva. Sento che le piace ma si gode il momento e non prende l’iniziativa.

Aveva ancora in mano (con l’altra) il barattolo. Prima che cada glielo sfilo dalle mani. E’ totalmente passiva e se lo lascia sfilare senza opporre resistenza. Infilo una mano nei suoi short (operazione facilissima vista l’ampiezza e le dimensioni) aspettandomi di trovare i mutandoni invalicabili. Invece…..nulla!!! Aveva previsto tutto e se li era tolti in tempo. Apre gli occhi, incrocia il mio sguardo e fa un sorrisino languido di compiacimento!

Glieli abbasso allora senza trovare la benchè minima resistenza…anzi…mi aiuta lei con le gambe, e con le mie due mani dietro la sua schiena, infilo un dito nel barattolo e comincio ad insinuarmi tra le sue chiappe fino dove riesco a spalmargliela.

Stesso esercizio anche davanti e stavolta le irroro per bene il suo bel boschetto. Una nuova ricetta di frutti di bosco!!!

Le lascio il suo dito che avevo ancora in bocca e mi dedico alla sua passerina che complice il caldo, emette un fortissimo profumo di fragola ora!!!

Mi abbasso in ginocchio. Ho la bocca all’altezza della sua figa. Abbassandomi le sfilo del tutto gli short. Comincio a saggiare la sua peluria piena di marmellata di fragole cominciando a puntare dritto in mezzo alle gambe.

Lei mi asseconda e finalmente apre le gambe dischiudendo le porte del paradiso e mostrandomi una passerina nature di un bel rigoglioso pelo castano, già copiosamente bagnata, con tutti i baffi di marmellata che continuavano fino all’interno delle sue cosce. Non sono andato per il sottile e pregustando il momento ho abbondato ovunque con la marmellata! In un complicato esercizio ginnico, passo in mezzo alle gambe quasi strisciando per terra e continuo a leccarla facendola fremere ad ogni istante.

Ora sono dietro di lei e mi sto letteralmente accingendo a pulirle tutta la marmellata che ora ha assunto un sapore paradisiaco. Un mix di fragola, salato, e acido che non avevo mai provato. Anche lei gradisce e per meglio lasciarmi fare, si sdraia pancia in giù sul tavolo al quale ci eravamo appoggiati rimanendo in pratica in una fantastica posizione da pecora o inculo a mio libero arbitrio!

Per non farmi trovare impreparato dal canto mio, le avevo spalmato ben bene almeno mezzo barattolo di marmellata tra figa e culo e l’avevo ripulita perfettamente con la lingua. Infatti vedevo anche il suo ano, aprirsi e chiudersi spasmodicamente al ritmo del suo (affannato) respiro!

Sapevo che non avevamo tantissimo tempo, quindi mi abbasso pantaloni e boxer, estraggo quello che ormai era diventato un bel palo rigido e vista tutta la preparazione, mi accingo a piantarglielo in culo. E’ troppo invitante ed è tutto il giorno che mi provochi, Valentina. Ora avrai quello che ti meriti!

Avendoglielo leccato bene ed essendo lei eccitatissima, appena lo avvicino alle sue chiappe, vedo che mi prepara l’ingresso trionfale allargandosele allo spasimo con le mani. Ma sono un gentiluomo. Con un po' di saliva e molta circospezione, cerco di fare del mio meglio per facilitare l’ingresso ed evitarle qualsiasi dolore. Ma complice l’arrapamento mio che mi ha provocato delle dimensioni notevoli e la marmellata che notoriamente non lubrifica, il primo ingresso le strappa un gridolino. Che peraltro non mi sembra proprio di dolore. Vedo che non si ritira. Anzi…si mette comoda e comincia a spingere il suo culo indietro verso il mio pube. Lo prendo come un semaforo verde pieno e una volta infilata nel culo la cappella, le do qualche colpetto di assestamento per affondarle la spada tutta in culo. Sento che ansima come se stesse venendo e vedo che si porta una mano proprio in mezzo alle gambe. Vista la situazione stabile, porto anche io la mia mano sopra la sua giusto per capire cosa volesse fare. Nel frattempo comincio a stantuffarla e vedo che ad ogni colpo si inarca come per prenderlo il più possibile a fondo e godere al massimo!

Con la sua mano intuisco che comincia a stimolarsi il clitoride ma ad un certo punto si ferma, prende la mia mano e mi guida un dito nella sua figa. Perdo un attimo il ritmo dell’inculata e vedo che anche lei si spinge tutta sul mio pube e si ferma concentrandosi ad infilare il mio dito nella sua figa e godere del momento.
A questo punto riporta in avanti il suo fantastico culo facendomi capire di continuare a pomparla mentre con un dito le stimolo la figa e lei con il suo dito, il clito. Non contento le infilo un secondo dito in figa visto che la sua lubrificazione era massima e lei non oppone nessuna resistenza. Anzi……il suo ansimare è nel frattempo diventato un gemito di goduria che mi fanno intuire la sua venuta che di li a breve, matematica arriva. Quasi mi stritola le dita e sento tutte le sue contrazione una ad una. Quindi devo dedurre che sia venuta. E anche con molto piacere. Suo!!

 A me manca ancora un poco. Il suo amplesso sembra mandarla fuori giri e perde il ritmo della mia inculata. Come non capirla. Sono comprensivo ma fino ad un certo punto. Glielo lascio dentro e appena lei si riprende un attimo, ricomincio la mia pompata suprema. Questa volta visto il mio eccitamento, e dai gridolini che emette, ho la sensazione di sconquassarle l’intestino ad ogni mio colpo che atterra ogni volta sul suo morbido culo ammortizzando in maniera ideale. Sembra fatta apposta per essere inculata. E forse, sapendolo, mette in mostra quel suo fantastico ben di Dio ad ogni occasione!

Sento che sto per scoppiare e per meglio prepararmi, tolgo la mano dalla sua figa e le prendo i fianchi tenendoglieli belli stretti. Ora tocca a me e non voglio qualsiasi interruzione di sorta. Ora sono io a guidare e voglio fartelo capire bene. Uno, due, cinque, dieci colpi e sento che lei, preparandosi al fatidico momento, mi stringe il cazzo con i suoi muscoli sigillandomi. Impossibile uscire. Anche volendo!!! Finalmente le esplodo tutta la mia voglia nel culo. Lei, tesa allo spasimo, appena sente che mi sono svuotato, si rilassa e si accascia sul tavolo sul quale si era fino a quel momento inarcata come una troia e aspetta che sia io a decidere quando lasciarla.

Riprendo le forze e lentamente, esco. Giusto il tempo di uscire e un rivolo bianco, le cola giù dal culo irrorandole la figa. Missione compiuta!

Cerchiamo di rimetterci in piedi (sappiamo che potremmo non avere molto tempo) e di darci un contegno.

Mi passa dei fazzoletti e io me lo pulisco alla bella e meglio. Mi rimetto boxer e pantaloni, pronto a tornarmene da dove ero venuto.

Non che mi fossi aspettato un bacio ma nessuno dei due è in vena di effusioni. Ci trattiamo l’un l’altro come prostituta e cliente o toy boy con la sua donna.

E questa cosa mi piace molto aggiungendo quel non so che di trasgressivo ad un rapporto sessuale che nulla ha con l’amore.

L’unica cosa che riesce a dirmi prima che me ne vada è: “ la prossima volta tocca a te”.

“Certamente Valentina” faccio io.

E ci lasciamo.

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